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I poliziotti della Squadra Mobile della Questura di Caltanissetta hanno arrestato un uomo per detenzione di una pistola giocattolo modificata in arma da sparo e quasi un chilo e mezzo di hashish. L’arresto è stato convalidato dal giudice per le indagini preliminari del Tribunale. Una soffiata ha indicato un soggetto, già noto alla Squadra Mobile, che avrebbe potuto detenere un’arma e della droga. E’ stato disposto un accurato controllo a casa sua, dove è detenuto ai domiciliari per altri reati. E’ saltata fuori una pistola giocattolo artatamente modificata in arma comune da sparo e, occultati in vari nascondigli, quasi un chilo e mezzo di hashish e relativo materiale per il confezionamento. La droga, immessa nel mercato, avrebbe fruttato oltre 15.000 euro.

Carmelo Pullara ha aderito alla Democrazia Cristiana. Sabato prossimo, 22 luglio, ad Agrigento, nella sede provinciale della Dc, al Villaggio Mosè, al Viale Leonardo Sciascia 162, alle ore 11:30, si svolgerà una conferenza di presentazione dell’adesione, in presenza, tra gli altri, del segretario nazionale, Totò Cuffaro, e del capogruppo all’Assemblea Regionale, Carmelo Pace. Alle scorse elezioni Regionali, Pullara è stato il candidato più votato in provincia di Agrigento con quasi 10.000 preferenze. E’ stato deputato nella scorsa legislatura, vice presidente della Commissione Sanità, e commissario per quattro anni dell’ospedale Civico di Palermo. Cuffaro e Pace affermano: “Carmelo deve considerare il nostro partito la sua casa. Siamo felici di accoglierlo. Per il partito si tratta di un grande valore aggiunto, considerato che conosciamo la passione politica che anima ogni sua scelta e gli diamo il benvenuto”.

Il primario dimissionario del Pronto soccorso dell’ospedale di Agrigento ascoltato in Sottocommissione all’Assemblea Regionale. L’intervento del presidente, Antonio De Luca.

E’ approdato all’Assemblea Regionale Siciliana il caso delle polemiche, quanto irrevocabili, dimissioni del primario del Pronto soccorso dell’ospedale “San Giovanni di Dio” ad Agrigento, Sergio Vaccaro, a fronte dell’ingestibilità del reparto a causa delle gravi carenze di personale e dell’inerzia da parte degli organi preposti a rimediare. Il dottor Vaccaro è stato appena audito dalla Sottocommissione sui Pronto soccorso siciliani, coordinata dal deputato del Movimento 5 Stelle, Antonio De Luca, che, a consuntivo, commenta: “Abbiamo ascoltato le motivazioni che hanno portato il primario a gettare la spugna perché – ha tenuto a precisarlo – non c’erano le condizioni minime per lavorare, non solo in sicurezza ma anche in maniera dignitosa, stante la gravissima carenza di personale che – ha riferito il medico – lo ha costretto a turni di lavoro anche di 20 o 30 ore, aprendo la strada a un potenziale e notevole rischio clinico per il paziente. Non vogliamo accusare nessuno, ma se è vero che nessuna risposta è arrivata dall’assessorato ad una lettera del primario, con la quale il medico denunciava le criticità del reparto che dirigeva, questo sì che è gravissimo”. E poi De Luca aggiunge: “Il caso Agrigento, su cui ascolteremo anche i vertici dell’Azienda sanitaria, è la punta dell’iceberg di un sistema che sta collassando. Qui non si è davanti alla crisi di un piccolo ospedale di provincia, ma di un presidio sanitario di primo livello di una grande città. Quello che accade ad Agrigento è sintomatico di quello che presto o tardi succederà anche nelle città metropolitane. Stiamo correndo a grandi passi verso un punto di non ritorno, e il governo regionale nicchia e, a quanto sembra, non risponde nemmeno alle richieste d’aiuto. Non si deve aspettare che ci scappi il morto per muoversi, perché, operando costantemente in continua emergenza, questo prima o poi è inevitabile che succeda. E non si può certo dare la colpa ai medici, a cui, anzi, va dato il merito di tenere ancora in piedi un sistema che fa acqua da tutte le parti” – conclude.
All’audizione sono stati presenti anche i deputati componenti Carmelo Pace, Giovanni Burtone, Giuseppe Geremia Lombardo e Margherita La Rocca Ruvolo in collegamento da remoto, nonché i colleghi Angelo Cambiano e Carlo Gilistro. Nel frattempo, ancora in riferimento al caso “Vaccaro”, la deputata nazionale agrigentina del Partito Democratico, Giovanna Iacono, ha depositato un’interrogazione al ministro della Sanità. E afferma: “Le carenze si registrano in tutti i reparti, determinando una situazione difficile per operatori e pazienti, anche nell’ambito della medicina di base e delle guardie mediche, e nelle commissioni per accertare le invalidità civili. Nella mia interrogazione ho quindi chiesto di sapere se il Ministro è a conoscenza di quanto sta accadendo e quali iniziative intende attivare per quanto di propria competenza per provvedere a potenziare gli organici in servizio presso gli ospedali del territorio agrigentino e di tutto il servizio sanitario territoriale”.

