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Anche il TG5 si è interessato in questi giorni della bambina di soli di 11 anni trascinata in un vicolo e violentata dai giostrai nel maggio del 2015.

Un grido di dolore ma anche di speranza, quello della madre e della vittima, che chiameremo LUCE, che hanno avuto il coraggio di denunciare l’accaduto e che ancora attendono giustizia, lanciando un accurato appello affinché GIUSTIZIA sia fatta.

Su questo sono intervenuti il Sindaco Giuseppe Pendolino e l’Assessore alle Pari Opportunità Stefania Di Giacomo Pepe, che già in passato per dar voce a LUCE, ha pubblicato una sua missiva accompagnata da una lettera scritta di tutto pugno dalla bambina oggi adolescente, in cui racconta dolore, paura, angoscia, per ciò che le è accaduto.

L’Assessore Di Giacomo Pepe dichiara: “Come rispondere al dolore di una madre a cui hanno abusato e terrorizzato per sempre una figlia? Come ratificare in una norma e stigmatizzare in un procedimento giudiziario, il torto di una violenza sessuale agita su una minore inerme, inabile a difendersi eppure capace di sentire ogni istante dell’affronto, di avvertire ogni minima costrizione, ogni torto inflitto alla sua persona e alla sua anima innocente e indifesa in quegli interminabili minuti di abusi e di sopraffazione crudele? Come rendere giustizia a una famiglia, provata e stremata da un dolore inspiegabile. Non sappiamo come rispondere alla drammatica richiesta di aiuto e alla disperata ricerca di giustizia e di verità che ormai da anni segna le giornate della madre della bambina che a noi, come a tanti altri prima di noi, è tornata a rivolgere la sua disperata richiesta di aiuto per restituire verità e giustizia a sua figlia LUCE, oggi 17enne, che il 13 maggio 2015, una giornata che sapeva di festa e che da lì in avanti le avrebbe dovuto portare nuove amicizie e un più connaturato spirito d’indipendenza comportamentale, si è ritrovata a fare i conti con il dolore e l’inspiegabilità di una violenza sessuale inferta senza pietà, senza remore, senza la minima consapevolezza della tragedia che si stava infliggendo a un essere indifeso più di chiunque altro, provocandole un infinito e inguaribile dolore, un marchio che ha scritto a caratteri di fuoco sul corpo e nella mente di LUCE i segni di un orrore vissuto e ancora senza un colpevole condannato.

Ho avuto modo di conoscere la bellezza interiore di LUCE, una ragazza meravigliosa, un fiore delicato, ma decisa a combattere la sua difficile battaglia per la verità. Ancora vittima di blackout della sua mente quando quelli che noi crediamo essere dei flashback della memoria le riportano a galla quei momenti di orrore e di sofferenza che la fanno gridare per la disperazione e scappare da qualunque posto si trovi. Il dolore che ha subito, tutto quello che le hanno fatto patire non può essere e non deve essere dimenticato; è un qualcosa che ti lacera dentro e che se lo porterà tutta la vita. È per questo motivo che bisogna rompere il muro di silenzio e raccontare quello che lei e la sua famiglia hanno dovuto attraversare in tutti questi anni. Oltre alle alla violenza sessuale, l’intero gruppo familiare si è dovuto scontrare con l’indifferenza e la sopportazione di un peso, di una spada di Damocle, alimentata dall’ onta, dalla vergogna, dalle maldicenze e soprattutto dalla sensazione di essere loro i colpevoli”.

