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“L’assenza e l’assoluto silenzio della Politica “che decide” ci ha costretto a denunciare tutto alla Procura della Repubblica”.
“FAVARA? Potrebbe essere la prima città ad essere implosa, la prima di una lunga serie”
“Che nel territorio Agrigentino ci sia TROPPO SILENZIO DA PARTE DELLA DEPUTAZIONE eletta con i voti del territorio, oramai sembra acclarato, gli unici a parlare, sono stati quelli che hanno cercato di scaricare sui loro sindaci, le responsabilità del loro silenzio”
La situazione igienico sanitaria di Favara, potrebbe a breve toccare tanti altri comuni del territorio Agrigentino, per questo e per il silenzio della Deputazione Agrigentina tutta, ci siamo trovati “costretti” a ricorrere alla Giustizia Ordinaria, a Firma del Presidente l’Avvocato Pierluigi CAPPELLO e dello scrivente Vice Presidente Provinciale, in dato odierna, come CODACONS Provinciale, abbiamo inviato con una Pec, un esposto denuncia, contro tutti gli attori del disastro FAVARESE che la Procura delle repubblica di Agrigento riterrà porre sotto la lente di ingrandimento, siamo stanchi, il territorio tutto è stanco, si è tornati indietro di ben 40 anni, i problemi atavici di un intero territorio, sono rimasti insoluti e la politica è tornata prepotentemente in campo solo per gestire i potentati economici che potranno arrivare con flussi di denaro per condotte idriche e gestione del servizio ed eventuali finanziamenti di “termovalorizzatori” che porterebbero nella nostra provincia denaro fresco e spendibile.
Com’è, oramai, noto agli uffici dell’Asp, – (tant’è che l’Asp ha più volte sollecitato pulizie e disinfestazioni straordinarie) – la situazione igienico sanitaria del territorio del Comune di FAVARA e non solo, da oramai troppo tempo, è ai limiti della vivibilità.
La salute e il benessere delle persone sono strettamente legati allo stato dell’ambiente. Un ambiente naturale di buona qualità risponde alle esigenze di base, allo stesso tempo, l’ambiente rappresenta un percorso importante per l’esposizione umana all’aria inquinata, al rumore e alle sostanze chimiche pericolose. Nella sua relazione sulla prevenzione delle malattie mediante ambienti sani, l’Organizzazione mondiale della sanità (OMS) stima che i fattori di stress ambientali siano responsabili per il 12-18 % di tutti i decessi nei 53 paesi della regione Europa dell’OMS. Il miglioramento della qualità dell’ambiente in settori chiave come l’aria, l’acqua e il rumore può contribuire a prevenire le malattie e a migliorare la qualità della salute umana.
FAVARA, oramai da troppo tempo è UNA DISCARICA A CIELO APERTO, non viene più effettuata la scerbatura e il sistema della raccolta differenziata crea giornalmente delle discariche in ogni zona della città, le discariche, grazie anche al grande numero di animali abbandonati, diventano punto di ristoro per gli stessi, lo sciopero degli addetti ai lavori, sembra più una scusa per coprire il malfunzionamento di un servizio che altro…..
Pertanto, anche in considerazione del prolungarsi della situazione creata dalla diffusione del Covid-19, e del grande numero di infetti che continua ad aumentare sempre più, non potevamo ancora tardare la nostra denuncia.
ADESSO CONFIDIAMO NELLA PROCURA AGRIGENTINA PER FAR LUCE SU UN TERRITORIO MARTORIATO DAL “SILENZIO”

Il Vice Presidente Provinciale CODACONS
Giuseppe DI ROSA

Carolina Palizzolo aveva 27 anni. La giovane palermitana è morta a causa di un aneurisma: dopo un allenamento si sarebbe sentita male. Per lei non c’è stato nulla da fare.

Arriva una di quelle notizie che non vorremmo mai sentire. Una giovane donna, una professionista italiana, muore a soli 27 anni a causa di un aneurisma.

Carolina Palizzolo, questo è morta a Palermo a causa di un aneurisma cerebrale. La ragazza era una brillante laureata in matematica che lavorava in Spagna.

Dopo essere rientrata a casa a seguito di un allenamento, si è accasciata sul pavimento della sua abitazione. Invano gli interventi dei sanitari che hanno potuto solo constatare il decesso.

Questa tragedia lascia senza parole non solo Palermo ma l’Italia intera. Il capoluogo della giovane piange oggi una brillante donna.

