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I neroverdi nei minuti di recupero, poco prima del triplice fischio finale, cedono all’Akragas il successo al termine di una partita che Coco e compagni hanno giocato con grande determinazione e sacrificio, a conferma del buon momento di forma.

Dopo un primo tempo nel corso del quale lo Sciacca ha cercato con ordine di controllare il quotato avversario e correre meno rischi possibili, senza disdegnare veloci ripartenze, nel secondo tempo l’Akragas ha cominciato a pressare con maggiore determinazione ed a creare alcune occasioni da rete sventate da Zummo e da un’arcigna difesa.

Nel finale di partita i neroverdi in contropiede hanno sfiorato la rete del vantaggio quando Nicosia tutto solo si è visto respingere il tiro dal portiere avversario. In pieno recupero, oltre i cinque minuti assegnati dall’arbitro, dopo aver protestato per un dubbio calcio di rigore non concesso allo Sciacca, è poi arrivato il gol di Semenzin, la rete che ha dato la vittoria ai padroni di casa.

Olivi, viti, mandorli, capperi, miele, agrumi e le api alla Valle dei Templi sono di casa: la terra antica li ha accolti da sempre, sono cresciuti fianco a fianco, compagni inseparabili dei templi, delle mura imponenti, delle necropoli; i mandorli fioriti sullo sfondo dei templi – proprio in queste settimane – sono uno spettacolo difficile da dimenticare, e così anche le forme aggrovigliate degli antichi ulivi da cui si ricava un olio premiato. La Valle va letta nella sua completezza straordinaria, sito archeologico unico al mondo ma anche un parco paesaggistico di 1300 ettari, tutelato dall’UNESCO, dove la Natura è ancora padrona indiscussa: nel 2017 la Valle ha ricevuto il prestigioso Premio Nazionale del Paesaggio, con il progetto Agri Gentium: Land­scape Regeneration, quale migliore espressione della cultura del paesaggio italiano.

Era dunque quasi inevitabile che nascesse DIODOROS – il nome rende omaggio allo storico greco Diodoro Siculo –: una linea (unica come idea, concept, progetto) di prodotti enogastronomici con il marchio della Valle dei Templi di Agrigento. Un’avventura unica al mondo. Altri siti archeologici dedicano spazi a singole colture, ma nessuno ha creato o possiede una linea così strutturata e variegata. Avventura che adesso è raccontata anche in un picture-book affascinante, un vero viaggio per immagini nel cuore di un progetto-pilota che è già studiato come case-history.

Il volume  “Diodoros. Un tesoro da scoprire nella Valle dei Templi” pubblicato dal parco archeologico e paesaggistico Valle dei Templi, si fonda sulle fotografie e i testi realizzati da Eduardo Cicala, con la partecipazione di Fabio Gulotta. Un condensato inestricabile di storia, fascinazione, informazioni organolettiche e mitologia, ma soprattutto un racconto della terra e dei popoli, che si completa con una serie di ricette di chef del territorio che scelgono i prodotti Diodoros per i loro piatti.

Il volume è stato presentato stamattina (domenica 12 febbraio) – nel corso di un panel sulla Costa del Mito nel sud della Sicilia, alla BIT. Borsa internazionale del Turismo a FieraMilano – dal concessionario del marchio DIODOROS, Fabio Gulotta.

Il marchio ed il logo di Diodoros, identificano la Valle dei Templi, sono uno degli elementi identitari del territorio. Raccontiamo così 2600 anni di storia in cui il Parco ha visto crescere le sue biodiversità, e che oggi finalmente recuperiamo. Un unicum di archeologia e paesaggio – spiega in collegamento il direttore del Parco archeologico e paesaggistico Valle dei Templi, l’architetto Roberto Sciarratta -, perché affianca alle bellezze monumentali, la scoperta del progetto Diodoros; un legame esperienziale che trova una sede a Casa Barbadoro, il cuore di questo nuovo modo di abbracciare la Valle”.

