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Il prefetto di Agrigento, Maria Rita Cocciufa, il commissario dell’Azienda sanitaria, Mario Zappia, e il sindaco di Agrigento, Franco Miccichè, sono intervenuti a seguito del dilagare dei contagi da coronavirus nella provincia agrigentina. Il prefetto Cocciufa ha affermato: “Se siamo diventati in breve tempo la terza provincia in Sicilia per nuovi contagi un motivo ci sarà, ed è anche semplice individuarlo: le persone, nonostante i divieti, escono e si riuniscono privatamente nelle case. Tutto questo ci porta ad alzare la soglia di attenzione ed entrare in una nuova fase, quella del rigore. Per questo motivo già da alcuni giorni sono stati potenziati, con l’impiego di tutte le forze disponibili, le attività di controllo del territorio. Ma tutto questo ovviamente non può bastare se i cittadini per primi non capiscono che il virus cammina sulle nostre gambe e siamo noi i principali artefici del nostro destino”. Ed il commissario Zappia ha affermato: “Il fenomeno ha preso una brutta piega e continuando con questo trend entriamo in una fase di allarme. Il dato preoccupante è l’aumento dei ricoveri. Le terapie intensive sono al limite della soglia critica. E’ stato accertato anche un caso di variante brasiliana su un anziano di Canicattì che era ricoverato al Barone Lombardo. Stiamo effettuando i tamponi che al momento hanno dato esito negativo. Superata la soglia di allarme l’Asp di Agrigento ha un piano B per fronteggiare l’emergenza ma questo comporterebbe eventuali ripercussioni sul sistema sanitario provinciale”. Ed il sindaco Miccichè ha affermato: “Ho poche armi a disposizione per fronteggiare l’emergenza virus ma quelle che ho le uso con determinazione. In molti mi chiedono di chiudere le scuole ma ci sono gerarchie e statistiche da rispettare. Invito i miei concittadini a rispettare le regole perché questo egoismo danneggia e colpisce tutti quanti”.

La rotta dei migranti non è solo verso Lampedusa ma anche verso l’isola di Pantelleria dove sono 100 i migranti che negli ultimi giorni sono approdati in sette distinti sbarchi. Gli immigrati, quasi tutti di nazionalità tunisina, giovani con un’età compresa tra 15 e i 30 anni, e anche un intero nucleo familiare, sono stati trasferiti a Trapani: in 40 con una motovedetta della Guardia Costiera, gli altri 60 con la nave di linea. All’arrivo a Trapani i migranti sono stati condotti nel centro d’accoglienza in contrada Milo. Uno di loro, al momento dello sbarco, ha tentato la fuga ma è stato bloccato dai Carabinieri. Un altro è stato ricoverato nell’ospedale “Bernardo Nagar” di Pantelleria per gravi sintomi di ipotermia.

A Siculiana i Carabinieri hanno denunciato un uomo di 40 anni perché ha trasformato l’ex mattatoio comunale in un allevamento abusivo di ovini, caprini e suini di ignota provenienza. Sono stati sequestrati 29 capi. In un terreno confinante è stata inoltra scoperta una discarica altrettanto abusiva contenente rifiuti solidi urbani, speciali e pericolosi, come rottami ed eternit. Il 40enne risponderà all’Autorità giudiziaria di invasione di terreni ed edifici, acquisto di capi di bestiame di sospetta provenienza e gestione di rifiuti non autorizzata.

Il governatore Nello Musumeci ha accettato le dimissioni dell’assessore alla Salute Ruggero Razza, indagato dalla Procura di Trapani nell’inchiesta sui presunti dati falsi sui positivi al Covid trasmessi dalla Sicilia all’Istituto superiore di sanità. Il presidente terrà l’interim. E’ quanto emerge dalla giunta convocata in seduta straordinaria.

Alla fine della giunta di governo, Musumeci si è recato in Assemblea siciliana, dove è in corso l’esame della manovra finanziaria.

