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Le motivazioni di due diversi collegi del Tribunale del Riesame saranno rese note entro 45 giorni, nell’ambito della maxi inchiesta “Waterloo”, sul cosiddetto sistema “Marco Campione”, e sulla presunta “rete” criminale che, secondo la Procura di Agrigento, sarebbe stata messa in piedi dall’ex presidente di “Girgenti Acque”.

L’ultima decisione adottata dal Riesame, riguarda Pietro Arnone, 58 anni, ex amministratore di “Hydortecne”, e responsabile dell’Ufficio legale di “Girgenti Acque”. Anche lui è stato rimesso in libertà, come gli altri sette fermati.

Adesso gli otto fermati da carabinieri, Dia, e Guardia di finanza, sono tutti liberi. Qualche ora prima era tornato in libertà, sempre per effetto della decisione del Riesame, il personaggio chiave dell’operazione, l’imprenditore agrigentino Marco Campione, 60 anni.

Protestano gli Esecutivi di Fai Cisl, Flai Cgil e Uila Uil Sicilia, riuniti in videoconferenza dai segretari Pierluigi Manca, Tonino Russo e Nino Marino alla presenza dei segretari regionali di Cgil, Cisl e Uil Alfio Mannino, Sebastiano Cappuccio e Claudio Barone. Fai-Flai-Uila, che annunciano un presidio per venerdì 23 dinanzi all’Assemblea Regionale a Palermo auspicando “dialogo e confronto con il presidente dell’Ars e i capigruppo”.

“Promesse mai mantenute”
I sindacati denunciano: “Il Governo Musumeci ha approvato dopo anni di annunci e di bluff, riforme promesse e mai mantenute, un disegno di legge che non abbiamo mai potuto discutere nei suoi contenuti prima del passaggio in Giunta. E dopo questo passaggio s’è materializzata l’ultima… pinocchieria: presentare in un comunicato ufficiale quella proposta come frutto, riportiamo testualmente, di un preventivo confronto con le parti sociali. Conosciamo già il testo inviato al Parlamento regionale e pubblicato sul sito ufficiale dell’ente, in attesa di benevolo disvelamento della proposta da parte dell’assessore all’Agricoltura che ci ha convocati per martedì 13. Noi andremo per rispetto all’istituzione e senso di responsabilità, ma diremo che la Regione vuole dotarsi di norme inutili. Anzi, controproducenti per i lavoratori e per i cittadini siciliani. La logica di questa riforma va ribaltata, o siamo pronti a una grande mobilitazione per settembre dopo un percorso di assemblee unitarie in tutte le province con le lavoratrici e i lavoratori che avrà inizio sin dai prossimi giorni”.
“Nessun confronto”
Gli Esecutivi delle tre organizzazioni di categorie aggiungono: “Esibire una copertina o poco più non si può certo chiamare confronto, che adesso ci auguriamo possa svilupparsi seriamente con il Parlamento regionale. Vogliamo subito dire la nostra. Sia chiaro, quindi, come questa sbandierata riforma a costo zero nasca morta perché tradisce le attese delle centinaia di amministrazioni locali, che hanno sottoscritto la nostra proposta di investimento sulla difesa dell’ambiente e sulla lotta al dissesto idrogeologico. Evidentemente, però, il Governo Musumeci confonde investimenti con spese. E intanto punta a un blocco indiscriminato del turn-over che mira ad azzerare il Servizio Forestale Pubblico, con il rischio del tutto evidente di futuro ricorso alle privatizzazioni che rappresentano un salto nel buio”.

“Il disegno di legge – sottolineano ancora – prevede, oltre alle tradizionali attività di manutenzione e antincendio, che i forestali svolgano non meglio precisate mansioni di protezione civile e contrasto al randagismo. La nostra proposta, ormai da anni a disposizione delle forze politiche regionali, indica tra le competenze della Nuova Forestale la manutenzione e l’antincendio, gli interventi contro il rischio idrogeologico anche in aree demaniali non incluse nel patrimonio forestale, il recupero dei terreni abbandonati, la gestione produttiva del demanio forestale, la valorizzazione di parchi e riserve. La differenza ci sembra evidente”.

“Fumo negli occhi da Musumeci”
“Sia chiaro, poi, che è un chiaro ed evidente errore prevedere lo smantellamento della quota, peraltro minima, di forestali a tempo indeterminato attualmente in organico che sono la spina dorsale del comparto. Su di essi, infatti, s’impernia la gestione dei cantieri forestali e dei magazzini, degli autoparchi e dei centri operativi, oltre al necessario e mai sufficiente presidio permanente dei boschi. Senza parlare del supporto indispensabile che assicurano alle Direzioni lavori. Pensare di eliminare il contingente LTI vuol dire smantellare la Forestale in Sicilia negando, peraltro, le legittime aspettative dei lavoratori per la stabilizzazione”.

