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846 i nuovi positivi al Covid19 in Sicilia, su 25.251 tamponi processati, con una incidenza di pari al 3,3%.

La Sicilia resta al sesto posto per contagio in Italia, dopo Lombardia, Campania, Emilia Romagna, Lazio e Puglia.

Le vittime sono 35 nelle ultime 24 ore e portano il totale a 3.443. Gli attualmente positivi sono 42.868, con un decremento di 1.399 casi rispetto a ieri.

I guariti sono infatti 2.210.

Negli ospedali i ricoveri sono 1.553, 31 in meno rispetto a ieri, dei quali 208 in terapia intensiva, 3 in meno del giorno precedente.

I nuovi contagi per province:

Catania 200

Palermo 328

Messina 85

Trapani 69

Siracusa 51

Ragusa 34

Caltanissetta 30

Agrigento 38

Enna 11.

Didattica in presenza, dal 1° febbraio,  per il 100 per cento degli alunni di seconda e terza media che fino allo scadere della zona rossa hanno operato in DaD. Invece, dall’8 febbraio saranno ammessi alla didattica in presenza il 50 per cento degli studenti delle superiori.  Lo conferma l’assessore all’Istruzione e alla Formazione professionale della Regione Siciliana, Roberto Lagalla, dopo l’ordinanza del ministro della Salute che riporta la Sicilia in zona arancione.

“Il differimento di una settimana del ritorno alla didattica in presenza per le superiori – afferma Lagalla – trova giustificazione nel principio di cautela adottato dal governo Musumeci. Inoltre, il differimento intende consentire agli istituti scolastici e ai servizi territoriali (inclusa l’applicazione dei Piani provinciali per il rafforzamento dei trasporti) di ottimizzare l’organizzazione. Infine, consente di monitorare ulteriormente, su scala regionale, l’andamento della curva epidemiologica a seguito della riammissione in presenza del 100% dell’utenza della scuola primaria e secondaria di primo grado, oltre che della scuola dell’infanzia. Contestualmente alla ripresa delle attività didattiche in presenza nelle scuole di ogni ordine e grado verranno adottate ulteriori e regolari azioni di monitoraggio sanitario all’interno degli istituti scolastici”.

Ad Agrigento, a seguito di segnalazioni al 112, la Squadra Volanti della Polizia è intervenuta fuori un noto supermercato dove un extracomunitario sarebbe stato solito a pretendere denaro dagli avventori a tal punto da infastidirli. Lo straniero, giunta la Polizia, si è allontanato dopo avere assunto un atteggiamento non collaborativo. E’ stato rintracciato, e i poliziotti, con difficoltà a causa anche della resistenza fisica dell’uomo, hanno appurato che è senza permesso di soggiorno ed è destinatario di un ordine di espulsione dal territorio nazionale. Pertanto gli hanno notificato un altro ordine di espulsione ed hanno informato l’autorità giudiziaria.

A Ribera i Carabinieri della locale Tenenza hanno arrestato M G, sono le iniziali del nome, 37 anni, allorchè da due anni avrebbe maltrattato la moglie insultandola e picchiandola, anche innanzi davanti ai figli minori di 6 e 8 anni. A fronte di ciò, tre giorni addietro è stato sottoposto dagli stessi Carabinieri alla misura cautelare dell’allontanamento dalla casa familiare e del divieto di avvicinamento ai luoghi frequentati dalla persona offesa. Purtroppo, tale provvedimento, emesso dal Tribunale di Sciacca, non è servito. L’uomo, ubriaco, è irrotto dentro casa forzando la porta d’ingresso, ed ha offeso e picchiato la moglie. La madre della donna ha subito telefonato ai Carabinieri. L’uomo è stato sorpreso in flagranza di reato per maltrattamenti in famiglia. Adesso è recluso nel carcere di Trapani.

La Procura di Agrigento, tramite la pubblico ministero, Emiliana Busto, ha chiesto la condanna a 30 anni di reclusione a carico di Raimondo Burgio, 36 anni, imputato e giudicato in abbreviato, reo confesso dell’omicidio del cognato, Ignazio Scopelliti, 45 anni, ucciso il 2 novembre del 2018. Raimondo Burgio, nel corso dell’istruttoria, ha affermato: “Sì, gli ho sparato io perchè temevo di essere ucciso. Un conoscente mi aveva detto che andava in giro armato di un coltello e avrebbe ucciso mia sorella. Stavo rientrando a casa, dal negozio di ortofrutta, e ho visto che stava discutendo con mia madre. Ho avuto paura, gli ho detto di andare via e lui mi ha minacciato. Per questo ho sparato”. La pubblico ministero Busto ritiene invece che l’omicidio sia stato premeditato, tanto che Burgio è uscito da casa sua armato con la pistola.

