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Il Tribunale di Agrigento ha assolto, “perché il fatto non sussiste”, L N, sono le iniziali del nome, 47 anni, di Porto Empedocle, imputato di violenza sessuale a danno della cognata, 19 anni all’epoca dell’ipotesi di reato, ovvero il 30 giugno del 2017, che sarebbe stata trascinata con la forza da lui sul letto, e poi, dopo essere stata picchiata, sarebbe stata vittima di palpeggiamenti al fine di consumare un rapporto sessuale, ma lei sarebbe riuscita a divincolarsi. All’imputato, difeso dall’avvocato Luigi Troia, è stato contestato anche il reato di lesioni, nel frattempo però caduto in prescrizione.

Il Tribunale di Agrigento, nell’ambito dell’inchiesta antidroga tra Realmonte e Porto Empedocle cosiddetta “Creme Caramel”, ha assolto, anche per prescrizione, 28 imputati, e ne ha condannati due. In particolare sono stati inflitti 7 anni di reclusione a Giovanni Zambuto, 48 anni, di Realmonte, e 6 anni e 6 mesi ad Alessandro Iacono, 27 anni, di Realmonte. Il pubblico ministero, Sara Varazi, nel corso della requisitoria ha proposto al Tribunale la condanna di 11 imputati.

Com’è ormai noto alle cronache, a seguito dell’inchiesta Vultur – che aveva visto imputati diversi presunti esponenti della cosca mafiosa operante nel territorio di Camastra (AG) – il Ministero dell’Interno aveva proposto l’adozione di un decreto di scioglimento del Consiglio comunale per infiltrazioni mafiose, e con separato provvedimento, aveva chiesto, dinanzi al Tribunale civile di Agrigento, l’irrogazione della sanzione della incandidabilità nei confronti del Sindaco, rag. Angelo Cascià, e del Vice Sindaco, rag. Vincenzo Urso, allora in carica presso il Comune colpito dal decreto di scioglimento.

I sig.ri Cascià ed Urso, costituitisi in giudizio con il patrocinio degli Avv.ti Girolamo Rubino, Massimiliano Valenza e Mario La Loggia, avevano respinto tutte le contestazioni formulate dalla Prefettura di Agrigento, e sostenuto la piena regolarità della gestione amministrativa posta in essere dall’Amministrazione guidata dai sig.ri Cascià ed Urso.

Il Tribunale di Agrigento, accertata la totale infondatezza degli addebiti mossi dal Ministero, in piena adesione alle tesi difensive degli Avv.ti Rubino, Valenza e La Loggia, aveva respinto la proposta del Ministero, condannando l’Amministrazione al pagamento delle spese di lite.

La superiore statuizione veniva poi confermata dalla Corte d’Appello di Palermo che rigettava il reclamo proposto dal Ministero dell’Interno, volto alla riforma del precedente decreto reso dal Tribunale di Agrigento, e condannava la medesima Amministrazione alla refusione di oltre cinquemila euro di spese processuali, in favore dei signori Cascià ed Urso.

La Prefettura di Agrigento, tuttavia, non provvedeva a liquidare le suddette somme così costringendo i sig.ri Cascià ed Urso a ricorrere nuovamente in giudizio, sempre assistiti dagli Avv.ti Girolamo Rubino e Massimiliano Valenza, al fine di ottenere l’esecuzione del suddetto decreto nella parte in cui, appunto, la Corte di Appello di Palermo, confermando il precedente reso dal Tribunale di Agrigento, aveva condannato il Ministero al pagamento, in favore del rag. Angelo Cascià e del rag. Vincenzo Urso, delle spese di lite.

Nelle more del giudizio di ottemperanza, la Prefettura di Agrigento provvedeva alla refusione delle spese processuali dovute in esecuzione del predetto giudicato reso dalla Corte di Appello di Palermo.

Pertanto, i legali Rubino e Valenza dichiaravano in giudizio l’intervenuta cessazione della materia del contendere, insistendo, tuttavia, in applicazione del principio della soccombenza virtuale, nella richiesta di condanna dell’Amministrazione resistente al pagamento delle spese del giudizio di ottemperanza ed alla refusione del contributo unificato, avendo l’amministrazione adempiuto successivamente alla proposizione del ricorso.

Il T.A.R. Sicilia – Palermo, preso atto dell’intervenuto pagamento, da parte della Prefettura di Agrigento, delle spese di lite liquidate con il decreto della Corte di Appello di Palermo, ha dichiarato la cessazione della materia del contendere, condannando l’amministrazione resistente al refusione, in favore del rag. Angelo Cascià e del rag. Vincenzo Urso, delle spese del giudizio di ottemperanza e del contributo unificato, in applicazione dell’invocato principio della cd. soccombenza virtuale, come richiesto dagli Avv.ti Girolamo Rubino e Massimiliano Valenza con l’istanza formula nell’interesse dei propri assistiti.

Ad Agrigento, i Carabinieri della Sezione operativa della locale Compagnia, ieri sera intorno alle ore 22, nel corso di un controllo nel centro storico, hanno arrestato un immigrato dal Gambia di 22 anni, ospite di un Centro d’accoglienza in via Venezuela. L’africano è stato colto in atteggiamento sospetto in via Pirandello, e i militari lo hanno riconosciuto come colui che nel maggio scorso si è scagliato contro una pattuglia del Nucleo Radiomobile provocando ferite con 10 giorni di prognosi e poi fuggendo. Ebbene, anche ieri sera il gambiano si è sottratto al controllo per fuggire tentando di aggredire i Carabinieri che lo hanno subito bloccato. Addosso a lui sono stati rinvenuti 3 grammi di hashish, divisi in 4 dosi pronte per essere spacciate, oltre a 70 euro in contanti. Al giovane il Tribunale di Agrigento ha già imposto il divieto di dimora nella provincia di Agrigento. Adesso risponderà all’Autorità giudiziaria di resistenza a Pubblico Ufficiale e detenzione a fine di spaccio di sostanza stupefacente.

