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Il presidente della Regione, Nello Musumeci, ha concluso un “patto di fine legislatura” con gli ex deputati del Movimento 5 Stelle, adesso “Attiva Sicilia”, Angela Foti, Elena Pagana, Matteo Mangiacavallo e Sergio Tancredi. L’intesa comprende diversi ambiti, come la riforma degli Ipab regionali, la gestione dei rifiuti, dei Consorzi di bonifica, l’abrogazione della sfiducia consiliare ai sindaci, la modifica della normativa sulla gestione dell’acqua pubblica, e l’istituzione di un circuito regionale di finanza complementare. Musumeci ha commentato: “Non posso non sottolineare il senso di responsabilità politica del gruppo di ‘Attiva Sicilia’ a sostegno di iniziative finalizzate a completare la stagione delle riforme, avviata tre anni fa, e a rendere la Sicilia competitiva nel confronto con le altre Regioni italiane”. E la portavoce del gruppo di “Attiva Sicilia”, Angela Foti, ha affermato: “Nell’ultimo scorcio di legislatura deve prevalere l’interesse collettivo su quello degli schieramenti. Per questo motivo abbiamo avanzato al presidente della Regione alcune proposte di riforma sulle quali è stata trovata convergenza e che ci vedranno impegnati, in Commissione e in Aula, con spirito di lealtà e di servizio”.

Ordinanza di custodia cautelare in carcere emessa dal Gip di Termini Imerese, nei confronti di un 31enne con patologie psichiatriche, residente a Santa Flavia, accusato dell’omicidio del padre 72enne.

Il personale del 118 era intervenuto lo scorso sabato proprio su richiesta  del 31enne presso l’abitazione dove padre e figlio convivevano, perché aveva constatato il decesso dell’anziano, avvenuto verosimilmente nel sonno per soffocamento.

Non convinti del racconto i sanitari hanno richiesto l’intervento dei Carabinieri che, al termine delle operazioni di sopralluogo e dei rilievi tecnici eseguiti a cura della Sezione Operativa della Compagnia di Bagheria, hanno informato la Procura della Repubblica presso il Tribunale di Termini Imerese. Gli elementi indiziari raccolti nei confronti del giovane hanno poi portato alla  misura cautelare da parte del giudice.

Il giovane è ora Il 31enne, si trova ora ristretto presso la casa circondariale di Termini Imerese

La campagna antincendio in Sicilia inizierà il prossimo 3 giugno. La Regione Siciliana sottolinea che si tratta della principale iniziativa di prevenzione e contrasto degli incendi boschivi e di vegetazione avviata dal governo Musumeci, tramite una serie di accordi con gli enti territoriali e le associazioni per fronteggiare i piromani. Tale iniziativa si aggiunge ad un protocollo d’intesa siglato dall’assessore regionale all’Ambiente, Toto Cordaro, e dal presidente dell’Anci Sicilia, Leoluca Orlando, e a quello con gli imprenditori agricoli che saranno “custodi del territorio”.

Sabotavano’ i concorrenti presidiando anche di notte le camere mortuarie dell’ospedale di Caltagirone per assicurarsi i servizi di onoranze funebri dei pazienti deceduti. E’ l’accusa contestata a nove persone destinatarie di un’ordinanza di custodia cautelare eseguita dai carabinieri del comando provinciale di Catania. Sono indagati, a vario titolo, di associazione per delinquere, illecita concorrenza con minaccia o violenza, violazioni di sepolcro, furti aggravati, rivelazione ed utilizzazione di segreti d’ufficio, minaccia, interruzione di un ufficio o servizio pubblico, nonché di minaccia a pubblico ufficiale ed istigazione alla corruzione.

Secondo la Procura di Caltagirone, che ha coordinato le indagini dei carabinieri dell’inchiesta ‘Requiem’, gli indagati “si sono resi protagonisti di innumerevoli ingressi abusivi all’interno delle sale mortuarie”. E avrebbero “danneggiato e distruggendo gli arredi funerari delle ditte concorrenti, distrutti i biglietti pubblicitari” e “strappato dalle salme, una volta ad a quella di un feto, i ‘talloncini identificativi’ per rintracciare, prima degli altri concorrenti, i parenti dei defunti a cui proporsi per le onoranze funebri”.

Non solo le onoranze funebri, ma anche il trasporto di degenti non deambulanti. Erano le attività per cui le persone arrestate dai carabinieri a Caltagirone nell’operazione ‘Requiem’, secondo la Procura, “depredavano le salme nelle camere mortuarie dell’ospedale e sabotavano” i concorrenti e, “con Onlus a loro riconducibili, monopolizzavano le attività di trasporto dei degenti non deambulanti con ambulanze private”. Per l’accusa c’è stata “una ‘occupazione’ dell’ospedale” con “minacce di morte ed aggressioni, anche fisiche” del personale sanitario che, per l’emergenza Covid, aveva tentato di allontanarli dal pronto soccorso”.

