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Al Palacongressi al Villaggio Mosè di Agrigento, polo vaccinale per la provincia, nella giornata di ieri si è creato qualche disguido a causa del sovraffollamento.

E così mentre il commissario straordinario dell’Asp di Agrigento Mario Zappia si scusa con i cittadini, l’assessore alla salute Giovanni Vaccaro dichiara:

Mi sembra fisiologico che si formi la coda al centro vaccinale… essendo pazienti fragili senza prenotazione, si crea per forza di cose un imbuto. Il medico deve controllare le patologie di cui il soggetto è affetto e tutto ciò richiede tempo già per il singolo, poi moltiplicato per migliaia di persone l’attesa cresce esponenzialmente. Un po’ di pazienza e tutti saremo vaccinati, non mi stupiscono le code perché la gente è paziente, ma quello che mi meraviglia è la triste strumentalizzazione anche politica

“Il decreto riaperture del Governo Draghi, con il mantenimento del coprifuoco, è una vera e propria follia ed una presa in giro nei confronti degli italiani, costretti a rimanere in casa dalle 22.00 anche durante la stagione estiva, ma soprattutto rappresenta il colpo di grazia definitivo per il settore turistico.

Un’estate con il coprifuoco, infatti, comporterebbe lo spostamento dei flussi turistici verso altre destinazioni, con un danno economico incalcolabile per l’intera economia italiana e per tutte quelle attività, come ristoranti, bar, alberghi e negozi, che vedono solitamente incrementare il loro volume d’affari durante la bella stagione.

Se si vuol fare ripartire davvero l’economia e dare respiro al settore turistico, l’estate deve essere senza limiti d’orario, con vacanze in sicurezza grazie ai protocolli sanitari, per questo Fratelli d’Italia ha deciso di scendere in piazza per l’abolizione del coprifuoco, a difesa di tutte quelle categorie ridotte allo stremo dalle miopi decisioni del Governo, con un flash mob che si terrà in Via Atenea, davanti alla Camera di Commercio, Sabato 24 Aprile alle ore 10.00”, queste le parole del Commissario provinciale di fratelli d’Italia, Calogero Pisano. 

Ancora una volta si parla di Denise nella trasmissione del mercoledì sera su Rai 3 “Chi l’ha visto?” e ancora una volta ospiti di Federica Sciarelli sono Piera Maggio e l’Avvocato Frazzitta.

Nel corso della puntata di ieri 21 aprile, sono state rivelate delle intercettazioni inedite che gli inquirenti non avrebbero mai considerato durante le indagini, oltre a quelle lacune che nel corso degli anni hanno viziato la vicenda della sparizione della piccola Denise, scomparsa a Mazara del Vallo, nel 2004, all’età di 4 anni.

E si ipotizza una riapertura del caso che potrebbe vedere anche membri delle forze dell’ordine tra gli indagati. Ed è la mamma di Denise, Piera Maggio a chiedere che sia fatta la verità “in mezzo a un mucchio di bugie che continuano a permanere nel tempo, depistaggi, coincidenze su Anna Corona che devono essere ancora verificate”. Ed è Piera Maggio a rivelare della gelosia che Anna Corona ex moglie di Piero Pulizzi nutriva non nei confronti dell’ex marito, ma nei suoi, considerato che proprio verso Piera, la signora corona aveva degli atteggiamenti ambigui.

Sin dall’inizio, dopo la sparizione della bambina, le indagini si erano concentrate proprio sui familiari di Denise che portava il cognome di toni Pipitone che l’aveva riconosciuta, perché ignaro del fatto che la bimba fosse figlia di Piero Pulizzi, con il quale Piera maggio aveva iniziato una relazione extraconiugale.

