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C’è stato un nuovo sbarco fantasma nell’agrigentino: un numero imprecisato di migranti è arrivato in spiaggia e si è disperso nelle campagne di Borgo Bonsignore.
La barca, invece di essere rimorchiata in un porto sicuro è rimasta in spiaggia, con tutto il suo carico inquinante, rappresentato da quintali di reti, decine di litri di gasolio e tanto olio motore.
La Guardia di Finanza e la Procura di Sciacca l’hanno posta sotto sequestro, ma se non viene subito spostata da lì farà la stessa fine di decine di altre carrette del mare ed inquinerà in maniera irreversibile questo angolo di paradiso.
Mareamico e Marevivo hanno acquisito la disponibilità da parte di Castalia di trainare la barca nel più vicino porto, per essere messa in sicurezza. Ma per fare ciò è necessario che la Procura di Sciacca la dissequestri e dia le necessarie autorizzazioni.
Purtroppo in giro c’è poco rispetto dell’ambiente e spesso manca il buon senso!

Marco Vullo, assessore ai Servizi Sociali di Agrigento, ringrazia ancora una volta per lo straordinario lavoro svolto dall’Associazione  Volontari di Strada, per l’aiuto che hanno messo in campo per la compilazione delle domande sui social bonus regionali nei confronti di chi necessita un particolare aiuto a livello informatico e burocratico.

“C’è una parte bella della città di Agrigento che continua a svolgere quotidianamente un lavoro eccezionale, proficuo e di protezione e filtro socio-economico che ha un nome preciso: è l’Associazione Volontari di Strada”.

Questa associazione e i volontari operano da anni nel territorio cittadino senza risparmiarsi un attimo e sono sempre presenti ad aiutare a chi necessita un sostegno di qualsiasi natura: dalle derrate alimentari  al vestiario ed altri tipi di provvidenze, il tutto a titolo gratuito e con enormi sacrifici.

Anche sulla compilazione delle istanze per l’Avviso pubblico sul bonus regionale , la Presidente Anna Marino e tutti gli operatori dell’Associazione si stanno prodigando nell’agevolare a presentare le domande con la compilazione telematica e le operazioni tecnico-burocratiche con grande sollievo per chi entro il 20 agosto deve accedere a queste forme di sostegno economico perchè non dispongono di mezzi informatici.

Voglio ricordare che il servizio è attivo presso la sede del Viale della Vittoria ad Agrigento il lunedì ,tranne il 16 agosto, il mercoledì e il venerdì dalle ore 9.30 alle ore 12:00 nel rispetto delle norme anti-covid.

Inoltre ,per chi è stato vaccinato e aspetta il green pass ,gli stessi volontari scaricheranno l’applicazione e stamperanno le certificazioni ai cittadini che ne faranno richiesta.

Il mondo dell’Associazionismo che è rappresentato ad Agrigento da tante realtà a cominciare dai Volontari di Strada e non solo, sono un esempio vero e fondamentale per essere complementari e insostituibili alle esigenze e alle richieste delle fasce svantaggiate, essi agevolano questa amministrazione che sui servizi sociali e l’assistenza fa di tutto per non deludere nessuno “

Il sindaco di Agrigento, Francesco Miccichè, ha sospeso con proprio provvedimento, l’erogazione dell’acqua potabile nell’intera via Ustica a San Leone.

La decisione è stata adottata oggi dopo aver conosciuto gli esiti di una approfondita analisi dell’acqua erogata che si presenta inquinata. Le autorità sanitarie hanno certificato  che l’acqua distribuita non è utilizzabile per fini potabili perché presenta parametri non conformi.

In attesa di provvedimenti atti ad eliminare l’inconveniente igienico sanitario, come scritto,  è stata disposta la sospensione dell’erogazione idrica in via Ustica a San Leone.

A Paternò, in provincia di Catania, un agricoltore di 30 anni, Ignazio Distefano, è morto schiacciato dal suo trattore nel tentativo di spegnere un incendio in un podere nell’area di Ponte Barca, interessata da un vasto incendio. Lui è stato intento a trasportare una botte piena d’acqua sul trattore che, in prossimità di una curva, lungo la strada provinciale 58, si è capovolto schiacciandolo e uccidendolo sul colpo.

