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In Sicilia dati più che positivi a fronte dell’emergenza sanitaria legata al coronavirus. Peggiora invece la situazione economica.

Migliora la situazione sul fronte dell’emergenza Covid in Sicilia. E’ stabile la curva dei nuovi casi, che continua a mantenersi sotto quota mille, mentre cala sensibilmente il numero delle persone attualmente contagiate grazie a un boom di guariti. L’ultimo dato da sottolineare è quello di un calo consistente dei ricoveri ospedalieri di pazienti Covid, sia in area medica che in terapia intensiva, ben al di sotto della soglia di guardia. Più nel dettaglio, secondo il report quotidiano del Ministero della Salute, a giovedì sono 994 i nuovi positivi, su 22.761 tamponi processati con una incidenza del 4,3% come tasso di positività. L’isola è settima per contagio dopo la Lombardia, Campania, Emilia Romagna, Lazio, Piemonte e Puglia. Le vittime sono state 37 e portano il totale a 3.371. Gli attualmente positivi sono 46.176, con un decremento di 854 casi rispetto a mercoledì. I guariti sono infatti ben 1.811. Ma il dato più incoraggiante è quello di un calo, per la prima volta consistente, dei ricoveri ospedalieri: 1.620, 33 in meno rispetto a mercoledì, dei quali 215 in terapia intensiva, 17 in meno. E’ un andamento positivo confermato anche dall’analisi settimanale della Fondazione Gimbe, che osserva come in Sicilia, a differenza di altre regioni, restano sotto la soglia di saturazione (fissata rispettivamente al 40% e al 30%) i posti letto occupati da pazienti Covid in area medica (34%) e terapia intensiva (28%). Buoni anche i risultati ottenuti per quanto riguarda la campagna vaccinale. Sempre dall’analisi di Fondazione Gimbe, emerge che in Sicilia sono 3.717 le dosi di vaccino consegnate per 100.000 abitanti, a fronte della media in Italia che è di 3.567. Lo 0,58% della popolazione siciliana ha completato il ciclo vaccinale, e in tal caso la media in Italia è dello 0,45%. Resta invece preoccupante la situazione economica, come sottolineano 17 associazioni imprenditoriali che hanno chiesto un incontro urgente con il presidente della Regione, Nello Musumeci, e con l’assessore alle Attività produttive Mimmo Turano. “L’emergenza Covid – scrivono le associazioni – ha rappresentato il colpo di grazia per un tessuto imprenditoriale fragile come quello della nostra Isola. Servono interventi urgenti e misure straordinarie per risollevare le sorti dello sviluppo siciliano. Fondamentale è la sicurezza e il rispetto di tutti i protocolli, ma oggi è necessario considerare la riapertura dell’economia legata al commercio, alla ristorazione e al turismo”.

La cerimonia di inaugurazione dell’anno giudiziario è un momento solenne per il settore giudiziario, offre l’occasione di riflettere su ciò che è accaduto, metabolizzando ciò che non si è riusciti a fare, per cercare di guardare al futuro con prospettiva.

L’onere e l’onore, poi, di riferire alle Camere sull’andamento dell’amministrazione della giustizia dell’anno passato e sugli interventi previsti per l’anno in corso spetterà, dopo la riforma del 2005, al Ministro della Giustizia.

La Giustizia è un mondo particolare, intriso di sfaccettature, pieno di compiti ed obiettivi tutti collegati funzionalmente con la vita, sia per la tutela della persona che per la tutela del patrimonio. Ebbene, cercare di responsabilizzare sempre qualcuno per il non fatto finisce con l’essere solo un alibi per chi non riesce ad avere prospettiva e visione. Questo momento è davvero cruciale. La macchina giudiziaria deve essere messa nelle condizioni migliori sia di tenuta strutturale che organizzativa sfruttando ad esempio i programmi a lungo termine e di investimento delle somme che saranno disponibili dal Recovery plan.

Non si possono degradare le problematiche alle solite discussioni che coinvolgono la prescrizione o normative stringenti nel procedimento penale da un lato o la velocità del processo civile dall’altro punto di vista, si finirebbe così per concentrare nelle sole condizioni propagandistiche una discussione che dovrebbe essere organica e strutturale.

È necessario un intervento deciso, incisivo e veloce che veda coinvolti senza antagonismi tutti gli attori della giustizia, senza esclusione alcuna. Non è più possibile affrontare un’emergenza ormai annosa giorno per giorno, ma bisogna intervenire con massima energia per fronteggiare problematiche non più eludibili e che investono tanto la parte pubblica, quanto e forse ancora di più quella privata.