Ad Agrigento i poliziotti della Squadra Volanti hanno denunciato a piede libero un uomo perché, nel corso di una perquisizione domiciliare, è stato sorpreso in possesso di quattro piantine di marijuana in una serra collegata elettricamente e in fase di coltivazione, due pezzi di hashish, da 0,60 grammi e un altro da 0,70 grammi, uno spinello già pronto, e due bottiglie con dentro liquido fertilizzante. Il tutto è stato sequestrato. All’autorità giudiziaria risponderà di detenzione di droga a fine di spaccio.

La Guardia di Finanza del Comando provinciale di Palermo ha eseguito un sequestro di beni mobili e immobili per 6 milioni e 400mila euro nei confronti di 10 persone e 8 imprese, tra cui i fratelli Giovanni Salvatore e Francesco Di Liberto, di Belmonte Mezzagno, in provincia di Palermo, titolari di aziende agricole, allorchè avrebbero evaso imposte emettendo fatture per operazioni inesistenti. I due sono indagati di truffa: avrebbero intascato indebitamente fondi erogati dalla Regione Siciliana, con il benestare dell’Ispettorato provinciale all’agricoltura, grazie alla complicità di alcuni funzionari preposti ai controlli. Più nel dettaglio, i due fratelli Di Liberto avrebbero praticato un uso sistematico di fatture false per documentare costi non sostenuti per programmi di investimento nelle proprie aziende agricole. In tal modo avrebbero ottenuto i contributi europei e nazionali, gravando l’investimento completamente sui bilanci pubblici e ottenendo un vantaggio fiscale legato a un indebito risparmio di imposta.

Sono complessivamente 378 su 11.198 tamponi processati i nuovi casi di Covid-19 registrati nelle ultime 24 ore in Sicilia, dove gli attuali positivi sono 13.016. Il dato è contenuto nel bollettino quotidiano del ministero della Salute, da cui emerge che le vittime in un solo giorno sono state 8 (5.747 dall’inizio dell’emergenza sanitaria) e i guariti 282. Degli attuali positivi i ricoverati con sintomi sono 601, mentre si trovano in terapia intensiva 98 pazienti.

Questa la situazione nei Comuni capoluogo siciliani: Palermo 124, Catania 142, Messina 33, Ragusa 18, Trapani 2, Siracusa 40, Caltanissetta 16, Agrigento 1, Enna 2.

La senologia agrigentina si accinge a raggiungere un traguardo di enorme importanza grazie ad un’innovazione tecnologica e strumentale di ultima generazione. Nel corso del mese di giugno, presso la diagnostica senologica dell’ospedale di Agrigento, verrà infatti installato permanentemente il sistema VABB (Vacuum Assisted Breast Biopsy), per la diagnosi precoce dei tumori alla mammella. La sofisticata metodica, sfruttando la micro guida stereotassica, incrementerà la possibilità di analizzare un ventaglio ancora più ampio di reperti identificando lesioni minime, anche precancerose, o microcalcificazioni. Strumenti e apparecchiature del VABB permetteranno alla senologia dell’ASP di Agrigento di raggiungere il livello dei più accreditati centri siciliani di Palermo e Catania dove, fino ad oggi, le pazienti agrigentine vengono indirizzate per fruire degli approfondimenti della metodica. L’installazione della strumentazione contribuirà all’ulteriore crescita di un reparto che, solo nell’ultimo anno, ha permesso di “scovare” oltre cento casi di tumore al seno, spesso in fase precoce, che probabilmente sarebbero stati misconosciuti fino alle fasi più avanzate della malattia. Pur nella sua estrema importanza, il sistema per biopsie mammarie vuoto-assistito non rappresenta un punto d’arrivo lungo il percorso del diagnosi precoce in provincia; l’Azienda Sanitaria Provinciale di Agrigento ha infatti avviato anche un’indagine di mercato per l’acquisto di un mammografo con tomosintesi e con mezzo di contrasto che permetterà alla diagnostica senologica agrigentina di attestarsi tra le eccellenze nazionali grazie anche alle attuali collaborazioni con le più prestigiose università italiane. “Il sistema VABB – afferma il commissario straordinario ASP, Mario Zappia – si aggiunge agli investimenti già compiuti e a quelli che si aggiungeranno per dotare il nostro territorio di armi innovative e sempre più efficaci nella lotta al tumore al seno evitando all’utenza di doversi recare fuori provincia con tutti i disagi del caso. Siamo fieri dei progressi compiuti dalla senologia provinciale nella consapevolezza che la prevenzione e la diagnosi precoce rappresentano un vero e proprio  strumento salvavita”.

