Tavoli, progetti e milionate di euro: ma Eraclea Minoa è divorata dal mare. Sarà così anche per il tratto costiero della 640 tra Realmonte e Agrigento? Forse sì.
La speranza è che per il tratto costiero tra Realmonte e Agrigento non si ripeta lo stesso Carnevale di menzogne e di falsi annunci del tratto costiero di Eraclea Minoa a Cattolica Eraclea. In verità sarebbero ormai pochi coloro che credono che davvero si fronteggerà l’erosione marina che minaccia la costa tra Realmonte e Agrigento e, in particolare, il tracciato della strada statale 640 che corre da Agrigento e Realmonte a ridosso del mare. E quindi sono tanti coloro che credono che, così come ad Eraclea Minoa tra tavoli, progetti e milionate di euro non è stato eretto un solo minimo baluardo a difesa dal mare, anche tra Realmonte e Agrigento sarà lo stesso: si discuterà ancora per mesi, anni, come per Eraclea, di tavoli, progetti e milionate di euro, e poi tutto sarà come è sempre stato qualora ciò che è stato sarà ancora o, invece, sprofonderà a mare. Dunque, fiato alle trombe: la meritevole, instancabile e tenace associazione ambientalista “MareAmico”, capitanata da Claudio Lombardo, ha documentato e lanciato l’allarme erosione marina a danno della stabilità del tratto della 640 tra Realmonte e Agrigento, così come allo stesso modo da tanto tempo si sgola e si dispera per Eraclea Minoa. Ordunque, il presidente della Regione, Nello Musumeci, ha appreso dell’avanzare del mare agrigentino, dell’erosione incombente a pericolo della costa di 15 chilometri e della carreggiata della 640 tra Realmonte e Agrigento, ha convocato un tavolo (ecco, si inizia coi tavoli) urgente lunedì prossimo 18 marzo a Palermo, e ha tuonato così: “La frana tra Porto Empedocle e Agrigento è l’esempio evidente di come chi dovrebbe vigilare sulle strade statali non lo sa fare. Il Governo nazionale se ne faccia una ragione”. Ordunque, nonostante la competenza sia di altri Enti (già) la Regione sarebbe pronta a intervenire. Del resto, Nello Musumeci è anche commissario di governo contro il dissesto idrogeologico in Sicilia. Al tavolo di lunedì, non in falegnameria ma a Palazzo d’Orleans siederanno il Dipartimento regionale dell’Ambiente, l’Anas, la Protezione civile regionale, il Genio civile, la Prefettura e i Comuni di Agrigento e Porto Empedocle. Un interrogativo in sospeso: la competenza sarebbe dell’Anas? E Musumeci risponde: “Sì, è l’Anas che ha competenza su questa strada. E dall’Anas abbiamo ricevuto una nota soltanto il 20 febbraio scorso: si tratta di un monitoraggio condotto dal 2008 fino al 2017 e che ha messo in evidenza l’esistenza di una falesia che sta arretrando ogni anno di due metri. Né alcuna segnalazione era mai arrivata, prima, dalle amministrazioni cittadine di Agrigento e di Porto Empedocle: è evidente che c’è stata una scarsa attenzione da parte di chi sul territorio è direttamente coinvolto”. Ordunque, e adesso? E Musumeci risponde: “Adesso bisognerà valutare attentamente se esiste un pericolo imminente e, comunque, pianificare una strategia d’intervento per contrastare i gravi fenomeni che sono in corso. Quella dell’Agrigentino, tra l’altro, è una fascia costiera per la quale, attraverso l’Ufficio contro il dissesto idrogeologico, abbiamo già programmato l’elaborazione di un nuovo ‘Contratto di Costa’ per un intervento organico e omogeneo di recupero e di messa in sicurezza”. Nel frattempo, Maurizio Croce, dell’ufficio commissariale per il dissesto idrogeologico, riconosce il merito dell’associazione MareAmico, e le sue parole sono: “Il ruolo di sentinella svolto dalle associazioni ambientaliste resta importante e può trasformarsi in una preziosa sinergia con la Regione per tutelare il territorio. Presto potremmo programmare un incontro proprio per gettare le base per una più efficace collaborazione”.
Angelo Ruoppolo (Teleacras)