Bisognerebbe partire dall’azzeramento del conflitto tra politica e magistratura, in un un clima più collaborativo e attraverso il varo di norme che tendano a non spettacolizzare le indagini e sacrificare le decisioni del processo che, costituzionalmente, rappresentano il vero momento dell’affermazione della Giustizia. Senza strumentalizzazioni per l’attacco ad avversari politici.

In questa ottica, sarebbe necessaria la riorganizzazione della fase di indagini preliminari con indicazione precisa di come andrà curato il rapporto con la stampa come anche sarebbe importante intervenire sulla modalità elettiva dei membri del CSM.

Archiviare i noti fatti di cronaca come una responsabilità di un solo soggetto non servirebbe a garantire un nuovo percorso all’ordinamento giudiziario.

Unitamente a ciò si dovrebbe intervenire per risolvere:

– la cronica carenza di personale sia amministrativo che della magistratura, che ha prodotto un cronico arretrato di processi;

– la inadeguata e insufficiente digitalizzazione del processo, civile, penale, tributario ed amministrativo, che non sempre si accompagna alla velocizzazione dell’iter per giungere alla sentenza;

– la problematica sulla tutela della persona, intesa anche nella sua formazione sociale, nei confronti delle indagini preliminari;

– la problematica delle lungaggini processuali in materia civile;

– la storica vicenda sulla Giurisdizione, che vede vanificare interi processi perché non è facilmente individuabile il Giudice competente.

In ultimo, l’esortazione che si rivolge alla Magistratura, alla Politica, all’Avvocatura e a tutti i cittadini è quella di contribuire ad annullare ogni forma di mafiosità, soprattutto di mentalità mafiosa, intesa anche quale struttura mentale di sopraffazione del più forte nei confronti del più debole.

Per questo, Meritocrazia Italia auspica che si possa davvero cogliere l’occasione per una ripartenza necessaria, per riportare il settore Giustizia fuori dalla crisi, verso l’acquisizione di maggiori responsabilità e senso civico da parte dei protagonisti politici che saranno chiamati a ricoprire i ruoli decisionali in questo particolare e delicatissimo settore.

Per fare ciò la Giustizia non ha bisogno di concezioni moralistiche dettate da momenti occasionali, ma dovrebbe essere costruita su una solida base etica.

