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Sono 299 i nuovi positivi al Covid19 in Sicilia, su 12.497 tamponi processati, con una incidenza del 2,4 %, in leggero aumento rispetto a ieri, quando la percentuale si attestava al 2,1%. La Regione è sesta per numero di contagi giornalieri.

Le vittime sono state 4 e portano il totale a 5.667. Gli attuali positivi sono 16.696, con un decremento di 463 casi. I guariti oggi sono 758. Negli ospedali i ricoverati sono 920, 10 in meno rispetto a ieri, quelli nelle terapie intensive sono 112, sei in meno rispetto a ieri. La distribuzione tra le province vede Palermo con 60 casi, Catania 70, Messina 38, Siracusa 14, Trapani 10, Ragusa 73, Caltanissetta 9, Agrigento 15, Enna 10.

Solo 40 milioni dei 100 stanziati sono stati destinati alle famiglie indigenti siciliane. Si tratta dei buoni spesa assegnati a coloro che sono stati colpiti dalla crisi economica provocata dal covid. Gli altri 60 milioni di euro sono in sospeso tra l’assessorato regionale alle Politiche sociali e i Comuni. Infatti, i soldi stanziati dalla Regione devono essere veicolati dai Comuni che li assegnano alle famiglie. I primi 30 milioni sono stati spesi a fatica in sei mesi. E a dicembre scorso, su 390 Comuni, solo 182 hanno concretamente speso i fondi per 27.100 famiglie. I sindaci si sono scontrati con un meccanismo troppo contorto e che è perfino cambiato in corso d’opera. E così il buono spesa per le famiglie indigenti è naufragato. Restano 60 milioni di cui ci si interroga su come utilizzarli: se dirottarli su altre misure per le imprese o provare a insistere sugli aiuti alle famiglie malgrado siano trascorsi un anno e due mesi da quando si è deciso di puntare sui buoni spesa.

A Palma di Montechiaro i poliziotti del locale Commissariato hanno denunciato a piede libero un quarantenne perché sorpreso, nel corso di una perquisizione domiciliare, in possesso di sostanza stupefacente a fine di spaccio. In un sottoscala è stata rinvenuta e sequestrata una piantina di marijuana in fase di coltivazione, e altri 17 grammi dello stesso stupefacente in essiccazione. E poi una lampada per riscaldare collegata ad un timer e ad un misuratore di umidità. Scoperta e sequestrata anche una scatola di cartone contenente munizioni di armi comuni da sparo e precisamente 146 cartucce a pallini calibro 12,7 e cartucce calibro 28. E poi 25 cartucce 7,65, e 2 caricatori dello stesso calibro per pistola. All’uomo si contestano i reati di coltivazione e detenzione di droga a fine di spaccio, e detenzione illegale di munizioni.

I poliziotti del Commissariato di Porto Empedocle, in collaborazione con i colleghi della Questura di Agrigento, sono intervenuti al porto di Porto Empedocle dove, nei pressi di un bar, è stata segnalata la presenza di un uomo ubriaco che con un crick minacciava i passanti e gli avventori. Appena giunti, gli agenti hanno notato un uomo che animatamente litigava con una donna, risultata essere la sua fidanzata. I poliziotti hanno sedato la lite e hanno multato entrambi per il mancato rispetto della normativa anticovid poiché sorpresi a circolare oltre l’orario consentito senza giustificato motivo. L’uomo ha assunto allora un comportamento aggressivo, profferendo minacce ed oltraggi nei confronti dei poliziotti. E’ stato arrestato in flagranza per i reati di oltraggio, resistenza, violenza e minaccia a Pubblico Ufficiale.

L’assessore Armao interviene nel merito dell’insularità della Sicilia e dei costi che ne derivano, e afferma: “La condizione di insularità impone oggi l’adozione di scelte politiche di contrasto a cui il governo Musumeci di certo non si sottrae. Basti solo pensare che la creazione di un sistema di collegamento stabile dello Stretto di Messina, che riducendo la distanza geografica tra la Sicilia ed il Continente potrebbe contenere significativamente i costi dell’insularità, sarebbe interamente ripagata in meno di due anni dal semplice risparmio sui costi e tempi dei collegamenti di terra. A distanza di 75 anni dal riconoscimento dell’Autonomia della Sicilia, non si è purtroppo ancora colmato nel nostro Paese il divario economico, sociale e territoriale, che è un divario prettamente infrastrutturale, acuito dal crollo degli investimenti statali nel Mezzogiorno negli ultimi 30 anni, che determina il protrarsi di un’insostenibile tassa occulta a carico dei siciliani, che frena lo sviluppo economico e causa notevoli ritardi e lentezza negli spostamenti da e verso le regioni continentali”.

A Lampedusa i poliziotti della Squadra Mobile di Agrigento hanno arrestato tre extracomunitari perché hanno violato il decreto di espulsione, con divieto di reingresso nel territorio italiano e nell’area Schengen. Gli arrestati, come disposto dal Magistrato di turno, in attesa del giudizio direttissimo sono stati sottoposti agli arresti domiciliari nel centro d’accoglienza di Lampedusa.

