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La sig.ra C. A. da diversi anni è titolare di una concessione demaniale marittima per la gestione di uno stabilimento balneare sito nel Lungomare Nettuno del Comune di Porto Empedocle.

Nel dicembre 2011, in vista della scadenza della propria concessione demaniale marittima la titolare ha presentato istanza per il rinnovo.

Il procedimento di rinnovo in questione, dopo un articolato e complesso iter amministrativo è rimasto pendente per diversi anni.

Frattanto, durante tutto il complesso iter amministrativo per il rinnovo della predetta cdm, la concessione demaniale si è prorogata d’ufficio fino al 31.12.2020 mediante i provvedimenti del Legislatore in sede di conversione in legge del D.L. 113/2016.

Inoltre, la titolare dello stabilimento in questione nel mese di agosto 2020, ha presentato ulteriore richiesta per l’estensione della validità della concessione demaniale marittima fino al 31.12.2033 ai sensi della L.R. n. 24/2019.

Tuttavia, l’Amministrazione demaniale, nel settembre 2020 ha comunicato il rigetto della domanda di rinnovo della concessione demaniale richiesto nel lontano 2011, asserendo talune difformità rispetto al progetto approvato.

A questo punto la Ditta ha presentato ricorso gerarchico contestando le ragioni del diniego.

Successivamente, la stessa Amministrazione demaniale, senza nemmeno attendere la definizione del ricorso gerarchico, ha intimato la chiusura dello stabilimento balneare in questione e la riduzione in pristino dei luoghi.

Avverso l’ordine di sgombero ed il successivo provvedimento di rigetto del ricorso gerarchico, la titolare dello stabilimento balneare, con il patrocinio degli Avv.ti Girolamo Rubino, Vincenzo Airo’, Lorena Tacci, ha promosso impugnativa innanzi al TAR Palermo per chiederne l’annullamento, previa la sospensiva.

In particolare gli Avv.ti Rubino, Airo’ e Tacci, hanno dedotto l’illegittimità dell’operato dell’Amministrazione demaniale per non aver tenuto conto della formazione della proroga d’ufficio della concessione demaniale e della violazione del principio di proporzionalità.

Il TAR Palermo, in accoglimento delle tesi degli Avv.ti Rubino, Airo’ e Tacci, ha accolto la domanda cautelare ritenendo che: “a una prima sommaria cognizione, il ricorso appare assistito da adeguato fumus boni juris, in relazione sia all’avvenuta proroga ex lege della concessione demaniale in capo alla ricorrente sia alla probabile violazione dei canoni di gradualità e proporzionalità nell’applicazione del provvedimento sanzionatorio tenuto conto anche del fatto che il provvedimento gravato è stato emesso senza un previo aggiornato sopralluogo in sito”.

Per effetto del pronunciamento del TAR Palermo la sig. C.A. potrà continuare a mantenere il proprio stabilimento balneare e non dovrà demolirlo.

A Palermo, al palazzo di giustizia, a conclusione del giudizio abbreviato, il giudice per le udienze preliminari, Alfredo Montalto, ha condannato all’ergastolo il boss Nino Madonia, imputato del duplice omicidio del poliziotto Nino Agostino e della moglie Ida Castelluccio, uccisi il 5 agosto del 1989. Del duplice omicidio è imputato anche il boss Gaetano Scotto che, a differenza di Madonia, ha scelto il rito ordinario ed è stato rinviato a giudizio, così come il terzo imputato, Francesco Paolo Rizzuto, presunto responsabile solo di favoreggiamento. Nino Agostino, agente di polizia formalmente assegnato alle Volanti, collaborava con i Servizi segreti alle indagini per la cattura dei boss latitanti di mafia. Insieme ad Emanuele Piazza, anche lui assassinato, Giovanni Aiello, morto d’infarto nel 2019, Guido Paolilli, agente di polizia, e ad altri componenti allora di vertice dei Servizi di sicurezza, Agostino sarebbe stato parte di una struttura di intelligence che avrebbe mantenuto rapporti, a volte opachi, con alcuni esponenti di Cosa nostra. Agostino avrebbe compreso le reali finalità della struttura a cui apparteneva, e avrebbe deciso di allontanarsene poco prima del matrimonio. E sarebbe stata una scelta che ha pagato con la vita.

Un pub chiuso e diverse multe per violazioni anticovid, un ubriaco alla guida denunciato, e un arresto per allaccio abusivo alla rete del gas metano. Sono i risultati ottenuti negli ultimi giorni, nel corso dei controlli, coordinati dalla Compagnia dei carabinieri di Canicattì, finalizzati al contrasto della diffusione della pandemia di Covid-19, ed al rispetto della vigente normativa anti-contagio.

Ad Aragona i militari dell’Arma hanno chiuso un pub in pieno centro cittadino. Il noto locale già l’estate scorsa era assurto alle cronache per avere organizzato, durante la pandemia degli affollati aperitivi in piazza. Nell’ultima ispezione contestati a 4 avventori il mancato rispetto delle prescrizioni anticovid. E’ stata disposta la chiusura dell’esercizio per 5 giorni, ed elevate multe per 2.000 euro.

