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I Carabinieri hanno denunciato due persone, ad Agrigento e a Raffadali, perché, sorprese senza mascherina, hanno reagito aggredendo i militari. Ad Agrigento un immigrato dalla Nigeria, nonostante gli inviti del personale, non ha indossato la mascherina in un supermercato al Villaggio Mosè. Nel corso dell’intervento dei Carabinieri, lui li ha minacciati, e poi si è scagliato contro di loro. Un carabiniere ferito è ricorso alle cure ospedaliere. Il nigeriano di 21 anni è stato denunciato alla Procura per resistenza a pubblico ufficiale e lesioni personali. A Raffadali, in via Nazionale, un uomo di 44 anni è stato sorpreso ad aggredire un commerciante che lo ha invitato ad indossare la mascherina. Lui, già in libertà vigilata, quando è stato condotto in caserma per essere identificato, si è scagliato contro i militari, e si è accanito contro mobili e suppellettili. Il 44enne, con problemi di salute, è stato sottoposto a Tso in ospedale.

Ad Agrigento, a San Leone, lungo il Viale delle Dune, è insorto un secondo, dopo il primo alcuni giorni addietro, principio d’incendio a danno di un chiosco balneare. Sono stati alcuni passanti ad accorgersi del fumo ed a telefonare ai Vigili del fuoco. Le fiamme sono state subito domate. Sul posto non sono state rinvenute tracce dell’eventuale matrice dolosa di quanto accaduto. Il chiosco è chiuso da oltre un anno. Indagano i Carabinieri.

Oggi, 25 aprile 2021, alle ore 11:00, ad Agrigento, presso  Villa Bonfiglio, è stata celebrata la cerimonia del 76° anniversario della Liberazione d’Italia, senza ospiti nel rispetto della sobrietà e delle normative sanitarie vigenti.

Il Prefetto Maria Rita Cocciufa, accompagnata dal Comandante Provinciale dei Carabinieri, Colonnello Vittorio Stingo, Comandante del Presidio Militare, nonché alla presenza di rappresentanti dell’ANPI, autorità civili e dei vertici delle Forze dell’Ordine, ha deposto una corona di alloro al Monumento ai Caduti, osservando un minuto di silenzio per celebrarne la memoria.

Non ci può essere altro modo per definire “criminale” il comportamento di chi, con  disprezzo, se ne frega delle norme anti contagio da Covid nell’interesse della salute pubblica e collettiva. A Canicattì, zona rossa e con il più alto numero di contagiati della provincia con 292 soggetti infettati, c’è chi organizza un party con tanto di grigliata all’aperto, gente gomito a gomito senza indossare la mascherina di protezione anti-Covid.

A scoprire l’assurdità a base di assembramento, cibo e bevande, sono state le pattuglie dei i carabinieri,  della guardia di finanza e della polizia. Il controllo, sempre costante da parte delle forze dell’ordine, ha dato i frutti nel pomeriggio di venerdì scorso.

Nessuno dei partecipanti al party abusivi e illegale si aspettava l’arrivo delle pattuglie. Erano tutti intenti, fregandosene che la città vive un dramma pandemico, a mangiare, bere, scherzare e ridere. Come se, appunto, il virus non esistesse.

Tutti i partecipanti alla grigliata sono stati identificati e sanzionati con 400 euro a testa.

INARSIND Agrigento (associazione nazionale sindacale degli ingegneri e degli architetti liberi professionisti), a seguito delle numerose segnalazioni giunte da ingegneri ed architetti operanti nella Provincia, sollecita le Amministrazioni a sostenere le attività dei liberi professionisti. Da ormai più di un anno l’emergenza Covid ha mutato i canali di comunicazione ed in generale i rapporti con gli Enti. Molti uffici di riferimento ancora oggi sono impreparati ad accogliere le numerose istanze provenienti dai tecnici, soprattutto per le difficoltà dovute ad uno scarso utilizzo delle procedure informatiche, si pensi che la maggior parte dei Comuni non sono dotati di piattaforme digitali

per la presentazione delle pratiche edilizie. Pur comprendendo le difficoltà riconducibili ad organici, spesso ridotti al minimo, alla mancanza di dirigenti ed allo smart working, che non prevede sistemi di interazioni in streaming, si rischia a breve di far saltare il coperchio dalla pentola. Troppe le istanze senza risposta, troppi i procedimenti che non rispettano i termini di legge. La semplificazione ha esposto i professionisti a grandi responsabilità e senza norme certe e la collaborazione degli Enti diventa complesso pensare ad un rilancio delle attività. Iniziative come il superbonus, che hanno notevolmente incrementato le opportunità di lavoro, rischiano di rimanere inespresse, si pensi ad esempio ad i templi biblici soltanto per accedere agli atti in possesso delle Pubbliche Amministrazioni per verificare lo stato di conformità degli immobili. Chiediamo pertanto alle Amministrazioni ed ai loro organi di governo un concreto impegno, di incrementare tavoli tecnici, e confronti di vario genere, al fine di trasformare i buoni propositi in azioni.

