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“Prove tecniche di regime. Solo così si spiega la chiusura ad oltranza di bar e ristoranti.

Una misura dietro la quale si nasconde invece una strategia ben precisa: isolare sempre di più i cittadini, immergerli nell’angoscia e nel terrore di mettere fuori il naso dalla porta di casa propria, soffocare la socializzazione e impedire così il confronto naturale e diretto tra le persone e le loro idee, farli indottrinare solo dai media di regime che così potranno infondere terrore, dolore e paura. Nessuno mette in discussione il necessario rispetto delle regole igienico-sanitarie se però la gente non si incontra, non si confronta. Esattamente quello che vogliono i regimi dittatoriali”.

“La Lega continuerà a contrastare la dittatura del governo Conte con la forza delle proprie idee”, così conclude il vicecapogruppo della Lega alla Camera, Alessandro Pagano.

Un bonus da mille euro per i lavoratori autonomi senza partita Iva, non inclusi nei diversi decreti ristoro del governo. E che comprende diverse categorie di giornalisti: co.co.co. (iscritti alla gestione separata Inps), lavoratori autonomi, anche occasionali (professionisti non catalogati nei codici Ateco), senza partita Iva e infine chi collabora con testate giornalistiche la cui retribuzione avviene con cessione del diritto d’autore. Dopo un primo provvedimento di metà dicembre (1.500 euro per freelance con partita Iva, fotoreporter e videomaker organizzati in forma d’impresa), è arrivata ora la delibera della Giunta regionale della Lombardia su proposta dell’assessore all’Istruzione, Formazione e Lavoro, Melania Rizzoli.

Il ricevimento del bonus da mille euro – spiega l’Ordine dei giornalisti – è subordinato a un corso (gratuito) da effettuare secondo le modalità indicate dalla Regione. Il bonus previsto dal governo stabilisce invece come condizioni la riduzione del reddito di oltre il 50% della media degli ultimi 3 anni e il vincolo di non aver superato 8.145 euro di compensi nel 2020. Per il bonus la Lombardia mette a disposizione 40 milioni: la domanda, aggiunge ancora l’Odg di Milano, va presentata un operatore accreditato per l’erogazione dei servizi al lavoro incluso nell’albo di Regione Lombardia a questo indirizzo.

“Un segnale concreto, importante, di grande vicinanza nei confronti di chi – sottolinea il presidente della Regione Lombardia Attilio Fontana – è stato finora dimenticato dai Dl ristori del Governo: il nostro impegno a ‘non lasciare indietro nessuno’ coinvolge ora chi svolge attività di collaborazione coordinata e continuativa”. “Abbiamo incluso – dice – anche i lavoratori autonomi che percepiscono compensi in base alla ‘cessione di diritti d’autore‘ e, fra questi, i giornalisti che collaborano con quotidiani, periodici e altre testate di informazione”. “Finché persisterà l’abbinata divieto di licenziamento e ammortizzatori sociali in costanza di rapporto di lavoro – spiega l’assessore Rizzoli – è ormai certo che il costo più alto della crisi economica da Covid è pagato dalle diverse categorie di lavoratori autonomi”. “Tra queste – aggiunge – soprattutto quella di chi è senza partita Iva, a cui abbiamo destinato la nostra misura aperta a fine novembre che abbiamo migliorato con il provvedimento approvato oggi”.

Un presunto favoreggiatore del boss latitante Matteo Messina Denaro è stato arrestato dai Carabinieri di Trapani. Sconterà 10 anni di reclusione per associazione mafiosa. Si tratta di Gaspare Salvatore Gucciardi, arrestato insieme ad altri esponenti mafiosi del Trapanese nell’ambito dell’inchiesta cosiddetta “Pionica”. Il relativo processo si è concluso il 23 dicembre scorso con la condanna dell’imputato. Gucciardi, appartenente alla famiglia mafiosa del Comune di Vita, avrebbe mantenuto un costante collegamento con gli altri affiliati veicolando informazioni riservate. Inoltre, avrebbe reso a disposizione un baglio di sua proprietà in località Chinea, tra Trapani e Salemi, dove si sarebbero svolti alcuni summit di mafia. Tra i reati contestati anche l’intestazione fittizia di beni, poi rivenduti, i cui proventi sarebbero serviti per sostenere economicamente la latitanza di Matteo Messina Denaro.

La Polizia, su ordine della Sezione misure di prevenzione del Tribunale di Palermo, ha eseguito la confisca di numerosi beni riconducibili a Salvatore Cataldo, 72 anni, di Carini, per un valore complessivo stimato di circa 10 milioni di euro. A Cataldo è stata inoltre applicata la misura di prevenzione della sorveglianza speciale di pubblica sicurezza con obbligo di soggiorno per la durata di 4 anni. Le indagini della Guardia di Finanza hanno rilevato un cospicuo patrimonio costituito da imprese, beni immobili, veicoli e rapporti bancari di origine illecita in considerazione dell’esiguità delle risorse economiche dichiarate al fisco e di un assetto patrimoniale in netto contrasto con le acquisizioni effettuate nel corso degli anni dallo stesso Cataldo e dai componenti del suo nucleo familiare. Salvatore Cataldo, imprenditore edile, è ritenuto legato alla famiglia mafiosa di Carini ed in particolare al suo reggente, Vincenzo Pipitone.

