Comincia a prendere forma il museo della città

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Comincia a prendere forma il Museo della Città, a 2600 anni dalla fondazione di Agrigento. Annunciato dal sindaco, Lillo Firetto, e ispirato dal Fai in vista della ricorrenza millenaria, finalmente il progetto definitivo, realizzato anche grazie all’intervento dell’Ufficio speciale per la progettazione di Palazzo d’Orleans, consente al Comune di Agrigento di accedere al finanziamento europeo di un milione di euro. Tra gli interventi, è prevista la rifunzionalizzazione degli spazi interni e esterni di uno degli edifici storici di pregio del centro storico, il Collegio dei Padri Filippini, in via Atenea: saranno realizzati servizi di accoglienza, una biglietteria-bookshop, e le sale saranno attrezzate per accogliere mostre permanenti e temporanee; punto di forza del museo sarà un percorso multimediale destinato a residenti e turisti, che, attraverso le più avanzate tecnologie, potranno ripercorrere tutte le fasi storiche della Città dei Templi. Agrigento, spaccata in due tra l’area archeologica valorizzata dall’Unesco e l’area urbana, schiacciata dall’immagine delle speculazioni edilizie della seconda metà del secolo scorso,  ritrova con questo Museo la forza e la volontà di rileggere e raccontare tutta la sua storia, frutto di secolari stratificazioni, per una valorizzazione complessiva della sua identità. L’idea progettuale, già sviluppata da tempo, ha cominciato a concretizzarsi con la sottoscrizione di una lettera d’intenti con il FAI, con cui si manifestava assieme al Comune la reciproca disponibilità, ciascuna nell’ambito delle proprie competenze, e nel rispetto delle procedure decisionali interne, a contribuire alla realizzazione del “Museo della Città”. Per realizzare questo ambizioso progetto occorrevano però le risorse che sono state reperite attraverso Agenda Urbana. Si tratta più spefìcificatamente dei fondi del programma operativo FESR Sicilia 2014-2020, ma è in Agenda Urbana che si concretizza una serie di interventi per il centro storico, tra cui il Museo della Città: interventi che coincidono con una visione precisa dell’amministrazione Firetto sul futuro della città. Il Museo della Città, così come le celebrazioni dei 2600 anni, rappresenta un passo necessario di consapevolezza che la città deve compiere per recuperare con orgoglio la sua storia e far sì che i 2600 anni siano oggi punto di partenza e non di arrivo. “Il FAI, prezioso alleato della Città – commenta il sindaco Lillo Firetto -; lo ha dimostrato con entusiasmo con la partecipazione a Capitale italiana della Cultura e ora con il Museo della Città, significativo esperimento in Italia di un luogo che racconta la storia, cresce quotidianamente con i contributi di tutti e invita la gente di Agrigento e tutti i visitatori a fermarsi nel cuore della città antica, per raccontare e restituire bellezza, diventando polo di attrazione nella piazza Pirandello in cui insistono altri edifici di pregio e d’interesse culturale e turistico”.  Come afferma il sindaco “il progetto è inserito in un programma, che comprende anche un investimento di 400 mila euro per attrezzature tecnologiche di avanguardia degne di una grande città d’arte europea e ancora altre 400 mila per realizzare finalmente un info point di prima accoglienza, una nuova segnaletica turistica e soprattutto una promozione della destinazione agrigentina di grande effetto per una città capace di raccontare attraverso luoghi, fatti, e personaggi, i suoi 2600 anni di storia. Tutto è nato dopo l’acquisto delle Case Montana da parte del Fai, presso la Kolymbethra, a ulteriore momento di sintesi di un percorso che ci ha visto insieme al presidente Andrea Carandini, al vice presidente Marco Magnifico, al presidente regionale Giuseppe Taibi, impegnati nella riscoperta  della storia di Agrigento, di tutta la sua storia e non soltanto quella greca di cui rimane traccia visibile in preziosi reperti e monumenti”.  Agrigento è un unicum di rara bellezza nella sua dimensione multiculturale e millenaria. La sua cultura è espressa in mille sfaccettature, dall’armonia delle tecniche di coltivazione arabe, all’arte e all’architettura di epoche diverse, spesso confuse o sovrapposte ma sempre ideate per comporre un’unica scrittura, quella di una città che accoglie, che include sapientemente e che ha un grande cuore. Agrigento intende raccontare  questa storia, per continuare a far conoscere e amare Agrigento e per essere pronti ad un eccezionale recupero della memoria dopo 2600 anni. Nel rispetto delle procedure di evidenza pubblica, potrà essere sottoscritto un accordo di valorizzazione e gestione del Sito e del Museo, ove occorra, coinvolgendo altre istituzioni pubbliche. Orrori e abusi avevano offuscato l’immagine della città, sembrava in modo irrimediabile. Ora Agrigento può ritrovarsi e ritrovare  le motivazioni forti per raccontarsi. Questo è un cambio di prospettiva, che viene compreso bene dai giovani, oltreché da chi guarda da fuori la città.

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