La Procura della Corte dei Conti di Palermo ha archiviato il procedimento di danno erariale per oltre 61 milioni di euro attivato nei confronti degli ex vertici dirigenziali  dell’Assessorato Regionale del Turismo, tra i quali il dott. Marco Salerno.
Con nota del novembre 2012 l’allora Assessore Regionale pro tempore dell’Economia, Avv. Gaetano Armano, inoltrava una denuncia presso la Procura della Corte dei Conti asserendo la sussistenza d ipotesi di danno erariale connesse al settore dei c.d. “Grandi Eventi” per le annualità 2009, 2010 e 2011.
Espletata una lunga ed articolata fase di indagine da parte di un’apposita commissione ispettiva istituita dall’allora Assessore pro tempore, la Procura erariale, nel mese di giugno 2020, ha inoltrato formale invito a dedurre nei confronti di taluni Dirigenti apicali del Dipartimento regionale del Turismo contestando l’ipotesi di un danno erariale di circa 61 milioni di euro.
Invero, la Regione, per il tramite degli Assessori p.t. competenti, per le annualità 2009, 2010, 2011 e 2012 aveva preventivato di finanziare il calendario dei cd. Grandi Eventi mediante i fondi europei previsti nel Po Fesr 2007/2013, Sicilia –  Linea 3.3.1.
Tuttavia, in corso d’opera, a seguito di alcune irregolarità emerse nei diversi procedimenti di finanziamento, la Regione, dapprima, aveva ritenuto di procedere alla sospensione della certificazione  della  spesa  delle  attività  relative  ai  Grandi  Eventi,  “al fine di sottoporre a revisione di qualità i progetti certificati per il migliore accertamento della loro corrispondenza ai requisiti di ammissibilità ed ai criteri di selezione prescritti dal PO FESR”, salvo poi decidere di sterilizzare l’intera linea di finanziamento e provvedere al pagamento delle diverse manifestazioni pubbliche con il bilancio regionale.
Secondo l’iniziale prospettazione della Procura contabile, la reintegrazione finanziaria mediante provvista regionale della provvista europea avrebbe comportato una perdita di fruibilità funzionale delle somme regionali che, invece, sono state utilizzate per coprire la provvista europea.
Tra i soggetti invitati a dedurre anche il dott. Marco Salerno, oggi in pensione, ma che all’epoca dei fatti contestati era in carica come Dirigente Generale del Dipartimento Turismo dell’Assessorato Regionale del Turismo, Sport e Spettacolo.
L’ipotesi di danno contestata all’ex Dirigente generale era pari ad euro 30.688,421,00 corrispondente al 50% del danno complessivamente ritenuto sussistente di oltre 61 milioni di euro.
Avverso l’invito a dedurre della Procura erariale, l’ex Dirigente Generale, assistito dagli Avvocati Girolamo Rubino e Vincenzo Airo’, ha prodotto le proprie difese.
In particolare, gli Avv.ti Rubino e Airo’, con articolate difese, hanno dedotto, tra l’altro, che in realtà l’operato del dott. Salerno, fino alla scadenza del proprio incarico, risultava corretto ed anzi aveva attivato le opportune iniziative che hanno poi permesso alla Regione di scegliere di provvedere al finanziamento dei Grandi Eventi con il proprio bilancio e, allo stesso tempo, di riallocare i fondi europei, inizialmente previsti per  gli stessi c.d. Grandi Eventi, in altre sottomisure, così evitando la dispersione di risorse pubbliche.
A seguito delle articolate difese dell’ex DG, la Procura erariale aveva disposto un supplemento di istruttoria al fine di acquisire documentazione utile per il procedimento.
Frattanto, è intervenuta la recente pronuncia della Corte di Appello della Corte dei Conti che ha assolto, tra gli altri, l’ex Assessore Mariella Lo Bello, sempre assistita dall’avv. G. Rubino.
Sulla scorta della recente pronuncia, dunque, la Procura della Corte dei Conti ha ritenuto di dover archiviare l’ipotesi di danno erariale scaturita dalla segnalazione dell’ex Assessore Armao, poiché la prognosi dell’eventuale giudizio di responsabilità sarebbe risultata nefasta.
Per effetto della predetta archiviazione, dunque, decade integralmente la contestazione di danno erariale superiore a  61 milioni di euro, metà dei quali era stata ipotizzata a carico dell’ex DG Marco Salerno.

“Caro Salvatore,

mi trovo a scrivere questa mia lettera aperta, memore del Tuo impegno nella lotta alla mafia, e degli incontri ai quali abbiamo partecipato insieme, che hanno rappresentato momenti intensi e importanti della mia vita”.

Chi scrive è Giuseppe Ciminnisi, coordinatore nazionale dei familiari delle vittime di mafia dell’Ass. “I Cittadini contro le mafie e la corruzione”.

“Come ben sai, sono anch’io un familiare di vittima di mafia, impegnato nel sociale perché sia sempre vivo il ricordo dei nostri cari e serva alle future generazioni per  trarre insegnamento dal loro esempio e liberare la nostra Isola e il nostro Paese dal cancro mafioso.

È per me un onore e un privilegio condividere questa battaglia con Te e con i tanti amici che non hanno mai chinato la testa dinanzi il potere e l’arroganza di chi ha fatto della violenza la via maestra da seguire.

Di recente – continua Ciminnisi – leggo, purtroppo, post e commenti Tuoi, e di altri utenti dei social network, indirizzati contro la Procura di Caltanissetta.

Questo accade, in particolare, dopo la condanna di Matteo Messina Denaro per le stragi del ’92, e dopo che sono state rese note le motivazioni della sentenza del Borsellino Quater.

Mi ha colpito molto leggere un Tuo commento stando al quale Caltanissetta sarebbe la tomba della Verità e della Giustizia, e che fin quando le indagini si svolgeranno a Caltanissetta non si potrà sperare di avere ne Verità e ne Giustizia.

Rispetto ogni opinione, anche diversa da quelle che posso avere io in merito ai fatti che quotidianamente viviamo, ma sento il dovere di ricordare a tutti, che proprio i magistrati di questa attuale procura sono stati coloro i quali hanno fatto luce sui depistaggi messi in atto per coprire i responsabili della strage di Via D’Amelio. A partire dalla scandalosa vicenda del falso pentito Vincenzo Scarantino, per arrivare a chi si guardò bene dall’indicare in Matteo Messina Denaro il mafioso di spessore qual era, che partecipò alle riunioni prodromiche al compimento delle stragi.