DIODOROS è un progetto innovativo di sostenibilità ambientale e di salvaguardia della biodiversità, che utilizza terreni e spazi incolti del grande parco archeologico, liberi da reperti e immuni da campagne di scavo, affidandoli a cooperative e aziende del territorio: il “paniere” accoglie ormai una ventina di prodotti diversi e di alta qualità, con un branding riconoscibile, un marchio collettivo registrato e un disciplinare rigoroso: olio e vino, miele, mandorle e pistacchi, capperi, erbe aromatiche e spezie, marmellate e confetture, creme dolci, succhi, legumi e, da pochissimi mesi, persino la pasta di grani antichi. Ormai DIODOROS è una case-history: un modo per “leggere” la Valle e arricchirla in maniera straordinariamente sensoriale, divenendo un modello di sviluppo turistico che procede di pari passo con le visite condotte dagli archeologi, i percorsi alternativi, l’apertura della Valle dall’alba al tramonto.

Della Valle dei Templi è facile innamorarsi e non si potrà mai dire di conoscerla totalmente perché non esiste un’unica esperienza di visita, ma infinite possibilità che possono collegarsi l’una all’altra, e nel caso di DIODOROS, seguiranno il mutare delle stagioni, e delle coltivazioni. Sarà un’offerta turistica sostenibile, modulabile, e mai uguale alla precedente” interviene Letizia Casuccio, direttore di CoopCulture (concessionaria dei servizi aggiuntivi del Parco) che ricorda come in Valle è possibile fruire anche di visite guidate – in aprile anche ai cantieri di scavo – i percorsi sensoriali tra le eccellenze del territorio, le audioguide e le app in più lingue, le esperienze straordinarie in estate, come l’alba o il tramonto sullo sfondo dei templi, i virtual tour guidati da archeologi a distanza. In linea con il progetto DIODOROS, saranno presto disponibili sul sito www.coopculture.it anche le visite “Archeologia & sapori”: l’aperitivo al crepuscolo con i prodotti nati nella Valle, al termine della bellissima esperienza nelle necropoli che non sono parte dell’abituale percorso dei visitatori. In questo caso entra in gioco Casa Barbadoro, l’ultimo nato tra i progetti della Valle, che entrerà a regime in primavera: un hub di cultura enogastronomica in uno spazio recuperato sotto il Tempio della Concordia, immerso nella macchia mediterranea, vero incubatore di cultura in una casa rurale. Per far conoscere le eccellenze, i produttori, sapori e odori del territorio, avviare esperienze reali, immersive, complete: la visita dei templi potrà così essere completata e ampliata da un percorso sensoriale di conoscenza del territorio.

I PRODOTTI

Un vero “paniere” che accoglie l’olio pregiato, un blend piccante di Ogliarola messinese e Biancolilla con sentori di campo, premiato da Slowfood; i capperi spontanei, piccini e profumati; le mandorle colme di proprietà benefiche, oltre 250 cultivar diverse che sposano i cugini pistacchi; il miele da ape nera sicula, che è andato a ruba; e il vino della Valle, un rosso affinato in barile, blend IGT da Nero d’Avola, Nerello Mascalese e Nerello Cappuccio coltivati ai piedi del tempio di Giunone e affinato in rovere; gli agrumi che danno succhi profumati, ma anche bucce candite e polveri che insaporiscono i piatti; i fichi d’India dolcissimi che un domani presteranno i fiori alle tisane. E i profumi, tantissimi: ci si immerge nel rosmarino, nel timo, poi alloro, salviaorigano, peperoncino; lo zafferano che si raccoglie ancora a mano; per arrivare ai legumi antichi che ormai si ricordano solo i nostri nonni, e alla pasta, ultima nata, dal sapore indimenticabile. I prodotti Diodoros si possono acquistare su www.parcovalledeitempli.it, su www.diodoros.shop.it e nei bookshop gestiti da CoopCulture nella Valle dei Templi.

