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L’Associazione ETS Volontari di Strada di Agrigento, interpretando i genuini, sinceri e veri sentimenti popolari, esprime forte perplessità e assoluta contrarietà alle nuove disposizioni imposte all’edizione 2023 dei Festeggiamenti in onore di  San Calogero, che di fatto ne snaturano il significato mistico, leggendario e di profonda fede cristiana che costituiscono il fulcro della tradizione della Festa.
I Volontari di Strada, come si sa, da un ventennio operano a strettissimo contatto con le fasce socialmente ed economicamente più deboli della popolazione agrigentina ed in tal senso hanno raccolto, in questi giorni, una sorta di “grido di dolore” per le prescrizioni che hanno alterato, quasi alla radice, il reale valore di quella che per gli agrigentini rappresenta la festa più attesa dell’anno.
Baciare il Santo, salire sul fercolo sin quasi a “parlargli”, ringraziarlo per le grazie ricevute, sostare per ore sotto il sole cocente lungo la scalinata per attendere l’uscita, benedire, lanciare e distribuire i classici “muffuletti”, rappresentano non solo semplici emozioni e gocce di gioia, ma anche la testimonianza di una profonda ed assoluta devozione verso il monaco Calogero.
Per due edizioni, quelle del 2021 e del 2022, i fedeli agrigentini non hanno potuto godere appieno, causa la pandemia, dei momenti più suggestivi della Festa, rispettando le disposizioni di legge.
Ma oggi, ad emergenza sanitaria ormai superata, imporre prescrizioni e disposizioni attorno ad una festa che mescola fede, religione ed anche paganesimo, appare uno “scippo”, uno sfregio alla identità culturale e popolare di noi agrigentini.
D’altronde, i “veri” custodi e difensori di San Calogero, gli unici garanti della sicurezza nelle due domeniche della festa, legate all’uscita e al rientro del Santo Nero, sono proprio gli agrigentini, attraverso i “portatori”. A testimonianza di ciò, il fatto che non si ricordano gravi episodi tali da dovere giustificare e determinare l’emanazione di prescrizioni e disposizioni che cancellano secoli e secoli di storia e tradizione.
“Le tradizioni non si toccano – sottolinea la presidente dei Volontari di Strada, Anna Marino – perché sono le nostre radici, sono un patrimonio importantissimo per le generazioni, sono la nostra identità, la nostra cultura, il nostro sangue. Le celebrazioni di San Calogero non vanno stravolte. Le nostre tradizioni vanno rispettate: un popolo senza tradizioni è un popolo senza memoria e senza un’anima – conclude Marino -“.

Un incidente stradale ha provocato la morte di Carlo Trovato, 26 anni, di Catania, studente di Medicina a Messina, specializzando otorinolaringoiatra, deceduto a Messina, lungo la strada statale 114 nei pressi di Giampilieri Marina. Per cause in corso di accertamento, lui, alla guida della sua moto, si è scontrato frontalmente con un’automobile Fiat Panda. Carlo Trovato è spirato durante il tragitto in ambulanza verso il Policlinico di Messina. Forse il conducente dell’auto avrebbe azzardato una inversione ad U, provocando l’impatto con il mezzo a due ruote.

Un violento scontro tra un’automobile e un camion ha provocato la morte di un uomo di 55 anni di Geraci Siculo, Matteo Zangara. L’incidente è avvenuto nei pressi di Portella dei Bifolchi, a poca distanza dal bivio Quacinara della strada statale 286, nelle Madonie. Zangara, alla guida della sua Fiat Punto, per cause da accertare, si è scontrato con un mezzo pesante. Sul posto sono intervenuti i Carabinieri, ambulanze del 118 e i Vigili del fuoco per estrarre l’uomo dalle lamiere. Illeso il camionista.

Terzo grado di giudizio al processo frutto delle operazioni “Halycon” e “Assedio” tra Licata e Campobello di Licata: annullamenti di condanne, rinvii e conferme. I dettagli.

