Porto Empedocle, sequestro record cocaina, la sentenza

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Il Tribunale di Agrigento ha condannato 3 dei 15 imputati componenti dell’equipaggio corriere del carico record di cocaina sequestrato nel 2023.

La prima sezione penale del Tribunale di Agrigento, presieduta da Alfonso Malato, ha condannato 3 imputati, dai 20 ai 25 anni di carcere, e altri 12 sono stati assolti, di nazionalità ucraina, turca e azera, componenti dell’equipaggio corriere del maxi sequestro di cocaina, più di 5 tonnellate, ad opera della Guardia di Finanza, risalente al 19 luglio del 2023. Un peschereccio, il “Ferdinando d’Aragona”, è salpato da Bagnara Calabra, con a bordo un italiano, ovvero il comandante di origine calabrese, due tunisini, un francese e un albanese.

Finanzieri del Comando Provinciale di Palermo e della squadra aeronavale lo hanno intercettato e bloccato. I cinque sono stati arrestati e poi condannati in abbreviato lo scorso 2 dicembre a pene comprese tra i 12 e i 16 anni di reclusione. Il carico stupefacente, senza precedenti in Italia e tra i più rilevanti in ambito mondiale, oltre 5 tonnellate e 300 chili di cocaina, è stato sequestrato. Teatro dell’operazione straordinaria è stato il tratto di mare antistante le coste agrigentine. La sera di martedì 18 luglio 2023 i piloti di un aereo delle Fiamme gialle impegnati in un servizio di ricognizione nel canale di Sicilia e da alcuni giorni attratti da una nave mercantile sospetta, la nave “Plutus”, battente bandiera di Palau, nell’arcipelago delle Filippine, si accorgono che alla stessa nave si avvicina un motopeschereccio partito dalle coste calabresi. Di notte è stata ultimata la “diagnosi investigativa”, ossia: la nave mercantile, quindi la nave “madre”, staziona ai limiti delle acque territoriali e aspetta il peschereccio, verosimilmente per un trasbordo illecito. 

Infatti, alle prime ore di mercoledì 19 luglio sono rilevate anomale operazioni di accumulo di numerosi pacchi sul ponte della nave “madre”, che poi sono scaricati in mare verso il peschereccio che si affianca per il recupero del carico gettato in mare, e che, nel frattempo, disattiva il sistema di localizzazione Ais per il tracciamento. Scatta il blitz. Il peschereccio rientra verso le acque territoriali ed è catturato. A bordo, abilmente nascosto dietro una pannellatura che copre un ampio locale, è rinvenuto un enorme quantitativo di stupefacente. Immediatamente altri Finanzieri si lanciano all’inseguimento della nave mercantile, la nave “madre”, ovviamente complice del figlio, il peschereccio. La nave è in rotta verso la Turchia, è acciuffata e condotta al porto di Palermo: l’equipaggio è composto dai 15 trasferiti nel carcere “Pagliarelli” a Palermo e poi a processo ad Agrigento. E il peschereccio fu scortato fino a Porto Empedocle. Adesso la sentenza per i 15, con la condanna di 3 e l’assoluzione degli altri 12 che, peraltro, sarebbero stati picchiati, sequestrati e minacciati dai condannati.

Angelo Ruoppolo (Teleacras)

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