Grave incidente sul lavoro a Canicattì. Un operaio di quarantaquattro anni, Antonio Catalano, originario di Mussomeli, è rimasto ferito dopo essere caduto dal tetto di un capannone.
L’uomo, dipendente di.un’azienda, è finito di sotto dopo un volo di quasi otto metri, riportando fratture alle gambe e un trauma cranico. Teatro dell’incidente è contrada Aquilata, nella zona periferica di Canicattì. Sul posto sono intervenuti i sanitari che hanno immediatamente disposto il ricovero all’ospedale “Barone Lombardo”.

L’operaio è stato poi trasferito in elisoccorso al presidio ospedaliero “Sant’Elia” di Caltanissetta, dove adesso si trova ricoverato nel reparto di ortopedia. Non dovrebbe essere in pericolo di vita. La Procura di Agrigento ha aperto un fascicolo d’inchiesta. Ad occuparsi delle indagini sono i poliziotti del Commissariato canicattinese diretto dal commissariato capo Francesco Sammartino.

Intanto grazie! Grazie alla Prefettura, Maria Rita Cocciufa; grazie alla Questura, Rosa Maria Iraci; grazie alla Procura, Salvatore Vella, alla Squadra, Mobile Giovanni Minardi e a tutta la sua truppa per la tempestività avuta rel rintracciare quei criminali di ieri sera i quali, attraverso le loro “gesta” hanno messo in ginocchio una intera città che adesso è davvero molto preoccupata.

Il video che ancora gira ovunque lascia tutti sgomenti, annichiliti e soprattutto impauriti per quello che scaturisce da quelle iscene; soprattutto la violenza di alcuni dei criminali i quali sono pronti ad uccidere chicchessia in qualsiasi momento. Si, ad uccidere. Una violenza bestiale raramente vista. Lo ribadiamo ancora, l’opinione pubblica è sgomenta ed ha paura.

I criminali sono stati acciuffati per essere identificati e denunciati. Ancora all’appello mancano un paio di delinquenti che ancora non sono stati rintracciati. Tutti giovani dai 20-25 anni, dal futurro piuttosto nero come la pece.

Tra i criminali ci sono alcuni recidivi e questo è un fatto estremamente emblematico. Ciò vuol dire che la semplice denuncia per questi energumeni è come bere una tazza di caffè. Nè più nè meno. Grave, gravissimo.

Manca la flagranza di reato e mancano ricoveri ospedalieri per poter prendere provvedimenti seri nei confronti di questi criminali.

Allora, perdonateci, a cosa è servito quel video impressionante?

Istituzioni, la città è davvero preoccupata.

 

“Sbalordito, sconcertato, amareggiato.
E’ questo il mio stato d’animo dopo aver visto il drammatico video che sta impazzando ovunque. Spero che questi poveri idioti e disadattati vengano immediatamente identificati e “paghino” questi comportamenti delinquenziali accaduti ieri sera in centro città.
Ho già parlato con le autorità competenti. Sono fiducioso”.
Sono le parole del sindaco di Agrigento Franco Miccichè a seguito della rissa di stanotte nella movida agrigentina e che lascia in pieno sconforto gli agrigentini.

“Da ore visualizziamo sui social le immagini dell’inaudita violenza  scatenatasi ieri sera nel cuore della nostra città.E’un miracolo che le conseguenze di quanto visto,per l’efferatezza che ne traspare,non siano sfociate in conseguenze ben più gravi. Non e’certo il primo caso, in questi ultimi mesi. Noia, disagio, o cosa?
Urge interesse concreto di TUTTE le Istituzioni, partendo da quella di base, la Famiglia, perché non ve siano degli altri.
Occorrera’ seriamente, ciascuno con le proprie competenze e con gli strumenti in possesso, indagare le ragioni originanti tanta  disarmante ferocia,intervenendo per contenerne gli effetti”.
Lo dichiara Daniela Catalano, già presidente del Consiglio comunale di Agrigento.