Di errori ne commettiamo tutti, e molti di noi hanno accordato fiducia a personaggi che certamente non la meritavano.

Questo non può, però, impedirci di guardare con piena fiducia all’operato di seri magistrati che – come noi – sono soltanto alla ricerca della verità, e che rischiamo di isolare sempre di più con le nostre esternazioni.

Non è il caso che Ti ricordi come proprio l’isolamento permise che venissero uccisi Giovanni Falcone e Tuo fratello Paolo.

Per anni hai organizzato importanti manifestazioni antimafia e dato un importante contributo all’informazione.

Non prestiamo il fianco a soggetti che per decenni hanno depistato le indagini e a chi non si è fatto scrupolo di attaccare selvaggiamente i magistrati che a Caltanissetta, con coraggio e impegno, hanno squarciato quel buio che da decenni copriva le trame ordite da mafiosi e da quanti, appartenenti alle Istituzioni, ne tiravano le fila.

Sui social network – prosegue Ciminnisi – in molti leggono quello che postiamo sui nostri profili e nei gruppi dei quali facciamo parte.

È un brutto segnale quello che diamo all’esterno quando muoviamo accuse, a mio parere ingiuste, nei confronti di magistrati impegnati in prima linea nella lotta alla mafia, senza spiegare su cosa le fondiamo.

Ritengo che le Tue esternazioni, così come quelle di altri, non provengano, purtroppo, dalla piena consapevolezza di quanto accaduto, bensì da un’opinione che, per quanto rispettabile, andrebbe a mio avviso diversamente esposta.

Tanto sentivo di doverti dire perché nessuno, con  ben altri interessi, possa strumentalizzare quanto viene scritto nei nostri post e commenti.

Con la stima e l’amicizia che da sempre nutro nei Tuoi confronti

Giuseppe Ciminnisi

Il Tribunale di Agrigento ha inflitto 5 mesi di reclusione per sostituzione di persona e tentata truffa a G D, sono le iniziali del nome della donna, 50 anni, all’epoca delle contestazioni di reato, nel 2014, impiegata del Pra, il Pubblico registro automobilistico. L’imputata, a cui è stato concesso il beneficio della sospensione condizionata della pena, avrebbe chiesto un finanziamento a rate all’Agos Ducato di 15mila euro, usando le generalità di una donna, del tutto ignara, i cui documenti erano archiviati nei computer dell’ufficio. L’iban dove ricevere l’accredito sarebbe stato invece il suo. La donna è stata condannata a risarcire la vittima che si è costituita parte civile tramite l’avvocato Francesca Picone.

La Procura di Agrigento, tramite la pubblico ministero Paola Vetro, ha chiesto il rinvio a giudizio di 10 autisti degli autobus urbani in città, imputati di truffa aggravata e interruzione di pubblico servizio allorchè avrebbero praticato la “cresta” sui biglietti e avrebbero deviato arbitrariamente i tragitti per esigenze personali. E’ stata la stessa impresa appaltatrice del servizio, la Tua, a scoprire i presunti reati ingaggiando un investigatore privato. Il prossimo 17 febbraio compariranno innanzi al giudice per le udienze preliminari del Tribunale, Alessandra Vella: Maurizio Buttigè, 52 anni; Maurizio Camilleri, 52 anni; Giuseppe Danile, 60 anni; Giuseppe Donisi, 52 anni; Vincenzo Falzone, 53 anni; Giuseppe Lattuca, 59 anni; Michelangelo Nasser, 57 anni; Andrea De Carmelo Russo, 59 anni; Giuseppe Trupia, 54 anni e Angelo Vaccarello, 53 anni.

Il gip di Termini Imerese non ha convalidato il fermo di Pietro Morreale, in carcere con l’accusa di avere ucciso la fidanzata Roberta Siragusa, 17 anni e averne bruciato il cadavere. Secondo il magistrato non ci sarebbe pericolo di fuga: da qui la decisione di non convalidare il provvedimento della Procura.