L’Organizzazione Mondiale della Sanità ha calcolato che, per ogni caso di maltrattamento denunciato, ce ne sono almeno 9 che rimangono al buio. Rompiamo il tabù – dichiara il Sindaco Pendolino –  parlando apertamente di un crimine odiosissimo, di cui facciamo tutti fatica perfino ad ascoltare il racconto ma che segna una vita intera: se, con questa collaborazione, riusciremo a dare protezione anche a un solo bambino, avremo dato onore al nostro compito politico e istituzionale. Dentro abbiamo una ferita grande. Che non si chiude. Il pensiero va sempre lì. Torna sempre su quanto è successo a quella bambina. Il dolore per quello che le hanno fatto è grande. Ma la giustizia è lenta e non ha il passo indignato di una madre, anche lei violentata nella memoria di una terra che le ha dato la vita, affetti, emozioni. Terra rimasta punto di riferimento da trasmettere alla figlia che cresce. Invece è arrivato l’incubo e la lesione insanabile. Abbiate il coraggio di denunciare, come hanno fatto LUCE e la madre … Non colpevolizzate le vostre figlie, abbracciatele, aiutatele, tiratele fuori da questi incubi, denunciate senza vergogna… È tempo di fermare queste violenze. Chi ha sbagliato deve pagare. LUCE merita di avere giustizia e noi saremo al suo fianco. Il passato ha lasciato ferite profonde, il presente è segnato da fantasmi e paure, ma questa famiglia piano piano sta scrivendo una nuova vita. C’è un processo in corso, ma al di fuori delle aule di giustizia adesso c’è un fiore che ha ripreso a sbocciare e che merita rispetto per il dolore subito sia oggi che domani. L’unica cosa che conta adesso è la serenità di LUCE, una giovane straordinaria che, nonostante l’incubo che ha vissuto, ogni giorno ci dà la forza per sperare in un futuro migliore.

Una disabile di Agrigento – affetta da un grave disturbo psichiatrico – aveva chiesto, tramite il proprio amministratore di sostegno, di essere ricoverata presso un’apposita Comunità Alloggio, con retta a carico del Comune di Agrigento.
Il Centro di Salute Mentale di Agrigento – anche tenuto conto “delle attuali problematiche di carattere socio – assistenziale” – aveva espresso parere favorevole all’inserimento della  disabile  “presso una Comunità Alloggio”.
Anche i servizi sociali del Comune di Agrigento avevano espresso parere favorevole all’inserimento in Comunità, tenuto conto della grave patologia da cui la disabile è affetta e dei suoi problemi socio assistenziali, rilevando – addirittura – come l’esigenza del ricovero fosse “indifferibile e urgente”.
Tuttavia, il Responsabile dei Servizi Finanziari del Comune di Agrigento non ha espresso parere contabile favorevole al ricovero, sostenendo che le risorse presenti in bilancio non fossero sufficienti per la copertura della retta annuale.
Pertanto, la disabile – con il patrocinio dell’avv. Girolamo Rubino – ha proposto ricorso per l’annullamento e la sospensione dei provvedimenti con cui il Comune di Agrigento aveva sostanzialmente negato il suo ricovero presso una Comunità Alloggio.
In particolare, l’avv. Rubino ha sostenuto in giudizio che i provvedimenti impugnati fossero illegittimi laddove hanno negato alla disabile il ricovero per ragioni esclusivamente economiche.
Con il ricorso, è stato – altresì – sostenuto che il diritto della persona disabile a usufruire di opportuni interventi assistenziali è riconosciuto da numerose fonti normative, peraltro, l’inserimento dei disabili psichici presso le Comunità alloggio si colloca nei Livelli Essenziali di Assistenza (c.d. LEA)
Il CGA – Presidente Rosanna De Nictolis, Relatore Prof.ssa Maria Immoridno – condividendo le censure dell’avv. Rubino ha rilevato che le “esigenze della finanza pubblica non possono comprimere il nucleo irriducibile del diritto alla salute protetto dalla Costituzione (artt. 32, 2, 3) come ambito inviolabile della dignità umana
In particolare, il CGA ha rilevato che la ricorrente – essendo affetta da psicopatologia  e versando  in disagiate condizioni economiche – ha diritto al ricovero presso una comunità alloggio.
Il CGA ha, inoltre, condannato il Comune di Agrigento al pagamento delle spese legali.

A Porto Empedocle un violento incendio è divampato nottetempo in via Molo a danno di un magazzino dismesso, accanto ad un altro già devastato precedentemente da un altro incendio. Si tratta di un deposito di prodotti ittici che, come altri nella zona, sarebbero stati prossimi ad essere abbattuti. Il concessionario del deposito è un commerciante di prodotti ittici. I Vigili del fuoco del Comando di Agrigento hanno lavorato circa 5 ore per domare le fiamme. Indaga la Polizia.

