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Si rinnova anche quest’anno la originale Celebrazione dell’anniversario della nascita di Luigi Pirandello al Caos, dinanzi la Casa Natale Museo Pirandello e nell’anfiteatro del Parco letterario Pirandello. Alle 03,00 (antimeridiane-pre/alba) orario di nascita del Nobel Agrigentino si svolgerà la suggestiva Cerimonia:
Accensione del tripode della memoria pirandelliana
Interventi di Mario Gaziano, Dino Barone, Paolo Cilona.
La emozionante manifestazione pirandelliana giunta alla 5.a edizione ha riscontro nazionale e internazionale ,anche in virtu’ del fatto che il Pirandello stable festival ha creato forti rapporti pirandelliani con gli Istituti Italiani di Cultura di Stoccolma, Oslo, Varsavia, Atene, Malta,Pechino,Tunisi.
Iniziativa tra recitazioni di brani pirandelliani, di poesie dei poeti storici agrigentini con canti e musiche popolari.
 Intervengono gli artisti Giuseppe Gramaglia, Massimo Agozzino, Angelo Cinque, Alfonso Marchica. Maria Fantauzzo, Maria Grazia Castellana, Rosa La Franca.
I poeti Liliana Arrigo, Enzo Argento, Stella Camillieri, Etta Milioti, Gianni Costanza (anche con mandolino-benjo (e i poeti che liberamente vorranno partecipare). Per i canti popolari Gioacchino Marrella e Gianni Costanza.
Novità della quinta edizione: la Pergamena “Amici dell’anniversario di Luigi Pirandello” verrà consegnata da Paolo Cilona  a poeti,scrittori e cultori dell’opera pirandelliana, presenti alla manifestazione.
La quinta edizione dell’Anniversario della nascita di Pirandello è organizzata Dal Cepasa di Paolo Cilona, dal parco letterario Pirandello di Dino Barone, dal Pirandello stable festival di Mario Gaziano, con la collaborazione della Società Dante Alighieri-Comitato di Agrigento e dall’associazione culturale Il Cerchio.

“La città merita rispetto, non può essere presa in giro. Il teatro è a piano terra di Palazzo dei Giganti, non ai piani alti dove operano le Istituzioni”.

Il consigliere comunale di Agrigento, Pasquale Spataro, si prende cura di tenere alzato il sipario sulla crisi di maggioranza che è stata aperta dallo scontro a distanza fra il gruppo di Forza Italia e il sindaco Miccichè, spalleggiato dagli altri alleati. “Fino a questo momento – osserva Spataro – l’unico ad averne fatto le spese è Scinta, che non fa più parte della giunta. Un fedele “scudiero” del sindaco che ha subito le scelte del suo partito, forse a sua insaputa. Ma è chiaro che, dal punto di vista politico e del dibattito democratico, gli agrigentini hanno il sacrosanto diritto di conoscere e pretendere la verità rispetto allo scambio di pubbliche accuse tra il blocco forzista e il primo cittadino. Gli elettori si aspettano chiarezza e invocano  la coerenza delle azioni. Ed il luogo deputato a rendere omaggio alla verità è certamente aula Sollano. Il presidente Civiltà si adoperi a convocare con urgenza, dando così seguito ad una mia specifica richiesta, la seduta del Consiglio comunale da dedicare proprio alla crisi che si è clamorosamente aperta dentro la coalizione che governa la città. Sarebbe riduttivo, assolutamente parziale ed incomprensibile – spiega Spataro –  che attacchi politicamente ed istituzionalmente pesanti, come quelli lanciati dallo stesso Civiltà e dai suoi colleghi Cantone e Gramaglia all’indirizzo del sindaco, finissero nella classica scena che immortala “tarallucci e vino”. Sarebbe davvero gravissimo e minerebbe la credibilità di chi ha la responsabilità di governare la città, se questa crisi non venisse trattata, discussa, approfondita e motivata tra i banchi di sala Sollano.  I tre dicano, ad esempio,  chi sono i componenti del “cerchio magico”, a cui hanno fatto riferimento nella loro offensiva, e chi amministra al posto del sindaco.  Sono affermazioni che non possono e non debbono passare sotto traccia. E, dal canto suo, Miccichè sarà chiamato a spiegare pubblicamente le proprie legittime valutazioni e a confermare o meno se Forza Italia fa parte ancora della maggioranza o se tutto si colloca  nel  solito gioco di Palazzo per rivendicare qualche posizione qua e là… Il sindaco, in occasione dei lavori d’aula,  dimostri la propria forza politica e agisca di conseguenza, altimetri si tratterà dell’ennesima pagina buia della nostra città”.