Giuliana Miccichè

Si è svolto ieri presso gli uffici della Presidenza della Regione Sicilia il primo importante incontro tra il dott. Marcello Caruso, Capo della Segreteria Particolare del Presidente della Regione, Renato Schifani, il dirigente nazionale del sindacato SGB scuola, Aldo Mucci,  l’ex vice Ministro Giancarlo Cancelleri e il dirigente SGB scuola Filippo Baio.I temi trattati, bollenti come le giornate di quest’estate, paradossalmente intrecciati tra essi: la questione del personale ATA di terza fascia (assistenti amministrativi, assistenti tecnici e collaboratori scolastici), rimasto senza lavoro dopo aver prestato servizio nelle scuole pubbliche siciliane nei due anni di pandemia da Covid 19 (anno scolastico 2020/21 e anno scolastico 2021/2022) e la grave carenza strutturale dello stesso personale, frutto di progressivi e sconsiderati tagli. Due diritti, il diritto al lavoro e il diritto all’istruzione, egualmente mortificati in una regione fortemente a rischio analfabetismo e dispersione scolastica, nonché caratterizzata da una popolazione altamente multietnica, e pertanto bisognosa di scelte ponderate su parametri differenti rispetto a quelli utilizzati per altre regioni, meno “difficili”, al fine di ottenere analoghi risultati, in termini organizzativi ed in termini di fruizione dei vari servizi, tra cui l’Istruzione. Il dott. Marcello Caruso, si è mostrato sensibile per la sorte dei lavoratori ATA, attualmente privi di potere economico e di aspettative future. L’incontro si è concluso con l’impegno da parte del dott. Marcello Caruso di informare il Presidente Renato Schifani, – a Roma per incontri istituzionali – il quale si farà portavoce delle problematiche affrontate, presso il Parlamento nazionale, affinchè i lavoratori ATA, vedano riconosciuto il loro merito tramite il primo provvedimento normativo utile che disponga la loro assunzione a tempo indeterminato, così da ampliare l’organico ATA di diritto delle scuole siciliane, utile a garantire un diritto all’istruzione effettivo e concreto. Il dott. Marcello Caruso ed il dirigente nazionale Aldo Mucci auspicano  un incontro con il Direttore dell’USR Sicilia, Dottor Giuseppe Pierro, al fine di istaurare un dialogo collaborativo, in vista del nuovo anno scolastico, che miri a porre la scuola, intesa come cuore pulsante, al centro degli obiettivi di crescita della Sicilia.

I Carabinieri del Centro anticrimine natura del Comando provinciale di Agrigento, coordinati dal tenente colonnello Vincenzo Castronovo, hanno ispezionato due ristoranti a Sciacca. Hanno sequestrato 30 chilogrammi di vari prodotti alimentari e pesce privi di tracciabilità ed elevato sanzioni per 5.000 euro, ovvero 2.500 euro ciascuno per i due titolari. Le attività commerciali nel territorio saccense sono le ultime in ordine di tempo ad essere interessate da accertamenti mirati disposti in tutta la provincia per garantire il rispetto delle norme sulla sicurezza alimentare.