Da parte sua il Polizzi, in quel momento storico, viveva da solo perché aveva lasciato Anna Corona dalla quale aveva avuto due figlie femmine, Jessica e Alice. La ex moglie e le figlie sapevano della relazione del padre con Piera Maggio la quale dichiara che la Jessica, spesso era passata davanti alla sua abitazione con aria minacciosa ed intimidatoria, commettendo anche atti vandalici nei confronti della famiglia di Piera Maggio. Sarà Giacoma, la sorella di Piera, a raccontare al giudice di essere stata poi aggredita da Anna Corona al supermercato e di aver ricevuto anche delle minacce.

Piera ha avuto sin da subito dubbi sulla eventuale resposabilità delle due donne, la Corona e la Pulizzi considerato che nessuno mai aveva avuto un qualche rancore nei suoi confronti. Ma ieri sera Piera Maggio ha rivelato che il movente del presunto rapimento della piccola Denise potrebbe risiedere negli atteggiamenti ambigui che la Anna Corana aveva nei suoi confronti e sottolinea di non aver portato via il marito a nessuno.

“Non si è mai capito cosa volesse da me la signora Corona, non sono mai stata amica di questa persona. Io penso che lei fosse gelosa di me come persona, ma non solo per il suo matrimonio finito male. Ho sempre sostenuto che si fosse infatuata di me. È tutto scritto agli atti” – ha detto Piera Maggio durante la trasmissione di ieri sera.

Il giorno dopo la scomparsa di Denise, il 2 settembre del 2004, la questura di Trapani redige un verbale.
Sia la Polizia che i  Carabinieri sono convinti di essere stati nella casa di Anna Corona, ex moglie di Piero Pulizzi, ma in realtà però avevano ispezionato un altro appartamento, diverso da quello abitato dalla prima moglie di Piero Pulizzi. Ma sarà l’altra figlia della Corona, Alice a dichiarare durante il processo, che sarebbero state le forze dell’ordine a non voler effettuare i controlli nella casa giusta: “Quando loro sono arrivati, eravamo già sotto. E subito dopo è arrivata mia mamma. Hanno parlato con mia mamma e niente, gli hanno chiesto di accomodarsi sopra a casa. Loro sono voluti rimanere nell’entrata. Invece di farli rimanere lì nell’entrata, la signora li ha fatti accomodare a casa sua, nel salone. Hanno parlato con mia mamma, le hanno dato questa notizia. Noi siamo saliti sopra, io sono andata anche a giocare. Quando hanno finito siamo saliti tutti sopra, io, mia mamma e mia sorella. E la mamma ci ha dato questa notizia, di quello che era successo”.

Per Piera Maggio ci sono solo un mucchio di bugie, lacune, coincidenze, incongruenze, depistaggi.

Ma c’è di più. C’è una telefonata partita da un magazzino di via Rieti a Mazara del Vallo, diretta alla mamma di Anna Corona, Antonietta Lo Cicero, circa mezz’ora dopo la scomparsa di Denise, e quando Piera Maggio ancora non sapeva neanche che sua figlia era scomparsa.  Sarà l’avv. Frazzitta, avvocato di Piera Maggio a spiegare  che quella telefonata era stata fatta dalla figlia alla mamma per avvertirla di tornare subito a casa perché era successo qualcosa, ma senza specificare cosa. Dai tabulati – come spiega Frazzitta – si evince che c’era stata una solo telefonata ricevuta da quella utenza, ed è quella di via Rieti, dove è residente Loredana Genna, amica di Anna Corona.

Ci sono poi intercettazioni di telefonata abbastanza disturbata, tra Jessica e il suo ex fidanzato Gaspare, durante la quale lui le chiede “che cosa le hai fatto?” e la risposta disturbata e in dialetto siciliano sarevbe stata: “L’ho messa dentro”.

Ancora intercettazioni interessanti come quella ambientale dalla quale si ascolta come Anna Corona chiede a Jessica se avesse a che fare con la scomparsa della sorellastra e la ragazza dopo aver negato sempre dirà: “Però poi a casa ce l’ho portata”.

