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Uniche eccezioni possibili, come indicato nel comunicato stampa congiunto di Arera Antitrust del 13 ottobre 2022, sono le evoluzioni automatiche delle condizioni economiche già predeterminate e concordate tra le parti, ossia i clienti che hanno avuta una variazione del prezzo che però era specificamente e puntualmente individuata nel contratto iniziale e, quindi, espressamente già conosciuta e accettata dal consumatore fin dall’inizio del rapporto contrattuale.

E’ stata proprio l’ Unione Nazionale Consumatori ha sollevare per prima il problema e ora con la decisione dell’Antitrust sono diverse le questioni in campo. Vediamo di seguito nel dettaglio.

Vediamo cosa succede ai consumatori a cui è stata comunicata una modifica unilaterale del contratto di luce e gas nei mesi scorsi dopo che l’Antitrust ha avviato 7 istruttorie e altrettanti provvedimenti  cautelari  nei confronti nei confronti di Enel, Eni,Hera,A2A, Edison ,Acea ed Engie  che si vanno ad aggiungere a quelli del 28 ottobre contro Iren, Iberdrola, E.ON e Dolomiti.

Chi sono i consumatori interessati ai provvedimenti Antitrust

I consumatori interessati dai provvedimenti Antitrust sono i clienti del mercato libero di queste 11 società, sia della luce che del gas, che hanno ricevuto una lettera dopo il 1° maggio 2022, purché non spedita prima del 20 aprile 2022, in cui si comunicava una modifica del prezzo, anche se si sosteneva nella lettera che non era una modifica unilaterale del contratto ma, per usare le varie espressioni utilizzate dai venditori in quelle lettere:

  • un rinnovo delle condizioni economiche giunte a naturale scadenza;
  • una mera proposta di aggiornamento dei corrispettivi giunti a naturale scadenza contrattuale con le modalità e i tempi previsti dal contratto sottoscritto dal cliente;
  • che era scaduta l’offerta a prezzo fisso;
  • che il prezzo applicato era giunto a scadenza;
  • che era una proposta di rinnovo delle condizioni contrattuali a seguito di scadenza della validità delle condizioni economiche di fornitura;
  • che era già contrattualmente prevista la durata determinata di validità per prezzo applicato e giunto a scadenza.

Ad esempio per chi aveva un contratto a prezzo variabile in cui l’aumento dipende da una modifica dello spread, da un rialzo nei mercati all’ingrosso dell’indice di riferimento oppure perché è scaduto lo sconto che valeva solo per un anno e il nuovo prezzo era già indicato fin dall’origine del rapporto.

Cosa succede adesso

In teoria l’Antitrust ha ordinato a queste compagnie, entro 5 giorni (non 7, termine che vale solo per presentare memorie scritte) di mettersi in regola, ma probabilmente faranno ricorso entro 60 giorni al Tar del Lazio, chiedendo la sospensiva del provvedimento Antitrust e, nella migliore delle ipotesi, attenderanno il pronunciamento del Tar prima di procedere.

I diritti dei consumatori

  • il codice cliente;

Gli utenti, clienti di quelle 11 società, secondo quanto stabilito dall’Antitrust, hanno diritto:

  •  A) all’applicazione delle precedenti condizioni di fornitura, ossia farsi riapplicare il vecchio prezzo;
  •  B) se nel frattempo avevano esercitato il diritto di recesso per via delle nuove condizioni peggiorative, ossia cambiato fornitore, hanno la possibilità di ritornare in fornitura alle precedenti condizioni economiche, ossia di tornare dal vecchio fornitore con il vecchio contratto e il vecchio prezzo.

Attenzione, che mentre nel caso A dovrebbero, in teoria, essere le compagnie stesse ad applicare fino al 30 aprile 2023 le condizioni di fornitura precedenti, nel caso B è una facoltà del consumatore farlo e quindi dovrà essere comunque lui a inoltrare apposita richiesta.In entrambi i casi, il consumatore deve inoltrare formale reclamo sia per il caso A che per il caso B, chiedendo, rispettivamente:

  •  A) al suo venditore il ripristino delle precedenti condizioni di fornitura;
  •  B) nel caso abbia nel frattempo cambiato venditore per via degli aumenti, può inoltrare reclamo al vecchio fornitore, chiedendo di tornare loro cliente, ai prezzi vecchi.

