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Hanno dovuto faticare non poco Carabinieri della stazione di Porto Empedocle, i poliziotti del locale Commissariato e agenti del Nucleo Radiomobile di Agrigento per sedare una violenta rissa avvenuta ieri in via dello Sport tra alcuni residenti del posto.

Tre le persone arrestate ai domiciliari, due uomini e una donna per il reato di rissa aggravata. Una quarta persona, figlio di uno dei contendenti, è stata denunciata.

I motivi che hanno scatenato la lite, da primi accertamenti, sarebbero futili e legati a dissidi personali. Nel corso della baruffa sembrerebbe che siano stati anche utilizzati dei mattoni per colpire l’avversario. Tutti, chi più chi meno, hanno riportato dei traumi che non hanno consentito però il ricovero in ospedale.

 

Sarebbe stata esclusa all’ammissione al contributo di cui all’Avviso pubblico relativo alla “Azione 3.5.1-2 del PO FESR 2014-2020” indetto dall’Assessorato alle Attività Produttive della Regione Siciliana.

La società, nota ditta d’arredi agrigentina, difesa dall’Avvocato Vincenzo Caponnetto ha proposto ricorso dinnanzi al TAR Sicilia-Palermo che, con sentenza, ha annullato il provvedimento col quale veniva approvato l’elenco delle operazioni non ammesse agli “aiuti alle imprese in fase di avviamento-procedura valutativa a sportello Regolamento UE n. 1407/2012 De Minimis”.

In particolare, l’Assessorato competente aveva escluso la nota ditta d’arredi poiché la domanda di partecipazione al citato Avviso era stata presentata da un delegato, seppur munito di apposita procura speciale.

La società ricorrente – come evidenziato dall’Avv. Caponnetto – ha rilevato che nel bando di partecipazione non era previsto alcun esplicito divieto in tema di potere di rappresentanza e, pertanto, era da ritenersi legittima l’istanza presentata dal procuratore della ditta secondo quanto previsto dall’art. 1387 c.c. nonché da quanto dettato dal D.P.R. 28/12/2000 n. 445.

I giudici amministrativi, ritenendo pertanto fondate le doglianze della società ricorrente, hanno così accolto il ricorso statuendo il principio secondo cui il potere di rappresentanza – in mancanza di una lex specialis in materia – si estrinseca nel generale principio del favor partecipationis nelle procedure di gara.

Spettacolare eruzione sull’Etna con una intensa fontana di lava, accompagnata da emissione di nube eruttiva, dal cratere di Sud-Est. Sono presenti anche due trabocchi lavici: uno è ben alimentato e il suo fronte ha raggiunto una quota di circa 2.800 metri sul livello del mare, l’altro si propaga in direzione Est e ha raggiunto l’alto orlo occidentale della desertica valle del Bove.

Gli strumenti dell’istituto nazionale di geofisica e vulcanologia-Osservatorio etneo di Catania registrano valori alti dell’ampiezza del tremore vulcanico, con un trend in incremento. Il centroide delle sorgenti del tremore vulcanico è localizzato nell’area del cratere di Sud-Est, ad una elevazione di circa 2.900-3.000 metri sul livello del mare. L’attività infrasonica mostra un’elevata frequenza di accadimento delle esplosioni. Le stazioni sommitali della rete clinometrica mostrano una modesta variazione legata all’attività di fontana di lava

L’assessore regionale Gaetano Armao deve restituire 25.000 euro al quotidiano La Repubblica. Ha perso la causa contro il noto quotidiano per un articolo sui compensi ricevuti dalla società Assoaeroport. La notizia è riportata da La Repubblica.it

Armao si era rivolto al giudice civile chiedendo un risarcimento danni per l’articolo “Parcella contestata all’assessore Armao” del 17 dicembre 2009, citando in giudizio, oltre all’editore e al direttore, anche l’allora capo della redazione siciliana, Sebastiano Messina.