Come nel resto d’Italia, anche ad Agrigento, su iniziativa del Circolo Rabat di Legambiente, e degli operatori delle riserve naturali “Macalube di Aragona” e “Grotta di Sant’Angelo Muxaro”, si è svolta la manifestazione “Spiagge e fondali puliti edizione 2021”. E’ stata ripulita la spiaggia di Maddalusa, soprattutto dai numerosi rifiuti in plastica. Il presidente del Circolo Rabat, Daniele Gucciardo, commenta: “E’ desolante dover ripetere sempre le stesse cose a commento della conduzione di queste iniziative che di fatto evidenziano un malcostume ancora troppo diffuso, nonostante sia risaputo che dall’abbandono indiscriminato dei rifiuti derivano danni per l’ambiente che inevitabilmente si ripercuotono sulla salute umana”.

Questa è via Giovanni Falcone in contrada Scavuzzo, in territorio di Realmonte. Un’offesa per la memoria del giudice ucciso dalla mafia. Infatti, la zona è totalmente abbandonata, piena di buche perché l’acqua non fuoriesce e quindi finisce con lo scavare nel sottosuolo.  Nelle giornate di pioggia la situazione è anche più allarmante tant’è che diversi residenti hanno anche subito dei danni alle propria autovetture. Tutto ciò nel silenzio più assoluto del comune e di Girgenti acque.

Gli abitanti non sanno più a quale santo rivolgersi e, per concludere, la scorsa notte, nella zona è stato anche appiccato un incendio che è divampato anche per le erbacce che non sono state ancora eliminate.

Il sig. S.G.F. di anni 23 di Alessandria della Rocca, figlio di noto rianimatore in servizio presso l’Ospedale di Sciacca, con il patrocinio degli avv.ti Girolamo Rubino e Daniele Piazza, proponeva un ricorso giurisdizionale innanzi al T.A.R. Lazio contro il Ministero della Difesa ed il Comando Generale dell’Arma dei Carabinieri avverso il provvedimento del 8 novembre 2019 con cui il giovane siciliano era stato escluso dal concorso per l’arruolamento nell’Arma dei Carabinieri, in ragione di una presunta diagnosi di “ginocchio valgo bilaterale”.

In ragione delle certificazioni sanitarie prodotte dall’avv. Rubino ed attestati la sussistenza in capo al proprio assistito dei requisiti per l’arruolamento nell’Arma dei Carabinieri, il T.A.R. del Lazio disponeva una verificazione, in contraddittorio tra le parti, incaricando di ciò la Commissione Sanitaria d’Appello dell’Aeronautica Militare.

La Commissione sanitaria incaricata, esaminata la documentazione prodotta dagli avv.ti Rubino e Piazza e dopo avere nuovamente sottoposto ad una accurata consulenza specialistica radiologica il giovane aspirante carabiniere, rilevava l’erroneità dell’accertamento reso dal Centro di reclutamento dell’Arma dei Carabinieri.

In particolare la detta Commissione appurava l’assenza di anomalie esimenti a carico dell’articolazione esaminata e, conseguentemente, l’insussistenza dei presupposti su cui era stato formulato il giudizio di non idoneità all’arruolamento e, quindi, giudicava il profilo sanitario del giovane compatibile con il prosieguo dell’iter concorsuale.

Veniva dunque accertata la fondatezza delle censure mosse dagli avv.ti Rubino e Piazza in ordine al possesso dei requisiti di idoneità previsti per l’arruolamento nell’Arma in capo all’aspirante Carabiniere e l’erroneità del giudizio formulato dal Centro Nazionale di Selezione e Reclutamento dell’Arma dei Carabinieri.

Conseguentemente, il T.A.R. del Lazio, con sentenza del 1 febbraio 2021, ritenendo fondate le censure evidenziate dagli avv.ti Rubino e Piazza afferenti il travisamento dei fatti e il difetto di istruttoria ed in linea con l’orientamento giurisprudenziale secondo cui “le valutazioni effettuate in sede di accertamento dei requisiti psico-fisici – seppure costituiscano tipica manifestazione di discrezionalità tecnica amministrativa – non sfuggono al sindacato giurisdizionale, laddove siano in esse ravvisabili ipotesi di eccesso di potere per travisamento dei fatti ed illogicità”, accoglieva il ricorso proposto annullando sia il giudizio di inidoneità che la graduatoria di merito del concorso e condannando altresì l’Arma al pagamento delle spese giudiziali e di verificazione.

Tuttavia, l’Arma dei Carabinieri non dava tempestivamente esecuzione alla sentenza resa dal T.A.R. del Lazio, conseguentemente, il giovane siciliano, sempre con il patrocinio degli avv.ti Rubino e Piazza, proponeva un nuovo ricorso volto all’esecuzione della detta sentenza.

Nelle more del giudizio l’Arma provvedeva finalmente a convocare l’aspirante carabiniere per il completamente dell’iter concorsuale al termine del quale il giovane è stato dichiarato idoneo e, conseguentemente, sarà arruolato.

L’assessore regionale all’Agricoltura Toni Scilla è risultato positivo al Covid. La notizia è stata diffusa nelle chat interne di Forza Italia siciliana dallo stesso Scilla.

Proprio in questi giorni Scilla ha partecipato alla riunione di giunta, precisamente venerdì. Adesso per il governo regionale si profila la quarantena. Sabato avrebbe accusato dei lievi sintomi influenzali, da qui il tampone che avrebbe dato esito positivo.

In questi giorni l’assessore Scilla per la sua attività amministrativa e politica si è recato diverse volte in assessorato. Anche tra i dipendenti la notizia è circolata creando apprensione. Sarebbe positiva anche una sua collaboratrice.