Nell’ambito dell’inchiesta cosiddetta “Waterloo” a carico di Girgenti Acque, la Procura di Agrigento contesta ad alcuni degli indagati l’ipotesi di reato di furto aggravato in concorso perché il 23 maggio del 2015, a Sant’Angelo Muxaro, in contrada Barone, con un escavatore del gruppo di Campione, si sarebbero impossessati di 10 tubi in acciaio, lunghi 12 metri con un diametro di 60 centimetri, rivestiti di polietilene per condotte di acqua, per un valore di 40mila euro, di proprietà del Voltano. E ciò per utilizzare gli stessi tubi per la costruzione di condotte idriche, su incarico della Girgenti Acque, da parte delle società del gruppo Campione. Poi, successivamente al furto, per eludere le indagini, avrebbero comunicato al Voltano che sarebbero state prelevate le tubazioni non utilizzate dallo stesso Voltano. E ciò affinchè apparisse come legittimo il prelievo dei tubi. E non solo: alcuni indagati avrebbe provato a convincere l’allora responsabile del Voltano a dichiarare falsamente ai Carabinieri che il prelievo di quei tubi fosse stato precedentemente comunicato da Girgenti Acque e autorizzato dallo stesso Voltano.

La Cgil Sicilia boccia senza appello l’avvio da parte della Regione dell’iter per la realizzazione di due termovalorizzatori, uno nella zona occidentale e l’altro in quella orientale, nell’Isola.
Francesco Lucchesi, segretario confederale della sigla sindacale, attacca la decisione. “Il bando per gli inceneritori è il nuovo pericoloso flop del governo Musumeci. Rappresenta infatti il fallimento della politica dei rifiuti con il rischio di allontanare sempre di più la Sicilia dall’Europa, senza risolvere il problema e riaprendo il capitolo degli affari e del pericolo di infiltrazioni mafiose”.

Lucchesi continua: “Una decisione, presa senza consultare le parti sociali e le comunità locali, che non risolverà il problema della gestione dei rifiuti, delle discariche, del decollo definitivo della raccolta differenziata, del riuso”.
“Lontani da idea di ciclo integrato dei rifiuti”
Insomma, per la Cgil “si resta lontani da quell’idea di ciclo integrato dei rifiuti, con una ‘scorciatoia’ dai tempi lunghi e dagli effetti tutti da vedere”.
Sottolinea, inoltre, Lucchesi: “Inoltre gli orientamenti del Presidente della regione sugli affidamenti ai privati in una terra senza piani regionali di settore, con un sistema di controlli inadeguato e con la presenza della criminalità organizzata, fanno temere che alla fine gli unici vantaggi dell’operazione saranno per i soggetti coinvolti, e non per la Sicilia e per la popolazione”.

“Ci opporremo al progetto”
“Una transizione ecologica che porti sviluppo – conclude l’esponente della Cgil – esige confronto e piani di settore – dall’energia, all’acqua ai rifiuti – in grado di garantire una programmazione degli interventi che guardi al futuro. Ci opporremo al progetto ‘inceneritori’, che giudichiamo negativo e pericoloso, dando il via alla mobilitazione”.