Come si inoltra il reclamo in caso di modifica unilaterale

Il reclamo, che può essere inoltrato anche con il supporto degli esperti della nostra associazione, deve essere fatto per iscritto e va inviato non alla sede legale della società ma al recapito appositamente indicato dal venditore in bolletta per i reclami.

Deve contenere:

  • dati identificativi del cliente (nome, cognome, indirizzo postale o e-mail, anche non Pec);
  • il servizio (elettrico, del gas o entrambi) al quale il reclamo è riferito;
  • il codice identificativo del punto fisico di consegna dell’energia elettrica (POD) o del gas naturale (PDR), che si trovano indicati sulle bollette.

Il venditore deve rispondere entro 30 giorni solari dal giorno in cui il venditore ha ricevuto il reclamo scritto. Se il venditore risponde dopo più di 30 giorni solari, deve liquidare al cliente, nella prima bolletta utile, un indennizzo automatico pari a:

  •  25 € se la risposta arriva entro 80 giorni;
  •  50 € se arriva tra gli 80 e i 120 giorni;
  •  75 € se arriva dopo più di 120 giorni.

I consumatori hanno diritto ad un indennizzo?

E’ evidente che se il consumatore ha avuto un aumento illegittimo ha anche diritto alla restituzione di quanto indebitamente percepito dal venditore o a un eventuale indennizzo per violazione della Carta dei servizi, ma è prematuro parlarne. Ricordiamo, infatti, che attualmente non ci sono nemmeno condanne definitive dell’Antitrust, ma solo istruttorie. Inoltre bisognerà attendere i pronunciamenti del Tar e del Consiglio di Stato per poter decretare in via definitiva l’illegittimità di quanto fatto dalle 11 società. Andrà poi chiarito da quando potrà scattare il diritto alla restituzione dei soldi, se da quando il cliente ha avuto l’aumento, se da quando si è pronunciato l’Antitrust e così via. Anche su questo il Tar potrebbe pronunciarsi.

Manlio Cardella

 

I Carabinieri della Stazione di Ravanusa hanno arrestato un minorenne di 15 anni originario della Tunisia e hanno denunciato un altro minorenne di 16 anni originario della Romania, entrambi residenti a Ravanusa, ritenuti responsabili dei reati di porto di arma clandestina e ricettazione, nonché per porto di armi od oggetti atti ad offendere. In occasione di un servizio di pattugliamento del territorio, i due sono stati sorpresi armati in via Tintoria. Il tunisino con una pistola marca Mauser modello 1934 calibro 7.65 browning con matricola abrasa e relativo caricatore privo di colpi. Il romeno con un noccoliere e disco metallico con 4 lame. Il Tribunale ha convalidato l’arresto del tunisino nel Centro di Prima Accoglienza “Morvillo” di Palermo.

Si lavora in giunta regionale alla redazione della manovra finanziaria per il 2023. L’assessore regionale all’Economia, Marco Falcone, ha presentato i testi di bilancio e legge di stabilità. Alcuni assessori hanno avanzato delle proposte, l’assessore le ha acquisite, e la discussione è stata aggiornata alla prossima riunione di governo, probabilmente già lunedì. Falcone intende accelerare affinchè la proposta di manovra sia trasmessa al più presto all’Assemblea Regionale e che l’aula l’approvi entro la fine dell’anno, evitando l’esercizio provvisorio, ricorrente da 5 anni consecutivi. Il disegno di legge di stabilità sarebbe composto da una quindicina di articoli, in prevalenza interventi a sostegno degli enti locali con la costituzione di un nuovo fondo e l’eliminazione delle “riserve”. Poi interventi per sbloccare il turnover dei consorzi di bonifica e per una nuova impostazione finanziaria dell’Arpa protezione ambiente al fine di assecondare alcune osservazioni della Corte dei conti. Trattative sono in corso con il governo nazionale sul tema della retrocessione delle accise.

Sul finire del mese di novembre, l’Australian Academy of The Humanities ha conferito ad una serie di accademici il titolo di Fellow, vale a dire la più alta onorificenza australiana per un ricercatore che opera nel campo delle scienze umane.

Tra i ricercatori a ricevere questo prestigioso titolo c’è anche la professoressa Antonia Rubino, che l’Accademia ha voluto riconoscere per i suoi studi nel campo del multilinguismo in contesti di migrazione, con un focus particolare sulla comunità italoaustraliana.

