L’inchiesta “Cocaina dei vip” a Palermo: ascoltati Miccichè, Di Ferro e un autista di auto blu. L’intervento della società che ha ceduto il ramo d’azienda di “Villa Zito”.

L’ex presidente dell’Assemblea Regionale, e deputato regionale del Gruppo Misto, Gianfranco Miccichè, che non è indagato, è stato ascoltato in Procura a Palermo come testimone nell’ambito dell’inchiesta su presunti casi di vendita di cocaina da parte dello chef Mario Di Ferro, gestore del ristorante “Villa Zito” in via Libertà a Palermo, ristretto ai domiciliari. In alcuni video agli atti dell’indagine è stato registrato l’arrivo di Miccichè al ristorante a bordo dell’auto blu, e ciò a volte dopo alcune conversazioni intercettate tra lui e Di Ferro che sono state ritenute dalla Squadra Mobile e dalla Procura come indicative che tra Miccichè e Di Ferro fosse stata pattuita la consegna di dosi di cocaina. Gianfranco Miccichè ha ammesso: “Sì, è vero, sono andato al ristorante per pranzare o cenare, per intrattenermi con persone di enorme simpatia, come Di Ferro, mio vecchio amico, e che, in quanto tale, ha recuperato per me delle dosi di cocaina. Per amicizia. Non è uno spacciatore. Sarà successo meno di una trentina di volte”. E nel frattempo, in riferimento a quanto emerso intorno al ristorante “Villa Zito”, è intervenuto il rappresentante legale della società ‘Bar srl’ che ha ceduto il ramo d’azienda, Luigi Caffarelli, che afferma: “La società è sconcertata, assolutamente estranea e pesantemente danneggiata dai fatti appresi in questi giorni dagli organi di stampa. Nell’aprile del 2022, nell’ottica di un risanamento aziendale, ‘Bar srl’ ha dato in affitto il ramo di azienda, relativo all’attività di ristorazione con somministrazione, alla società ‘Villa Zito srl’, il cui legale rappresentante è il signor Mario Di Ferro. Tale risanamento è stato peraltro reso impossibile dal mancato pagamento della quasi totalità dei canoni di affitto del ramo di azienda. Ad oggi ‘Bar srl’ vanta un credito di oltre 200mila euro nei confronti di ‘Villa Zito srl’. ‘Bar srl” sta provvedendo, nei tempi e nei modi concessi dalla legge, alla disdetta del contratto di affitto del ramo di azienda con ‘Villa Zito srl’, e sta lavorando alacremente per porre rimedio a questa pesantissima situazione in cui si è suo malgrado trovata, al fine di evitare la perdita delle tante posizioni lavorative dei dipendenti e del patrimonio di professionalità acquisito in questi otto anni di attività”. Ancora nel frattempo, la Guardia di Finanza, su delega della Procura di Palermo, ha già acquisito all’Assemblea Regionale il regolamento sull’utilizzo delle auto blu. Peraltro, innanzi ai magistrati si è presentato l’autista dell’auto blu utilizzata dall’ex capo della segreteria tecnica della Presidenza dell’Assemblea regionale, Giancarlo Migliorisi, per andare al ristorante e acquistare la droga. E si è dichiarato del tutto estraneo e non a conoscenza di quanto accaduto: “Sono io l’uomo al volante dell’auto blu filmata davanti al ristorante. Io ho svolto solo il mio lavoro di autista, e basta”.

E ancora nel frattempo è stato interrogato, in sede di convalida dell’arresto, lo stesso Mario Di Ferro. Lui, assistito dall’avvocato Claudio Gallina Montana, si è seduto innanzi al giudice per le indagini preliminari, Antonella Consiglio, e ha più o meno ribadito quanto già trapelato tramite il suo avvocato, ovvero: “Sono dispiaciuto per quanto accaduto, per la mia famiglia, per me stesso e per chi mi conosce. Non sono uno spacciatore, non ho mai guadagnato un euro. La droga è stata una cortesia, un favore per qualche amico. Ho sbagliato”. E poi lo chef, anche lui consumatore di stupefacenti, ha aggiunto: “Ho iniziato un percorso di recupero, mi sono lasciato il passato alle spalle. Ho deciso di cambiare vita lo scorso aprile, in occasione dei primi guai giudiziari”. Infatti, lo scorso 7 aprile a Palermo Di Ferro e Giancarlo Migliorisi, capo della segreteria tecnica della presidenza dell’Assemblea Regionale Siciliana, si sono incontrati in via Petrarca. I poliziotti della Squadra Mobile li hanno colti in flagrante, all’interno di un Range Rover, durante la cessione di 3 grammi di cocaina dietro il corrispettivo di 300 euro. Giancarlo Migliorisi avrebbe confermato agli investigatori di avere comprato altre volte la cocaina dopo essersi accordato telefonicamente con Di Ferro.
Angelo Ruoppolo (Teleacras)