Campobello, non ce la fa Michele Termini, quello che vuole vincere gratis e non paga la sua campagna elettorale

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Non sarebbe stato di buon esempio la sua eventuale vittoria a primo cittadino di Campobello di Licata non fosse altro perchè nella vita bisogna essere onesti e mai essere minchiatari come lo è lo stesso Termine.

Famoso nel passato (perchè “inciuciato in una vicenda che riguarda posti di lavoro alle Poste Italiane” che vi racconteremo prossimamente…), oggi si è riproposto in grande stile come uno dei maggiori cugliuniatura di tutta Campobello di Licata, paese, questo, costituito da persone perbene e soprattutto che pagano tutte le spese a cui vanno incontro.

Termini Michele, un mese addietro, aveva chiamato questo giornale per inserire un banner pubblicitario per la sua candidatura a sindaco di Campobello. All’inizio, vista l’esperienza che con lo stesso soggetto questo giornale aveva avuto, era stato anche pensato di rinunciare alla sua proposta, non fosse altro per non ripetere quello che era accaduto già in passato. Ma il nostro ufficio, spinto dal fatto che a chiamare era stato egli stesso, ha deciso di rischiare e accettare la proposta del mancato sindaco di Campobello di Licata. Sia l’ufficio che la direzione del giornale non hanno fatto altro che raccomandare a Michele Termini di pagare il relativo compenso entro e non oltre il venerdi che ha preceduto il giorno delle elezioni (siamo in possesso anche della chat su whats). Abbiamo chiamato questo soggetto almeno quindici giorni prima della scadenza e, mai ha risposto al cellulare. Si è aperta una discussione su whatsapp dove le sue uniche risposte erano: scusa, non posso parlare. Questa risposta automatica l’ha data in tutte le ore del giorno e della sera tarda, anche alle 23,00 e alle 6,30 del mattino. Quali impegni potesse avere in quelle ore è davvero difficile comprenderlo. E poi, alle 9,00, 10,000e così via discorrendo. Tutte le ore del giorno.

Niente da fare, era sempre impegnato. Nel corso della corrispondenza epistolare gli è stato chiesto di inviare i suoi dati per emettere regolare fattura. Lui, scrivendo, ha risposto. Ha fornito i suoi dati e all’inizio della settimana scorsa gli è stata inviata regolare fattura.

Nel corso delle “scritture” dopo tanti si e no, aveva garantito che poteva quietanzare il venerdi precedente il giorno del voto (dopo innumerevoli solleciti, forse un centinaio, conoscendo il pero…). Il giornale ha creduto alle sue parole.

Morale della favola: il giornale ha già pagato l’iva della sua fattura e lui, nel silenzio più assoluto, non si è degnato di pagare quanto dovuto.

E dire che la somma non era poi così esosa.

Al giornale rimane il rammarico di essersi fidato di un bugiardo; ai campobellesi lo spessore di una persona che avrebbe dovuto amministrare Campobello di Licata.

Il tutto per una manciata di denari. Proprio una manciata…

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