Vadano i complimenti alla Sezione Volanti della Questura di Agrigento per avere individuato il più classico pirata della strada (che investe qualcuno e scappa via come un ladro) il quale si è reso protagonista di un incidente avvenuto nei giorni scorsi in viale dei Pini a San Leone. Il pirata dopo avere investito un motociclista, un uomo di 34 anni, è scappato via senza prestare alcun soccorso al malcapitato.

Si tratta di un giovane raffadalese (pirata della strada) di 20 anni alla guida di una Mini Cooper il quale dopo avere investito il motociclista ha arrestato la marcia ed è fuggito via senza curarsi delle condizioni di salute del conducente della moto.

Testimonianze, immagini di videosorveglianza ha portato i poliziotti al giovane che è stato rintracciato nella serata di ieri e convocato alla caserma “Anghelone”; adesso deve rispondere  per i reati previsti dall’ art. 189 commi 1° e 6°  del Codice della Strada fuga in caso di incidente con danni alle persone, nonché dall’art. 189 commi 1° e 7° del Codice della Strada Omissione di soccorso alle persone ferite in incidente stradale.

Una pena esemplare per questo soggetto raffadalese non sarebbe di cattivo esempio. Servirebbe a scoraggiare altri codardi che, miseramente, dopo avere investito una persona, scappano via senza prestargli soccorso.

Nel Maggio 2020, lo Studio Radiologico del Dott. A.C., con sede a Niscemi, facente parte dell’elenco delle strutture sanitarie istituzionalmente accreditate della provincia di Caltanissetta, aveva inoltrato apposita istanza volta ad ottenere l’incremento del budget assegnato e ritenuto inadeguato sia rispetto alle potenzialità erogative della struttura sia con riguardo al fabbisogno assistenziale dell’area nella quale la stessa opera, ricadendo – com’è noto – il comune di Niscemi, in territorio ad elevato rischio ambientale.

L’A.S.P. di Caltanissetta, tuttavia, non riscontrava la suddetta istanza, costringendo lo Studio Radiologico a rivolgersi al giudice amministrativo, con il patrocinio degli Avvocati Girolamo Rubino e Giuseppe Impiduglia, al fine di ottenere la declaratoria di illegittimità del silenzio serbato dall’Azienda Sanitaria sulla propria istanza e l’obbligo, in capo allo stessa, di pronunciarsi con un provvedimento espresso.

Si costituiva in giudizio, l’Azienda Sanitaria Provinciale di Caltanissetta, difesa dall’Avv. Mirko Maniglia, eccependo l’inammissibilità e/o improcedibilità del ricorso per asserita carenza dei requisiti costitutivi del silenzio-rifiuto (o inadempimento) dell’amministrazione e, in ogni caso, l’asserita infondatezza nel merito dello stesso, in quanto asseritamente infondato in fatto ed in diritto.

Il T.A.R. Palermo – Presidente dott. Calogero Ferlisi, Relatore dott. Luca Girardi – condividendo le censure formulate dagli avv.ti Rubino e Impiduglia, ordinava all’ASP di Caltanissetta di pronunciarsi, entro il termine di 60 giorni, sull’istanza presentata dallo studio radiologico volta all’incremento del proprio budget, condannando, al contempo, l’ASP al pagamento delle spese liquidate in giudizio.

Decorsi i termini (60 giorni) assegnati dal TAR all’ASP per ottemperare alla sentenza, gli Avv.ti Rubino e Impiduglia, in assenza di alcun pronunciamento espresso da parte dell’ASP, hanno chiesto la nomina di un Commissario ad acta che, in via sostitutiva, provvedesse ad eseguire il giudicato, riscontrando espressamente l’istanza presentata dallo Studio Radiologico di Niscemi.

Il T.A.R. Palermo, ritenendo meritevole di accoglimento la richiesta formulata dai legali Rubino ed Impiduglia, ha nominato commissario ad acta, con facoltà di delega, il Direttore Generale p.t. del Dipartimento per le attività sanitarie dell’Assessorato della Salute della Regione Sicilia, il quale entro il termine di 30 giorni, dovrà provvedere ad eseguire la sentenza e riscontrare, pertanto, con un provvedimento espresso, l’istanza presentata dallo Studio Radiologico del Dott. A.C., con sede a Niscemi.