In provincia di Messina, a Santa Teresa di Riva, al lungomare “Paolo Borsellino”, nella tarda serata di ieri due motociclisti si sono scontrati per cause in corso di accertamento: quattro i feriti, di cui due gravi. Si tratta del conducente di un ciclomotore Piaggio Liberty, un 17enne di Savoca, e la fidanzata una 18enne di Santa Teresa di Riva al settimo mese di gravidanza: la ragazza è stata condotta in codice rosso all’ospedale di Taormina con profonde ferite ad una gamba e intorno alle 5 del mattino di oggi è morta la bimba in grembo. Indagano i Carabinieri e la Polizia municipale.

L’Assemblea Regionale ha approvato il “Collegato bis alla Finanziaria”: aumento dei gettoni ai consiglieri comunali. Da oggi l’esame della riforma delle Province.

L’assemblea Regionale ha approvato il cosiddetto “Collegato bis alla Finanziaria”, con 37 voti favorevoli e 20 contrari. Partito Democratico e Movimento 5 Stelle hanno votato contro il provvedimento, nel cui ambito, tra i vari emendamenti e sub emendamenti approvati, vi è anche quello che consentirà ai Comuni siciliani, se lo vorranno e a spese proprie, di aumentare i gettoni di presenza ai consiglieri comunali equiparandoli ai colleghi del resto d’Italia. Si tratta di un argomento di cui, soprattutto a Palermo dove un gettone vale 97,61 euro per un massimo di 23 al mese, si discute ormai da tempo. Alla fine del 2021 il Parlamento nazionale ha previsto un aumento dei compensi per i sindaci (equiparando per esempio quelli metropolitani ai presidenti di Regione) assegnando a tutti i primi cittadini uno stipendio più elevato, anche se in modo graduale: del 45% in più nel 2022, 68% nel 2023 e 100% nel 2024. E’ stato un ritocco che, a cascata, ha compreso anche vicesindaci, assessori, presidenti dei consigli comunali e consiglieri. Nelle Regioni a Statuto speciale, come la Sicilia, la norma nazionale, da recepire, è stata collegata e approvata con la Finanziaria 2022, specificando che la maggiore spesa sarebbe stata a carico degli stessi Comuni. Tuttavia, per un cavillo normativo, l’aumento non sarebbe stato applicabile ai consiglieri comunali. Ecco perché si è rimediato adesso tramite il “Collegato bis”, e con il sostegno politico dell’Anci, l’Associazione dei Comuni di Sicilia. Antonio De Luca, capogruppo del Movimento 5 Stelle che ha votato contro, spiega: “Non siamo contrari in linea di principio, ma l’argomento non andava affrontato in Prima commissione e si sarebbe dovuta evitare la disparità con i Comuni più piccoli visto che si agevolano solo le grandi città come Palermo. In quelli più piccoli infatti i consiglieri percepiranno cifre irrisorie e, se volessero aumentarle, peserebbero sulle casse dei Comuni”. Nel frattempo da oggi è all’esame della Commissione Affari Istituzionali all’Ars il disegno di legge sulle Province, per la riforma del relativo sistema elettorale. In proposito, il presidente della Commissione, Ignazio Abbate, e il capogruppo Dc, Carmelo Pace, affermano: “Il termine per presentare gli emendamenti è scaduto e adesso inizia l’esame in Commissione, da concludere prima della chiusura estiva, fissata per il prossimo 5 agosto. Subito dopo il testo sarà incardinato dall’Aula per l’esame e il voto finale, che si prevede possano avvenire già a settembre, alla ripresa dei lavori. Tornare a rinnovare questi organi vuol dire ridare dignità alle istituzioni e responsabilizzare una nuova classe dirigente vicina ai territori. E farlo subito significa rilanciare l’azione amministrativa e di sviluppo nel più breve tempo possibile”.

Giuliana Miccichè

 

Come già dichiarato in aula consiliare, sono ovviamente favorevole a questa forma di mobilità sostenibile, ma nel nostro territorio la condizione in cui i ciclisti dovrebbero pedalare potrebbe non essere così sicura in presenza di cattive condizioni del manto stradale e la carenza di piste  ciclabili.