Morreale, però, resta in cella in quanto il giudice, accogliendo l’istanza dei Pm ha imposto al Morreale la misura della custodia cautelare in carcere. Il gip motiva così la sua decisione: “”Gravissimo quadro indiziario, rischio di inquinamento probatorio, estrema gravità della condotta, determinazione criminale, possibilità che reiteri il reato”. “Le immagini lasciano sgomenti. Il corpo di Roberta nella parte inferiore è pressoché integro ma devastato in quella superiore. Nel cranio c’è una vistosa ferita che si coglie perfettamente nelle immagini”: sono particolari macabri descritti dal gip che ha disposto il carcere nei confronti di Pietro Morreale, accusato di aver assassinato la fidanzata Roberta Siragusa e di aver cercato di bruciarne il cadavere. Il corpo di Roberta Siragusa, giaceva senza vita in fondo a un dirupo. A condurre gli inquirenti sul luogo era stato lo stesso Morreale.

I consiglieri comunali di opposizione: Lillo Firetto, Nino Amato, Nello Hamel, Margherita Brucculeri e Alessia Bongiovì  in proposito hanno presentato oggi un’interrogazione in Consiglio Comunale offrendo anche indicazioni su come salvare il progetto, nell’interesse della città e del programma di mobilità sostenibile.

“Il progetto, proposto dall’Ufficio tecnico – sottolineano i consiglieri -, non aggiunge nulla e anzi peggiora quello che era stato già contestato dall’amministrazione Firetto ed era stato bocciato nei fatti da una gara d’appalto andata deserta. L’amministrazione Micciché non ha tenuto conto minimamente di tutte le indicazioni che erano state fornite agli Uffici per rendere sostenibile l’iniziativa”.

Il progetto, che l’assessore al ramo ammette di aver recuperato dalla precedente amministrazione, nel ricalcare il primo progetto messo a bando dall’amministrazione Firetto, compie molti passi indietro in termini di efficienza, di qualità, di capacità di gestione del servizio.

Presenta lacune progettuali, quali il mancato rispetto delle norme paesaggistiche, conflitti tra diverse parti dei documenti depositati, ma soprattutto è carente sotto il profilo dell’innovazione tecnologica, che, com’è noto, procede così rapidamente che in pochi mesi uno stesso servizio può subire aggiornamenti significativi.

I consiglieri sostengono anche che il progetto così come presentato non garantisce l’Ente comunale da un rapido danneggiamento delle bici e dal dissolvimento del servizio.

Il progetto approvato dalla nuova Giunta, lungi dal progredire tecnologicamente e in termini di servizi offerti, mantiene inalterata la posizione dei quattro punti di consegna delle bici, trasforma le strutture base di aggancio delle bike con pensilina in locali chiusi di 15 mq., ne prevede la gestione con personale incaricato e riduce il numero delle bici a pedalata assistita da 80 a 60.

Inoltre, il modello di bike prescelto, bike pieghevole con ruote da 20” peggiora la resistenza all’usura delle bici e ne riduce la praticità. Le indicazioni sul modello di bike sono assolutamente generiche e l’analisi del prezzo non specifica nulla, per cui tutte le bici esistenti sul mercato possono essere offerte senza distinzione di qualità. Sul mercato attualmente vi sono bici pieghevoli al prezzo base di 600/700 euro. Non si giustifica, dunque, l’indicazione di un prezzo d’asta di oltre 1.700 euro per una bici.

Il modello del locale che dovrà contenere le bike e gestire il servizio non è stato progettato. Per tale ragione il Comune potrebbe essere costretto ad accettare forme o modelli assolutamente non consoni al nostro centro storico. Ciononostante, viene indicato un prezzo d’asta di 20.000 euro per ogni singolo locale e non si comprende su quali basi.

Non viene specificato nulla in ordine alle tecnologie da applicare ed ai sistemi di rilascio e di controllo di gestione.

Non si tiene conto delle norme paesaggistiche, sostenendo che la struttura “non necessita di autorizzazioni”, facendo riferimento a norme sbagliate. Le ciclostazioni previste in area delle Ferrovie dello Stato, presso la stazione centrale e la stazione bassa, sono soggette ad autorizzazione della società RFI.

Peraltro, in un locale di soli 15 mq. dovrebbero trovare posto 15 bici con attacco di ricarica e l’ufficio di ricevimento del pubblico.

Secondo i consiglieri la relazione presenta anche incongruenze quali il prezzo di base d’asta che nella relazione generale è di 186.980 euro, mentre il capitolato d’opera indica la cifra a base d’asta di 145.059 euro. Nel progetto si ipotizza anche la gestione per un anno del servizio compreso nel prezzo. Manca tuttavia un business plan che tenga conto di tale servizio e che ne descriva le caratteristiche e il numero di unità lavorative da impiegare, né è specificato con quali risorse tale servizio possa proseguire. E quali caratteristiche dovrà avere il concorrente per garantire, serietà, professionalità e competenza nel presentare l’offerta.

