Doccia gelata della Corte dei Conti sulla Regione Sicilia. I giudici contabili sono contrari alla proposta di rateizzare in 10 anni il disavanzo. Nell’apposito parere reso dalla Corte dei Conti, si sottolinea che se si procedesse alla rateizzazione in 10 anni si scaricherebbero sulle future generazioni gli effetti degli errori compiuti dalla politica in passato. E dunque la proposta della Regione di “spalmatura” del disavanzo è ritenuta inopportuna. Peraltro su tali casi si è già espressa negativamente anche la Corte Costituzionale, contraria alla possibilità che il disavanzo potesse essere spalmato in un lungo periodo di tempo. Lo scopo è evitare che si registri una violazione dell’equità inter-generazionale, ovvero che i figli, o addirittura i nipoti, paghino i debiti dei nonni e dei padri. Il disavanzo oggetto della contesa ammonta a circa 1 miliardo e 500 milioni di euro. Il disavanzo non è propriamente un debito ma è uno squilibrio fra le entrate e le uscite. Se le uscite superano le entrate allora ecco il disavanzo. Bisogna rimediare a tale squilibrio e così, per ristabilire la regolarità dei conti, il governo Musumeci ha due possibilità: registrare maggiori entrate o diminuire la spesa e quindi operare tagli alle voci di bilancio.
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