Durante la trasmissione Piera Maggio ha dichiarato:  “Loro sapevano tutto. Sapevano come muoversi, quali apparati cellulari usare. Sapevano dov’erano le cimici (…). Quella che non sapeva niente ero io. Perché comunque io non ero tanto esperta, non avevo avuto alcun caso giudiziario alle spalle. Non ero esperta. Non sapevo come funzionavano tutte queste cose. Di certo non ero interessata a nascondere la verità. Quando si fanno certe cose è perché si vuole nascondere la verità. (…)”.

Ricordiamo che Jessica Pulizzi è stata assolta in Cassazione per insufficienza di prove e proprio in merito alla sentenza di primo grado Piera Maggio ricorda i tre giudici del primo caso di tipo penale e avevano soltanto esperienze di tipo civile.

“Non dimenticherò più i sorrisi sornioni e beffardi di un giudice, ogni volta che mi guardava (…). Quando dovevamo testimoniare, eravamo tutti tenuti a fornire le nostre generalità e l’indirizzo di domicilio e residenza. Ma a Jessica Pulizzi questo non fu chiesto. Incompetenze, anomalie o depistaggi hanno sin dall’inizio impedito il ritrovamento di mia figlia. Finalmente dopo 17 anni sta venendo fuori lo schifo che sta dietro questa vicenda. Spero che tutti i responsabili vengano giudicati uno per uno” – conclude.

 

Appuntamento il 23 aprile con il secondo appuntamento di Concerto “Omaggio A Ennio Morricone” tenuto da Leandro Piccioni e il Quartetto Pessoa. Il concerto tenutosi in occasione della serata inaugurale del festival del Cinema italiano di Madrid 2020, e realizzato presso il Forum Music Village di Roma il 26 Novembre 2020, è ora disponibile suddiviso in cinque video che saranno pubblicati sul canale ufficiale YouTube del Quartetto Pessoa & Leandro Piccioni a partire dal aprile e fino al 4 giugno. Dopo Mission, il secondo video del concerto è quello dedicato a C’era Una Volta In America che sarà possibile vedere a partire dalle ore 13,00 di venerdì 23 aprile su

https://www.youtube.com/channel/UCUddNhpv9WpjCPXvRZ9jcsQ

 

Questo il calendario delle prossime uscite:

 

23 Aprile – C’era Una Volta In America

7 Maggio – Nuovo Cinema Paradiso

21 Maggio – C’era Una Volta Il West

4 Giugno – Estasi Dell’oro

 

Il quintetto composto da pianoforte e quartetto d’archi esalta la suggestione melodica ed espressiva dei capolavori del Maestro Morricone. Seguirà poi il 7 maggio Nuovo Cinema Paradiso, il 21 maggio C’era Una Volta Il West, e il 4 giugno Estasi Dell’oro.

 

Ennio Morricone conosceva bene il quintetto composto da Leandro Piccioni e il Quartetto Pessoa ed ebbe occasione di ascoltarne le interpretazioni della sua musica con suo apprezzamento e approvazione.  Il 3 Maggio 2018 a Cinecittà per l’evento di presentazione “Fare Cinema” promosso dal Ministero degli Esteri Italiano, dove il Maestro era prestigioso ospite da poco tempo insignito del suo secondo Oscar, li ascoltò dal vivo.