La Cassazione ha emesso sentenza nell’ambito delle inchieste antimafia, su rapporti con la politica, l’imprenditoria e la massoneria deviata, tra Licata e Campobello di Licata, cosiddette “Halycon” e “Assedio”. Sono state annullate con rinvio le condanne a 8 anni di reclusione ciascuno inflitte a Lucio Lutri, 62 anni, funzionario del dipartimento regionale all’Energia ed ex gran maestro della loggia massonica “Pensiero e azione”, imputato di concorso esterno in associazione mafiosa perché avrebbe acquisito e veicolato agli appartenenti alla famiglia mafiosa informazioni riservate su indagini a loro carico, e al farmacista Angelo Lauria, 47 anni, nipote del boss Giovanni Lauria, presunto componente della famiglia mafiosa di Licata. Entrambi sono stati scarcerati dalla Corte d’Appello per scadenza dei termini. Annullate, altrettanto con rinvio, le condanne per mafia a 9 anni a carico di Raimondo Semprevivo, 49 anni, imprenditore edile, ex genero e presunto braccio destro del boss Angelo Occhipinti, solo per la quantificazione della pena, e a 8 anni a carico di Giuseppe Puleri, 42 anni, imprenditore, presunto affiliato alla famiglia mafiosa di Campobello di Licata, per valutare l’applicazione delle attenuanti generiche. Sono state confermate e quindi rese definitive le condanne inflitte al capomafia di Licata, Angelo Occhipinti, 67 anni, (20 anni e 4 mesi in continuazione con una precedente condanna), Angelo Graci, 34 anni, (2 anni e sei mesi per favoreggiamento), Giovanni Mugnos, 56 anni, bracciante agricolo, presunto ‘alter ego’ del boss Giovanni Lauria, (8 anni e 10 mesi), Giacomo Casa, 66 anni, pastore, (8 anni per mafia), Marco Massaro, 37 anni, elettrauto, (2 anni e 4 mesi per favoreggiamento perchè avrebbe rivelato a Mugnos la presenza di microspie all’interno della sua auto), e Vito Lauria, 51 anni, tecnico informatico, figlio del boss Giovanni (8 anni per mafia). Confermato il risarcimento dei danni a favore delle parti civili Centro Studi Pio La Torre e Sicindustria.

Calunnia e falsa testimonianza a danno dell’ex segretaria generale della Regione, Patrizia Monterosso: la Procura di Palermo invoca 7 anni di carcere per l’architetto agrigentino, Giuseppe Tuzzolino.

Patrizia Monterosso

La Procura di Palermo, tramite il pubblico ministero, Francesca Dessì, ha invocato la condanna a 7 anni di carcere a carico dell’architetto agrigentino Giuseppe Tuzzolino, 43 anni, aspirante collaboratore della giustizia, imputato di calunnia e falsa testimonianza a danno dell’attuale direttore generale della Fondazione Federico secondo ed ex segretaria generale della Regione, assistita dall’avvocato Roberto Mangano. Tuzzolino l’ha accusata di essere mafiosa, tangentista e massone. E tra l’altro ha affermato: “Esisteva una loggia massonica a Castelvetrano che incassava il 5 per cento su ogni impianto fotovoltaico realizzato nel Trapanese. I soldi sono finiti in tasca a Monterosso che avrebbe fatto da mediatore fra la massoneria trapanese e l’ex presidente della Regione, Raffaele Lombardo. Monterosso era una nostra ‘sorella’ in massoneria e si occupava degli interessi di tutti i componenti della Loggia ‘La Sicilia’. Si è occupata di far comunicare la massoneria di Trapani con Raffaele Lombardo, ad esempio nell’interesse della società ‘Vento Divino’, di Vito Nicastri, poi sequestrata. Monterosso si faceva pagare con gioielli Cartier e orologi Rolex”. Il 16 giugno del 2022 la Corte d’Appello di Palermo ha confermato la sentenza emessa il 2 luglio del 2021 dal giudice monocratico del Tribunale di Palermo, Ivana Vassallo, che ha condannato Tuzzolino a 4 anni di reclusione per calunnia a danno dell’avvocato agrigentino Salvatore Pennica.

Previsioni poco ottimiste del presidente della Regione a fronte del caro – voli. Schifani: “Il governo è intervenuto in ritardo, estate e vacanze già avviate”.

Dopo il vertice sul caro – voli tra governo, Regioni e compagnie aeree, le previsioni del presidente della Regione Siciliana, Renato Schifani, non sono del tutto ottimiste, anche perché l’estate e le vacanze sono già in moto, quasi tutti hanno acquistato i biglietti e il governo nazionale avrebbe dovuto mobilitarsi in tempo. E Schifani commenta: “Mi ero fatto un’idea chiara già a dicembre dello scorso anno, quando in presenza di questo scenario avevo denunciato all’Antitrust il cartello che si era determinato tra due compagnie, Ita e Ryanair, che con un’intesa hanno lavorato sui prezzi al rialzo, non facendosi concorrenza. Lo abbiamo denunciato all’Autorità, abbiamo ripetuto la denuncia a Pasqua, perché la stessa situazione si è riproposta in occasione delle festività, ma ancora attendiamo una risposta. Non mi sento solo in questa battaglia, perché so di avere con me il popolo siciliano e tutti gli italiani che vogliono raggiungere la mia regione. Adesso il problema si ripete anche in estate e mi sarei atteso un po’ prima un intervento del governo, perché non lo scopriamo adesso, è un fatto notorio, denunciato, pubblico. Assistiamo a una deregulation gravissima, le tariffe sono impazzite e non so fino a che punto questo intervento possa essere risolutivo. Mi auguro che arrivino delle risposte in autotutela da parte delle stesse compagnie, oppure delle sanzioni, ma è un mercato delicato e i tempi non sono mai perentori e brevi”. Poi Schifani ricostruisce quanto compiuto a sostegno della causa: “Ho cercato di combattere questo stato di cose aumentando la concorrenza. Ho lavorato in silenzio a gennaio e febbraio per indurre un terzo vettore privato, una compagnia piccola ma corretta, a intervenire sulle tratte tra Palermo e Roma e tra Catania e Milano. Il vettore è AeroItalia, che sta applicando le tariffe standard, quindi significa che quando si vuole si può applicare un buon prezzo. Questo ha indotto qualche altra compagnia, come Ryanair, ad abbassare le proprie quotazioni, che hanno raggiunto cifre stellari. Mi auguro che i siciliani conoscano sempre di più questo terzo vettore, poco noto, che applica dei prezzi scontatissimi e lo fa con grande spirito di abnegazione. Certo, se altri vettori dovessero intervenire questo aiuterebbe il livellamento dei prezzi, però ciò non toglie l’esigenza di biasimare quello che sta succedendo, perché a fronte di un abbassamento del costo del carburante ci troviamo davanti a un episodio di brutale speculazione sulla pelle degli italiani”.