Slitta all’11 gennaio la ripresa dell’attività in presenza per il 50 per cento degli studenti delle superiori. E’ quanto prevede il dl approvato dal Consiglio dei ministri, che introduce ulteriori disposizioni urgenti in materia di contenimento e gestione dell’emergenza epidemiologica da COVID-19.
Il testo prevede: per il periodo compreso tra il 7 e il 15 gennaio 2021, il divieto, su tutto il territorio nazionale, di spostarsi tra regioni o province autonome diverse, tranne che per comprovate esigenze lavorative, situazioni di necessità o motivi di salute. E’ comunque consentito il rientro alla propria residenza, domicilio o abitazione, con esclusione degli spostamenti verso le seconde case ubicate in altra regione o provincia autonoma; nei giorni 9 e 10 gennaio 2021, l’applicazione, su tutto il territorio nazionale, delle misure previste per la cosiddetta “zona arancione” (articolo 2 del decreto del Presidente del Consiglio dei ministri 3 dicembre 2020).

Sono tre braccianti agricoli a bordo della stessa auto, le vittime dell’incidente stradale mortale avvenuto sulla provinciale 26 nel siracusano. Rientravano dopo una giornata di lavoro e per cause ancora da accertare, la loro auto si è scontrata contro un tir che proveniva in direzione opposta. Due uomini sono morti sul colpo, mentre il terzo è poi deceduto presso il nosocomio dove era stato trasportato.
In stato di shock il conducente del tir che però ha prestato subito soccorso.
Sul posto sono intervenuti i vigili del fuoco che anno estratto i corpi delle lamiere dall’auto e per mettere in sicurezza i luoghi.

Secondo una prima ricostruzione dei carabinieri della Compagnia di Noto, l’autovettura Nissan Primera station wagon per cause da accertare ha sbandato dopo aver percorso un rettilineo, avrebbe sbattuto contro un muretto quindi sarebbe finita nella corsia opposta nella quale stava sopraggiungendo un tir. Inevitabile l’impatto frontale.

In un primo momento non era stato possibile stabilire a quanto ammontassero i danni subiti dal Gran Cafè Nobel ad Agrigento lungo il famoso viale della Vittoria, a seguito dell’incendio divampato nella notte tra sabato e domenica scorsi.

La stima dei danni, ad oggi è di circa 100 mila euro e per fortuna il danno è coperto da regolare polizza assicurativa.

Continuano intanto le indagini dei carabinieri, tornati anche sul posto, e cercano di capire cosa possa aver provocato l’incendio, da dove possa essere partita la scintilla. Nessuna notizia ancora in merito, tutto ancora è al vaglio dei carabinieri che si stanno occupando della vicenda, e non si esclude l’origine dolosa. Flebile invece l’ipotesi che sia stato un incendio scaturito accidentalmente a causa di un banale corto circuito, considerata l’entità dell’incendio e del relativo danno.

Oltre al locale, infatti, le fiamme hanno investito tavoli, poltroncine, sgabelli, gazebo e danneggiato anche mezzi parcheggiati lungo il viale. Probabilmente una mano alle indagini la daranno le telecamere di videosorveglianza che dovrebbero coprire proprio la zona in cui ha sede il Gran Cafè Nobel.

 

 

“L’imbarazzante spettacolo di rifiuti lungo le aree di sosta della Strada Statale 640 “Strada degli Scrittori” rappresenta il peggiore biglietto da visita per una provincia, come quella di Agrigento,  che vuole vivere di turismo, determinando non solo un grave danno ambientale e di immagine ma anche un serio pericolo per la circolazione dei veicoli”.

E’ quanto affermano i coordinatori provinciali del Movimento politico “Servire Agrigento”, Raoul Passarello e Giuseppe Sortino in riferimento ai cumuli di rifiuti presenti lungo la SS 640.

Si tratta – proseguono – di  un fenomeno sempre più dilagante frutto di comportamenti scorretti e incivili che richiedono una forte azione di contrasto e atti concreti non più rinviabili.  Per garantire una gestione più efficace del problema occorre creare una task force in cui collaborino Anas, Prefettura e Comuni interessati per potenziare l’attività di vigilanza e controllo e coordinare gli interventi di rimozione e smaltimento superando, in questo modo, le diverse interpretazioni normative.

Un’attività di prevenzione e monitoraggio che non può prescindere dall’impegno di Anas di procedere all’immediata installazione di sistemi di video sorveglianza/fototrappole – peraltro presenti in diverse aree sosta di propria competenza –  che permetterebbero di individuare e sanzionare chi continuerà ad abbandonare rifiuti a bordo strada.

Confidiamo in una efficace collaborazione fra gli Enti preposti per restituire il giusto decoro ad un asse viario strategico per lo sviluppo delle attività imprenditoriali locali e il rilancio dell’offerta turistico – culturale rendendo accessibili luoghi unici al mondo”.

Intanto è stato identificato e denunciato a piede libero e dovrà rispondere all’Autorità giudiziaria del reato di minaccia. Si tratta di un tunisino di 35 anni già noto alle Forze dell’Ordine il quale sabato e domenica sera, quasi sempre nello stesso orario, è entrato in una farmacia in via Atenea ed ha chiesto con la minaccia un tipo di farmaco. Il titolare, ha cercato di dissuadere l’africano il quale, a quel punto, ha fatto vedere un proiettitile carico, calibro 12, al farmacista. Inevitabile la chiamata alle Forze dell’Ordine che, prontamente intervenute, hanno riportato la calma. Ma è stato tutto apparente perchè lo stesso fatto si è ripetuto appena 24 ore dopo.

Di nuovo la stessa scena, proiettile in mano; il tunisino, questa volta, ha anche riferito al titolare della farmacia che in passato ha incendiato qualche autovettura…

Richiamati ancora una volta i poliziotti della squadra Volanti, è ritornata la calma.

Ma questa calma quanto durerà? Sembra, tra l’altro, che il 35enne nel mettere in atto le sue minacce si trova sempre in stato di ubriachezza. Tale circostanza non spaventa soltanto il titolare della farmacia ma anche molti altri esercenti presenti in via Atenea.