Preoccupa di più la violenza che questi energumeni fanno uscire dai loro corpi. Guardando questo video non si capisce com’è che non c’è scappato il morto. Alle Forze dell’ordine chiediamo provvedimenti durissimi e ai magistrati chiediamo pene severissime.

Nessun altro commento.

Si è suicidato con un’arma da fuoco, vicino a una caserma dei carabinieri, l’uomo sospettato di avere ucciso le due donne a Riposto, nel Catanese. Secondo quanto si è appreso aveva una relazione extraconiugale con la prima vittima, la donna assassinata in un’auto sul lungomare Pantano, che aveva 48 e non 43 anni come appreso in un primo momento. L’uomo, ufficialmente in corso di identificazione, si è suicidato davanti la caserma dei carabinieri di Riposto. Gli investigatori ritengono probabile lo abbia fatto con la stessa arma con cui ha ucciso le due donne. Intanto sono state rese note le identità delle vittime. Sono Carmelina Marino, 48 anni, assassinata dentro la sua auto, una Suzuki Ignis, nel lungomare Pantano, e Santa Castorina, di 50 anni, ferita mortalmente, in via Roma, dopo essere scesa dalla sua vettura, una Fiat Panda.

Indagini sono in corso per accertare dinamiche e movente e se i due episodi siano collegati tra loro. Sul posto sono presenti i carabinieri del comando provinciale di Catania.

“Anche Agrigento torna al centro dell’agenda regionale grazie ad una norma della finanziaria a firma dell’On. Carmelo Pace.

Mi riferisco alla previsione di un fondo specifico per il centro storico di Agrigento per un importo di 1,4 milioni, oltre che di un capitolo dedicato ai siti UNESCO di ben 20 milioni di euro.

La norma impone l’utilizzo di questi fondi per la realizzazione e la manutenzione straordinaria di infrastrutture urbane, lo sottolineo per evidenziare la conoscenza e la sensibilità dell’Onorevole Pace nei riguardi del nostro territorio.

Un finanziamento importante, dunque,  che servirà a tutelare e valorizzare non solamente la Valle dei Templi ma la città dove sorge il sito Unesco nel suo complesso.

Ringrazio l’On. Pace per questo importante risultato ottenuto a vantaggio della città di Agrigento e delle altre realtà Siciliane dove insistono i siti Unesco”.

Lo dichiara Maurizio Buggea, commissario cittadino della Democrazia Cristiana.

Gli italiani sprecano il 12% di cibo in meno rispetto a un anno fa, complice l’inflazione. Secondo il report ‘Il caso Italia’ 2023 di Waste Watcher, nella pattumiera finiscono ancora 75 grammi di cibo a testa al giorno per un totale di 524,1 g settimanali, per un valore di 6,48 miliardi di euro. Tra gli alimenti più spesso sprecati, svettano la frutta fresca (3,4 grammi al giorno) e il pane (2,3 g), insalata, verdure, aglio e cipolle. Non a caso più di un italiano su 3 (35%) ha tagliato gli sprechi adottando a casa soluzioni per salvare il cibo e recuperare quello che resta a tavola (dati Coldiretti).

Adesso vi invitiamo a seguire dieci consigli contro lo spreco alimentare.

