Verdure e ortaggi affogati, piante di agrumi abbattute e la raccolta delle olive ormai mature, interrotta. L’ondata di maltempo che ha investito Sicilia e Calabria ha avuto effetti devastanti sull’agricoltura, con danni incalcolabili per le aziende. In appena tre giorni di maltempo si sono abbattute sulle due regioni del Sud ben venti bombe d’acqua, secondo un bilancio della Coldiretti su dati dell’European Severe Weather Database (ESWD).
La più duramente colpita è la Sicilia dove si è concentrata la quasi totalità dei nubifragi per un totale di 17 eventi estremi che hanno interessato le province di, Catania, Ragusa, Siracusa e Trapani.
“I fatti di Catania dimostrano che siamo dinanzi a una fase nuova e del tutto inesplorata degli effetti dei cambiamenti climatici – sottolinea Stefano Masini responsabile ambiente Coldiretti – e devono indurre le istituzioni a un cambio di passo e di mentalità per garantire la messa in sicurezza dei territori e delle attività produttive Dobbiamo dunque approfittare delle opportunità del Pnrr per introdurre nuove tecniche capaci di affrontare situazioni di emergenza e di straordinarietà. Situazioni che la legislazione attuale, pensata per il controllo di eventi ordinari, non è più in grado di governare”.
In Sicilia, spiega l’associazione, il 92,3% dei comuni ha parte del proprio territorio a rischio frane e/o alluvioni con i terreni che non riescono ad assorbire l’acqua che cade violentemente e tende ad allontanarsi per scorrimento provocando allagamenti e smottamenti.
Siamo di fronte, conclude la Coldiretti, “alle conseguenze dei cambiamenti climatici anche in Italia dove l’eccezionalità degli eventi atmosferici è ormai la norma, con una tendenza alla tropicalizzazione”. Quest’anno i danni alle coltivazioni nei campi, secondo una stima dell’associazione, hanno già superato i due miliardi.