Il caos incontenibile alimentato dall’aggravarsi dell’emergenza immigrazione: oggi il Consiglio dei Ministri. I dettagli sul decreto “Sicurezza” al tavolo del confronto.
Lampedusa è ko. I migranti a terra sono migliaia. Il sindaco Filippo Mannino domanda, ormai solo a lui stesso: “Perché ancora non abbiamo la nave riservata esclusivamente ai trasferimenti promessa a gennaio dal ministro Piantedosi?”. Il dibattito politico si arroventa sul dirottamento a distanza delle navi ong. Alla “Ocean Viking”, con 438 extracomunitari a bordo, è stato assegnato come porto sicuro Genova, e poi Napoli a causa del maltempo. E il prefetto di Agrigento, Filippo Romano, replica: “Il messaggio importante è che le ong comprendano che non farle attraccare a Lampedusa non significa voler fare loro un danno o creargli ulteriori problemi. Significa soltanto che Lampedusa ora, come anche nel recente passato, non è assolutamente in grado di ricevere altri profughi. Significa dire con chiarezza che portare ulteriori persone implica un trattamento non adeguato”. E l’appello del prefetto è condiviso e rilanciato dal questore di Agrigento, Emanuele Rificari: “Spero dal profondo che tutte le Ong rispettino le indicazioni dei porti date dalle autorità italiane. Le norme danno spazio a interpretazioni diverse solo quando davvero esistono seri e reali problemi di incolumità delle persone. Le forzature creano criticità a volte molto serie. L’arrivo di altre navi ong farebbe anche saltare attività portuali essenziali, e non solo commerciali o turistiche, e stiperebbero ancora di più luoghi di sbarco già alle prese con numeri altissimi di donne e uomini che stanno riprendendosi da viaggi di mesi e migliaia di chilometri fatti nel deserto prima e poi su imbarcazioni inidonee. Il buon senso e l’esperienza suggeriscono che un giorno in più di navigazione è poca cosa rispetto a ciò che hanno affrontato”. Il ministro Matteo Salvini punta il dito contro l’Europa, e invoca un altro dei suoi decreti “Sicurezza”. Se ne discute oggi in Consiglio dei Ministri, il primo dopo le ferie estive di Giorgia Meloni in Puglia. E il leader della Lega spiega: “Ritengo che sia necessario un nuovo decreto sicurezza già a settembre, perché l’Italia non può essere punto d’arrivo dei migranti di mezzo mondo. Da ministro, per aver bloccato e quasi azzerato gli sbarchi, ho vinto diversi processi. E il 15 settembre sarò a processo a Palermo. Dopo tante chiacchiere e chiacchiere, l’Europa deve svegliarsi, deve aiutarci, perché i confini italiani sono confini d’Europa. Lampedusa, Ventimiglia o Trieste non sono confini italiani: sono confini europei. Siccome l’Italia ogni anno manda miliardi di euro a Bruxelles, la difesa dei confini italiani deve essere una priorità europea. E ad oggi purtroppo non lo è stata, siamo sempre stati soli”. Ordunque: il decreto “Sicurezza”, secondo quanto annunciato, introdurrà norme per facilitare i rimpatri dei migranti ritenuti “violenti” o “aggressivi”. E ciò anche a seguito dell’efferato delitto di Rovereto. Saranno poi stanziati fondi per aumentare i Cpr (Centri di permanenza e rimpatri) sul territorio, e per le forze di polizia che li presidiano. Il ministero della Giustizia appronterà una norma per applicare agli scafisti il reato di “pirateria”, che prevede pene fino a 20 anni di reclusione. Poi si ipotizzano controlli serrati sui minori non accompagnati e senza documenti, ai quali l’attuale legge concede la possibilità di auto-dichiararsi minori con la “presunzione” della maggiore età per i dichiaranti. Ebbene, per i migranti sbarcati che sostengono di essere minori si procederà al test del polso o ad altri esami anatomici. In media un migrante minore costa allo Stato 100 euro al giorno, il triplo di un adulto. Un’ampia parte dei giovani migranti maggiorenni senza diritto di asilo stazionati in Italia sarà rimpatriata. Mattarella ha appena rilanciato la necessità degli ingressi regolari per stroncare gli ingressi clandestini. Il governo lavora già a un nuovo decreto flussi: 452.000 ingressi regolari nei prossimi tre anni.
Angelo Ruoppolo (Teleacras)