Il Tribunale di Roma aveva rigettato la richiesta, mentre nel giudizio d’appello l’assessore aveva ottenuto un risarcimento di 25 mila euro. Contro questa decisione, ritenuta ingiusta, il Gruppo Editoriale L’Espresso e Sebastiano Messina – assistiti dall’avvocato Virginia Ripa di Meana – avevano presentato ricorso in Cassazione.

Adesso la prima sezione civile della Suprema Corta, presieduta dal giudice Francesco Genovese, ha cassato la sentenza d’appello, annullandola senza rinvio e ordinando ad Armao la restituzione delle somme precedentemente ottenute.

Sono 263 i nuovi positivi al Covid19 registrati nelle ultime 24 ore, su 13.929 tamponi processati, con una incidenza al 1,8%. La Sicilia è al primo posto in Italia per numero di contagi giornalieri. Le vittime sono state 3 e fanno salire il totale a 5.900. Il numero degli attuali positivi e’ di 6.698 con un decremento 166 casi. I guariti sono 426. Negli ospedali i ricoverati sono 369, 6 in meno rispetto a ieri, quelli nelle terapie intensive sono 43, 5 in più rispetto al bollettino precedente.

La distribuzione dei nuovi casi per province:

Palermo 62

Catania 41

Messina 10

Siracusa 26

Trapani 7

Ragusa 7

Agrigento 52

Caltanissetta 28

Enna 30

 

A Palma di Montechiaro in contrada Ramilia, due giorni fa il personale della Polizia di Stato  in servizio di controllo del territorio, interveniva  nei pressi di una strada interpoderale ubicata nel predetto Comune ha proceduto ad un controllo ed alla identificazione di  soggetti, che  viaggiavano a bordo di furgoni e di auto. Gli stessi, con diversi precedenti penali per reati tra cui furto di rame, rapina e ricettazione. Per questo i militari del commissariato di Palma di Montechiaro hanno provveduto ad una perquisizione personale di tutti i soggetti identificati e dei mezzi nella loro disponibilità all’interno dei quali veniva ritrovato  un grosso quantitativo di filo conduttore  elettrico isolante contenente verosimilmente rame, quantitativo successivamente determinato in un peso lordo di 1500 Kg. Inoltre all’interno del cofano posteriore di un’auto è stata rinvenuta una cesoia di grossi dimensioni lunga 80 cm circa.
Il predetto ingente quantitativo di conduttori elettrici e la cesoia in argomento sono stati sottoposti a sequestro, mentre i soggetti deferiti in stato di libertà all’Autorità Giudiziaria e raggiunti dal provvedimento amministrativo di Foglio di via obbligatorio con divieto di ritorno nel Comune di Camastra emesso dal Questore di Agrigento

Alla luce della circolare ministeriale trasmessa alle Regioni, in Sicilia l’iniziativa “Open Day”, che si aggiunge alla normale programmazione vaccinale, è riservata alla popolazione di età pari o superiore a 60 anni.
A coloro che hanno un’età inferiore ai 60 anni e hanno già ricevuto la prima dose del vaccino AstraZeneca, secondo le disposizioni nazionali previgenti, saranno garantite le seconde dosi con sieri Pfizer o Moderna, a partire da domani.

Lo comunica l’assessorato alla Salute della Regione Siciliana.

Aveva lasciato una casa protetta a cui era stata affidata dal Tribunale per i minorenni di Catania per andare a vivere con il compagno 21enne, da cui aspettava un figlio, e le future suocera e cognata, rispettivamente di 55 e 22 anni. Ma le due donne avrebbe costretta la 17enne, nonostante fosse incinta a prostituirsi, in cambio di somme di denaro o di generi alimentari.

