“Ancora violenza terribile contro una donna, una violenza inaccettabile che non ha ragioni e che lacera ognuno di noi – dichiara Aldo Mucci del direttivo nazionale SGS. – Non bastano gli interventi normativi per debellare questo fenomeno, occorre un cambiamento culturale che passa proprio attraverso i giovani, le scuole, queste ultime rappresentano i tempi della cultura e della formazione per eccellenza delle future generazioni” Occorre partire da un dato oggettivo importante: educare i propri figli, maschi e femmine, far capire i segnali di una relazione malata.
Non siamo più – per fortuna – ai tempi del “codice Rocco” Il quale aveva una profonda visione sessista , puniva la donna per il reato di adulterio e al tempo stesso “tutelava” l’uomo che commetteva un delitto d’onore con pene risibili oppure quei delitti di violenza carnale o atti di libidine che prima erano inseriti tra quelli della morale pubblica e non contro la libertà personale. Nel nostro Paese, soprattutto nel Meridione, la donna, non del tutto emancipata, è vittima del marito, da qui le forme di violenze economiche e psicologiche. Il Diritto di famiglia del 1975 ha equiparato i diritti ed i doveri di entrambi i coniugi. La Convenzione di Istanbul del 2014 ha poi completato la normativa. Ancora oggi, nonostante le leggi, le statistiche sono drammatiche, un femminicidio ogni tre giorni. Bisogna intervenire strutturalmente – torna ancora una volta il mio “chiodo fisso” – la famiglia, la scuola, strumenti privilegiati” – conclude il dirigente sindacale.