Il giudice monocratico del Tribunale di Agrigento, Alfonso Pinto, ha inflitto la condanna a 2 anni di reclusione ciascuno, a quattro persone, tutti componenti della stessa famiglia, per il pestaggio del quarantaquattrenne, empedoclino, Libertino Vasile Cozzo. Si tratta di Carmelo, Gaspare, Giovanni, e Stanislao Freddoneve, tutti di Porto Empedocle, riconosciuti colpevoli di lesioni aggravate in concorso (difesi dall’avvocato Salvatore Pennica).

Assolto, invece, lo stesso Vasile Cozzo, accusato di avere minacciato i quattro con una pistola, dopo aver fatto irruzione nel loro deposito di pesce. Era accusato di minaccia aggravata dall’uso dell’arma. La vicenda risale al marzo del 2017, e sarebbe nata per dei contrasti familiari, concorrenziali, economici e passionali. Vasile Cozzo sarebbe stato accerchiato, assalito, e massacrato di botte, anche con l’uso di un bastone

859 i nuovi positivi al Covid19 su 23.761 tamponi processati, con una incidenza di positivi di quasi il 3,6%, in salita da tre giorni consecutivi.

La Sicilia – che rimane in zona arancione fino al 2 aprile perché adesso ha il nuovo Rt a 1,05 – è  decima per i dati sui contagio in base al bollettino odierno.

Le vittime sono state 15 nelle ultime 24 ore e portano il totale a 4.412.

Il numero degli attuali positivi è di 15.784, con un aumento di 323 casi rispetto a ieri.

I guariti sono 521.

Negli ospedali i ricoverati sono 847, uno in meno rispetto a ieri, quelli nelle terapie intensive sono 121, 4 in più rispetto alle 24 ore precedenti.

I nuovi contagi per province:

Palermo 370

Catania 90

Messina 81

Siracusa 58

Trapani 37

Ragusa 55

Caltanissetta 75

Agrigento 61

Enna 32.

Ieri, videoconferenza tra il ministro per il Sud, Mara Carfagna e il presidente della Regione Sicilia, Nello Musumeci, assieme al vicepresidente e assessore all’Economia, Gaetano Armao e al dirigente generale del dipartimento della Programmazione, Federico Lasco.

Così Musumeci: «Dotare la Sicilia di infrastrutture per la mobilità, del collegamento stabile sullo Stretto, di ferrovie veloci e sicure, del completamento dell’autostrada Mazara del Vallo-Gela, di un porto-hub e della riqualificazione della viabilità provinciale»

E poi: «Sostenere il fragile e debilitato tessuto imprenditoriale siciliano, che da un anno soffre la paurosa crisi determinata dalla forzata chiusura a causa del Covid. Servono ristori immediati e diretti senza mediazioni e condizioni»

Infine: «l’attivazione delle zone economiche speciali in Sicilia per le quali, già da oltre un anno, la Regione ha ultimato le procedure».

Il ministro Carfagna ha evidenziato che l’obiettivo è quello di riservare apposite quote di finanziamento per il Sud nell’ambito del Recovery Plan.

Ad Agrigento all’ospedale “San Giovanni di Dio”, ed a Ribera all’ospedale “Fratelli Parlapiano”, sono state consegnate e già collaudate due nuove ambulanze con sistema di bio-contenimento per il trasporto di pazienti covid-19 positivi recentemente acquistate dall’Azienda sanitaria provinciale di Agrigento. Le ambulanze serviranno a trasferire i pazienti tra le diverse strutture sanitarie in condizioni di massima sicurezza per l’equipaggio. Il commissario dell’Azienda sanitaria, Mario Zappia, commenta: “L’acquisto delle due nuove ambulanze con bio-contenimento incrementa la sicurezza dei pazienti e degli operatori sanitari durante gli spostamenti. Mezzi e strumentazione tecnologica sono di ultima generazione e rappresentano un’ulteriore arma nelle azioni di contrasto all’epidemia in corso”.

Il 28 gennaio del 2007, a Sciacca, in contrada Carbone, Salvatore Ciancimino, 26 anni, alla guida di una moto Honda 600, rientrante a casa dalla pizzeria in contrada San Marco in cui lavorava, è morto vittima di un incidente stradale autonomo allorchè un cane randagio gli ha attraversato la strada. Ebbene, adesso il Comune di Sciacca, in base alla legge sul randagismo, e agli obblighi che ne derivano per il Comune, risarcirà la famiglia, tra i genitori e i fratelli di Ciancimino, pagando 350mila euro.

Il Tribunale del Riesame di Palermo, accogliendo il ricorso dell’avvocato Antonino Reina, ha concesso i domiciliari a favore di Gaetano Lombardo, 65 anni, di Ravanusa, indagato nell’ambito dell’inchiesta antimafia cosiddetta “Xydi”. A Lombardo è stato contestato il reato di associazione mafiosa e, in particolare, di essere parte della famiglia mafiosa di Ravanusa. Per i giudici del Riesame, invece, non ricorrono indizi di colpevolezza in tal senso, e hanno quindi riqualificato il reato in favoreggiamento aggravato.