Redazione Ag, Autore presso Sicilia 24h - Pagina 792 di 2754
Home / Articoli pubblicati daRedazione Ag (Pagina 792)

La Sicilia brucia, come ogni anno, più di ogni anno. E puntuali scoppiano anche le polemiche sulla gestione delle attività di prevenzione. “Perché la prevenzione a maggio non si è fatta ma è partita solo a luglio, perché il servizio antincendio è allo sfascio, con uomini e mezzi insufficienti ad affrontare l’ondata di caldo e le prevedibili conseguenze”. Lo sostengono la Cgil e la Flai della Sicilia che annunciano la richiesta del sindacato al ministero dell’ambiente di avviare un’attività ispettiva e di verifica “a supporto di una Regione – scrivono in una nota i segretari generali Alfio Mannino e Tonino Russo – che evidentemente da sola non ce la fa ad affrontare il problema”.
I due esponenti sindacali rilevano che “ancora una volta a pesare sulla Sicilia e sul suo patrimonio ambientale, che rischia la devastazione, sono state le difficoltà finanziarie della Regione e la mancanza una seria programmazione da parte di un governo dall’azione politica stagnante, non in grado di individuare le priorità evitando che gli interventi arrivino a tempo scaduto”.

Incertezze sul finanziamento dell’antincendio
Sono stati infatti le incertezze sul finanziamento dell’antincendio, che il governo Musumeci, metteva a carico dei fondi europei in assenza di riprogrammazione tanto da rendere necessarie le variazioni di bilancio, a ritardare l’avvio degli interventi nei boschi. “Ora peraltro – aggiungono Mannino e Russo – è intervenuta una proposta di riforma del settore forestale che non interviene su nessuna delle criticità dell’anti incendio e non prevede un suo rafforzamento in termini di uomini e mezzi”.
Si diano indicazioni alla Regione
Da qui la richiesta del sindacato al Ministero: “Si verifichi lo stato dell’arte – sottolineano Mannino e Russo – con una vera ispezione a cui seguano indicazioni alla Regione, perché il patrimonio ambientale della Sicilia non è solo una questione regionale ma è una questione di carattere nazionale”.

“No alle liste di proscrizione sul personale non vaccinato della pubblica amministrazione”. Lo dicono in una nota congiunta i segretari regionali della Flc Cgil, Adriano Rizza, Cisl Scuola, Francesca Bellia, Uil Scuola, Claudio Parasporo, Snals-Confsal, Michele Romeo e Fgu Gilda Unams, Loredana Lo Re.
“L’ordinanza n. 75 del 7 luglio 2021 – spiegano – con la quale il presidente della regione Siciliana, Nello Musumeci, all’articolo 3 prevede la ricognizione del personale non vaccinato del pubblico impiego, a parere delle scriventi organizzazioni sindacali non tiene in alcun conto le indicazioni espresse dal Garante per la privacy, che ha dichiarato: “Il datore di lavoro non può acquisire, neanche con il consenso del dipendente o tramite il medico competente, i nominativi del personale vaccinato o la copia delle certificazioni vaccinali”.
“L’art. 3 dell’ordinanza sopra citata dunque – aggiungono – contravviene all’attuale disciplina in materia di tutela della salute e sicurezza nei luoghi di lavoro e alle disposizioni sull’emergenza sanitaria e ciò non è ammissibile. Inoltre l’ordinanza regionale detta disposizioni su una materia, l’obbligo vaccinale appunto, che è di competenza dello Stato secondo quanto stabilito dalla Costituzione”.
“Le scriventi organizzazioni sindacali – prosegue la nota – consapevoli che l’emergenza sanitaria è drammaticamente ancora in atto, ritengono che non può essere certo un’ordinanza regionale a dettare obblighi al personale dipendente del Ministero della Pubblica Istruzione, ordinando al datore di lavoro pubblico ‘di provvedere, nei modi e termini previsti dal CCNL di categoria, ad individuare per l’interessato una differente assegnazione lavorativa’”.
“Inoltre – continuano i sindacati – l’ordinanza, introducendo implicitamente un obbligo di vaccinazione non lecito, non fornisce poi indicazioni chiare circa le modalità applicative delle medesime disposizioni rispetto al ‘chi’ e al ‘come’ renderle operative e arriva addirittura ad immaginare, con il coinvolgimento dei dirigenti scolastici, presidi davanti le istituzioni scolastiche, con la chiara intenzione di individuare chi non è vaccinato. Siamo dunque di fronte ad uno dei soliti provvedimenti confusi del nostro governo regionale”.
“Ma la conseguenza ancora più grave dell’ordinanza – aggiungono – è che crea i presupposti per considerare il personale scolastico come responsabile dei contagi per non essersi vaccinato in massa, dimenticando volutamente che proprio questo personale è stato il destinatario nei mesi scorsi del vaccino Astrazeneca, che ha scoraggiato non poco i lavoratori per le gravi problematiche derivate dalla somministrazione dello stesso”.
“Ribadiamo ancora che solo un atto normativo dello Stato – sottolineano nel documento – potrà prevedere l’obbligatorietà della vaccinazione anti Covid-19 e sino a quando questo non ci sarà si dovrà continuare ad applicare le disposizioni vigenti sulle ‘misure speciali di protezione’ previste per gli ambienti lavorativi (art. 279 del d.lgs. n. 81/2008)”.
“Siamo consapevoli – concludono – che l’adesione massiccia alla campagna vaccinale sia uno degli strumenti per poter riprendere le normali attività di tutti i giorni ma siamo altrettanto certi che, per riprendere a settembre la didattica in presenza in condizioni di sicurezza, occorra la volontà politica di mettere in atto altre misure sostanziali di natura organizzativa sulle quali le organizzazioni sindacali si sono ampiamente pronunciate nei mesi scorsi, ossia quelle legate alla previsione di organici del personale docente e ata adeguati e non sottodimensionati come quelli attuali e all’eliminazione delle classi pollaio”.