 

Leandro Piccioni ha collaborato con Ennio Morricone fin dal 2001 e dal 2015 è stato il suo pianista solista ufficiale. Con il Maestro ha suonato in tutto il mondo con orchestre internazionali, fra le quali l’orchestra dell’Accademia di Santa Cecilia, la Filarmonica della Scala, l’orchestra della Radio di Madrid, l’orchestra della Rai di Torino, l’orchestra Sinfonica di Praga, l’orchestra Roma Sinfonietta, solo per citarne alcune, svolgendo centinaia di concerti in tutto il mondo e superando i 500.000 spettatori solo dal 2015 al 2016. Recentemente Leandro Piccioni ha suonato come solista nei due concerti autunnali dedicati al Maestro con l’Orchestra dell’Accademia di Santa Cecilia diretti dal Maestro Antonio Pappano. Leandro Piccioni ha vinto il Premio David di Donatello 2020 come “Miglior Musicista” con l’Orchestra di Piazza Vittorio. La colonna sonora premiata con le musiche originali di Piccioni è stata realizzata in collaborazione con il Quartetto Pessoa

 

“La mia ammirazione per la musica di Ennio Morricone e il mio affetto umano per lui – afferma Leandro Piccioni – mi hanno indotto a realizzare arrangiamenti per pianoforte e quartetto d’archi e ciò grazie anche alla collaborazione che ho da anni con il Quartetto Pessoa”.

 

Come nasce la collaborazione tra Leandro Piccioni e il Quartetto Pessoa?

È la storia di un incontro. Un incontro di esperienze e competenze musicali diverse, che porta alla nascita di un quintetto. Nel 2002 Leandro Piccioni, scrive alcuni arrangiamenti per il cd “Poco mossi gli altri bacini” degli Avion Travel e alcuni sono realizzati per quartetto d’archi. Nasce così la collaborazione con il Quartetto Pessoa.

 

Il Quartetto Pessoa, nato nel 1998, composto da Marco Quaranta e Rita Gucci ai violini, Achille Taddeo alla viola e la violoncellista coreana Kyung Mi Lee (primo violoncello dell’Orchestra Roma Sinfonietta) svolge attività concertistica con accostamenti tra genere classico, jazz, rock, tango e contemporaneo.

Nel 2006, nasce l’idea di suonare insieme a Leandro Piccioni, con il proposito di eseguire il quintetto più rappresentativo della storia della musica: l’opera 34 di Brahms. L’idea è di unire le esperienze musicali, partendo da un repertorio classico per arrivare alla musica moderna e da film mentre nel frattempo Leandro Piccioni compone la musica per la fiction “Assunta Spina” e la colonna sonora de “Il Posto dell’Anima” di Riccardo Milani e per le registrazioni si affida al primo violino Marco Quaranta e al suo quartetto come prime parti dell’orchestra. Collaborazione che si ripete anche per il film “Lascia perdere Johnny” di Fabrizio Bentivoglio, candidato ai David di Donatello nel 2008.

La colonna sonora di “Assunta Spina” entusiasma i musicisti e li ispira a intraprendere una più stabile e continuativa collaborazione artistica che porterà il gruppo all’incisione del primo cd dedicato ad Astor Piazzolla e alle colonne sonore di Leandro Piccioni con la partecipazione di Peppe Servillo che canta “Come Roma avesse il mare” di cui ha scritto il testo.

Nel luglio del 2006 il quintetto debutta con l’opera 34 di Brahms, “le Stagioni” di Piazzolla e, per la prima volta in concerto, alcuni temi da film di Piccioni appositamente trascritti per questa formazione. Attraverso questa nuova rilettura la musica di Piccioni assume dei caratteri espressivi completamente diversi rispetto alle originali orchestrazioni e si rinnova in una forma più classica e da concerto.

L’esperienza di “Omaggio a Ennio Morricone” è la consacrazione della ormai collaudata collaborazione tra Leandro Piccioni & il Quartetto Pessoa.

 

Questo il link del canale YouTube

https://www.youtube.com/channel/UCUddNhpv9WpjCPXvRZ9jcsQ

Ospite della trasmissione preserale “Le parole della settimana” condotta da Massimo Gramellini, Gioele Barletta appare spigliato e sicuro di quel suo ruolo che racconta con disinvoltura. Lui fa, con molta serietà, il mediatore delle liti tra compagni, e li aiuta a risolvere i conflitti. Racconta al conduttore e al cantante Luca Barbarossa, anch’egli ospite della puntata di questo sabato, che nessuno può sapere cosa ci si dica in quella stanza dove lui convoca i compagni vittime di loro stesse liti o scorrettezze.