“Le società che si occupano di catering e banchetti potranno organizzare servizi a fiere, convegni e congressi da centinaia o migliaia di ospiti, alla luce del decreto che prevede dal 15 giugno il via libera alle fiere e dal primo luglio a convegni e congressi.

Le stesse aziende invece non potranno occuparsi di banchetti conviviali da poche decine di persone per matrimoni, battesimi, cresime e prime comunioni. Un paradosso contro il buonsenso ideologicamente insormontabile per Pd e M5s?”.

Lo dichiara in una nota il deputato Alessandro Pagano, vice capogruppo della Lega alla Camera

Il Cartello Sociale della provincia di Agrigento, formato dall’Ufficio di Pastorale Sociale dell’Arcidiocesi e dalla CGIL, CISL e UIL esprime la propria soddisfazione per la pubblicazione dell’esito del Bando di gara per la costruzione del nuovo viadotto Milena.
Tra le emergenze segnalate nell’ambito delle criticità che caratterizzano il sistema viario nella provincia di Agrigento e che sono state poste all’attenzione delle autorità competenti con la grande manifestazione popolare del 25 gennaio del 2020 era compreso il viadotto Milena che da diversi anni crea una strozzatura al km 39,800 della SS 189 e vede la presenza di un semaforo che regola la circolazione a senso unico alternato.
Oggi sula Gazzetta Ufficiale  è stato pubblicato l’esito del bando di gara finalizzato ai lavori di costruzione del nuovo viadotto Milena, che presenterà tre campate per 170 metri complessivi, e sostituirà quella esistente, attualmente soggetta a limitazioni della viabilità.
 I lavori di costruzione del nuovo viadotto non comporteranno ulteriori disagi in quanto verrà realizzato in affiancamento a quello esistente, che continuerà ad essere percorribile pur soggetto alle attuali limitazioni e che sarà demolito soltanto in seguito al completamento della nuova opera, in modo da non interrompere la viabilità in esercizio lungo l’importante arteria stradale.
Un altro tassello, si legge ancora nella nota del Cartello Sociale, si aggiunge alla lista delle promesse mantenute grazie all’impegno del sottosegretario Cancelleri, al ruolo di regia è di vigilanza della Prefettura e alla spinta da basso coordinata dalle forze sociali e dalla Chiesa agrigentina.
Ancora rimane tanto lavoro da fare per consentire alla provincia di Agrigento di uscire dalla marginalità nella quale è stata finora confinata ma le conquiste di questo ultimo anno consentono di guardare con fiducia al futuro.

Quest’estate non si cambia, stessa spiaggia, stesso mare, stesse regole anti-Covid del 2020. Le regole dell’anno scorso hanno funzionato, quindi da lì si deve ripartire. La proposta sulle norme che dovranno essere osservate, dai vacanzieri ma anche e soprattutto dai gestori delle strutture balneari, è stata fatta dal Coordinamento interregionale sul demanio e accettata dal Ministrero del Turismo.

Le linee guida, dunque, saranno quelle recepite dal Governo nel 2020, che hanno permesso di non chiudere alcuna spiaggia italiana per Covid.
Quindi, si tornerà al mare sempre col divieto di feste e di assembramento e con l’obbligo di prenotazione, entrando da una parte e uscendo dall’altra se si va in uno stabilimento balneare attrezzato.

È ancora previsto il divieto di uso promiscuo delle cabine, a meno che non ci sia convivenza o se si è membri dello stesso nucleo familiare, e torna il distanziamento degli ombrelloni (sembrano confermati i 10 mq di area di ombreggio per ciascun ombrellone, per esempio), l’igienizzazione di lettini e tavolini prima di un nuovo affitto.