“Quando la Sicilia brucia – concludono Fai, Flai e Uila – non serve che il presidente Musumeci getti fumo negli occhi. Ce n’è già abbastanza a causa dei roghi!”.

Pensate ad un territorio colpito dal terremoto con la Protezione civile che si ferma la domenica nel rispetto del riposo settimanale e adesso pensate alla gravissima emergenza di Favara con i cittadini e, di più, i bambini costretti a vivere tra i rifiuti in piena estate con il fetore che toglie il respiro e provate a trovare la differenza tra il terremoto e il caso Favara, che io non trovo.

Oggi è domenica anche davanti ad una situazione insostenibile e drammatica su tanti aspetti.

Alla sindaca e ai favaresi è stato detto “pensateci voi”, scusatemi ma così rende poco il concetto, meglio ricorrere alle nostre colorite forme dialettali “futtitivilla vandri”. E la sindaca ha fatto quello che doveva fare: l’ordinanza urgente e contingente, ha raschiato il barile e ha pagato acconti al gestore del servizio di igiene ambientale e alla discarica Traina.

Intanto dell’emergenza Favara ne hanno parlato la stampa locale, regionale e nazionale. Non credo ne abbiamo discusso all’Ars, nelle commissioni regionali e nel governo regionale come di una pericolosa situazione da risolvere con immediatezza.  Musumeci non doveva e non deve attivare la macchina della Protezione civile o chiedere aiuto all’esercito, dovrebbe, almeno, fare arrivare prima di subito i fondi previsti per i Comuni e altri speciali per pagare i netturbini che’ a Favara è accaduto un bordello di enormi proporzioni.

Superata la crisi, spetterà ai favaresi evitarne il ripetersi, semplicemente pagando il servizio dopo che quest’ultimo sarà reso davvero a regola d’arte, che’ la Tari non è stata pagata, anche, per la scarsa qualità della pulizia, dai costi elevatissimi. Scarsa qualità del servizio che l’amministrazione comunale ha, recentemente, più volte denunciato… Doveva farlo prima.

Insomma, i favaresi, dal canto loro, hanno capito come funziona il “gioco” e sanno che dall’emergenza di esce con l’aiuto della Regione, caro presidente Musumeci. Del resto un po’ di responsabilità appartiene al Governo regionale e al suo piano rifiuti.

Oggi, intanto, è domenica …

@ siciliaonpress

 

Servizi incrementati rispetto al normale potenziamento previsto per oggi, con una maggiore attenzione delle forze dell’ordine su tre zone della città: quella della movida del centro storico, fra la Magione e piazza Sant’Anna; l’area fra il Politeama e il Teatro Massimo e la zona di Valdesi e Mondello.

Palermo si prepara così alla finale degli Europei di calcio Italia – Inghilterra che si giocherà questa sera. I contagi da Covid sono tornati a crescere e il sindaco Leoluca Orlando, con un’ordinanza, ha vietato i maxi schermo per evitare assembramenti e festeggiamenti senza limiti, già visti dopo la vittoria con la Spagna di martedì, quando centinaia di tifosi si sono riversati per le strade del centro.

Alla riunione del Comitato per l’ordine e la sicurezza è stato stabilito un piano per oggi che coinvolge polizia, carabinieri, guardia di finanza e polizia municipale. Dalla questura fanno sapere che si saranno controlli a piazza Sant’Anna, Caracciolo e Magione e in più ci saranno aliquote di reparto mobile in piazza Castelnuovo e piazza Verdi per evitare che il comprensibile entusiasmo della gente possa determinare situazioni di assembramento pericoloso per la salute pubblica.

Ore 3 del mattino sulla statale 115 dove nei pressi della Cementaria a Porto Empedocle, c’è stato un incidente frontale, tra due auto, una Fiat Panda e una Renault Twingo, con all’interno 4 giovani tutti feriti, e poi trasportati al pronto soccorso dell’Ospedale San Giovanni di Dio di Agrigento.

Sul posto le forze dell’ordine che ancora indagano sulle dinamiche dell’incidente e stanno verificando se i 4 fossero sotto eventuali effetti di alcol e droghe

 

 

 

Tarda notte, in Piazza Elena a Licata, sono dovuti intervenire i poliziotti, per assembramento di persone, molte nei locali della zona a consumare bevande e superalcolici, ed anche risse.

Gli agenti di Polizia, per prevenire incidenti, hanno fatto allontanare le persone presenti, controllando che tutto si svolgesse in modo regolare, e considerata la condizione di assembramento, ai locali pubblici nelle vicinanze della piazze, è stato intimato di somministrare bevande alcooliche oltre a sospendere la vendita.

 

 

 

La Procura della Repubblica ha affidato all’ingegnere Roberto Bruno l’incarico di ricostruire la dinamica dell’incidente che lo scorso 21 giugno è costato la vita al medico anestesista Mauro Granata, di 44 anni, volato giù dal viadotto Bagni mentre a bordo della sua Mercedes stava uscendo dal centro urbano cittadino per immettersi sulla strada statale 115.

