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Nel 2020 l’Asp di Agrigento revocava l’autorizzazione sanitaria precedentemente rilasciata al Centro Fisioterapico H. s.r.l., ed altresì, con il medesimo provvedimento disponeva il trasferimento del budget, già assegnato per l’anno 2019, dal Centro Fisioterapico H. s.r.l. al Centro Polispecialistico FKT B. S.r.l. di Cattolica Eraclea.
Successivamente, dopo aver avviato un apposito procedimento l’Assessorato della Salute della Regione Siciliana, a fronte del provvedimento di revoca emesso dall’Asp di Agrigento, disponeva anch’esso la revoca dell’accreditamento istituzionale del Centro Fisioterapico H. s.r.l..
Pertanto, al fine di ottenere l’annullamento della revoca disposta dall’Assessorato regionale tale Centro riabilitativo decideva di proporre ricorso innanzi al Tar – Palermo.
Conseguentemente alla proposizione della suddetta azione giudiziaria, l’Asp di Agrigento, in maniera cautelativa, decideva tuttavia di sospendere, temporaneamente, ossia, fino alla definizione del giudizio, il trasferimento del budget già autorizzato in favore del Centro Polispecialistico FKT B. S.r.l..
Sicché, il Centro Polispecialistico F.K.T.B. S.r.l. avendo interesse ad opporsi al ricorso proposto dal Centro H. s.r.l., con il patrocinio degli Avv.ti Girolamo Rubino e Giuseppe Impiduglia, avanzava un intervento ad opponendum al fine di chiedere il rigetto del ricorso.
Nel corso del processo, gli Avv.ti Rubino e Impiduglia, in primo luogo, dimostravano la legittimazione del Centro Polispecialistico FKT B. S.r.l. a presentare atto di intervento, evidenziando, come nel caso di specie, il rigetto del ricorso proposto dal Centro Fisioterapico H. S.r.l. sarebbe stato idoneo a determinare il trasferimento e l’incremento del budget assegnato in favore della struttura interveniente e, in secondo luogo, altresì deducevano l’infondatezza del ricorso in questione.
In particolare, sempre gli Avv.ti Rubino e Impiduglia, rilevavano in giudizio, come, ai sensi della normativa prevista dal D.lgs. 502/1992 e dell’art. 9 del D.A. 290/2002, l’impugnato provvedimento di revoca doveva considerarsi assolutamente legittimo, in quanto l’autorizzazione sanitaria costituisce il presupposto indispensabile per l’esercizio di attività sanitarie, e dunque, anche per la concessione dell’accreditamento istituzionale. Di contro, la sua mancanza non avrebbe potuto che determinare il venir meno dell’accreditamento istituzionale, così come disposto dall’Assessorato regionale.
Ebbene, ritenendo fondate le argomentazioni sostenute dagli Avv.ti Rubino e Impiduglia, con sentenza del 21 aprile 2023 il Tar– Palermo, in via preliminare, ha dichiarato ammissibile l’atto di intervento ad opponendum proposto dal Centro Polispecialistico FKT B. S.r.l. e, nel merito, ha rigettato il ricorso presentato dal Centro Fisioterapico H. s.r.l.
Pertanto, per l’effetto della predetta sentenza il Centro Polispecialistico FKT B. S.r.l. potrà ottenere il trasferimento del budget assegnato in suo favore.

Quanto costa cambiare operatore telefonico è una delle domande che più spesso si fanno i consumatori al momento del passaggio ad un’altra compagnia telefonica. Partiamo da un presupposto: se  il motivo per cui si recede dal proprio contratto è legato ad una modifica unilaterale del piano contrattuale da parte dell’operatore o a un grave disservizio, il cambio di operatore telefonico non deve avere alcun costo per l’utente. Se invece è il consumatore a scegliere di cambiare operatore possono esserci dei costi, vediamo insieme i dettagli.

Cosa dice il contratto

La spesa per il recesso da un contratto telefonico rappresenta uno degli ostacoli principali per molti utenti che si rivolgono ai nostri sportelli. Tra balzelli o penali varie, molti sono preoccupati che il costo del cambio di operatore telefonico possa raggiungere delle cifre piuttosto alte. La prima cosa da fare quindi è riprendere il contratto sottoscritto con la propria compagnia telefonica e vedere quando termina il vincolo temporale.

Infatti, se mancano pochi mesi, e non si hanno urgenze particolari, la cosa migliore è attendere la sua naturale scadenza e non avere a che fare con le spese dovute per la chiusura anticipata. La normativa prevede comunque che il consumatore abbia diritto al recesso dal contratto telefonico con un preavviso non superiore ai 30 giorni. Questo è molto importante perché dopo avere comunicato la volontà di terminare il contratto con la vecchia compagnia telefonica non potranno essere addebitati costi per servizi utilizzati successivamente alla scadenza dei 30 giorni.