L’ex società Girgenti Acque, attualmente commissariata, è stata dichiarata fallita. La curatela fallimentare ha sollecitato il pagamento di oltre 7 milioni di euro di debiti. La liquidità della società ammonta a circa 900mila euro. L’incarico del commissario prefettizio, Gervasio Venuti, che ha già prospettato il collasso del servizio idrico nella provincia agrigentina, scade il prossimo 2 agosto. Nel frattempo il capogruppo del Movimento 5 Stelle all’Assemblea Regionale, Giovanni Di Caro, afferma: “I nostri appelli al presidente Musumeci per scongiurare una grave crisi idrica nell’Agrigentino sono caduti nel vuoto. Presenterò immediatamente un’interrogazione su questa vicenda, anche in riferimento al costo dell’acqua in Sicilia, che è triplo rispetto ad altre parti in Italia”.

È avvenuto in contrada Burraitotto, a pochi km dalla statale 115 in direzione Camastra-Naro,  nel territorio di Agrigento.

Un inferno di fuoco e fumo, scoppiato all’improvviso da un rogo di sterpaglie di cui si era perso il controllo. Sette animali morti, ossia tre cani, tre galline e un maialino, e poi due auto d’epoca pesantemente danneggiate oltre ai danni al giardino dell’abitazione. Questa la conta dei danni del fuoco che si è esteso fino all’abitazione, e che ha creato panico alla famiglia e ai vicini.

È stato il vento, ad alimentare le fiamme, che sono così arrivate al fabbricato che ospitava gli animali, che non sono riusciti a trovare una vita di uscita. Sul posto i vigili del foco di Villaseta, hanno domato le fiamme ma ci sono volute diverse ore.

 

 

Furto e tentato furto in centro e nella periferia a Canicattì questa notte, con malviventi in azione che in uno dei due casi sono riusciti ad intrufolarsi in una villetta, forzando la serratura della porta di ingresso. Una volta dentro la casa di un 66enne, hanno rovistato dappertutto portandosi via una stufa in legno. Subito è scattata la denuncia.

L’altra vittima è un geometra di 50 anni. I ladri hanno provato ad entrare, ma hanno solo forzato la porta poi sono fuggiti.

 

 

Gabriella Cucchiara, presidente Fipe (Federazione italiana pubblici esercizi) Confcommercio della provincia di Agrigento, interviene nel merito del dibattito sulla imposizione o meno del green pass per accedere ai ristoranti. Cucchiara sottolinena: “per tutti o per nessuno”, e afferma: “Abbiamo vissuto 300 giorni di restrizioni, da ottobre 2020 fino a maggio 2021. Siamo stati chiusi per quasi 7 mesi e in questi 7 mesi, nonostante fossimo chiusi, abbiamo avuto comunque l’impennata di contagi. Se bar e ristoranti erano chiusi vuol dire che le fonti di contagio sono altre. Non possiamo permetterci di essere approssimativi e limitare l’ingresso ai ristoranti per coloro che non hanno il green pass, solo per copiare quanto disposto in Francia. La nostra realtà è ben diversa. Quindi il green pass potrà essere valido solo se sarà esteso a tutte le attività e non solo ai pubblici esercizi. Altrimenti sarebbe solamente discriminatorio e metterebbe di nuovo in grave difficoltà chi sta cercando di far ripartire la propria attività. E’ necessario spingere sui vaccini e responsabilizzare tutti a continuare a seguire le regole del distanziamento, dell’uso delle mascherine, che ad oggi non viene fatto in maniera corretta, e cercare di mantenere bassi i contagi con senso di responsabilità”.