Gioele, che frequenta la scuola media “Antonio Ugo” di Palermo, spiega che durante l’incontro di mediazione si espongono i fatti, poi è lui a chiedere ai protagonisti della mediazione di proporre una eventuale soluzione. Se non arriva spontanea, è lui a suggerirne una, in piena obiettività tra le parti.

Alla domanda del cantautore romano, curioso di sapere se lui avesse qualche volta avuto bisogno di un mediatore, Gioele ha risposto di sì e a ha raccontato di una lite con una professoressa. Nel suo caso, la mediazione è stata condotta da un altro ragazzo anch’esso dedito a questa mansione e che poi il patto tra il 13enne e l’insegnante, nato come risoluzione della loro diatriba, solidamente continua ancora.

Sicuro si sé, spigliato e serio, Gioele Barletta potrebbe tranquillamente aspirare ad un ruolo di mediatore anche da grande, di giudice, forse, ma per ora, gestisce con serietà questo compito e fino ad ora, dalla stanza dove vengono invitati coloro che hanno bisogno del suo intervento, escono tutti con conflitti risolti.

Avrebbe iniziato a collaborare da circa un mese, Nicolino Grande Aracri, tra i boss più potenti al mondo, capo indiscusso della provincia criminale di Crotone, che sta scontando diversi ergastoli nel carcere milanese di Opera, per omicidi e associazione mafiosa.

i magistrati della Dda di Catanzaro guidati da Nicola Gratteri, stanno valutano l’attendibilità delle dichiarazioni che sta rilasciando, e l’autenticità della sua volontà di diventare collaboratore di giustizia. Sulle dichiarazioni rese, vige il più stretto riserbo e non si sa fino a che punto abbia deciso di vuotare il sacco. Se la sua collaborazione sarà attendibile e andrà fino in fondo, l’universo criminale potrebbe capovolgersi.

La notizia, riportata dal Quotidiano del Sud, pone l’attenzione sul capo del crimine del crotonese, la cui collaborazione potrebbe rappresentare un vero e proprio colpo alle organizzazioni criminali di mezzo mondo. Ma non solo, perché Nicolino Grande Aracri, è a capo di una cosca che si è infiltrato negli ambienti imprenditoriali anche nel Nord Italia, oltre allo strapotere con il quale è stato capace di infiltrarsi anche nei sistemi economici, politici e massonici. Il lavoro che Nicolino Grande Aracri ha sempre condotto è stato quello di arruolare tra le proprie fila quelli che lui definiva “i cristiani buoni”, colletti bianchi, professionisti, imprenditori, meglio se inseriti nella massoneria.  E in tanti adesso iniziano a tremare.

Alle spalle decine di inchieste e processi tra cui Scacco Matto e i due più importanti Aemilia, della Dda di Bologna, e Kyterion istruito dalla Direzione distrettuale di Catanzaro. Due maxi procedimenti da cui ne scaturirono diversi altri minori.

 

In procura arrivano segnalazioni e così viene aperta un’indagine. Ci sarebbero presunti abusi legati alla somministrazioni dei vaccini anti-covid. Le attività di indagine, affidate alla questura e partite dal procuratore di Agrigento Luigi Patronaggio, hanno portato i presunti “furbetti dei vaccini” ad essere convocati ed interrogati circa la somministrazione ricevuta.

Le segnalazioni avevano evidenziato come persone che non rientrassero nelle categorie previste per la vaccinazione, l’avevano invece ricevuta. Sembrerebbe che le persone inopportunamente vaccinate fossero parenti degli operatori sanitari preposti all’esercizio della vaccinazione. Sulle indagini però, vige il giusto riserbo anche se parrebbe che la giustificazione circa l’abuso posto in essere, si poggi su direttive non chiare e non meglio specificate

 

 

 

“La nuova zona rossa per la provincia di Palermo è mortale per il tessuto economico già debole di suo. I commercianti e gli esercenti sono al limite dell’esasperazione”.