Cosa si paga

L’Autorità per le garanzie nelle comunicazioni (AGCOM) ha stilato delle linee guida che disciplinano quali possono essere i costi per il trasferimento verso un altro operatore:

  • costi di dismissione e migrazione della linea, le società telefoniche possono infatti addebitare al consumatore delle “spese fisse di disdetta” che però devono essere indicate nel
  •  contratto. Gli operatori telefonici potranno quindi richiedere il pagamento di queste “spese amministrative” che si aggirano intorno ai 30/40 euro e che comunque non devono mai superare una mensilità del canone. Qualora nel contratto però non siano state indicate queste spese e vi stiano chiedendo comunque il pagamento, sappiate che state subendo un abuso, pertanto è tempo di rivolgersi ad una associazione dei consumatori per richiedere  tutta l’assistenza di cui avete bisogno;
  • la restituzione degli sconti ricevuti dall’utente è un’altra delle possibili spese che potreste sostenere per cambiare operatore telefonico. In caso di recesso anticipato infatti, l’operatore telefonico potrebbe richiedervi di restituire eventuali sconti applicati in fase di sottoscrizione del contratto. Su questo punto però l’Autorità ha specificato che agli utenti non potrà essere richiesta la restituzione integrale degli sconti goduti;
  • nel caso in cui il contratto preveda versamenti rateali per prodotti o servizi extra offerti insieme al piano tariffario, è necessario distinguere tra servizi come segreteria telefonica o simili per cui non potrà essere richiesto alcun pagamento al momento del recesso;
  • nel caso invece di prodotti o accessori, l’operatore dovrà proporre all’utente l’alternativa tra il pagamento in un’unica fattura del residuo, oppure di continuare i versamenti con un piano rateale che non potrà comunque superare i 24 mesi.

Manlio Cardella

Il cadavere di un migrante, in stato di saponificazione, forse vittima di un naufragio a fine aprile, è stato recuperato dalla Guardia costiera e trasportato a Lampedusa. Recuperata morta anche una donna, annegata a causa del ribaltamento del barchino su cui ha viaggiato insieme ad altre 46 persone. Nel frattempo altri 105 migranti sono sbarcati a Lampedusa, soccorsi da Guardia Costiera e di Finanza su 3 barchini. Provengono da Tunisia, Burkina Faso, Costa d’Avorio, Guinea e Gambia. Sono partiti da Sfax e da Chebba, in Tunisia, pagando fino a 3.000 dinari tunisini.

Una donna di 85 anni, Rosaria Amato, è morta all’ospedale Sant’Elia di Caltanissetta a causa delle gravi ferite subite in un incidente stradale. Lei, intenta a camminare in strada a Niscemi, è stata travolta da uno scooter. Sul posto il 118 ha inviato subito un elisoccorso. L’85enne è stata trasportata all’ospedale Sant’Elia dove è stato riscontrato un grave politrauma. Poco dopo il ricovero è sopraggiunta la morte.

Si è protratto circa due ore l’interrogatorio del senatore ed ex assessore regionale Antonio Scavone, indagato nell’ambito dell’inchiesta sulla sanità catanese appena sfociata in misure cautelari e in iscrizioni sul registro degli indagati di professionisti e politici. Scavone, difeso dall’avvocato Carmelo Galati, ha risposto al pubblico ministero Alessandra Tasciotti e al giudice per le indagini preliminari del Tribunale etneo Simona Ragazzi. In sintesi, Scavone, indagato per avere favorito una donna indicata come “sua compagna” nell’affidamento di un incarico, ha replicato: “Non ho chiesto niente e la signora in questione, peraltro, non è affatto né mia moglie né la mia compagna”. A Scavone si contesta l’ipotesi di reato di concorso in turbativa della procedura di affidamento di un incarico da 15mila euro alla presunta “compagna”. Tutti gli altri indagati si sono avvalsi della facoltà di non rispondere.

Un operaio è morto dopo essere rimasto schiacciato da una macchina da lavoro. Si chiamava Luca Di Noto, 31 anni, l’operaio morto in un’azienda metalmeccanica di contrada Targia, all’ingresso nord di Siracusa.

I lavori inizieranno alle 14.30 di oggi all’Hotel Della Valle di Agrigento ed andranno avanti fino a domani.
Il congresso è presieduto dal dottor Fausto Crapanzano, Direttore dell’Unità Operativa Complessa di Medicina Fisica e Riabilitativa dell’ospedale San Giovanni di Dio di Agrigento.
“Lo diciamo da sempre – commenta il dottore Crapanzano – la multidisciplinarità è riabilitazione. Per questo specialisti arriveranno da ogni parte della Sicilia, per un confronto serrato sulla disabilità neurologica, per condividere un format utile per curare al meglio i pazienti e dare a tutti i medici le informazioni necessarie per un approccio adeguato alla riabilitazione”.
I lavori sono rivolti a medici di tutte le discipline, ed a fisioterapisti e terapisti occupazionali, tecnici ortopedici, logopedisti e farmacisti, infermieri. Ai partecipanti saranno riconosciuti 7 crediti formativi.
La riabilitazione sarà affrontata sotto vari punti di vista, grazie alla presenza di qualificatissimi relatori e discussant. Tra gli altri argomenti, particolare attenzione sarà rivolta alla gestione clinica delle forme di sclerosi, alla gestione del dolore, alla gestione dei rischi di caduta e di frattura del paziente neurologico, alle gestione dell’ictus e della disfagia neurogena, all’approccio alla persona complessa con disabilità da demenza senile.
“Affronteremo – conclude il presidente del congresso – anche la questione relativa alla gestione della spasticità con tossina botulinica, considerato che ad Agrigento siamo uno tra i pochi centri in Sicilia ad avere sperimentato questo trattamento”.

A Gela, in provincia di Caltanissetta, i Carabinieri hanno imposto delle misure cautelari a due coniugi, C.F.A. e B.G., sono le iniziali dei nomi, gestori di un Bed and breakfast, indagati di sfruttamento, favoreggiamento e tolleranza della prostituzione. Lui è ristretto ai domiciliari. Lei osserva l’obbligo di presentazione alla polizia giudiziaria. Sequestrato anche un appartamento nella disponibilità di marito e moglie, dove le donne, tutte straniere, avrebbero esercitato l’attività di prostituzione. Identificati parecchi clienti. Ricostruito il giro d’affari.