In base ai dati, ci sono ancora 856.139 over 80 (il 18,79% degli oltre 4,5 milioni) in tutta Italia che non hanno avuto la prima dose. A livello locale, tre regioni – Emilia Romagna, Toscana e Veneto – e la provincia di Trento hanno somministrato almeno una dose ad oltre il 90% degli appartenenti alla fascia mentre 5 regioni sono sotto la media nazionale: Calabria e Sicilia, che non raggiungono il 60% e si fermano rispettivamente al 56,39% e al 57,48%, Sardegna (70,73%), Campania (72,49%) e Friuli Venezia Giulia (79,01%).
Per quanto riguarda la fascia 70-79, la provincia di Trento ne ha vaccinato il 62%, seguito dalla provincia di Bolzano (58,33%) e dall’Emilia Romagna (55,11%) . Sotto la media nazionale 9 regioni: Abruzzo, Basilicata, Calabria, Friuli Venezia Giulia, Lombardia, Sardegna, Sicilia, Umbria e Valle d’Aosta. Solo il 5,69% dei settantenni è invece stato vaccinato anche con il richiamo.
Più alti i numeri delle Rsa – dove con entrambe le dosi è stato vaccinato il 78,58% dei 365.914 residenti nelle strutture – e del personale sanitario, con il 78,44% che ha avuto anche il richiamo. In quest’ultima categoria ci sono ancora 134.674 persone che non hanno avuto neanche la prima dose e di queste 32.603 sono in Emilia Romagna, 18.530 in Sicilia, 15.734 nel Lazio.

Sulla esclusione, dalle priorità siciliane nel Recovery Plan, del completamento dell’anello autostradale Castelvetrano-Gela, riceviamo e volentieri pubblichiamo una riflessione dell’ex presidente del Consiglio comunale di Lampedusa, Andrea Claudio Montana. Una riflessione amara ma reale che evidenzia, qualora non fosse ancora evidente, l’emarginazione in cui è costretta la nostra provincia. Una emarginazione che non può essere affidata solo all’amaro fato ma trova una paternità in una classe politica che, evidentemente, risulta inadeguata per un rilancio della nostra provincia. Rilancio che rimane solo nelle parole spese nel corso delle campagne elettorali. F.C.

Leggo con notevole disappunto, talmente notevole che rasenta la rabbia, che l’autostrada Castelvetrano – Gela, che rappresenta il completamento dell’anello autostradale siciliano, non è stato inserito nel programma delle infrastrutture da realizzare con le risorse del recovery plan, il piano nazionale di ripresa e resilienza.

Stiamo attraversando un momento terribile di recessione, e questo raccordo, se venisse realizzato, aumenterebbe la capacità della nostra provincia, buona ultima in tutte le classifiche di prestigio, di affrontare e superare questo triste momento di grave difficoltà, dovuto a tante motivazioni e cause e  non soltanto al covid.

Sarebbe il volano per aiutare la crescita della nostra provincia, si  implementerebbero le imprese che vivono di turismo, si agevolerebbe il commercio che stenta a decollare, si sosterrebbero tutte quelle altre attività che non riescono a decollare per mancanza di infrastrutture connesse alla rete viaria e soprattutto si eliminerebbe quella strada Sciacca – Agrigento, ricca di pericolose curve e di semafori,  che è soltanto una vergogna presentarla a coloro che vengono a visitare la nostra provincia.

Se il governo regionale non ha segnalato come priorità all’esame del Ministero delle infrastrutture la necessità del completamento dell’anello autostradale significa che la nostra provincia viene deliberatamente tagliata fuori dai benefici del recovery plan a vantaggio di altre province e che, soprattutto, i nostri rappresentanti al Parlamento regionale e Nazionale non hanno alcuna voce in capitolo.

Sarebbe, in questo momento, molto bello, ed è ciò che auspichiamo e suggeriamo, superando gli schieramenti politici, vederli tutti assieme, uniti dal comune amore ed interesse per la propria terra, protestare il loro malcontento alla Regione ed al Governo, minacciando, nel caso non venisse accolta la loro richiesta, ribadiamo vitale per lo sviluppo futuro della provincia, anche le dimissioni in massa quali deputati o senatori.

Si tratta soltanto di dimissioni, che tra l’altro non comportano la perdita dei privilegi già maturati, e darebbero un senso coerente e positivo al mandato che i cittadini hanno loro elargito.

Nel caso non si riuscisse ad ottenere l’inserimento del completamento di questo raccordo, ripeto vitale per il futuro  delle provincia, consigliamo ai giovani di tenere sempre preparata la valigia ed essere pronti ad abbandonare la propria terra in cerca di un’altra che possa loro offrire miglior fortuna.

 Andrea Claudio Montana