MUSUMECI

“Stamattina ho incontrato l’assessore Razza, era molto provato. Mi ha consegnato la lettera di dimissioni, che è stata protocollata. Terrò l’interim alla Sanità fin quando lo riterrò opportuno e necessario – ha detto Musumeci – Andremo avanti dritto senza la tregua di un minuto, lo impone la pandemia, la volontà dei siciliani e il ruolo istituzionale“.

Mi sembrava giusto – ha aggiunto il governatore – informare l’Aula delle conseguenze che ha avuto l’azione della magistratura a carico di tre dipendenti del Dipartimento della sanità e dell’assessore Razza che ha ricevuto un avviso di garanzia per falso ideologico”.

Ho assunto ad interim la guida dell’assessorato – ha sottolineato Musumeci – e lo terrò fin quando sarà opportuno perché voglio assicurare i siciliani che non faremo un passo indietro nel lavoro fatto senza una tregua di in solo minuto“.

Musumeci ha chiesto al Parlamento di proseguire l’esame della manovra e ha dato la propria disponibilità a riferire in aula, come chiesto dalle opposizioni, sulla vicenda che ha coinvolto Ruggero Razza e alcuni dirigenti e funzionari della Sanità, subito dopo l’approvazione della legge di stabilità.

Il presidente dell’Assemblea regionale siciliana, Gianfranco Miccichè, ha dichiarato di essere d’accordo con Musumeci e di volere proseguire con l’esame della finanziaria e successivamente – carte alla mano – affrontare un dibattito politico su quanto accaduto.

Con un esposto presentato oggi alla Procura della Repubblica di Trapani, il Codacons ha denunciato la Regione siciliana per concorso in epidemia colposa ed annuncia che si costituirà come parte offesa nella vicenda dei presunti dati sul Covid falsati per evitare la zona rossa in Sicilia. Il Codacons dichiara: “Chiediamo alla Procura di estendere le indagini e procedere per la possibile fattispecie di concorso in epidemia colposa, e questo perché, se confermate le accuse, l’alterazione dei dati sui contagi volta ad evitare la zona rossa in Sicilia avrebbe messo a repentaglio la salute di una moltitudine di soggetti, maggiormente esposti al rischio Covid in assenza di misure più restrittive”.

Il problema è comprendere meglio se lo stesso presidente della Regione Nello Musumeci, nella qualità di di commissario per l’emergenza Covid 19 sia stato ingannato e di non essere a conoscenza di quanto accaduto tra i suoi “discepoli”.

Per questo motivo il presidente della Regione ha convocato in via straordinaria la Giunta regionale per comprendere meglio cosa stia accadendo attorno a questa vicenda. Più tardi saremo ancora più precisi. Ovviamente non si può tralasciare il fatto che, una “bomba” così grave possa interferire anche sulle sorti dell’amministrazione regionale tutta.

 

L’ennesimo scandalo che ha travolto la sanità in Sicilia, lascia sgomenti quanti continuano quotidianamente a sperare in un deciso cambio di passo che freni questa preoccupante emorragia. “Il quadro indiziario è tale che, se confermato, andrebbe a sovraccaricare un’emergenza sanitaria ed economica che merita, al contrario, di essere prontamente arginata” – afferma l’Avv. Giancarlo Pocorobba, Presidente di Konsumer Sicilia. “Riteniamo la vicenda incresciosa e del tutto lesiva dell’immagine della Sicilia onesta e laboriosa che l’agire di pochi mira, eventualmente, a macchiare”.
A rincarare la dose, l’Avv. Giuseppe Di Miceli, Vicepresidente: “Ringraziamo le nostre forze dell’ordine e la magistratura tutta per il disumano sforzo profuso a tutela della legalità e pur concedendo la presunzione di innocenza nei confronti di tutti i soggetti coinvolti, preannunciamo la nostra volontà di costituirci parte civile nell’instaurando processo penale”.

