in attesa di vedere sul palco questa sera Drusilla Foer e archiviate le polemiche su Achille Lauro circa il gesto che mimava il battesimo – difeso da Carmelo La Magra, l’ex parroco di Lampedusa, che spiega come nessun messaggio blasfemo vi era in quella performance puramente artistica – la seconda serata del Festival di Sanremo 2022 parte con un saluto per Monica Vitti venuta a mancare proprio ieri.
Grande commozione per una artista che pochi rivali ha avuto per la sua bravura ma anche per il suo essere originale e mai omologata.
La co-conduzione ieri sera è spettata a Lorella Cesarini, attrice senegalese che ha intrattenuto subito sull’inizio di serata con un monologo circa gli attacchi razzisti ricevuti all’indomani della notizia della sua partecipazione al Festival. La giovane attrice nera, ha mosso tanta tenerezza, ma a mio avviso avrebbe dovuto essere in grado di trattenere le emozioni; si fa così quando di parla in pubblico e soprattutto mi aspetto molto self control da un’attrice. Sanremo è Sanremo se si canta, ed anche lei si improvvisa durante la kermesse con “non amarmi” che dice essere la canzone sanremese alla quale è più affezionata.
Poi si entra nel vivo della gara, che ieri sera – malgrado gli ascolti stellari – è stata un bel po’ sotto tono, e le 13 esibizioni sembravano infinite e della serata di ieri se ne salvavano davvero poche. È continuata la carrellata di nomi semisconosciuti e di outfit improponibili, fatto salvo quello di Emma che – a parte le calze a rete – era davvero deliziosa in quell’abito nero di velluto e quel caschetto biondo corto e perfetto. Anche la canzone “ogni volta è così” è ben costruita per quel palco e per i passaggi radiofonici che nelle scorse ore hanno premiato La rappresentante di Lista. Emma, 3a nella classifica parziale e sesta in quella generale, è dietro a Elisa, che incanta tutti con “E forse sei tu”. Eterea, senza tempo, quasi impalpabile, che plana piano sulle emozioni, vestita di bianco, sembra tornare indietro a 21 anni fa, quando vinse Sanremo senza tornarci più e ieri sera svettava in alto al primo posto nella classifica della sala stampa, che nella classifica provvisoria premia anche Ditonellapiaga che canta con Rettore “Chimica”.
Molto poco altro da attenzionare se non il testo della canzone di Giovanni Truppi, uscito sul palco in canotta e chitarra, “Tuo padre, mia madre, Lucia” e quello del duo Highsnob & Hu, “Abbi cura di te”. Mi convinco sempre di più che manchino in Italia parolieri e che chi scrive invece, scrive male e banalmente, sinonimo del fatto che i giovani non leggono, non hanno accesso proprio al mondo della parola e dunque si finisce per subirsi testi che hanno un contenuto misero e una forma troppo informale. Anche l’amore è cantato banalmente e tocca rifugiarsi in Tenco per trovare pace.
Bocciati Le vibrazioni, Tanatai, Aka7ven. Iva Zanicchi ferma al tempo che fu, Irama non convince perché non ha una identità ancora, non si capisce se vuole assomigliare a Bon Jovi o a Grignani, Sangiovanni è proprio figlio di Maria (De Filippi) e Moro … Moro che sembra aver rubato per davvero la canzone alla Mannoia (Che sia benedetta).
Torna sul palco come ospite Laura Pausini, con la sua nuova canzone Scatola, un salto nei ricordi – dice lei – e tanta banalità – dico io.
Vuole continuare a sembrare la ragazzina che vinse Sanremo una vita fa, vuole spiegare il gioco delle metafore, come se si stesse all’asilo e si interroga su cosa sarebbe stata se non avesse vinto quella prestigiosa gara canora. Una domanda che – udite udite – ha ispirato anche un film Piacere di conoscerti (in uscita ad aprile) Poi canta con Mika e Alessandro Cattelan confermando che saranno loro tre a condurre la prossima edizione dell’Eurovision, a Maggio a Torino.
Protagonista indubbio della serata, Checco Zalone che ha tenuto banco, tra parodie sui virologi prendendo in prestito movenze e voce di Albano Carrisi, facendo il verso ai rapper “finti depressi” e difendendo la comunità lgbtq con una “favola scorretta” ambientata in Calabria, che tratta di terroni e di un trans brasiliano, che viene invitato al ballo di corte, si innamora del principe figlio di un re omofobo ma che alla fine è “cliente affezionato” di Oreste. La comicità messa al servizio delle problematiche sociali è un segno di grande intelligenza e Checco Zalone ieri sera ha dato fastidio a più di qualcuno.
Simpatico pugliese che è anche showman, attore, cabarettista, imitatore, cantautore, musicista, sceneggiatore e regista, che prende in giro Amadeus dicendogli che grazie a lui, tutti gli italiani si sentono più intelligenti.
Simpatici i ragazzi in gara che danno direttive sul Fantasanremo.
Chiudo dicendo che c’è stato ieri sera un gesto che probabilmente è passato inosservato ai più ma che a me ha fatto riflettere e che ho apprezzato: Francesca Michielin che ha diretto l’orchestra durante l’esibisione di Emma, ha donato il suo mazzo di fiori dicevuto da Amadesu al primo violino. Uomo. Meditate gente, meditate.