Il pubblico ministero Brunella Fava ha disposto una consulenza tecnica incaricando il professionista di accertare cause e modalità del sinistro, eventuali violazioni del codice della strada, le condizioni dell’asfalto e del muretto che delimita la carreggiata, e le relative eventuali responsabilità. Il tecnico è già stato a Sciacca per fare specifici accertamenti sul luogo dell’incidente. Il tecnico si è riservato sessanta giorni di tempo per stilare una dettagliata relazione da consegnare al magistrato che poi assumerà le decisioni di rito.

Hanno nominato due consulenti di parte anche i familiari della vittima: la madre ed i fratelli della vittima, assistititi dall’avvocato Luigi La Placa, hanno nominato l’ingegnere Alberto La Carrubba, mentre la moglie ed i figli minori, assistiti dall’avvocato Rino Ciancimino, avranno l’assistenza tecnica dell’ingegnere Damiano Marinello.

49enne di Agrigento, condannato a 3 mesi di reclusione, pensa sospesa con la condizionale, per aver minacciato moglie e uno dei figli avuto dalla donna, attraverso messaggini e post pubblicati sui social. Le minacce, erano iniziate nel 2016 dopo la separazione dei conuigi e si erano protratte nel tempo

La pena è stata inflitta dal giudice monocratico del Tribunale di Agrigento, Rossella Ferarro.

Esulta il deputato regionale Nicola D’Agostino per una legge che sta prendendo forma in Sicilia e che prevede l’introduzione nelle scuole dell’isola dell’insegnamento della lingua e cultura siciliane nelle scuole. Si tratta dell’applicazione delle leggi nazionali sull’autonomia scolastica siciliana, introducendo quindi nuove materia negli istituti siciliani. Per il parlamentare, che aveva proposto questo disegno di legge che poi fu votato dall’Ars nel 2011 si tratta di un passo avanti verso il compimento dell’autonomia nel recupero della tradizione culturale.
“Storia, lingua e letteratura siciliana finalmente applicata”
“Grazie al Presidente della Regione Nello Musumeci e all’assessore all’Istruzione Roberto Lagalla – commenta D’Agostino, capogruppo di Italia Viva all’Ars – per le iniziative intraprese dopo l’oblio del predente governo regionale guidato da Rosario Crocetta. Finalmente la legge da me proposta e dall’Ars votata nel 2011, durante la presidenza di Raffaele Lombardo, prende vita. Nasceva dalla possibilità data dalla riforma Gelmini di poter personalizzare le attività dell’orario scolastico. L’input politico era quello di approfondire storia, letteratura e lingua siciliana: un patrimonio culturale sottovalutato dai libri di istruzione tradizionali. Adesso che centinaia di docenti sono formati e che libri e siti aiuteranno nel reperimento delle fonti inizia un percorso di conoscenza e consapevolezza che interesserà le nuove generazioni”.

Cosa prevede il testo della legge
Il disegno di legge in questione che fu votato favorevolmente 10 anni fa si propone di promuovere la valorizzazione e l’insegnamento della storia, della letteratura e della lingua siciliana nelle scuole di ogni ordine e grado. A tal fine, sono previsti appositi moduli didattici, all’interno dei piani obbligatori di studio definiti dalla normativa nazionale, nell’ambito della quota regionale riservata dalla legge e nel rispetto dell’autonomia didattica delle istituzioni scolastiche. La storia, la letteratura e la lingua siciliana sono così individuati come strumenti didattici di valorizzazione dell’identità siciliana e come tratti distintivi del sistema educativo dell’Isola, in relazione alla quota regionale dei piani di studio personalizzati prevista dalla legge, così valorizzando la specificità della nostra cultura e l’autonomia delle Istituzioni scolastiche.

Il ddl povertà varato dall’Ars è una risposta alla domanda di aiuto di chi è in difficoltà.
Adesso cerchiamo di non trovare peli nell’uovo tanto per bloccarlo, se ci sono problemi reali si trovano le soluzioni”.

Lo ha detto il presidente dell’Ars, Gianfranco Miccichè, alla conferenza stampa organizzata dalla Comunità di Sant’Egidio a Palermo sul disegno di legge contro la povertà e l’esclusione sociale che nei prossimi giorni diventerà legge a tutti gli effetti con la pubblicazione in Gazzetta Ufficiale.
“Siamo di fronte alla situazione più difficile vissuta a livello economico dal dopoguerra a oggi – ha spiegato Miccichè – è un segnale di attenzione nei confronti di un problema che non va sottovalutato e che rischia di aumentare nei suoi numeri.
Sant’Egidio, Caritas, Biagio Conte e così via ci dicono che c’è la creazione di una nuova classe di povertà, di chi prima donava la busta di latte e ora va a chiederla. La situazione attuale in tempo di pandemia non mi consente di essere ottimista”.