Questa nuova realtà si scontrerà con strade insidiose, da anni pericolo costante per gli amanti delle due ruote, a causa della mancata manutenzione.

Sicuramente sarà incentivato un trasporto urbano più “green”, ma la strada da percorrere è ancora lunga e il servizio potrà funzionare probabilmente se integrato in una strategia più ampia di mobilità sostenibile, ad esempio incrementando il numero di piste ciclabili e le zone a velocità limitata, oltre alla già citata manutenzione ordinaria delle strade.

In conclusione, l’auspicio è che l’amministrazione mostri la massima attenzione sull’investimento bike sharing così da renderlo un valore aggiunto per la città e non un eventuale buco nell’acqua per come già avvenuto in molte altre città.

Si lavora a ritmi intensi all’ASP di Agrigento per far sì che un corposo numero di medici italo-argentini, oltre un centinaio, possa prendere presto servizio nei diversi reparti degli ospedali della provincia contribuendo a potenziare gli organici e sopperendo alla difficoltà, ormai cronica sul piano nazionale, di reclutare nuovi professionisti.

Ieri mattina presso la Cittadella della Salute il commissario straordinario dell’Azienda Sanitaria Provinciale di Agrigento, Mario Zappia, ha incontrato i sindaci di Agrigento e Ribera, rispettivamente Francesco Micciché (che era delegato anche dal sindaco di Sciacca) e Matteo Ruvolo, l’assessore alla sanità del Comune di Licata, Maria Sitibondo e, in generale, i rappresentanti delle amministrazioni dei Comuni ove ricadono i presidi ospedalieri provinciali durante un incontro-confronto programmatico finalizzato ad appianare ogni difficoltà pratica ed operativa per accelerare l’arrivo in corsia dei nuovi medici. Al tavolo della conferenza dei servizi erano presenti anche i direttori sanitari di ciascun ospedale che hanno messo nero su bianco tutte le carenze che assillano i propri ospedali e che sono state consegnate alla Direzione Generale per dare avvio ai provvedimenti successivi. E’ stata fondamentale la presenza dei primi cittadini che si sono  impegnati concretamente a sostenere l’Azienda facilitando, fra l’altro, anche i processi burocratici per l’acquisizione anagrafica delle residenze e la ricerca di abitazioni idonee ad ospitare il personale medico. A margine dell’incontro sono giunte alcune considerazioni da parte del commissario straordinario ASP, Mario Zappia: “siamo ben consapevoli della consistenza del problema legato alla carenza di personale sanitario nei nostri ospedali e non ci conforta di certo il fatto che le criticità non riguardino soltanto la provincia di Agrigento ma tutto il territorio nazionale. E’ per questo che, quotidianamente, siamo impegnati nel cercare ogni possibile soluzione per potenziare le dotazioni organiche considerando prioritario ogni sforzo per incrementare il numero dei professionisti in servizio.

Nutriamo fiducia nel fatto che la scelta odierna, quella di ricorrere ad un corposo contingente di medici italo-argentini, possa rappresentare una svolta significativa. Questa stessa scelta è frutto di una programmazione metodica e consapevole di cui fanno parte anche gli innumerevoli bandi di concorso pubblicati, spesso purtroppo andati deserti per mancanza di sanitari, l’indizione di ‘avvisi aperti’ ai quali si può aderire ogni giorno, senza scadenza, il ricorso ai medici specializzandi, il ‘richiamo’ dei medici in quiescenza, l’attivazione di convenzioni/protocolli d’intesa e la ricerca di condivisione di graduatorie con altre aziende e tanto altro ancora. Come si può ben vedere, le abbiamo provate tutte per cercare personale. Personalmente presto molta attenzione al significato intrinseco delle manifestazioni di piazza, perché esprimono il disagio dei cittadini e della gente comune (che noi abbiamo il dovere di tutelare) ma so individuare anche le strumentalizzazioni che a volte si fanno, utilizzando proprio tale disagio. Oramai anche i nostri concittadini si rendono subito conto delle sterili polemiche o della voglia di qualcuno di occupare spazi di giornale… e non si meritano questo. Ad ogni modo – conclude il commissario – sono certo che questa consapevolezza è stata raggiunta, infatti oggi con i sindaci ed i rappresentanti delle amministrazioni comunali dei cinque centri ospedalieri si sta conducendo un imprescindibile lavoro di squadra al termine del quale arriveremo ad incrementare la dotazione di personale medico nei nostri reparti ospedalieri”.