Così il presidente dell’Assemblea regionale siciliana, Gianfranco Miccichè, in riferimento all’ordinanza che dispone la zona rossa in tutti i Comuni della Città metropolitana di Palermo a partire da domenica 11 e fino a giovedì 22 aprile.
“In questa situazione – aggiunge – non è accettabile che il commissario per l’emergenza Covid, Renato Costa, dica che la zona rossa è stata suggerita al presidente Musumeci “nonostante non ci fossero i numeri per sostenerla”, aggiungendo che questi numeri comprendono anche i dati degli immigrati di Lampedusa e di quelli sulle navi”.
“Adesso, poi, è arrivato il colpo di grazia con la chiusura di tutta la provincia. Voglio conoscere i numeri e sapere chi decide – ribadisce Miccichè – E per questo ho chiesto alla presidente della commissione Sanità dell’Assemblea, Margherita La Rocca Ruvolo, l’immediata convocazione dei responsabili dell’assessorato. Vorrò essere io stesso presente per valutare le scelte che sono state adottate”, conclude il presidente dell’Ars.

Sembrava finito tutto così, in fondo al dolore di una madre, Piera Maggio che per 17 lunghi anni, ha atteso che qualcuno le dicesse che sua figlia era ancora viva, che quella bambina, Denise Pipitone, scomparsa il 1 settembre del 2004, tra mille misteri mai risolti, potesse far ritorno a casa.

In questi anni, tante sono state le segnalazioni, ma si finiva sempre con un nulla di fatto. Bambine, ragazzine, che assomigliavano un pochino alla ricostruzione che gli inquirenti avevano fatto sul come potesse essere diventata Denise, che si trovavano anche fuori dall’Italia, fuori dalla Sicilia, non erano Denise.

E così dopo 17 anni quel giallo si riapre, e a Mazara del Vallo, si spera che la bimba scomparsa davanti casa mentre aveva solo 4 anni, possa far ritorno ai suoi affetti più cari dei quali forse, non ha neanche ricordo.

Nuova speranza di poter riabbracciare sua figlia, dopo l’appello della 21enne russa che in video appello ha raccontato di essere stata rapita da piccina e di essere arrivata in Russia quando aveva 5 anni con un campo rom. La bambina  ha poi vissuto nel campo nomadi, chiedendo l’elemosina per portare soldi alla comunità. Successivamente è stata arrestata e trasferita in un orfanotrofio. Ed è proprio nell’istituto che le hanno tagliato i capelli e dato il nome attuale. Ospite di una trasmissione tv, la ragazza ha quindi rivolto un appello alla madre: “Non ti ho mai dimenticato, ti sto cercando e ho la possibilità di trovarti. Eccomi qui, sono viva, voglio conoscerti e trovarti”.

Questo appello verrà trasmesso questa sera a “Chi l’ha visto?” trasmissione di Rai 3 che spesso in questi 17 lunghi anni si è occupato della sparizione di Denise.

La somiglianza tra la ragazza che risponde al nome di Olesya Rostova e la mamma di Denise, Piera Maggio è particolarmente significativa, ma le risposte le darà solo l’esame del Dna.

Sarà l’avvocato della famiglia Giacomo Frazzitta a partire per la Russia, una volta completato l’iter per ottenere l’autorizzazione per l’ingresso nel paese, nel rispetto delle norme previste per la pandemia.

Sofferenza e ricerche non si sono mai interrotte in questi anni, tra appelli della madre, avvistamenti finiti nel nulla e faide familiari che si consumavano in pubblica piazza.

E adesso questa notizia che rimette tutto in gioco e che potrebbe finire in lieto fine.