Proseguono senza sosta i controlli dei Carabinieri del Comando Provinciale volti al contrasto della criminalità. In tale ambito nella mattinata del 21 giugno, in Caltanissetta, militari del Nucleo Investigativo traevano in arresto in flagranza del reato di coltivazione e detenzione ai fini di spaccio di sostanza stupefacente un 31enne con precedenti di polizia. L’uomo, nel corso di perquisizione domiciliare all’interno dell’abitazione di residenza, veniva trovato in possesso di:

– nr. 1 bilancino elettronico di precisione;

– nr. 8 piante di marijuana con altezza che variava tra i 10 e gli 85 cm, poste all’interno di una serra artigianale ricavata sul balcone e dotata di impianto di illuminazione e irrigazione;

– nr. 3 barattoli in vetro contenenti sostanza stupefacente del tipo marijuana per un peso complessivo di 43,50 grammi.

La sostanza e le piante sono state sottoposte a sequestro e l’arrestato, al termine delle formalità, veniva associato presso la casa circondariale di Caltanissetta a disposizione dell’Autorità Giudiziaria.Ieri l’arresto è stato convalidato e per il nisseno è stata disposta la custodia cautelare in carcere

La Dia di Catania ha confiscato beni per oltre mezzo milione di euro a un 44enne siracusano ritenuto legato al clan mafioso Bottaro-Attanasio. Il suo lungo curriculum criminale, iniziato fin da minorenne, è costellato da delitti contro la persona e contro l’ordine pubblico.

In particolare, è stato già condannato in via definitiva nel 2008 nell’ambito dell’operazione “Lybra” e per associazione finalizzata al traffico di sostanze stupefacenti nell’ambito dell’operazione denominata “Hawk”, nonché destinatario di custodia cautelare in ordine al reato di tentata estorsione aggravata dal metodo mafioso.
L’odierna confisca scaturisce da complessi ed articolati accertamenti patrimoniali svolti dalla Dia e delegati dalla Direzione Distrettuale Antimafia etnea che hanno permesso di individuare il complesso dei beni riconducibili al pregiudicato siracusano in relazione al suo profilo criminale.
La confisca ha interessato un compendio aziendale operante nel settore della commercializzazione di carni, autoveicoli, conti correnti e rapporti finanziari.
Il Tribunale ha anche disposto l’applicazione della sorveglianza speciale di pubblica sicurezza per tre anni.

Da oggi, e fino al 28 novembre, in mostra on line scorci di città sconosciuti, frammenti di vita privata, memoria intima che appartiene a piccoli dettagli

Scorci di città sconosciuti in scatti che si susseguono in una sequenza “forse labirintica?”, come scrive Giuseppe Pappalardo nella presentazione della mostra “Agrigento. La città intima” di Angelo Pitrone che si può visitare da oggi, e fino al 28 novembre prossimo, sul sito on line del Centro culturale Pasolini.

“In “Agrigento. La città intima” – afferma Angelo Pitrone – Non ho voluto raccontare una città scontata, attraverso immagini che non rappresentano monumenti o paesaggi, non la città del quotidiano, della propaganda turistica o della denuncia sociale ma frammenti di una città privata, una memoria intima, nascosta, che appartiene a piccoli dettagli”.

“Le ventidue fotografie di colore di Angelo Pitrone che compongono la mostra “Agrigento. La città intima” – afferma Maurizio Masone, presidente del Centro culturale Paolini – ritraggono scorci di Agrigento sconosciuti che rappresentano i sentimenti di coloro che la abitano, che l’hanno costruita. La mostra rientra tra le iniziative che hanno l’orizzonte del 28 novembre, giorno del 40° anniversario del Centro culturale Pasolini sperando di ritrovarci in presenza, tutti insieme, in questo spazio culturale che è la nostra città, il nostro centro”.

La mostra è visitabile all’indirizzo centroculturalepasolini.it

Sulla pagina Facebook del Centro culturale Pasolini, è già disponibile una video intervista del presidente del centro, Maurizio Masone a Angelo Pitrone, che consente di conoscere il “dietro le quinte” degli scatti che ritraggono la quotidianità di una città attraverso frammenti poco noti ma che rappresentano la vita stessa di Agrigento.