Giuliana Miccichè

In due giornate due aggressioni a danno di giornalisti e operatori a Lampedusa. Prima è stata minacciata e aggredita, tra calci e anche pietrate, una troupe del Tg1. Poi sono stati aggrediti un giornalista di Italpress e un operatore di Mediaset. Tutti sono stati impegnati a documentare gli accadimenti relativi all’immigrazione clandestina. I poliziotti della Squadra Mobile e della Digos della Questura di Agrigento hanno identificato alcuni dei responsabili. In proposito la Questura ha diffuso una nota in cui si legge: “Stiamo procedendo ad accertare i fatti e segnaleremo all’autorità giudiziaria i responsabili già identificati. Crediamo sia un bene per tutti, tanto per i rappresentanti della comunità isolana quanto per le associazioni e i privati, abbassare i toni ed evitare di esasperare gli animi. Nell’esprimere solidarietà a chi viene insultato o aggredito mentre lavora, rileviamo che episodi come questi nuocciono all’immagine dell’isola e rischiano di creare allarme. La fase di vero e proprio sold out che si registra nelle strutture ricettive ci indica come invece la vita sull’isola sia serena e si stia vivendo un momento particolarmente favorevole per la presenza dei turisti”.

Omicidio – suicidio ad Agrigento, nella frazione di Fontanelle, in via Alessio Di Giovanni 36, dove Daniele Gallo Cassarino, 47 anni, di Agrigento, avrebbe ucciso a coltellate la moglie, Ilenia Bonanno, 45 anni, e poi si è impiccato in casa. La coppia ha due figli, un maschio e una femmina, di 19 e 15 anni. Sul posto sono intervenuti i poliziotti della Squadra Volanti e i Carabinieri del Nucleo Operativo e Radiomobile. Secondo quanto emerso sommariamente dalle prime indagini, Daniele Gallo Cassarino nel corso degli ultimi mesi avrebbe sofferto di un grave stato depressivo tanto da licenziarsi dal lavoro dall’impresa Seap.

La moglie ha lavorato in un negozio in via Imera per provvedere alle spese familiari. Il figlio ha telefonato a casa e non ha risposto nessuno. E’ quindi scattato l’allarme. Poi la macabra scoperta. La coppia avrebbe litigato più volte. Oggi l’epilogo.

Il pubblico ministero di Agrigento, Elenia Manno, a conclusione della requisitoria, ha invocato l’assoluzione di un uomo di 46 anni imputato di violenza sessuale a danno di una nipote, che insieme alla propria famiglia risiede in Lombardia e che nell’estate del 2014, con la famiglia, è venuta ad Agrigento per trascorrere un periodo di ferie a casa di alcuni parenti tra cui lo zio attualmente imputato. Secondo il pubblico ministero non ricorrono elementi sufficienti per riscontrare la responsabilità penale dello zio, assistito dagli avvocati Angelo Farruggia e Annalisa Russello, impegnati adesso nelle arringhe difensive.

Ad Agrigento, in occasione della festa di San Calogero e della processione conclusiva di domenica prossima, il Santuario di San Calogero, per la 38esima edizione della “Sagra del grano”, ha contattato l’associazione “Cavalieri della Valle” e l’associazione “U carrettu giurgitanu”. Ebbene, il presidente dell’associazione “Cavalieri della Valle”, Alessandro Randisi, riferisce: “Noi avremmo dovuto portare gli equini bardati, e gli altri i carretti siciliani. Gli equini bardati sono stati scartati. Nel frattempo la Questura ci ha richiesto i certificati dei carichi giudiziari al fine di escludere la presenza di soggetti conduttori con precedenti per gravi delitti. Noi non abbiamo ritenuto di consegnare i certificati per la semplice ragione che eravamo stati già scartati e non avremmo partecipato alla sfilata. Contemporaneamente, anche l’associazione “U carrettu giurgintanu” ha rinunciato a partecipare, allineandosi alla nostra posizione”.