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Sabotavano’ i concorrenti presidiando anche di notte le camere mortuarie dell’ospedale di Caltagirone per assicurarsi i servizi di onoranze funebri dei pazienti deceduti. E’ l’accusa contestata a nove persone destinatarie di un’ordinanza di custodia cautelare eseguita dai carabinieri del comando provinciale di Catania. Sono indagati, a vario titolo, di associazione per delinquere, illecita concorrenza con minaccia o violenza, violazioni di sepolcro, furti aggravati, rivelazione ed utilizzazione di segreti d’ufficio, minaccia, interruzione di un ufficio o servizio pubblico, nonché di minaccia a pubblico ufficiale ed istigazione alla corruzione.

Secondo la Procura di Caltagirone, che ha coordinato le indagini dei carabinieri dell’inchiesta ‘Requiem’, gli indagati “si sono resi protagonisti di innumerevoli ingressi abusivi all’interno delle sale mortuarie”. E avrebbero “danneggiato e distruggendo gli arredi funerari delle ditte concorrenti, distrutti i biglietti pubblicitari” e “strappato dalle salme, una volta ad a quella di un feto, i ‘talloncini identificativi’ per rintracciare, prima degli altri concorrenti, i parenti dei defunti a cui proporsi per le onoranze funebri”.

Non solo le onoranze funebri, ma anche il trasporto di degenti non deambulanti. Erano le attività per cui le persone arrestate dai carabinieri a Caltagirone nell’operazione ‘Requiem’, secondo la Procura, “depredavano le salme nelle camere mortuarie dell’ospedale e sabotavano” i concorrenti e, “con Onlus a loro riconducibili, monopolizzavano le attività di trasporto dei degenti non deambulanti con ambulanze private”. Per l’accusa c’è stata “una ‘occupazione’ dell’ospedale” con “minacce di morte ed aggressioni, anche fisiche” del personale sanitario che, per l’emergenza Covid, aveva tentato di allontanarli dal pronto soccorso”.

Ad Agrigento i poliziotti della Squadra Volanti hanno denunciato a piede libero un uomo perché, nel corso di una perquisizione domiciliare, è stato sorpreso in possesso di quattro piantine di marijuana in una serra collegata elettricamente e in fase di coltivazione, due pezzi di hashish, da 0,60 grammi e un altro da 0,70 grammi, uno spinello già pronto, e due bottiglie con dentro liquido fertilizzante. Il tutto è stato sequestrato. All’autorità giudiziaria risponderà di detenzione di droga a fine di spaccio.

La Guardia di Finanza del Comando provinciale di Palermo ha eseguito un sequestro di beni mobili e immobili per 6 milioni e 400mila euro nei confronti di 10 persone e 8 imprese, tra cui i fratelli Giovanni Salvatore e Francesco Di Liberto, di Belmonte Mezzagno, in provincia di Palermo, titolari di aziende agricole, allorchè avrebbero evaso imposte emettendo fatture per operazioni inesistenti. I due sono indagati di truffa: avrebbero intascato indebitamente fondi erogati dalla Regione Siciliana, con il benestare dell’Ispettorato provinciale all’agricoltura, grazie alla complicità di alcuni funzionari preposti ai controlli. Più nel dettaglio, i due fratelli Di Liberto avrebbero praticato un uso sistematico di fatture false per documentare costi non sostenuti per programmi di investimento nelle proprie aziende agricole. In tal modo avrebbero ottenuto i contributi europei e nazionali, gravando l’investimento completamente sui bilanci pubblici e ottenendo un vantaggio fiscale legato a un indebito risparmio di imposta.

Sono complessivamente 378 su 11.198 tamponi processati i nuovi casi di Covid-19 registrati nelle ultime 24 ore in Sicilia, dove gli attuali positivi sono 13.016. Il dato è contenuto nel bollettino quotidiano del ministero della Salute, da cui emerge che le vittime in un solo giorno sono state 8 (5.747 dall’inizio dell’emergenza sanitaria) e i guariti 282. Degli attuali positivi i ricoverati con sintomi sono 601, mentre si trovano in terapia intensiva 98 pazienti.