“Innanzitutto voglio dire che sono onorata di questa nomina, non so quanto sia meritata, ma voglio cogliere l’occasione per ringraziare i colleghi e le colleghe che mi hanno nominata”, afferma la professoressa Rubino ai microfoni di SBS Italian.

“La prima tappa infatti consiste nella nomina da parte dei colleghi, a cui fa seguito la votazione dell’Accademia.
Durante la mia carriera ho avuto il piacere di collaborare con moltissimi ricercatori dotati di grande talento e mi ritengo davvero fortunata di fare il lavoro che faccio.
Ormai faccio ricerca nell’ambito della comunità italoaustraliana da oltre trent’anni, e mi sono occupata della prima, della seconda ed ora della terza generazione”.

I suoi studi si sono concentrati sull’utilizzo della lingua in conversazione ed in particolare del cosiddetto code-switching.

“Tutti noi che viviamo in Australia siamo abituati a passare dall’italiano, all’inglese e magari anche al dialetto in maniera costante”, spiega.

“Questa è una delle aree di cui mi sono occupata, vale a dire perché mischiamo le lingue e in che modo le mischiamo”.

La professoressa Rubino però è anche molto attiva nel campo dell’educazione ed insegna presso la University of Sydney.

“L’attività di insegnamento è sempre stata una cosa per cui ho sem

Crollate nella notte due arcate dello storico ponte “Tredici Luci”, che attraversa il fiume Sosio, tra i Comuni di Chiusa Sclafani e Burgio, a cavallo delle province di Palermo e Agrigento. L’incidente non ha causato danni alle persone, ma fino a poche ore fa era stato regolarmente attraversato da mezzi agricoli. Il tratto interessato è stato chiuso al transito.

Saranno inevitabili i disagi per gli agricoltori che utilizzavano questo ponte per raggiungere i loro poderi. I sindaci Francesco Di Giorgio di Chiusa Sclafani, e Francesco Matinella di Burgio hanno annunciato la richiesta alla Regione di un intervento urgente affinché si possa provvedere al ripristino della viabilità in tempi brevi. Ancora incerte le cause del cedimento.

Solo dopo la relazione dei nostri tecnici si potranno valutare le condizioni attuali della struttura e programmare un intervento per limitare i disagi per gli utenti e soprattutto degli agricoltori che utilizzavano il ponte per raggiungere i loro poderi”, ha dichiarato l’assessore regionale alle Infrastrutture Alessandro Arico’.

“Ho colpito prima mia madre con la mannaia conservata in una borsa frigo in camera da letto. Gliel’ho conficcata nel collo, ma e’ rimasta viva. Ho continuato anche quando ho capito che erano morti dando dei colpi secchi alle mani”.

Altro che film di Dario Argento, qui tutto corrisponde alla realtà, aggiacciante. L’orrore che esce dalla bocca di Salvatore Sedita è devastante. Dopo essere stato sottoposto ad alcune terapie nel reparto di psichiatria, il 34enne racalmutese ha reso una piena confessione davanti al giudice per le indagini preliminari del tribunale di Agrigento, Francesco Provenzano. L’uomo avrebbe agito con estrema violenza perche’, a suo dire, non sarebbe stato accettato e i suoi avrebbero voluto mandarlo via da casa.

L’indagato, assistito dal suo difensore, l’avvocato Ninni Giardina, gia’ nell’immediatezza dei fatti, in occasione dell’interrogatorio davanti al pubblico ministero Gloria Andreoli, aveva risposto alle domande dei carabinieri e del magistrato e dando una versione dei fatti sconnessa e delirante il duplice omicidio dei genitori Giuseppe Sedita e Rosa Sardo. Sedita, dopo essere stato sottoposto ad alcune terapie di natura psichiatrica, e’ apparso piu’ lucido e ha ricostruito i fatti. All’origine del massacro, secondo quanto lui stesso ha detto al gip, ci sarebbero i contrasti con i genitori che, a suo dire, non l’avrebbero accettato e avrebbero persino minacciato di buttarlo fuori di casa. Sedita, dopo la separazione, era tornato a vivere con il padre la madre.