I Carabinieri della stazione di Aragona hanno denunciato a piede libero alla Procura un giovane di 25 anni residente a Naro e ospite dello zio paterno, di 65 anni, ad Aragona. Lui, tra il 3 e il 7 aprile scorsi, si è impossessato della carta di credito prepagata intestata alla madre dello zio, una donna pensionata di 84 anni convivente con il figlio. Lo zio si è accorto delle transazioni non eseguite e ha sporto denunciato ai Carabinieri che, dopo solo due mesi di indagini, hanno accertato che è stato il nipote ad impossessarsi della carta di credito effettuando 4 prelievi e 2 acquisti on line per un importo complessivo di circa 1100 euro. Il giovane risponderà del reato di frode informatica e utilizzo fraudolento di carte di credito.

Ad Agrigento proseguono le indagini preliminari nell’ambito dell’inchiesta sulla morte dell’insegnante e giornalista di Agrigento, Loredana Guida, 44 anni, morta vittima della malaria, presumibilmente non diagnosticata, il 28 gennaio del 2020. Il giudice per le indagini preliminari del Tribunale, Luisa Turco, ha disposto l’acquisizione dell’intera cartella clinica in originale. Finora a disposizione dei magistrati vi è stata una copia dei documenti del diario clinico. Il difensore della famiglia Guida, l’avvocato Daniela Posante, che si è opposta alla richiesta di archiviazione proposta dalla Procura per due medici e due paramedici, ipotizza che ricorrano delle differenze tra l’originale e la copia.

Nell’ambito della costante attività di controllo a tutela dei consumatori, gli uomini della Capitaneria di Porto di Porto Empedocle, nella giornata del 26 giugno scorso, hanno sequestrato in un ristorante del capoluogo, circa 600 kg di pesce scaduto e non idoneamente tracciato e dunque di dubbia provenienza. Il prodotto ittico congelato, era scaduto da diversi anni, e diverse partite non erano accompagnate dalla prevista documentazione che ne certificasse la provenienza.

Pertanto, il titolare dell’esercizio commerciale è stato denunciato alla Procura della Repubblica, per ciò che concerne le violazioni di rilevanza penale, subendo altresì le previste sanzioni amministrative, per un ammontare superiore ai 2.000 €.

Il prodotto ittico è stato sottoposto a sequestro per poi essere smaltito in idonea discarica.

Nelle zone montane e di villeggiatura, lungo i percorsi della movida, oltre all’apertura di nuovi punti vaccinali viaggeranno camper itineranti dove sarà possibile effettuare la somministrazione dei vaccini.
L’iniziativa è della Presidenza della Regione siciliana con l’assessorato regionale per la Salute, il coordinamento delle strutture commissariali per l’emergenza Covid di Catania, Messina, Palermo, e la collaborazione delle aziende sanitarie e dei comuni.

Saranno allestiti banchetti infopoint con un medico cui compete l’attività informativa sulla tipologia di vaccino, tempi, modalità e un informatico che registrerà le prenotazioni. Nei comuni non turistici a bassa incidenza di vaccinazione, invece, saranno allestiti nuovi punti vaccinali e garantite le vaccinazioni domiciliari, con il contributo dei sindaci che forniranno gli elenchi delle persone allettate e impossibilitate a spostarsi. La struttura mobile sarà operativa fino a quando non si realizzeranno numeri sufficienti di inoculazioni, in vista del raggiungimento del target individuato. L’obiettivo è quello di immunizzare nei tre mesi estivi quante più persone per assicurare a settembre e ottobre una copertura dell’80% della popolazione.

Sono 84 i nuovi positivi al Covid 19 registrati in Sicilia nelle ultime 24 ore (ieri erano 111) su 12.892 tamponi processati, con una incidenza che scende allo 0,6% (ieri era allo 2,4%). La Regione è al primo posto in Italia per numero di contagi giornalieri.

Nessuna vittima, il totale dei morti resta 5.965.
Il numero degli attuali positivi è 4.352 con una diminuzione di 16 casi. I guariti sono 100. Negli ospedali i ricoverati sono 195, dieci in più rispetto a ieri, quelli nelle terapie intensive sono 24, uno in più di ieri.
I nuovi casi in provincia di Palermo sono 2, Catania 27, Messina 4, Siracusa 2, Trapani 9, Ragusa 13, Agrigento 1, Caltanissetta 11, a Enna

Tornano gli “Open days” in tutti i punti vaccinali delle province siciliane. L’iniziativa, in partenza da giovedì 1 luglio fino a domenica 4 luglio, è rivolta ai soggetti fragili e a quelli di età pari o superiore a 60 anni che in questi quattro giorni potranno ricevere il vaccino Pfizer o Moderna senza prenotazione.

L’obiettivo è quello di sensibilizzare ulteriormente la popolazione, anche alla luce della diffusione delle varianti. Lo comunica l’assessorato alla Salute della Regione siciliana