Questa la situazione nei Comuni capoluogo siciliani: Palermo 124, Catania 142, Messina 33, Ragusa 18, Trapani 2, Siracusa 40, Caltanissetta 16, Agrigento 1, Enna 2.

La senologia agrigentina si accinge a raggiungere un traguardo di enorme importanza grazie ad un’innovazione tecnologica e strumentale di ultima generazione. Nel corso del mese di giugno, presso la diagnostica senologica dell’ospedale di Agrigento, verrà infatti installato permanentemente il sistema VABB (Vacuum Assisted Breast Biopsy), per la diagnosi precoce dei tumori alla mammella. La sofisticata metodica, sfruttando la micro guida stereotassica, incrementerà la possibilità di analizzare un ventaglio ancora più ampio di reperti identificando lesioni minime, anche precancerose, o microcalcificazioni. Strumenti e apparecchiature del VABB permetteranno alla senologia dell’ASP di Agrigento di raggiungere il livello dei più accreditati centri siciliani di Palermo e Catania dove, fino ad oggi, le pazienti agrigentine vengono indirizzate per fruire degli approfondimenti della metodica. L’installazione della strumentazione contribuirà all’ulteriore crescita di un reparto che, solo nell’ultimo anno, ha permesso di “scovare” oltre cento casi di tumore al seno, spesso in fase precoce, che probabilmente sarebbero stati misconosciuti fino alle fasi più avanzate della malattia. Pur nella sua estrema importanza, il sistema per biopsie mammarie vuoto-assistito non rappresenta un punto d’arrivo lungo il percorso del diagnosi precoce in provincia; l’Azienda Sanitaria Provinciale di Agrigento ha infatti avviato anche un’indagine di mercato per l’acquisto di un mammografo con tomosintesi e con mezzo di contrasto che permetterà alla diagnostica senologica agrigentina di attestarsi tra le eccellenze nazionali grazie anche alle attuali collaborazioni con le più prestigiose università italiane. “Il sistema VABB – afferma il commissario straordinario ASP, Mario Zappia – si aggiunge agli investimenti già compiuti e a quelli che si aggiungeranno per dotare il nostro territorio di armi innovative e sempre più efficaci nella lotta al tumore al seno evitando all’utenza di doversi recare fuori provincia con tutti i disagi del caso. Siamo fieri dei progressi compiuti dalla senologia provinciale nella consapevolezza che la prevenzione e la diagnosi precoce rappresentano un vero e proprio  strumento salvavita”.

Vadano i complimenti alla Sezione Volanti della Questura di Agrigento per avere individuato il più classico pirata della strada (che investe qualcuno e scappa via come un ladro) il quale si è reso protagonista di un incidente avvenuto nei giorni scorsi in viale dei Pini a San Leone. Il pirata dopo avere investito un motociclista, un uomo di 34 anni, è scappato via senza prestare alcun soccorso al malcapitato.

Si tratta di un giovane raffadalese (pirata della strada) di 20 anni alla guida di una Mini Cooper il quale dopo avere investito il motociclista ha arrestato la marcia ed è fuggito via senza curarsi delle condizioni di salute del conducente della moto.

Testimonianze, immagini di videosorveglianza ha portato i poliziotti al giovane che è stato rintracciato nella serata di ieri e convocato alla caserma “Anghelone”; adesso deve rispondere  per i reati previsti dall’ art. 189 commi 1° e 6°  del Codice della Strada fuga in caso di incidente con danni alle persone, nonché dall’art. 189 commi 1° e 7° del Codice della Strada Omissione di soccorso alle persone ferite in incidente stradale.

Una pena esemplare per questo soggetto raffadalese non sarebbe di cattivo esempio. Servirebbe a scoraggiare altri codardi che, miseramente, dopo avere investito una persona, scappano via senza prestargli soccorso.

Nel Maggio 2020, lo Studio Radiologico del Dott. A.C., con sede a Niscemi, facente parte dell’elenco delle strutture sanitarie istituzionalmente accreditate della provincia di Caltanissetta, aveva inoltrato apposita istanza volta ad ottenere l’incremento del budget assegnato e ritenuto inadeguato sia rispetto alle potenzialità erogative della struttura sia con riguardo al fabbisogno assistenziale dell’area nella quale la stessa opera, ricadendo – com’è noto – il comune di Niscemi, in territorio ad elevato rischio ambientale.

