“Lo sappiamo bene, ce lo siamo detti in ogni incontro, in ogni tavolo istituzionale. I fattori che determinano l’abbandono scolastico sono molteplici e spesso legati da una reazione a catena, motivi sociali, familiari, personali e scolastici. I motivi sociali evidenziano una crescente difficoltà dell’individuo ad integrarsi; vivere in una “società del divertimento”, dove è più facile lasciarsi andare che controllarsi; importanza dell’educazione non sufficientemente evidente nella dimensione pubblica; immagine irreale della vita causata dai media. Altri punti sono la povertà con il conseguente effetto di disagio sul benessere emotivo, ambiente sociale degradato della zona in cui lo studente vive , comportamenti asociali fuori dalla scuola, talvolta ai limiti della legalità, elevato numero delle ore di lavoro fuori dall’orario scolastico che lasciano poco spazio sia alla frequenza che al lavoro scolastico. Poi ci sono i fattori personali: scarsa autostima, stress, mancanza di interesse e noia; costante comportamento trasgressivo, mancanza di valori, aggressività, incontrollabilità degli impulsi, inserimento in gruppi ad alto rischio, uso e vendita di sostanze illegali. Dall’abbandono alla violenza il passaggio è breve. I fattori di rischio quali l’adozione di modelli di comportamento fondati sulla violenza e l’appartenenza a un giro di amicizie malavitoso o incline alla violenza; l’assenza di struttura nelle attività del tempo libero; il basso livello d’istruzione scolastica e la tendenza precoce a marinare la scuola. Le forze in campo per combattere l’abbandono sono tante, armate di buona volontà, ma non bastano, se consideriamo le percentuali di abbandono. Ci chiediamo: chi meglio dei collaboratori scolastici conosce gli alunni e i loro genitori. Perché non istituire un “Children’s Services and Skills” magari scopiazzando la scuola inglese. Un ufficio di servizi e competenze dove fare convergere tutte le informazioni utili a sostegno dei giovani studenti. Bidelli “travestiti” da Sherlock Holmes per un fine importante: allontanare gli studenti da violenza e malavita, proiettandosi alla vita sociale, giuridica, politica, mediante l’adesione ai principi che reggono la collettività, con espresso riferimento alla Costituzione. Occorrerà altro personale, ne parlerò con il Ministro dell’Istruzione e Merito Valditara al prossimo incontro – magari penserà di trovarsi di fronte un folle poco importa” conclude Mucci.
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