La scomparsa di Carolina colpisce il mondo accademico palermitano dato che la donna era figlia di un noto professore universitario.

La ventisettenne sarebbe morta nelle scorse ore. Un dramma che sarebbe accaduto velocemente e in modo inaspettato. Carolina è ritornata a casa da un allenamento e si è sentita male.

Subito i familiari hanno allertato i soccorsi che sono arrivati tempestivamente. Purtroppo per lei non c’è stato nulla da fare. La ragazza era molto nota a Palermo così come la sua famiglia.

Dopo aver frequentato il liceo scientifico Cannizzaro, si scrive all’università alla facoltà di matematica dove consegue brillantemente la laurea.

In passato aveva studiato anche in Spagna frequentando la prestigiosa università di Granada. Da qualche tempo lavorava nella Penisola Iberica.

Tantissime le lacrime degli amici e dei parenti che non riescono a credere a questa insensata tragedia. I funerali di Carolina sono programmati per domani, a Palermo, nella chiesa di Roosevelt all’Addaura.

Purtroppo la morte di Carolina che ha sconvolto non solo la sua comunità ma l’intera Italia

L’intera Sicilia, ma in particolare la parte occidentale, oggi è avvolta in una giornata di caldo torrido che ha imposto alla Protezione civile di diramare un bollettino di rischio incendi valido per l’intera giornata.

Sono previste temperature effettive fino a 36° oggi e fino a 42° domani, lunedì 26. Il vento debole da un alto fa mancare refrigerio, dall’altro limita il rischio che gli eventuali incendi si propaghino oltre.

Continua a perseguitare l’ex moglie, costretta da un po’ di tempo a nascondersi in una casa di accoglienza, ad indirizzo segreto. Un trentatreenne, di Canicattì, noto alle forze dell’ordine, in quanto gravato da numerosi precedenti penali, nei giorni scorsi, è tornato a farsi sotto con l’ex compagna, una poco meno che trentenne, anche lei canicattinese.

L’uomo l’ha contattata tramite la chat di un social network, chiedendole se fosse a casa, poiché le voleva parlare. La donna, a quei messaggi, non ha però mai risposto. Una condotta che ha fatto infuriare ancora di più l’individuo, il quale, con la complicità di due suoi amici, ha raggiunto l’abitazione della giovane. I tre con l’utilizzo di qualche arnese hanno danneggiato il portone d’ingresso, e mandato in frantumi i vetri di un’anta.

Poi sono scappati. Ma non l’hanno fatta franca, perché i poliziotti del Commissariato di Canicattì sono riusciti ad identificarli, e a denunciarli, alla Procura della Repubblica di Agrigento, per danneggiamento aggravato.

Incendio presso una abitazione a Favara in via Giacomo dei Medici. Le fiamme sembra che si siano sviluppate nella stanzetta al primo piano e subito hanno preso il sopravvento avvolgendo l’intera palazzina di due piani.

I proprietari della casa sono per fortuna riusciti ad uscire.

Sul posto più squadre dei vigili del fuoco, la polizia municipale s’è occupata della circolazione stradale e i carabinieri della locale tenenza che, oltre ad indagare sull’incendio, hanno in via precauzionale fatto sgomberare le palazzine adiacenti.

Non si registrano feriti.

Danni ingenti all’abitazione.

Interventi del Comune di disinfestazione e derattizzazione del centro urbano  e degli edifici   di competenza comunale, lunedì 26 luglio,  dalle ore 23  a seguire.  Il Comune raccomanda  la cittadinanza di assumere durante le operazioni   comportamenti  normali  di precauzione, come la chiusura degli infissi, il ritiro dall’esterno di  eventuali alimenti e bevande, anche di panni stesi e volatili.  L’amministrazione comunale, guidata dal sindaco Giovanni Gioacchino Picone,  ha il compito di programmare ed affidare il servizio  per evitare l’insorgere di  problemi igienico-sanitari  da presenza di topi e insetti vari. Il provvedimento è stato elaborato  con determina dirigenziale e  trasmesso al sindaco, segretario comunale   e settori interessati.

Alla vista dell’Alt imposto dai poliziotti della sezione Volanti della Questura di Agrigento, è scappato per sfuggire al controllo. Ne è nato un inseguito dalla stazione ferroviaria, dove gli agenti erano impegnati in un posto di blocco, lungo le vie Europa ed Esseneto. E’ successo vero le 3 della notte. L’auto, poco dopo, è stata ritrovata parcheggiata in via Callicratide e, accanto, a pochi metri, c’era l’automobilista riverso per terra.