Il capogruppo di Forza Italia al Consiglio comunale di Agrigento, Simone Gramaglia, interviene in riferimento alla necessità di incrementare la campagna vaccinale al fine di non precipitare nuovamente nelle restrizioni a danno soprattutto del tessuto economico e produttivo attualmente in fase di rilancio.
Gramaglia afferma: “Non dobbiamo più tornare a richiudere ciò che oggi è aperto, e cioè la gran parte di attività e servizi. Nessuno vuole tornare alle restrizioni precedenti, non dobbiamo dimenticare quanto avvenuto subito dopo la scorsa estate, ovvero la seconda e terza ondata pandemica”.
“Le precauzioni servono – aggiunge Gramaglia – e adesso abbiamo i vaccini con una campagna di somministrazioni in pieno svolgimento da completare. Ed è per questo che è necessario sfruttare gli strumenti vigenti: dunque, se si stanno organizzando, anche se all’aperto, iniziative come concerti, serate nei locali, ed eventi sportivi, va utilizzato il Green Pass per tutti gli accessi, nel rispetto dei protocolli condivisi. La variante Delta non ci permette di abbassare la guardia. Insistiamo insieme sulla necessità per tutti di vaccinarsi, la sola vera arma per fermare definitivamente il contagio” – conclude Simone Gramaglia.

Ad Agrigento, al palazzo di giustizia, il pubblico ministero, Luisa Bettiol, a conclusione della requisitoria, ha proposto sei condanne nell’ambito dell’inchiesta antidroga cosiddetta “Up and down”, che avrebbe svelato un traffico di cocaina dal Belgio verso la Sicilia e la provincia di Agrigento. Dunque, 24 anni di carcere per Carmelo Fallea, 46 anni, di Favara, 22 anni per Calogero Presti, 48 anni, di Favara, 14 anni per Carmelo Vaccaro, 43 anni, di Favara, 12 anni e 6 mesi per Rania El Moussaid, 36 anni, originaria del Marocco e residente ad Agrigento, 11 anni e 6 mesi per Gaspare Indelicato, 38 anni, di Favara, e 3 anni, solo per detenzione di droga e non reato associativo, per Stefano Sacco, 57 anni, di Porto Empedocle. Prossime udienze, per le arringhe difensive, il 4 e il 21 ottobre.

Il giudice per le udienze preliminari del Tribunale di Agrigento, Micaela Raimondo, ha disposto il rinvio a giudizio di 11 imputati di Palma di Montechiaro. Si tratta di Ignazio Rallo, 40 anni, Roberto Onolfo, 29 anni, Angelo Castronovo, 64 anni, Pino Azzarello, 40 anni, Carmelo Pace, 59 anni, Giuseppe Azzarello, 23 anni, Maria Concetta Noemi Oteri, 22 anni, Giacomo Alotto, 62 anni, Gioacchino Gaetano Burgio, 50 anni, Giuseppe Giganti, 44 anni, e Giuseppe Rallo, 32 anni. L’inchiesta, sostenuta da Carabinieri e Squadra Mobile di Agrigento, ruota intorno ad una faida tra famiglie ed agli omicidi di Enrico Rallo, 38 anni, ferito a Palma di Montechiaro il 10 novembre del 2015 e poi morto un mese dopo all’ospedale Civico di Palermo, e a quello di Salvatore Azzarello, 39 anni, ucciso in contrada Burraiti, tra Agrigento, Favara e Naro, il 23 agosto del 2017. Secondo quanto emerso dalle indagini, l’origine della faida risale al furto di un mezzo agricolo nel 2013, che sarebbe stato commesso dai fratelli Ignazio ed Enrico Rallo a danno di Salvatore Azzarello. Azzarello avrebbe ucciso Enrico Rallo, ed Ignazio Rallo, Roberto Onolfo e Giuseppe Rallo avrebbero ucciso Salvatore Azzarello. Ad Angelo Castronovo, già scampato la notte di Capodanno del 1991 alla strage del bar “2000” provocata dal conflitto tra Cosa Nostra e Stidda, è contestata la partecipazione ad entrambi gli omicidi allorchè avrebbe fornito informazioni e atti utili a compiere i due agguati mortali: avrebbe fissato un appuntamento trappola con Enrico Rallo, e poi avrebbe informato Ignazio Rallo su dove trovare Azzarello. Prima udienza il 21 settembre innanzi alla Corte d’Assise presieduta da Alfonso Malato.

Il gup del tribunale di Palermo Cristina Lo Bue ha rinviato a giudizio 28 impiegati dell’assessorato regionale alla Salute di piazza Ottavio Ziino, nel capoluogo siciliano: sono accusati di truffa in relazione a una serie di episodi di assenteismo riscontrati dalla Guardia di Finanza nel 2019.

Gli imputati, di cui aveva chiesto il rinvio a giudizio il pm Giacomo Brandini, sono in tutto poco meno di 40: tre hanno scelto di patteggiare, 4 faranno il rito abbreviato. Tre posizioni sono state definite con sentenza di non doversi procedere: hanno dimostrato cioè che, a differenza dei loro colleghi, gli allontanamenti dal posto di lavoro erano giustificati. L’inchiesta, coordinata dal pool del procuratore aggiunto Sergio Demontis, è condotta dagli investigatori che nei giorni scorsi avevano riscontrato analoghi episodi di assenteismo al Comune di Palermo, negli uffici dei Cantieri culturali della Zisa.