L’A.S.P. di Caltanissetta, tuttavia, non riscontrava la suddetta istanza, costringendo lo Studio Radiologico a rivolgersi al giudice amministrativo, con il patrocinio degli Avvocati Girolamo Rubino e Giuseppe Impiduglia, al fine di ottenere la declaratoria di illegittimità del silenzio serbato dall’Azienda Sanitaria sulla propria istanza e l’obbligo, in capo allo stessa, di pronunciarsi con un provvedimento espresso.

Si costituiva in giudizio, l’Azienda Sanitaria Provinciale di Caltanissetta, difesa dall’Avv. Mirko Maniglia, eccependo l’inammissibilità e/o improcedibilità del ricorso per asserita carenza dei requisiti costitutivi del silenzio-rifiuto (o inadempimento) dell’amministrazione e, in ogni caso, l’asserita infondatezza nel merito dello stesso, in quanto asseritamente infondato in fatto ed in diritto.

Il T.A.R. Palermo – Presidente dott. Calogero Ferlisi, Relatore dott. Luca Girardi – condividendo le censure formulate dagli avv.ti Rubino e Impiduglia, ordinava all’ASP di Caltanissetta di pronunciarsi, entro il termine di 60 giorni, sull’istanza presentata dallo studio radiologico volta all’incremento del proprio budget, condannando, al contempo, l’ASP al pagamento delle spese liquidate in giudizio.

Decorsi i termini (60 giorni) assegnati dal TAR all’ASP per ottemperare alla sentenza, gli Avv.ti Rubino e Impiduglia, in assenza di alcun pronunciamento espresso da parte dell’ASP, hanno chiesto la nomina di un Commissario ad acta che, in via sostitutiva, provvedesse ad eseguire il giudicato, riscontrando espressamente l’istanza presentata dallo Studio Radiologico di Niscemi.

Il T.A.R. Palermo, ritenendo meritevole di accoglimento la richiesta formulata dai legali Rubino ed Impiduglia, ha nominato commissario ad acta, con facoltà di delega, il Direttore Generale p.t. del Dipartimento per le attività sanitarie dell’Assessorato della Salute della Regione Sicilia, il quale entro il termine di 30 giorni, dovrà provvedere ad eseguire la sentenza e riscontrare, pertanto, con un provvedimento espresso, l’istanza presentata dallo Studio Radiologico del Dott. A.C., con sede a Niscemi.

Si è svolta presso la sede Cgil di Agrigento, l’assemblea degli iscritti Fp Cgil 118 di Agrigento , che ha portato alla elezione del direttivo provinciale. Erano presenti Enzo Iacono ed Alfonso Buscemi i quali hanno  tracciato il percorso che è necessario intraprendere per consentire  un servizio sempre più efficiente ed efficace al servizio dei cittadini che porterebbe anche maggiore serenità ai lavoratori della Seus che svolgono un lavoro impegnativo e stressante.

Hanno apprezzato la presenza di un numeroso gruppo di lavoratori pronti a spendersi dentro la Cgil per il bene della collettività ed a disposizione dei propri colleghi. In particolare hanno espresso un in bocca al lupo per il gravoso compito di coordinamento che aspetta al neo eletto segretario aziendale  Dolore Giuseppe Nazareno ed al suo vice Lillo Russo con  tutto il resto del direttivo e degli iscritti della Seus Scpa. Presente all’assemblea anche Il coordinatore regionale Fp Cgil Maurizio Comparetto che  ha ricordato le tante conquiste fatte negli ultimi anni a favore dei dipendenti Seus e le vertenze ancora aperte, sollecitando  una collaborazione con la provincia di Agrigento così da poter dare pure il suo contributo di idee e progetti anche a livello regionale. Fa eco alla segreteria provinciale il neo segretario aziendale Fp Cgil 118 Agrigento Dolore Giuseppe Nazareno ; Vorrei dire che sono onorato dell’incarico che mi è stato affidato, e che vorrei ringraziare tutta la Segr. Provinciale; il Coord. prov. Raimondo Chiara, il segr. Prov. Fp Enzo Iacono e il segr generale prov. Alfonso Buscemi , il coordinatore regionale Maurizio Comparetto e il segr regionale generale Gaetano Agliozzo per la fiducia accordatami , ma soprattutto vorrei ringraziare i colleghi che mi hanno votato e dato la fiducia. Questo incarico mi motiva ancor di più, e allo stesso tempo mi carica di responsabilità , perché di lavoro da fare ce ne tanto. Siamo un gruppo giovane e motivato , dove vogliamo dare il nostro contributo per migliorare la qualità lavorativa dei dipendenti della seus scpa e cercare di ottenere i diritti contrattuali che da tempo devono essere applicati.

