Adesso è definitiva la sentenza di non luogo a procedere, adottata con la formula “perché il fatto non sussiste”, nei confronti di Matteo Salvini, già ministro dell’Interno e imputato, come tale, di sequestro di persona a seguito dei ritardi dello sbarco di migranti dalla nave Gregoretti, a luglio del 2019, ad Augusta. La decisione del giudice per le udienze preliminari del Tribunale di Catania, Nunzio Sarpietro, risale al 14 maggio scorso a conclusione dell’udienza preliminare. La sentenza non è stata appellata dalla Procura generale etnea e così non si è proceduto al ricorso in Cassazione, ovviamente auspicato dalle parti civili. Secondo il giudice Sarpietro non vi è stato alcun sequestro di persona, né abuso, condividendo la tesi della Procura e della difesa. In aula, il pubblico ministero, Andrea Bonomo, ha ribadito che Salvini “non ha violato alcuna convenzione nazionale e internazionale”, le sue scelte sono state “condivise dal governo” e la sua posizione “non integra gli estremi del reato di sequestro di persona.
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