Vale la pena precisare che i nuovi sanitari non sono medici alle prime armi ma professionisti affermati, di età compresa fra i 38 e i 50 anni, in grado di incrementare la qualità delle prestazioni erogate, in possesso di più di una specializzazione e che hanno espresso un vivo desiderio di intraprendere questa nuova avventura non soltanto per ambizione professionale ma soprattutto per  ritrovare le proprie origini italiane, nella terra dei loro avi, dove vogliono vivere e far crescere i loro figli.

La Mendola: “Lanciamo un appello alle istituzioni competenti,

 affinché presentino tempestivamente all’Enac una proposta di integrazione del Piano Nazionale Aeroporti,

finalizzata ad introdurre la programmazione dello scalo agrigentino”.

 È all’esame del ministero delle Infrastrutture il Piano aeroporti proposto dall’Enac con l’obiettivo di proiettare l’aviazione civile al 2035.

Il Piano per la Sicilia, pur confermando aeroporti privi di un effettivo bacino di utenza, come quello di Birgi e di Comiso, non fa alcun cenno alla necessità di costruire un aeroporto ad Agrigento!

Gli architetti agrigentini lanciano l’allarme, invitando le istituzioni competenti a intervenire immediatamente, al fine di chiedere all’Enac, con forza e determinazione, una modifica al Piano redatto dallo stesso Ente Nazionale per l’Aviazione Civile, supportando tale richiesta con uno studio di “sostenibilità economica” dell’importante infrastruttura, in relazione al suo notevole bacino di utenza.

“Mentre ad Agrigento si discute, coltivando la speranza di superare il notevole gap infrastrutturale che affligge la nostra terra – afferma il presidente dell’Ordine, Rino La Mendola – a Roma si decide di scartare l’ipotesi di costruire un aeroporto a servizio della Sicilia Centro-meridionale”.

La frase, che richiama la locuzione latina di Tito Livio, in occasione della prima guerra Punica (“mentre a Roma si delibera, Sagunto viene espugnata”) mette a nudo il disinteresse della classe politica agrigentina per quello scalo aeroportuale fondamentale per promuovere il rilancio socio-economico della nostra terra, capitalizzando le sue straordinarie risorse culturali ed ambientali.

“L’aeroporto di Agrigento – continua La Mendola – sarebbe più che sostenibile. Anche senza considerare l’utenza di buona parte della Sicilia centro-meridionale, basterebbero i turisti che visitano la Valle dei Templi che, nel 2022, hanno raggiunto quota 810.000. Quota che sarebbe più che triplicata con un aeroporto raggiungibile in poche decine di minuti. Lanciamo un appello alle istituzioni competenti – conclude il Presidente degli architetti – affinché presentino tempestivamente al presidente dell’Enac, l’avvocato Di Palma, una proposta di integrazione del Piano nazionale aeroporti finalizzata a introdurre la programmazione dello scalo agrigentino. Per rendere concreta tale proposta, è indispensabile e indifferibile la presentazione all’Enac di uno studio aggiornato sulla sostenibilità economica dell’infrastruttura”.

L’Ordine degli architetti, in collaborazione con la Rete delle Professioni Tecniche, il comitato per l’aeroporto, le categorie produttive e le varie componenti della società civile impegnate sul tema, è pronto a offrire il proprio contributo alla raccolta dei dati necessari per la tempestiva redazione del suddetto studio di sostenibilità economica. Tutto ciò nell’amara consapevolezza che, nel caso in cui venga approvata la versione attuale del Piano all’esame del ministero delle Infrastrutture, l’aeroporto sarà sempre più lontano dai cittadini della provincia di Agrigento che rischiano di essere beffati ancora una volta!”