I Catalogatori dei Beni Culturali in tutta la Sicilia in questi giorni hanno proclamato lo stato di agitazione con il sostegno delle maggiori sigle sindacali. Oggi i catalogatori della Soprintendenza di Agrigento sono in assemblea. Chi sono i catalogatori e quali sono le motivazioni della protesta?
I catalogatori dei Beni Culturali sono lavoratori in servizio da ben 22 anni presso gli uffici del Dipartimento dei Beni Culturali in tutta la Sicilia.
Inquadrati nelle fasce C e D del Contratto Collettivo Regionale dei lavoratori della Pubblica Amministrazione, si occupano della verifica dell’interesse culturale, che sta alla base dell’attività di tutela e valorizzazione dei Beni Culturali in Sicilia. Vale a dire che intervengono nell’accertamento dell’interesse culturale di un bene, sia esso artistico, architettonico, archeologico, antropologico, archivistico o librario, in modo che si possano attivare le opportune procedure di tutela e valorizzazione.
La nostra storia ha inizio con un progetto di catalogazione del patrimonio culturale della Regione Siciliana realizzato tra il 1995 e il 2008 con l’impiego di personale a vario titolo qualificato, che aveva già avuto esperienza di catalogazione con gli istituti periferici dell’amministrazione regionale siciliana negli anni precedenti. I rapporti di lavoro nel tempo sono stati regolati da vari tipi di contratti a tempo determinato: il CCRL del pubblico impiego, metalmeccanici, Federculture, inframmezzati anche con periodi di LSU.
Nel 2007 finalmente la Regione Siciliana approva la legge n. 24, che all’art. 1 prevede l’immissione nei ruoli della Pubblica Amministrazione del personale impiegato nell’attività di Catalogazione; la stessa norma prevede che nelle more della stabilizzazione il personale transiti nella società a partecipazione regionale Beni Culturali, oggi Servizi Ausiliari Sicilia.
Ad oggi, dopo dieci anni, non è stata attivata alcuna procedura di stabilizzazione e la norma è rimasta lettera morta.
Abbiamo sentito la rappresentante Funzione Pubblica della Cgil Antonella Polito.
Cosa è accaduto di nuovo in questi giorni?
“In questi giorni su richiesta dell’Assessorato Regionale alla Funzione Pubblica presso l’intera amministrazione regionale si procede alla ricognizione del personale effettivo in organico allo scopo di fotografare lo stato di fatto e redigere una pianta organica di previsione che tenga conto del fabbisogno determinato anche dai vuoti creati dai pensionamenti in corso”.
Qual è il problema?
“Nella stesura della pianta organica Il Dipartimento dei Beni Culturali non intende tenere conto della presenza effettiva del personale catalogatore, che da anni contribuisce attivamente al raggiungimento degli obiettivi. La protesta dunque si concretizza nell’astensione dalle attività d’istituto, quelle cioè dove l’urgenza del lavoro risulta più evidente, come nei pareri per il rilascio dei N.O. che coinvolgono il servizio all’utenza esterna. Voglio però ricordare anche la realtà di quei lavoratori che in nome dell’estraneità ai ruoli soffrono una condizione di emarginazione dall’attività lavorativa che si traduce concretamente nel mancato utilizzo delle potenzialità produttive e nella pesante mortificazione della dignità del lavoratore”.
Cosa chiedono dunque i Catalogatori?
“Chiediamo innanzitutto il riconoscimento formale della presenza effettiva di queste professionalità nell’organico del Dipartimento Beni Culturali, secondo le attribuzioni previste nel documento sui profili professionali concordato e sottoscritto tra le parti sociali e l’Amministrazione Regionale già nel 2013.
Chiediamo, quindi, che l’Amministrazione Pubblica Regionale mantenga l’impegno previsto dalla L.R.24/2007 e proceda con l’immissione nei ruoli di questo personale che la Servizi Ausiliari Sicilia mantiene in servizio dopo dieci anni ancora nelle more della stabilizzazione”.