Al via il progetto i-waveNet, da oggi le coste siciliane si doteranno di un sistema integrato di monitoraggio del moto ondoso e delle correnti marine, finanziato dal programma di Cooperazione Interreg V-A Italia-Malta, che vede l’Università di Palermo capofila, coinvolge un partnariato formato da Cnr, Ingv, Ispra, UniCT, Università di Malta, Transport Malta e Ogs (Trieste).
Il progetto della durata di 30 mesi ha come “obiettivo principale lo sviluppo di un’azione di sistema finalizzata alla mitigazione degli effetti del cambiamento climatico (allagamenti da mareggiate, erosione costiera) nelle aree marinocostiere tra la Sicilia e Malta”, affermano i promotori dell’iniziativa.

E spiegano: “in particolare, sarà implementata una rete di monitoraggio innovativa basata sull’integrazione di diverse tecnologie di misura, come antenne radar HF, sensori micro-sismici, sensori di livello del mare, stazioni meteo costiere e boe ondametriche. La Rete Ondametrica Nazionale (Ron) Italiana, in esercizio sin dal 1987, è stata dismessa a dicembre del 2014 a causa di problemi di manutenzione delle boe collocate a mare. Da allora l’Italia è stata sprovvista di misure sistematiche del moto ondoso”. Prodotto finale ed operativo del progetto sarà un sistema di supporto alle decisioni che consentirà, “attraverso la sovrapposizione di più strati informativi, di fornire i dati necessari alla gestione delle emergenze connesse al cambiamento climatico legate ai rischi provenienti dal mare”.
Uno dei primi contributi del progetto è il ripristino, a cura di Ispra, della boa ondametrica di Mazara del Vallo che sarà varata martedì 30 marzo, al largo della costa Mazarese su un fondale di circa 100 m e consentirà di fornire informazioni in near-real time sul moto ondoso del mare non solo alla comunità tecnico-scientifica, ma anche a pescatori e altri stakeholders.

La Procura di Gela, a conclusione delle indagini preliminari, ha proposto il rinvio a giudizio per dieci persone che durante la notte dell’8 ottobre 2020 avrebbero partecipato ad una violenta rissa con tanto di sparatoria all’interno di una stazione di servizio lungo la strada statale 115. A scatenare lo scontro sarebbero stati gli apprezzamenti che un giovane di Licata, Salvatore Giuseppe Cavaleri, avrebbe rivolto ad una ragazza di Gela. Così tra due gruppi è divampata prima una discussione animata e poi la rissa. Quando Carabinieri e Polizia hanno sedato la scazzottata, sul posto è giunto Paolo Quinto Di Giacomo, che, incurante della presenza delle forze dell’ordine, dei sanitari del 118 e dei clienti della stazione di servizio, si sarebbe avvicinato a Cavaleri sparandogli numerosi colpi a brevissima distanza, con una pistola munita di silenziatore, ferendo gravemente lui e anche un infermiere intervenuto. Solo grazie all’intervento di un Carabiniere che è riuscito a disarmarlo si è scongiurato il peggio. La Procura di Gela ha chiesto il rinvio a giudizio per tentato omicidio nei confronti di Paolo Quinto Di Giacomo, mentre alle altre nove persone si contesta l’accusa di rissa e lesioni personali.

Istituite quattro nuove “zone rosse” con ordinanza del presidente della Regione Siciliana Nello Musumeci. Si tratta dei territori comunali di Biancavilla (in provincia di Catania), Francavilla di Sicilia e Gaggi (Messina) e Santa Margherita di Belice (Agrigento).

Il provvedimento, che prevede la chiusura di tutte le scuole nei comuni interessati, entrerà in vigore mercoledì 31 marzo e fino al 14 aprile 2021. Per tutte le zone rosse vigerà il divieto di transito, in ingresso e in uscita, dall’1 al 6 aprile 2021 per raggiungere le secondo abitazioni. Prorogata fino al 6 aprile 2021 la zona rossa a Caltanissetta, come da richiesta del sindaco e sulla base della relazione fornita dall’Asp territoriale