E’ la storia emersa da indagini avviate dalla squadra mobile di Catania dopo una segnalazione raccolta dal dipartimento Sicilia orientale della polizia postale che ha portato all’arresto dell’uomo, di sua madre e di sua sorella. In carcere sono stati condotti anche due ‘clienti’, di 54 e 65 anni, della minorenne. Nei loro confronti la polizia ha eseguito un’ordinanza di custodia cautelare emessa dal Gip, su richiesta del gruppo della Procura di Catania specializzato in reati contro vittime vulnerabili.
Le due donne sono accusate di avere “favorito, sfruttato e organizzato” la prostituzione della minorenne, “tenendo contatti e organizzando gli incontri con i ‘clienti'”. Il compagno della 17enne è indagato per maltrattamenti fisici e verbali nei suoi confronti, nonostante lo stato di gravidanza, e di avere “beneficiato dei proventi che la ragazza riceveva dalla prostituzione”. Le indagini della squadra mobile hanno permesso infine d’identificare anche due ‘clienti’ che sono accusati di “avere compiuto, reiteratamente, atti sessuali con la minorenne in cambio di somme di denaro o generi alimentari, sfruttando quindi lo stato di estremo bisogno” della ragazza

Gran parte dei sindaci della provincia di Agrigento hanno inoltrato una lettera, con la quale si chiede il ritiro delle dimissioni, all’ormai ex primo cittadino di Alessandria della Rocca, Giovanna Bubello.

La lettera
“La notizia delle dimissioni di Giovanna Bubello coglie tutti noi Sindaci dell’agrigentino di sorpresa se pensiamo alla sua forza ed alle sue capacità, anche in presenza delle difficoltà politiche che utilizzano ora la inesperienza di quanti sono per la prima volta in consiglio comunale ora la furbizia di antichi manovratori. Tutti noi chiediamo al Sindaco Bubello di ritirare le dimissioni consapevoli che le sue pene sono le nostre tenuto conto che tutti i comuni di questa nostra martoriata terra scontano la mancanza di personale, di figure professionali apicali, di risorse economiche.Non è possibile per i sindaci governare passaggi e momenti particolari come questo del Covid e del dopo covid con le risorse umane presenti nei nostri comuni che invece abbisognano di giovani, di ottimismo, di dirigenti capaci di accettare la sfida che deve portare la nostra terra a sperare.A Giovanna Bubello, ieri a fianco e a capo dei piccoli coloni e oggi impegnata, insieme a tutti noi, per la legge delle Zone Franche Montane, per una viabilità interna che dia possibilità di collegamenti degni di essere definite infrastrutture indispensabili e poi Sindaco di Recovery Sud la rete dei Sindaci che non si arrendono, a Lei tutto il nostro sostegno affinché continui, sempre in prima fila, e soprattutto sempre da primo cittadino.Cara Giovanna non demordere, non arrenderti, con Te insieme a noi, ripartiremo nuovamente dalla Rotonda Giunone per tornare a manifestare affinché la nostra provincia non sia condannata ad essere fanalino di coda.La provincia di Agrigento riuscirà, con la volontà e con la caparbietà di noi Sindaci che abbiamo deciso di mettere da parte campanilismi e appartenenze partitiche, della Chiesa e delle Parti sociali a trovare la forza affinché a questa nostra terra ed ai suoi figli, sia garantito il futuro che merita e a cui ha diritto.”

Grazie alla convenzione tra il Parco Archeologico Valle dei Templi di Agrigento e l’E.S.A. sono stati inviati a Naro cinque operai per la pulizia dell’area del Parco delle Catacombe Paleocristiane di Contrada Paradiso.

Si occuperanno di diserbare e decespugliare l’area al fine di renderla accogliente a turisti e visitatori ed evitare eventuali incendi che ogni anno lambiscono la zona archeologica a sud di Naro.

Dichiarazione del Sindaco Maria Grazia Brandara:

“Siamo contenti che l’Ente Parco Archeologico Valle dei Templi di Agrigento che ha mostrato grande sensibilità per la Città di Naro e per il suo patrimonio archeologico inviando cinque unità di personale che provvederanno ad abbellire le siepi e a migliorare il verde pubblico che circonda la vasta area archeologica narese. Ringrazio il direttore dell’Ente Parco Roberto Sciarratta per la sua solerzia e sensibilità”.