Netanyahu: “Abbiamo intenzione di prendere il controllo di tutta la striscia di Gaza ma per completare la vittoria e liberare gli ostaggi non dobbiamo arrivare ad una situazione di carestia. Se arriviamo a quel punto non ci sosterranno”
Ma gli aiuti a Gaza sono pochissimi, nelle ultime ore. Nella striscia continuano i bombardamenti, ci sono stati nella notte alte 43 morti.
Da Gaza arrivano voci di chi è lì abbandonato al suo destino:
“sono tutti d’accordo sullo sterminio del popolo palestinese”
“I miei genitori sono morti, ho una figlia malata e non ci sono medicine per la sua convalescenza. Mia nipote ha perso un occhio. Cosa vogliono dai bambini? Li stanno uccidendo tutti. Vergognatevi!”
Andrea Bona, medico di Emergency: “le ultime notti sono state molto pesanti per noi e per tutta la popolazione di Gaza. C’è stato un continuo bombardamento, le riserve di cibo e medicine delle Ong sono sempre più esigue, quando non sono già terminate. La situazione è in peggioramento continuo. Le infezioni più banali crescono perché non ci sono medicinali base come gli antibiotici”.
Dall’Ong Educate Youssef Hamdouna: “ Solo dall’alba a questo momento 78 morti peri bombardamenti. La gente è disperata, è abbandonata ad affrontare il proprio destino. Per poter definire noi stessi esseri umani, serve che facciamo qualcosa“.
Quella appena trascorsa è stata a Gaza un’altra notte di morte. La scuola rifugio di Gaza orientale restituisce immagini devastanti; ridotta in fiamme, donne e bambini morti. Tutte le aree di evacuazione non sono sicure. Stanno entrando a Gaza in queste ore 8 camion di aiuti, che si aggiungono ai 5 di ieri contenenti materiale per l’infanzia. Ma sono “una goccia nell’oceano”. Durante la tregua entravano centinaia di camion di aiuti, non poche decine come in questo momento e Gaza è da due mesi e mezzi in un embargo assoluto. Ospedali che si riempiono, medicine che scarseggiano. È ormai un circolo vizioso di morte e dolore e disperazione.
Israele ha deciso di far entrare gli aiuti perché teme l’isolamento internazionale. Quello di Trump è già evidente, considerato che l’America sembrerebbe ormai trattare solo con gli altri paesi dello scacchiere mediorientale.
I leader di Francia, Gran Bretagna e Canada hanno chiesto sanzioni se Israele non ferma l’espansione dell’offensiva a Gaza e le colonie in Cisgiordania. I 28 governi donatori, tra cui anche l’Unione Europea, si sono pronunciati contro il piano che vorrebbe sostituire a Gaza le Nazioni Unite con Contractor restringendo a 4 – 6 hub umanitari le posizioni di aiuti a sud. I 28 governi dicono di essere contro piani che colleghino aiuti umanitari a obiettivi militari: nessuna modifica demografica deve essere fatta a Gaza. Si sospetta infatti che questo piano, abbia poco di umanitario.
In questi mesi a Gaza Israele ha vietato l’ingresso di carrozzine, stampelle, sacchi a pelo, solo perché erano di colore verde militare, box e kit per bambini solo perché avevano intelaiature metalliche, e poi ancora set per cucinare, perché vi erano anche coltelli, ed anche bombole d’ossigeno che a centinaia sono rimaste stoccate nei magazzini della Croce Rossa perché non sono riuscite ad entrare a Gaza, dove manca davvero tutto, compreso il carburante.
Molti palestinesi sono stati evacuati in Egitto e raccontano di parenti che chiamano piangendo per dire di aver mangiato di nascosto l’ultimo pezzo di pane rimasto a casa. I bambini piangono ininterrottamente terrorizzati dal rumore delle bombe. C’è chi lascia i figli ad altri perché non è più in grado di prendersene cura per la semplice sopravvivenza.
Gli psicologi che sono riusciti ad entrare a Gaza, stanno cercando di studiare i traumi dei Gazawi, traumi che resteranno per tutta la vita, per le tragedie vissute o alle quali hanno assistito, così come resteranno per tutta la vita i segni della malnutrizione che stanno subendo i bambini che non mangiano da giorni, tanti giorni, troppi giorni.
Le ultimissime dicono che l’attacco massiccio di Israele per via terra, è già iniziato. Israele vuole negoziare costringendo Hamas a farlo sotto tiro, liberando gli ostaggi con la forza, sfollando forzatamente la popolazione di Gaza, probabilmente in Libia (con la quale sembra esserci una trattativa) dove verrebbero deportati un milione di gazawi. Chi può impedire tutto questo sono i paesi arabi, amici della casa bianca, soprattutto l’Arabia Saudita con partner l’Egitto, che da parte sua ha molta paura di questi piani anche per motivi di equilibri interni. Probabile un pressing delle capitali arabe a che questo non avvenga.
Israele va fermato.
Che lo si chiami genocidio, pulizia etnica, massacro etnico, deportazione, non è questione di nome da dare a quello che sta accadendo a Gaza, ma la tragedia che si sta consumando.