Si tratta di un trentanovenne di origini campane. I poliziotti hanno accertato che l’uomo era praticamente quasi in coma etilico, e come rilevato dall’etilometro aveva un tasso alcolemico di 2,40 g/l. Sul posto è arrivata un’autoambulanza del 118. Dopo le cure del caso, è stato denunciato a piede libero, alla Procura della Repubblica di Agrigento, per guida in stato d’ebbrezza e per resistenza a Pubblico ufficiale. Gli è stata naturalmente ritirata la patente di guida.

Trovato in possesso di 20 grammi di cocaina nascosti nelle mutande, mentre era in auto, con moglie e figli piccoli, in giro per Favara. Quando è stato fermato dai carabinieri ha reagito al controllo. Andato in escandescenze ha lievemente ferito un carabiniere. Protagonista un 41enne, favarese, già noto alle forze dell’ordine, che è stato arrestato, in flagranza di reato, per detenzione di sostanze stupefacenti ai fini di spaccio, e per resistenza a Pubblico ufficiale. In attesa dell’udienza di convalida, su disposizione del magistrato di turno è stato posto ai domiciliari.

L’arresto è scattato ieri notte, da parte dei militari dell’Arma del nucleo operativo e Radiomobile della Compagnia di Agrigento, e della Tenenza di Favara, impegnati in un maxi controllo nell’abitato favarese. Nel corso delle attività, un ventiduenne, anche lui di Favara, è stato segnalato alla Prefettura, perché trovato in possesso di una dose di cocaina.

Circa 300 persone che ballavano, assembrate su una piattaforma di circa 100 metri quadrati, senza mascherina e ben oltre l’orario di chiusura dei locali previsto da un’ordinanza del sindaco. I poliziotti del commissariato di Mondello hanno sequestrato la scorsa notte parte di uno stabilimento balneare a Isola delle Femmine gestito da un palermitano. Per l’attività accessoria alla balneazione è stata disposta la chiusura per 5 giorni. L’attenzione degli agenti si è concentrata negli ultimi giorni su Isola delle Femmine e Capaci, dopo avere registrato una tendenza dei giovani palermitani a convergere e ‘migrare’ in questi luoghi, ritenendoli forse meno controllati di Mondello.

La borgata marinara di Palermo, infatti, nelle ultime settimane è stata presidiata con molteplici controlli disposti dal questore. L’attività di osservazione ha consentito di accertare come i gestori dello stabilimento abbassassero il volume della musica a ogni passaggio delle pattuglie delle forze dell’ordine. Al momento del blitz i poliziotti hanno trovato circa 300 giovani intenti a ballare senza alcun distanziamento sulle note di un dj. Attrezzatura e pedana sono state sequestrate.

L’uomo più ricercato d’Italia, latitante dal 1993, è diventato nonno. La figlia del boss mafioso Matteo Messina Denaro, Lorenza Alagna, che porta il cognome della madre Francesca e il nome della nonna paterna, il 14 luglio scorso ha partorito un bambino, avuto col suo compagno.

Il bimbo non si chiama come il nonno Matteo. Lorenza ha 26 anni e da tempo ha lasciato la casa della nonna paterna a Castelvetrano, in cui viveva con la madre, scegliendo di vivere libera senza dover trascinare il peso del cognome del padre che però non ha in alcun modo ripudiato e che, secondo gli investigatori, non avrebbe mai visto. “Quanto vorrei l’affetto di una persona e purtroppo questa persona non è presente al mio fianco e non sarà mai presente per colpa del destino… ” aveva scritto su Facebook Lorenza che conduce una vita come tutte le ragazze della sua età dopo il diploma al liceo scientifico e il tentativo di raggiungere la laurea. Anni fa, al Tg 2, dietro le serrande abbassate della sua abitazione aveva detto: “Non voglio rilasciare interviste, non voglio stare sotto i riflettori.
Basta. Io sono una ragazza normalissima come tutte le altre.
Voglio essere lasciata in pace. Dovete fare finta che io non esisto”. Matteo Messina Denaro è ricercato in tutto il mondo per associazione mafiosa, omicidio, strage, devastazione, detenzione e porto di materie esplodenti, furto. E’ l’ultimo grande boss mafioso latitante che ha goduto di una fitta rete di protezione nel trapanese anche grazie all’enorme disponibilità di soldi.