Agrigento sta scrivendo una bella pagina di storia politica, forse la peggiore che abbia mai avuto nel suo tempo.

Dopo le intemperanze degli ultimi giorni (fatti ampiamenti previsti, visti, rivisti e ormai noti al mondo intero) adesso, senza ancora esserlo, folgorati sulla via Pirandello, si autoproclamano all’opposizione (sottobanco, mai con documenti ufficiali) e chiedono l’accesso agli atti relativi ad una serie di iniziative intraprese dal Comune.

Ieri, questo giornale, aveva scritto un articolo attraverso il quale, sostanzialmente, si anticipava che era iniziata una sorta di strategia del terrore (politico, si intende) da parte degli sfascisti. E così, dopo quasi un “parto” di tempo, ad un tratto si sono svegliati per capire come hanno lavorato i loro alleati!

Cosa avranno fatto mai in questi otto mesi?

Erano, forse, troppo impegnati a girare con il piattino nelle mani?

Bimbo di sei anni ha rischiato di morire soffocato dopo aver ingoiato una moneta da cinquanta centesimi. E’ accaduto a Palma di Montechiaro dove, secondo una prima ricostruzione il bambino si trovava in casa e stava giocando con alcune monete, ingerendone una accidentalmente. I genitori per fortuna si sono accorti del principio di soffocamento del bambino, e sono corsi all’ospedale di Licata dove i medici hanno riscontrato la presenza dell’oggetto e deciso il trasferimento del bambino all’ospedale “Di Cristina” di Palermo dove i medici tempestivamente lo hanno salvato

 

Ad Agrigento, fino a domenica prossima, 20 giugno, il Tennis Club “Città dei Templi”, al parco del Mediterraneo a Villaseta, ospita le stelle del Padel, tra i numeri uno italiani, Capitani e Cremona, e il numero 180 al mondo, Fernandez. L’evento, promosso dai soci del club e da Alessandro Platania, presidente del club, è patrocinato dalla Regione Siciliana e dal Comune di Agrigento, e l’ingresso è gratuito. Oggi venerdì si gioca fino alle ore 23, domani sabato da pomeriggio a sera, e domenica mattina è in programma la premiazione.

Ordinanza di custodia cautelare nei confronti di 8 persone indagate a vario titolo per associazione a delinquere finalizzata al traffico e allo spaccio di sostanze stupefacenti, eseguita dai Finanzieri del Comando provinciale di Messina, con la collaborazione dello S.C.I.C.O. di Roma, su disposizione della Procura della Repubblica di Messina guidata da Maurizio De Lucia.

L’inchiesta ha portato alla luce un’organizzazione criminale che operava tra Messina e Catania, con propaggini a Roma e a Pescara, e che commerciava grossi quantitativi di droga. Sequestrati oltre 65 chili di marijuana. Nonostante le restrizioni previste durante il periodo del lockdown, quando a tutti era precluso qualsiasi spostamento nelle “zone rosse”, gli indagati si muovevano trasportando e distribuendo importanti partite di droga su ambulanze che attraversavano le vie delle città indisturbate vista l’emergenza Covid.

A capo della banda c’erano un pregiudicato vicino al clan mafioso messinese Spartà e due catanesi vicini alla cosca mafiosa Santapaola-Ercolano. L’organizzazione poteva contare anche su corrieri che curavano l’approvvigionamento e la distribuzione, in Abruzzo e Sicilia, delle partite di stupefacenti, principalmente marijuana. La merce era fornita da un pregiudicato di origini messinesi residente a Roma. Le indagini svolte, dirette dalla Direzione Distrettuale Antimafia di Messina sono consistite in intercettazioni telefoniche, ambientali e attività di polizia giudiziaria, che hanno permesso di ricostruire tutte le fasi del traffico: dalla pianificazione dell’approvvigionamento al trasferimento di tre carichi di sostanze stupefacenti, uno dei quali destinato a Pescara e due in Sicilia. Ricostruita la consegna di un primo carico di circa 25 chili di droga destinata a Pescara a un componente del noto clan rom degli Spinelli. La partita era stata procurata da due siciliani e trasportata dai corrieri dell’organizzazione criminale.

