- “In teatro a Cosenza si accreditano Gazzetta, Quotidiano, Rai, Ten, Radio Juke Box, Rlb, Jonica Radio. Cioe’ chi ci fa la promozione e ci aiuta a vendere biglietti. Funziona così”.
Questo è il messaggio di risposta di uno degli organizzatori di eventi più in voga in Calabria, alla richiesta di un accredito fatto dalla testata giornalistica Sicilia24h, affinché un inviato della stessa, potesse assistere – e poi recensire – un evento che si svolgerà al teatro Rendano di Cosenza il prossimo 18 novembre.
Si specifica che la testata siciliana, ha una rubrica di settore, che tratta di musica, spettacolo, arte e cultura, all’interno della quale vengono recensiti spettacoli, concerti, dischi, libri, film, mostre, eventi, oltre ad ospitare interviste a personaggi del mondo della musica, dell’arte, dello spettacolo.
Ma facciamo un passo indietro.
L’accredito stampa nasce per “ospitare” all’interno di un evento culturale o sportivo, rassegne e meeting di settore, giornalisti, fotografi e addetti ai lavori, che siano inviati di testate giornalistiche, oppure freelance, con l’unico scopo (ma a quanto pare non più solo quello) di utilizzare i canali della stampa cartacea e online, riviste specializzate, blog, reti televisive e radiofoniche, per “divulgare” l’evento in oggetto, recensirlo, far conoscere al grande pubblico non solo gli artisti e i loro progetti, ma anche le realtà che ospitano alcuni progetti artistici, le capacità di alcuni organizzatori, nonché le materie in oggetto all’evento stesso.
Se per esempio nasce un nuovo festival di musica country in un luogo dove si sa poco e nulla di quel genere, la diffusione della notizia del nuovo festival – e poi a seguire ciò che in esso si sarà consumato – spetterà ai mezzi di stampa.
C’è anche da specificare che i “grandi eventi” di solito vengono supportati da quello che si chiama “ufficio stampa”, ossia un gruppo di giornalisti professionisti, che si occupa non solo di redigere regolare comunicato, ma anche di diffonderlo tra gli organi di stampa, affinché siano pubblicizzati quanto più copiosamente possibile. Di solito è lo stesso ufficio stampa che “valuta” la possibilità di concedere o meno un accredito ad un giornalista, ad un inviato, ad un fotografo, ad una testata, in base a quella che è “il ritorno” che l’evento può avere dalla presenza o meno tra il pubblico, di quel preciso giornalista, di quel critico, di quella testata.
Altro importantissimo punto da sottolineare è che in Italia, sono pochissimi i ciritici, gli esperti di musica e i giornalisti “di settore” capaci di recensire “come si deve” un evento, un concerto, uno spettacolo teatrale. E per “come si deve” si intende “con competenza”. La competenza deriva dagli studi intrapresi, ma anche e soprattutto dalla conoscenza dettagliata di una specifica materia, che si nutre di esperienza condotta “per anni” nell’ambito richiesto, oltre ad una discreta dose di passione, che spinge a ricercare dettagli sconosciuti ai più.
Pertanto sarà difficile trovare giornalisti di settore validi “dappertutto”, giornalisti validi che possano con competenza e “credibilità” raccontare un concerto, recensirlo e dire cosa in esso si sia consumato “per davvero”, senza limitarsi ad un raccontino di piacimento.
Spesso accade che siano gli organizzatori stessi ad inviare alle testate il “resoconto” della serata, bello impacchettato, giusto da copiare e diffondere. Ma sono diverse le testate – e quasi sempre sono quelle che hanno una rubrica e giornalisti di settore, ed il Sicilia24h è una di quelle – a rifiutarsi di pubblicare comunicati di eventi, svoltisi senza che il proprio inviato sia stato presente.
In questo ambiente ci si fa “il nome”, come si suol dire, e le recensioni scritte da alcuni critici, hanno un peso determinante per un artista, così come alcune interviste che riescono a dare all’artista stesso la possibilità di raccontarsi oltre quello che già è noto al grande pubblico.
Eppure ci sono delle situazioni particolari, come quella che sottoponiamo oggi ai nostri lettori. Ci sono degli eventi e dei concerti che si “vendono praticamente da soli”, che non hanno certo bisogno di grande pubblicità per riempire un teatro, soprattutto se – come nel caso del concerto di Danilo Rea con Gino Paoli e Sergio Cammariere, che si svolgerà in una cittadina come Cosenza, nel teatro che raccoglie le masse. Eppure nel caso del concerto del 18 novembre, così come si legge in principio di articolo, gli accrediti vengono concessi a chi “fa vendere i biglietti”. E da quando il compito di una testata giornalistica è quello di “far vendere i biglietti”?
Quindi l’accredito stampa non spetta a chi – avendone le capacità – accede ad un evento per assistervi e poi raccontarlo – alimentando una “pubblicità” verso un evento, un artista, una organizzazione – ma a chi “fa vendere i biglietti”.
Pertanto il Sicilia24h – giornale online gratuito, al 9° posto nella classifica generale – che non ha fatto vendere nessun biglietto, non ha diritto all’accredito, stando a quanto risposto dall’organizzatore dell’evento.
Vi immaginate quanti soldi dovrebbe sborsare una testata come la nostra, per concedere al suo inviato nazionale, di lavorare, ossia di recensire concerti, spettacoli teatrali, mostre, ecc?
Per poter lavorare, un giornalista di settore, deve avere “quasi sempre” un accredito, soprattutto se la sua penna ha lavorato già tanto nel settore, se è un critico credibile, con una esperienza come quella raccontata poco più sopra.
Ed invece no. Per chi ha risposto alla nostra richiesta di accredito, non funziona così.
In sala dunque, in 4 fila (perché di solito le prime tre sono riservate alle autorità e rispettive famiglie che di sicuro di biglietti non ne hanno fatti vendere) ci saranno solo la Rai, la Gazzetta, il Quotidiano, Ten, Radio rlb, Jonica radio.
Aspetteremo dunque di vedere i servizi che saranno realizzati dalle suddette testate, post-concerto.
Nella mia vita ho visto tanti concerti, ne ho recensiti altrettanti. Molto spesso ho rifiutato inviti (accredito) di amici musicisti, attori e simili, ed ho pagato il biglietto, per il piacere di farlo, per incoraggiare alcuni circuiti come quelli culturali di associazioni che fanno tanto per il territorio, che mirano alla diffusione di una “materia prima” culturale che dista di molto, da tutto ciò che è commerciale e dunque facilmente commercializzabile.
Ma per fare il mio lavoro, ho bisogno di un accredito; per seguire una rassegna, ho bisogno di un accredito. E se non sarà questo il concerto che recensirò, ce ne saranno molti altri, dove alcune presenze, sono indispensabili per il segno che lasciano, e non certo per quanti biglietti hanno fatto vendere.
Ed intanto il teatro Rendano di Cosenza, resta relegato suo malgrado ai confini di Piazza Prefettura, nella “solita comitiva” di chi se la canta e se la suona, e oltre le quali mura, il ricordo di ciò che è accaduto al suo interno, resta “fin troppo presto” un ricordo sbiadito.
Simona Stammelluti