“Quando ho capito che non respiravano piu’ ho inferto altri colpi per tranciargli le mani”, e’ stato il racconto shock del trentaquattrenne. Il procuratore facente funzione della Repubblica, Salvatore Vella, ha chiesto un incidente probatorio per accertare in contraddittorio le condizioni psichiatriche per ragazzo che, secondo quanto rappresentato dal suo difensore, era in cura gia’ da diversi anni per problematiche psichiatriche. Il giovane ha pure accusato il padre di non averlo voluto piu’ accompagnare a Canicatti’ per sottoporsi alla somministrazione di un importante farmaco. Il gip decidera’ nelle prossime ore con la richiesta di convalida del fermo sulla misura da applicare. Sia la procura che la difesa chiedono che venga collocato in un reparto di psichiatria.

Nel 2019 ad Agrigento una donna è inciampata in una buca in piazzale Aldo Moro, nei pressi di Porta di Ponte. Cadendo a terra ha subito delle ferite e, soprattutto, la frattura di una mano. Adesso il suo legale ha presentato il conto al Comune rivendicando il risarcimento del danno. Peraltro, per rimediare alla frattura, è stata costretta a sottoporsi ad un intervento chirurgico di osteosintesi. Il Municipio ha deciso di resistere in Tribunale contro la pretesa risarcitoria, dei danni patrimoniali e non, da parte della donna.

A seguito delle dimissioni degli assessori Francesco Picarella e Roberta Lala, il sindaco di Agrigento, Franco Micciché, ha provveduto ad attribuire alcune delle deleghe già loro assegnate ad altri componenti della giunta, non prevedendo, al momento, nessun nuovo ingresso. In particolare la delega al Turismo, che è stata dell’assessore Picarella, è stata affidata all’assessore Costantino Ciulla. E della delega alla tutela degli animali e al randagismo si occuperà l’assessore e vice sindaco Aurelio Trupia. Miccichè aggiunge: “Le rimanenti deleghe di Picarella e Lala rimangono in capo al Sindaco e verranno conferite con successivo provvedimento.”

Nel giugno del 2013, quando venne sentito come testimone dal pubblico ministero, accusò un menfitano di essere l’autore dell’omicidio di Giuseppe Chillà, ucciso nel 1994. Poi, durante una successiva audizione, ritrattatò le accuse con argomentazioni che i giudici hanno definito “fantasiose ed inverosimili”. Adesso per Patrizio Cammarata, 58 anni, di Menfi, il tribunale di Sorveglianza ha disposto la detenzione domiciliare per scontare una pena di 2 anni di reclusione per calunnia.

Il menfitano sconterà la pena in detenzione domiciliare, con autorizzazione a lasciare tre volte alla settimana l’abitazione. Il provvedimento del tribunale di Sorveglianza è stato eseguito dai carabinieri della stazione di Menfi.

Ad Agrigento oggi manifestano innanzi alla Prefettura i lavoratori del pubblico impiego della provincia di Agrigento, su iniziativa di Cgil, Cisl e Uil Funzione pubblica, che spiegano: “Rappresenteremo, consegnando al Prefetto un documento, la grave condizione vissuta dai lavoratori del pubblico impiego, in ampia parte a tempo parziale a 18 o 24 ore settimanali, senza alcuna effettiva possibilità di adeguamento delle ore di lavoro o di procedere a nuove assunzioni a causa della mancata predisposizione dei documenti contabili nei tempi dovuti. Tra l’altro, i Comuni si trovano spesso in condizioni finanziarie gravissime anche a causa della loro scarsa capacità di incassare i tributi locali per mancanza di personale da destinare a questa funzione”. I segretari Salvatore Parello, Enzo Iacono e Fabrizio Danile aggiungono: “I nostri Comuni ormai sono retti dalla buona volontà di questi lavoratori che, nonostante le difficili condizioni lavorative e di contesto, e la bassissima remunerazione del loro lavoro, cercano di garantire i servizi agli utenti. La situazione, tuttavia, è divenuta insostenibile. A causa dei pensionamenti, tra l’altro, sono sempre meno i lavoratori in servizio, che devono farsi carico di sempre maggiori responsabilità: la conseguenza è che l’attuale stato delle cose non consente più una condizione lavorativa conforme a parametri minimi di tollerabilità, e crea semmai gravi disservizi per la cittadinanza”.