 

Il presidente della Fondazione Teatro Pirandello di Agrigento, Gaetano Aronica, ha scritto una lettera al direttore del Parco della Valle dei Templi, Roberto Sciarratta, e ha rinunciato all’incarico di direttore artistico della rassegna di spettacoli “Un’estate mitica”, in calendario dal prossimo 21 giugno in poi. Gaetano Aronica scrive:

Sono costretto a rinunciare all’incarico, non avendo avuto la possibilità di vagliare, condividere e avallare le scelte artistiche da voi effettuate in relazione al programma degli spettacoli e degli eventi presenti nel cartellone che purtroppo mi è stato presentato in una fase già avanzata e compiuta. Non mi sento né sono stato messo nelle condizioni di poter rappresentare e onorare l’incarico come avrei desiderato. Resta inteso che continuerò a lavorare agli spettacoli da me presentati al Parco dei Templi in qualità di autore, regista e attore al fine di onorare gli impegni presi”.

Una disabile di Agrigento – affetta da un grave disturbo psichiatrico – aveva chiesto, tramite il proprio amministratore di sostegno, di essere ricoverata presso un’apposita Comunità Alloggio, con retta a carico del Comune di Agrigento.

Il Centro di Salute Mentale di Agrigento – anche tenuto conto “delle attuali problematiche di carattere socio – assistenziale” – aveva espresso parere favorevole all’inserimento della disabile “presso una Comunità Alloggio”.

Anche i servizi sociali del Comune di Agrigento avevano espresso parere favorevole all’inserimento in Comunità, tenuto conto della grave patologia da cui la disabile è affetta e dei suoi problemi socio assistenziali, rilevando – addirittura – come l’esigenza del ricovero fosse “indifferibile e urgente”.

Tuttavia, il Responsabile dei Servizi Finanziari del Comune di Agrigento non ha espresso parere contabile favorevole al ricovero, sostenendo che le risorse presenti in bilancio non fossero sufficienti per la copertura della retta annuale.

Pertanto, la disabile – con il patrocinio dell’avv. Girolamo Rubino – ha proposto ricorso per l’annullamento e la sospensione dei provvedimenti con cui il Comune di Agrigento aveva sostanzialmente negato il suo ricovero presso una Comunità Alloggio.

In particolare, l’avv. Rubino ha sostenuto in giudizio che i provvedimenti impugnati fossero illegittimi laddove hanno negato alla disabile il ricovero per ragioni esclusivamente economiche.

Con il ricorso, è stato – altresì – sostenuto che il diritto della persona disabile a usufruire di opportuni interventi assistenziali è riconosciuto da numerose fonti normative, peraltro, l’inserimento dei disabili psichici presso le Comunità alloggio si colloca nei Livelli Essenziali di Assistenza (c.d. LEA)

Il CGA – Presidente Rosanna De Nictolis, Relatore Prof.ssa Maria Immoridno – condividendo le censure dell’avv. Rubino ha rilevato che le “esigenze della finanza pubblica non possono comprimere il nucleo irriducibile del diritto alla salute protetto dalla Costituzione (artt. 32, 2, 3) come ambito inviolabile della dignità umana”

In particolare, il CGA ha rilevato che la ricorrente – essendo affetta da psicopatologia e versando in disagiate condizioni economiche – ha diritto al ricovero presso una comunità alloggio.

Il CGA ha, inoltre, condannato il Comune di Agrigento al pagamento delle spese legali.

I Carabinieri della Stazione di Cianciana, in provincia di Agrigento, hanno arrestato un pregiudicato di 28 anni ritenuto responsabile di maltrattamenti in famiglia, minaccia ed estorsione. L’uomo, già sottoposto agli arresti domiciliari, è stato trasferito nel carcere di Trapani dove sconterà la condanna a 2 anni e 8 mesi di reclusione, così come disposto dalla Procura della Repubblica del Tribunale di Palermo a seguito di reiterate condotte di maltrattamenti e minacce in famiglia.