Nella Agrigento Capitale Italiana della Cultura 2025 hanno fatto la loro irruzione da ormai tanto tempo i due detrattori più famosi agrigentini, entrambi portatori dello stesso nome: Pepè, Giuseppe o meglio ancora l’americanizzato “Giuseppi”.
Un Pepè fa di cognome Arnone, ed è un pluripregiudicato, svestito violentemente dalla toga nera che rappresenta la legalità dal suo stesso Ordine (ma come si è permesso???) dopo averne fatte di cotte e di crude contro tutto e contro tutti.
L’altro Pepè fa di cognome Di Rosa, rappresenta il Codacons in provincia di Agrigento e, più di tutelare consumatori e ambiente, in realtà si “consuma” da solo emulando da qualche anno le gloriose gesta del primo Pepè. Il non aver ricevuto un incarico da parte di un ex sindaco e dall’attuale di Agrigento ha scatenato dentro di lui quella brutta forma di odio sociale che più semplicemente si chiama detrattore.
Il primo Pepè, fa lezioni di moralismo all’interno di un proprio blog (vi rendete conto, accettare lezioni da uno fresco dell’ennesima condanna e che è entrato e uscito dalle patrie galere come se nulla fosse) e vorrebbe vedere almeno il 50% degli agrigentini tutti in carcere. Insomma, come avrebbe detto mio nonno…Santa Lia tutti comu a mia… Chi è ladro, chi delinque, chi è massone, chi è tangentaro, chi mangia mazzette e così via dicendo.
Pepè 2 si sente “vittima” di stalking, difende i propri figli e dimentica quelli degli altri (come fa Pepè 1). I due Giuseppi hanno deciso di “catturare” come un bandito chi scrive questo articolo e starebbero preparando una denuncia grande quanto tutto il deserto del Sahara per mandarmi inesorabilmente in carcere.
Nel mirino del primo, dicevamo, la segretaria generale del Comune di Agrigento Maria Concetta Floresta. Il “reato” che avrebbe commesso è stato quello di avere ricordato a tutti i consiglieri comunali, attraverso il presidente, di rispettare le regole di legalità e trasparenza soprattutto quando si parla di sedute delle Commissioni, dalla stessa individuate come un numero eccessivo e senza riportare i risultati sperati.
Pepè 1 la attacca nel modo più violento che possa fare, parlando di una verginità che non ci sarebbe mai stata e che adesso, invece, si è rifatta viva dopo avere scritto la nota inviata al presidente del Consiglio.
Allora, troviamo un accordo: ma questa benedetta donna cosa deve fare? Se non rispetta la legalità è (per Pepè 1) una delinquente; se la rispetta, vuol rifarsi una verginità. Chi ci capisce è bravo. Cosa frulla nella testa di Pepè 1 non ci è dato sapere. Però la minaccia è sempre dietro l’angolo: “adesso ci penso io…”
Come purtroppo accade in questi ultimi tempi devo chiedere scusa soprattutto alle mie lettrici in quanto ogni tanto mi scappa qualche parolaccia, come nel caso che segue. Dico al Pepè 1, ma tu cu minchia si, se non uno che entra ed esce dalle patrie galere e che attualmente nel suo palmares conta più condanne che capelli in testa.
Andiamo a Pepè 2. Dopo la nota della Floresta, fra i principali “indiziati” per Pepè 2 dovrebbe esserci tra gli altri, la consigliera Cirino (noi abbiamo la nota e il suo nome non compare mai…). Chissà quanti soldi avrebbe “rubato!!!” Per essere precisi: oggi il costo di un gettone di presenza è di euro 32,34 lorde. Nel passato non troppo lontano il costo di un gettone di presenza è arrivato anche a superare 120 euro lorde.
Più che la questione “soldi rubati” Pepè 2 vuole semmai sottolineare come la consigliera Cirino (il nome lo copia da altro quotidiano) nel mese di febbraio avrebbe guadagnato 325 euro, “sottratti alla collettività!!!” E vabbè!
Ma perchè è finita nella grinfie di Pepè la consigliera Cirino? Lui, ironicamente, vuol sottolineare in un suo blog che la Cirino, quasi da delinquente, al posto di essere condannata all’ergastolo, verrà premiata lunedi prossimo quando riceverà l’incarico di assessore. Quell’incarico che a Pepè 2 gli è mancato da sempre nel corso della sua brillante attività politica.
Povere donne cattive, che invece di rispettare le leggi, vengono promosse…