  1. Preparare la lista per comprare solo il necessario. La prima regola per non sprecare è programmare e attenerci a ciò che ci serve realmente.
  2. Andate al supermercato con una lista della spesa pronta, avendo già pianificato i pasti della settimana, e non a stomaco vuoto, evitando così di riempire il carrello di prodotti non necessari.Occhio alla data di scadenza. È importante scegliere alimenti freschi solo se sappiamo che li consumeremo subito, controllando sempre la data di scadenza del prodotto. Altrimenti orientiamoci su alimenti con una vita residua più lunga.
  3. Stiamo attenti alle offerte e ricordiamo che convengono solo se siamo certi di consumare effettivamente il prodotto.Conciliare risparmio, stagionalità e nutrizione. Scegliete verdure di stagione – in inverno cavolo, verza, broccoli, finocchi – e i legumi che sono nutrienti, hanno una durata più lunga e sono economici. Tra le carni, prediligete quella bianca, che è ricca di proteine e aminoacidi, povera di grassi ed è la più amica del portafoglio. Per il pesce, oltre a programmare bene l’acquisto in modo da cucinarlo in giornata, riscoprite il pesce azzurro, di cui il nostro mare è ricco, e rappresenta un vantaggio anche in termini di sostenibilità. Quindi, acciughe, sardine, palamita, spatola, sgombro, lampuga . Un toccasana per gli Omega 3 e i cui effetti sono riconosciuti anche sul sistema cardiovascolare.
  4. Ogni alimento va al suo posto. Una volta ritornati a casa riponete gli alimenti con cura così da riuscire a conservarli più a lungo. E allora: frutta e verdura nei cassetti più in basso nel frigorifero, pesce e carne cruda in basso al primo ripiano in uno specifico contenitore e ben separati da altri alimenti; carne cotta al secondo; affettati e formaggi più in alto; conserve aperte e uova ancora più su. In frigo le carni non hanno tutte lo stesso tempo di conservazione: pezzi interi di bovino restano freschi in frigo anche 5-6 giorni. Fettine, pollo e affettati invece andrebbero consumati entro 3 giorni. Hamburger e polpa macinata sono prodotti molto delicati: se non si ha la certezza di consumarli nei successivi 2 pasti, meglio congelarli.
  5. Programmare un menù settimanale. Conoscere sé stessi è fondamentale. Per non sprecare bisogna imparare a capire il proprio appetito e a non cucinare più del dovuto. Stilare un menu settimanale può aiutarci a programmare i pasti ed evitare di cucinare più del dovuto.Tra i cibi più sprecati ci sono frutta e verdura. Impariamo a non buttarle se le vediamo ammaccate o appassite: proviamo a preparare marmellate, composte e minestroni. Spesso anche le foglie possono essere commestibili come quella del broccolo romanesco.
  6. Se ci avanza qualcosa, usiamo la creatività! Proviamo a fare come i nostri nonni, realizzando ricette di recupero. Le carni bianche si prestano perfettamente all’arte del riciclo: se ci avanza del pollo lesso possiamo optare per una sana insalata anche delle crocchette o dei nuggets, tritando il pollo avanzato con del pane a pezzi e una cipolla, e friggendo in olio bollente. O ancora in un condimento di un sandwich magari con della salsa guacamole. Vale anche per il pollo arrosto! Ricordiamoci però che il pollo già cotto va scaldato molto bene prima di utilizzarlo nelle preparazioni.
  7. Non interrompere la catena del freddo è fondamentale per la corretta conservazione di carne, salumi e cibi freschi in generale. Per la carne è sempre meglio attrezzarsi con una borsa termica per il trasporto e riporre subito gli alimenti in frigo una volta tornati a casa.
  8. Cerchiamo di acquistare il più possibile alimenti interi e non parti. Ad esempio, proviamo a prediligere frutta intera dal mercato e non sbucciata e già porzionata. Se siamo in più persone prediligiamo il pollo intero, che può essere usato, come ciinsegnano le nonne e gli chef, in tutte le sue parti.
  9. Il congelatore è l’alleato anti-spreco. Se non riusciamo ad utilizzare determinati alimenti congeliamoli prima della scadenza.
  10. Usiamo fette e monoporzioni, ben separate l’una dall’altra, con l’aiuto di contenitori ermetici o sacchetti appositi per proteggere la carne dalla disidratazione. I tempi di conservazione in freezer variano a seconda dell’efficienza dell’elettrodomestico (riconoscibile dal numero di stelle sull’apparecchio e sul libretto dell’istruzioni) e del tipo di carne.

Manlio Cardella