Le segnalazioni dei cittadini: ad Agrigento, a San Leone, i residenti e i commercianti lungo la via Nettuno segnalano, e documentano in foto, lo stato di degrado e pericolo in cui versano i marciapiedi. Si tratta di una delle strade a maggior transito della frazione balneare, perché percorso obbligato per i bagnanti diretti verso il viale delle Dune, e perché vi sono ubicati numerosi ristoranti e locali pubblici. Residenti e commercianti della via Nettuno a San Leone auspicano che il sindaco Miccichè disponga un intervento a rimedio.

Settore delle costruzioni e dei lavori pubblici: per gli architetti agrigentini è necessaria un’immediata ripartenza per arginare i danni prodotti dalla pandemia da Covid che sta alimentando una grave crisi.

Crisi che, negli ultimi lustri, aveva già notevolmente interessato la provincia di Agrigento.

Sono infatti 4.300 i posti di lavoro del settore delle costruzioni persi nell’agrigentino, durante gli ultimi dieci anni, secondo i dati censiti dalla Cassa Edile, che ha registrato anche la chiusura di 707 imprese e la perdita di circa 23 milioni di euro di salari. Per rilanciare il settore, il Governo nazionale sta lavorando a un nuovo decreto legge per una semplificazione dei lavori pubblici che guarda soprattutto agli appalti, continuando ad ignorare altre fasi importanti nell’esecuzione delle opere pubbliche.

“Così non risolveremmo nulla – afferma il neoeletto presidente dell’Ordine degli architetti di Agrigento Rino La Mendola – Bisogna intervenire con un pacchetto organico di emendamenti al codice dei contratti, finalizzato alla semplificazione dell’intero processo di esecuzione dei lavori pubblici: dalla programmazione al collaudo dei lavori. Non basta accelerare gli affidamenti se l’esecuzione dei lavori continua ad essere paralizzata, già a monte, da una lunga programmazione e da complicate procedure di redazione e approvazione dei progetti e, a valle, da collaudi che vengono redatti, sempre più frequentemente, dopo tanti anni dalla fine dei lavori, magari quando le opere pubbliche sono già fatiscenti. Pensare poi alle procedure emergenziali utilizzate per la ricostruzione del ponte di Genova come un modello a cui fare riferimento in regime ordinario è assurdo, in quanto le regole e i principi della libera concorrenza e della trasparenza nei lavori pubblici sono fondamentali. La velocità delle procedure – sottolinea La Mendola – può essere garantita anche utilizzando strumenti come il concorso di progettazione a due gradi che garantisce libera concorrenza e qualità del progetto. Tale procedura è stata infatti utilizzata, con successo, proprio a Genova, non per la ricostruzione del ponte, ma per la riqualificazione dell’area del “Polcevera”, devastata dal crollo dell’infrastruttura”.

Gli architetti agrigentini, per superare una crisi  del settore che sta colpendo in modo particolare liberi professionisti e imprese  che operano in provincia, lanciano un appello al Governo nazionale affinché da un lato venga finanziato un fondo di rotazione che punti a un modello innovativo per alimentare gli incarichi ai liberi professionisti e, dall’altro, affinché il nuovo decreto legge possa introdurre una serie di dispositivi, finalizzati a modificare il codice dei contratti per rilanciare la centralità del progetto e garantire la semplificazione dell’intero iter di esecuzione delle opere pubbliche: dalla programmazione al collaudo dei lavori.