“Operazione kaos calmo”. Forte azione di repressione dei reati ambientali consumati nell’ambito del demanio marittimo

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Si rende noto che personale militare della Capitaneria di Porto-Guardia Costiera di Porto  Empedocle, al Comando del Capitano di Fregata Gennaro FUSCO, congiuntamente ai militari dell’Aliquota Guardia Costiera – Sezione di Polizia Giudiziaria della Procura di Agrigento, diretta dal Dott. Luigi PATRONAGGIO, ha portato a termine un’importante attività di contrasto all’illegalità in materia ambientale che ha avuto come risultato l’individuazione di 20 soggetti privati resisi responsabili di illeciti sia di valenza penale che amministrativa relativi all’abbandono incontrollato di rifiuti ed al sequestro di una vasta area demaniale marittima trasformata in una discarica a cielo aperto causando gravi inconvenienti di natura igienico-sanitaria, nonché al sequestro di 3 automezzi utilizzati per il trasporto illecito di rifiuti.

Il blitz per l’esecuzione degli atti di polizia giudiziaria relativi all’applicazione delle misure cautelari reali (sequestro preventivo di un’area di pubblico demanio marittimo di circa 16.000 metri quadrati e di 3 furgoni isotermici nella disponibilità di ditte dedite alla commercializzazione di prodotti ittici) è scattato nel pomeriggio del 26 febbraio u.s. ed ha visto impiegati 15 militari simultaneamente sui diversi obiettivi sparsi sul territorio della città empedoclina.

Nello specifico, l’operazione denominata “Kaos Calmo” (dal nome della località empedoclina oggetto di accertamenti) costituisce l’esito di un’articolata attività investigativa scaturita nel settembre del 2018 e caratterizzata da una serie di controlli finalizzati al contrasto del fenomeno dei cosiddetti roghi tossici e dello smaltimento illegale di rifiuti, operato anche dai gestori di attività commerciali al fine di abbattere drasticamente ed in modo del tutto illegale i costi di gestione relativamente al corretto smaltimento dei rifiuti che avrebbero dovuto essere conferiti presso apposite discariche mediante ditte specializzate autorizzate allo scopo.

Le indagini condotte dai militari operanti, coordinata dal Sostituto Procuratore della Repubblica Dott.ssa Paola Vetro ha consentito, grazie all’utilizzo di attività tecniche, riscontri sul campo e controlli mirati, eseguiti anche mediante l’installazione di otto videocamere di sorveglianza, la compiuta identificazione di 6 soggetti deferiti all’A.G. per le ipotesi di violazione degli articoli 256 commi 1 e 2, 256-bis e 192 comma 1 del Testo Unico Ambientale, e 635 del Codice Penale, essendosi resi responsabili dello smaltimento illecito continuativo di rifiuti e per avere dato alle fiamme i rifiuti abbandonati nella discarica pubblica abusiva costituita da decine di tonnellate di rifiuti di vario genere classificati speciali pericolosi e non. Gli accertamenti compiuti hanno permesso di ricostruire l’intera filiera illegale dello smaltimento dei rifiuti speciali ed urbani, con la compiacenza dei dipendenti delle società stesse per il “disfacimento” delle più disparate tipologie di rifiuti, anche ingombranti, ivi trasportati.

Gli ulteriori 14 soggetti identificati si sono resi responsabili del deposito illecito di rifiuti solidi urbani in totale violazione dei regolamenti comunali inerenti la raccolta differenziata dei rifiuti prodotti dai cittadini, per i quali si procederà a notificare i relativi processi verbali di accertamento e contestazione di illecito amministrativo.

Dall’attività di polizia svolta, è emerso che l’abbandono illecito di rifiuti è avvenuto in modo talmente massivo tale da aver determinato il cambiamento dell’aspetto del suolo interessato. Infatti, è stata riscontrata la presenza di rifiuti domestici, compresi gli ingombranti (come materassi, divani rotti e mobilia varia, elettrodomestici fuori uso etc.), sia rifiuti speciali provenienti da attività commerciali e sfabricidi provenienti da piccoli lavori di manutenzione edile.

Tale problematica non è riconducibile esclusivamente ad una questione di educazione ambientale e senso civico di rispetto e tutela dell’ambiente da parte dei singoli cittadini privati, ma è sintomo dell’esistenza di vere e proprie attività illecite da parte di piccole imprese che non conferiscono in modo regolamentare, come nel caso in questione, liberandosi in modo “gratuito” di materiale utilizzato per la commercializzazione di prodotti ittici (cassette in polistirolo, imballaggi di cartone, cassette in plastica, scarti di pesce, etc..). Le aree dove avvengono tali fenomeni diventano in modo sistematico e continuativo ricettacolo di rifiuti trasformandosi in vere e proprie discariche abusive a cielo aperto, con notevole aggravio a carico della collettività in termini di salute pubblica, degrado ambientale e costi per la necessaria bonifica delle aree inquinate.

Sono in corso ulteriori attività tese ad avviare le procedure per la bonifica urgente dei luoghi interessati da tali discariche abusive, coinvolgendo sia le Amministrazioni proprietarie del sito e sia l’Amministrazione comunale per gli aspetti di competenza, ponendo a carico dei trasgressori il costo per l’intervento di rimozione e conferimento a discarica autorizzata dei rifiuti ad opera di ditte specializzate.

L’attività tecnico-investigativa condotta, ha consentito altresì di accertare che ulteriori 15 soggetti, regolarmente identificati, erano intenti ad assumere atteggiamenti osceni palesemente in contrasto ai principi di carattere etico-sociale ed attinenti a comportamenti che offendono il pubblico pudore. 

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