Da alcune settimane, inoltre, il “Pasolini” ha avviato una campagna di crowdfunding finalizzata a sostenere le attività del centro che da anni promuove la cultura ad Agrigento.

Qui il link per fare una donazione: https://bit.ly/2U1xlAe

Dettagli biografici.

 

Angelo Pitrone si è dedicato alla fotografia di paesaggi e luoghi siciliani spesso usata come commento figurativo a celebri opere letterarie di Pirandello, Sciascia e Tomasi di Lampedusa. Ha intrattenuto rapporti con Andrea Camilleri e mantiene relazioni amichevoli e di lavoro con artisti e intellettuali, come il regista Giuseppe Tornatore e lo scrittore Matteo Collura che hanno arricchito i suoi libri fotografici con i loro commenti letterari. Numerose le mostre fotografiche personali all’estero (Francia, Stati Uniti ecc.) e in Italia, tra cui quella che ha riscosso particolare successo di pubblico al Festival della Letteratura di Mantova nel 2005.

 

Giuseppe Pappalardo, che cura la presentazione della Mostra, è collezionista di libri di cultura fotografica, esperto di fotografia contemporanea mondiale e conoscitore delle problematiche legate alla fotografia del 900’.

 

Nell’ambito dell’inchiesta cosiddetta “Waterloo” a carico di Girgenti Acque, emerge tra l’altro che sarebbero state commesse delle rotture dolose alle condotte idriche per causare disagi agli utenti e indurli a transitare dal pagamento a forfait al pagamento con i contatori. Più nel dettaglio, tra aprile e giugno 2014 i collaboratori più stretti avrebbero manomesso o danneggiato la rete idrica volontariamente, camuffando il tutto come un improvviso guasto, al fine di modificare agli abitanti il contratto a forfait con quello con i contatori, che è più vantaggioso per l’azienda. Episodi del genere avrebbero interessato il quartiere di Fontanelle, dove fu interrotta illecitamente l’erogazione dell’acqua in tre condomini. E poi in un condominio del Viale della Vittoria e nelle zone Kaos e Cumbo.

Dall’inchiesta cosiddetta “Waterloo” a carico di Girgenti Acque non emerge soltanto, come già pubblicato, che la depurazione delle acque reflue non sarebbe stata effettuata ma il relativo costo sarebbe stato indebitamente addebitato sulle bollette degli utenti, ma anche che la società Girgenti Acque, nelle richieste di contributi, avrebbe comunicato dati erronei o falsi al fine così di incrementare, altrettanto indebitamente, l’ammontare dei contributi, inducendo in errore i funzionari dell’assessorato regionale ai Servizi primari. Ad esempio, per l’anno 2008 Girgenti Acque avrebbe ottenuto dalla Regione un contributo di 7 milioni e 462mila euro con una eccedenza di 4 milioni e 901mila euro, ovvero il ricavo a danno della Regione. E per il 2009 il contributo sarebbe stato di 6 milioni e 95mila euro, con una eccedenza ingiustificata di 3 milioni e 535mila euro, con un ricavo indebito, ancora a danno della Regione, di, dunque, 3 milioni e 535mila euro.

A Ribera è allarme metadone. Durante la settimana, prima sulla spiaggia a Seccagrande e poi alla foce del fiume Magazzolo alcuni bagnanti hanno rinvenuto una trentina di flaconi vuoti di metadone, che si utilizza in particolare per la cura dei tossicodipendenti. Polizia municipale e Carabinieri della locale Tenenza hanno sequestrato le bottigliette, ma anche le confezioni di cartoncino con tutti i riferimenti sulle dosi di metadone al fine di risalire alla provenienza. Il sindaco di Ribera, Matteo Ruvolo, commenta: “Sono molto preoccupato. Ho incontrato il prefetto di Agrigento Maria Rita Cocciufa per chiedere maggiori controlli in città, specie nelle località balneari dove si incontrano migliaia di giovani”.