«Nel progetto non si parla di piattaforma di raccolta dati, di sistemi automatici di pagamento, di sistemi di controllo, di sistemi avanzati di manutenzione. Non si spiega come dovrà essere gestito il servizio e quale parte avrà la pubblica amministrazione nella gestione e nel controllo. Insomma, nessuna garanzia per l’Ente comunale sulla qualità del servizio né sulla durata delle bike e del servizio stesso»precisano i consiglieri.

E aggiungono: «La scelta di una gara al massimo ribasso non garantisce di selezionare il migliore offerente e non stimola i concorrenti a migliorare l’offerta. Per la gestione non vi è alcun approfondimento. L’impianto descritto nella relazione introduttiva è insufficiente e preoccupante.  Manca un piano di manutenzione.

Le carenze sono tante – concludono – e si rischia di sprecare i soldi pubblici per qualcosa che non funzionerà mai”.­

Si è tenuto ieri 27 gennaio il Consiglio comunale di Raffadali per commemorare “La giornata della memoria “. Lo spunto è stato offerto dai Consiglieri del Partito Democratico e di Raffadali Cambia, che avevano presentato la richiesta di discutere ed approvare una mozione a sostegno della proposta di legge di iniziativa popolare, riguardante il divieto di propaganda nazi-fascista, nonché la proibizione e la vendita di oggetti e simboli che richiamano a quella triste ideologia, che ha prodotto orrori quali l’olocausto e la shoah. La suddetta proposta è stata accolta con vivo interesse sia dal Sindaco Silvio Cuffaro, sia dal Presidente del Consiglio Santino Cuffaro Farruggia. Nella seduta sono intervenuti, oltre al Presidente del Consiglio, che ha aperto la seduta, sottolineando la pregnanza dell’iniziativa citando le parole di Primo Levi ,Il Consigliere del PD Salvatore Gazziano, che ha illustrato i contenuti della proposta di legge antifascista, che ha come primo promotore, il Sindaco di Strazzema, Comune toscano che è stato segnato da una delle più tragiche stragi civili messe in atto dai militari tedeschi nell’agosto del 1944Sono intervenuti anche il capogruppo di Raffadali Cambia Domenico Tuttolomondo con le parole della Senatrice Liliana Segre ed il Sindaco che dichiara di aver ben accolto la proposta e poiché nella nostra società sono presenti rigurgiti razziali e fascisti, occorre essere vigili e impegnati a tutela della democrazia e della libertà; Ed in rappresentanza dell’Associazione Nazionale Partigiani, il Prof. Giannino Lombardo, il quale nell’ esprimere , a nome dell’ A.N.P.I., soddisfazione e plauso per l’iniziativa ha ricordato quel triste periodo storico, sottolineando l’impegno quotidiano dell’Associazione,volto a difendere e tutelare la democrazia è la libertà repubblicana,esortando le nuove generazioni a impegnarsi perché simili orrori non si ripetano e a difendere e fare avanzare la democrazia e le libertà individuali e collettive, oltre che, richiamandosi all’art. 3 della nostra Costituzione ad essere aperti e inclusivi verso tutti gli esseri umani, a prescindere dal colore della pelle, della razza della religione e del credo politico e religioso e a tutelare la dignità della persona.
A conclusione, con l’approvazione della mozione, l’amministrazione si è impegnata a favorire con tutti gli strumenti, la raccolta di firme a sostegno del progetto di legge di iniziativa popolare.

994 i nuovi positivi al Covid 19 in Sicilia, su 22.761 tamponi processati con una incidenza del 4,3%. La Sicilia è settima per contagio dopo la Lombardia, Campania, Emilia Romagna, Lazio, Piemonte e Puglia.
Le vittime sono state 37 nelle ultime 24 ore e portano il totale a 3.371.

Gli attualmente positivi sono 46.176, con un decremento di 854 casi rispetto a ieri.

I guariti sono infatti 1.811.

Negli ospedali i ricoveri sono 1.620, 33 in meno rispetto a ieri, dei quali 215 in terapia intensiva, 17 in meno rispetto ai ieri

i nuovi contagi per province:

Catania 211

Palermo 290

Messina 157

Trapani 98

Siracusa 95

Ragusa 14

Caltanissetta 54

Agrigento 49

Enna 26.