I Comuni di Vittoria, in provincia di Ragusa, e San Biagio Platani, nell’Agrigentino, torneranno alle urne la prossima primavera. Nel corso della riunione di giunta appena conclusa, il governo Musumeci su proposta dell’assessore regionale alle Autonomie locali, Marco Zambuto, ha fissato le date per le elezioni amministrative. Nei due Comuni sciolti per mafia si voterà domenica 2 maggio, per il primo turno, e domenica 16 maggio per i ballottaggi.
Nelle settimane scorse, anche la Regione Siciliana si era allineata al decreto nazionale che, a causa dell’emergenza sanitaria, aveva rinviato al 20 maggio il termine ultimo entro cui svolgere le elezioni nei Comuni sciolti per mafia, prorogandone così la gestione commissariale.
Restano inoltre confermate le date per le elezioni nel Comune di Tremestieri Etneo, in provincia di Catania, fissate per domenica 14 e lunedì 15 marzo, come precedentemente stabilito da una legge regionale approvata dall’Ars.
Per quanto riguarda le elezioni di secondo livello degli organi elettivi dei Liberi Consorzi dei Comuni e delle Città Metropolitane sono state scelte le date di domenica 28 e lunedì 29 marzo.

La direzione strategica dell’Asp, ha deciso di dotare le farmacie ospedaliere di appositi impianti anti-intrusione collegati con le centrali operative delle forze dell’ordine “per proteggere e prevenire eventuali fatti delittuosi compresi i potenziali furti di vaccini anti-covid”.

Proteggere dunque i congelatori installati nelle farmacie degli ospedali “San Giovanni di Dio” di Agrigento e del “Giovanni Paolo II di Sciacca. L’affidamento è stato autorizzato, per 22.698 euro,  alla ditta Simel di Agrigento, per quanto riguarda gli impianti di allarme, oltre a sistemi capaci di rilevare anomalia nelle temperature dei congelatori adibiti alla conservazione dei vaccini.

 

 

 

Continuano senza sosta i controlli per verificare che non ci siano assembramenti, vietati dalle norme anti-covid.
Questa volta, sono stati gli uomini della Guardia di Finanza, a scovare l’assembramento nei pressi della scuola elementare Pirandello, a Porto Empedocle, dove diverse persone sostavano, senza rispetto delle norme.

600 euro di multa e chiusura del locale per 5 giorni al titolare di un chiostro, per inadempienza e una decina di multe da 200 euro alle persone che si trovavano nelle vicinanze del locale.

E ancora un episodio sempre il loco, dove un altro bar si è visto chiudere l’attività per cinque giorni e la multa di 400 euro perché alcuni clienti sono stati sorpresi a consumare all’interno dei locali.

 

4,5 milioni di euro di beni, sono stati confiscati dalla Dia a Marco Giovanni Adamo al figlio Enrico Maria, imprenditori originari di Castelvetrano, attivi nel settore del movimento terra e dell’edilizia, e vicini alla cosca di Matteo Messina Denaro. Entrambi molto noti nella cittadina per il loro impegno in politica, in particolare il figlio è stato assessore e componente del Consiglio comunale di Castelvetrano.

La confisca, disposta dalla Sezione Penale e Misure di Prevenzione del Tribunale di Trapani, ha riguardato l’intero patrimonio riconducibile a loro: il capitale sociale e il patrimonio aziendale di tre imprese, numerosi appartamenti, terreni, automezzi, un’imbarcazione da diporto, conti correnti bancari e disponibilità finanziarie.

Nei loro confronti applicata anche la misura della sorveglianza speciale per tre anni e sei mesi per Marco Giovanni Adamo, e di due anni e sei mesi per il figlio, entrambi con obbligo di soggiorno nel comune di residenza

Uno dei punti chiave dell’inchiesta sulla morte della 17enne di Caccamo, Roberta Siragusa è proprio capire chi ha aiutato Pietro Morreale, il fidanzato della ragazza ora in carcere, accusato di omicidio e di occultamento di cadavere.

Nel provvedimento del gip di Termini Imerese, che applica la custodia cautelare in carcere a Morreale, il gip scrive: “non può peraltro escludersi che egli (Pietro Morreale) sia stato coadiuvato nell’azione successiva, relativa all’occultamento degli elementi di prova, che comunque è certo che sia stata agita (basti pensare alle chiavi di casa della ragazza e ad altro materiale rinvenuto combusto presso il campo sportivo di Caccamo)”.

L’omicidio sarebbe stato commesso tra l’una e le due di notte, ma solo alle 9.29 del mattino, Pietro Morreale, insieme a suo padre Ivan, si sono presentati in caserma. L’attenzione del giudice proprio su quelle sette ore.

I carabinieri intanto hanno sequestrato in camera di Pietro Morreale un tablet e un cellulare, entrambi senza sim e senza scheda di memoria. I militari hanno sequestrato anche l’auto la Fiat Punto vista passare quattro volte nei pressi di Monte Rotondo dove è stato trovato il cadavere della giovane. Sull’auto sono in corso i rilievi dei Ris che dovranno accertare se il corpo senza vita di Roberta sia stato trasportato a bordo di quella Punto dopo l’omicidio.

Ancora non è chiaro il come sia stata uccisa la ragazza. Le risposte arriveranno con l’autopsia disposta dal gip.

Il corpo di Roberta è stato trovato con i jeans abbassati e bruciato nella parte superiore. La ragazza aveva i pantaloni e le scarpe da tennis. I capelli rasati. Non è chiaro se siano stati tagliati o si siano bruciati. “Dovrà essere accertato – scrive il gip – se tale circostanza è dovuta ad un fenomeno di combustione o ad una orribile manifestazione di disprezzo e svilimento della sua identità femminile”.