Gaetano Migliazzo, direttore sanitario dell’ospedale di Agrigento, replica a quanto denunciato dal deputato regionale e vice presidente della Commissione Sanità, Carmelo Pullara, nel merito del funzionamento del pronto soccorso dell’ospedale di Agrigento, Migliazzo afferma: “Mancano i medici e abbiamo un bando aperto per arruolare personale ma non se ne trovano. La dotazione organica è di 11 medici, 2 medici a turno in pianta stabile e, d’accordo con la direzione strategica, abbiamo predisposto che le prestazioni aggiuntive siano integrate con un’extra fuori contratto, ma non tutti hanno accettato. Chiaramente c’è chi in questo momento chiede le ferie ed ha tutto il diritto di riposarsi. Va detto che il problema è generalizzato e non solo di questo ospedale. Abbiamo riaperto il reparto Covid e i tempi di attesa sono fisiologici sul panorama regionale. Per il triage abbiamo istallato nuove strumentazioni per tamponi rapidi con esito più affidabile. Riguardo la Tac speriamo che entro le 48 ore torni funzionante. Il pronto soccorso di Agrigento ha in tutto 8 letti e 8 barelle”.

“Per chi non avesse compreso la gravità, sia dal punto di vista igienico sanitaria, lavorativa e di scarsa considerazione verso i cittadini, già offesi dai cumuli di spazzatura giacenti da settimane nel territorio, riteniamo necessaria una cronistoria della “Grande Puzza” che attraversa Agrigento e Favara.  Cominciamo da quella più grave, più eclatante: Favara. I netturbini in astensione dal lavoro, si sono incatenati dinanzi al portone del Comune per manifestare il loro disagio  per il mancato pagamento dello stipendio, che con  la fine del mese di marzo arrivano a 4 mensilità. (Ormai, con cicliche cadenze, gli operatori ecologici si astengono dal lavoro reclamando legittimamente il pagamento di mensilità pregresse. Un ritardo nel ritardo rispetto a quanto previsto dal contratto). Un colpo durissimo per le attività ricettive e per l’immagine del paese, oltre che per i cittadini che si trovano a convivere per l’ennesima volta con una situazione tale da configurare, come certificato dall’Asp, una emergenza sanitaria. Il sindaco Alba, scrive al Presidente della Regione Musumeci.
Nella missiva, chiede un intervento finalizzato a sbloccare i trasferimenti finanziari del Fondo perequativo. Dal palazzo di Piazza Indipendenza, naturalmente, tutto tace. Nel frattempo, il sindaco Alba  firma una ordinanza contingibile ed urgente ai sensi dell’articolo 191 del decreto legislativo 152/06 che impone agli operatori di tornare al lavoro.
La Prefettura dice no. Le ditte “le stelle” stanno a guardare come direbbe A.J Cronin. Nessuno, tra amministratori e politici si prende la briga di andare a sbirciare il favoloso contratto milionario, per vedere se in qualche comma, magari scritto a caratteri minuscoli, esista una clausola che conduca alla responsabilità dell’RTI. Nessuno alza il dito per indicare la disorganizzazione dell’RTI Iseda capofila. Nessuno ne fa cenno nei “comizi” in vista delle amministrative. Eppure la puzza c’è. Ad Agrigento, una città per nulla spazzata, piena di erbacce, per non parlare di San Leone. Anche ad Agrigento come a Favara,  sono i cittadini a creare questa sporcizia perché non educati al rispetto dell’ambiente? A Canicattì le cose sono diverse?
Il personale delle ditte che gestiscono il servizio sul territorio comunale hanno incrociato le braccia. I rifiuti soprattutto quelli organici hanno iniziato a fermentare sia dentro che fuori le abitazioni. La situazione è peggiorata per l’abbandono indiscriminato nelle zone periferiche di tonnellate di rifiuti. Torna prepotentemente  la Grande puzza o Grande fetore come nell’estate del 1858 a Londra, durante la quale la mancata raccolta dei rifiuti creò un impatto di portata sociale e politica tale da rimanere un importante episodio nella storia della città. Sono trascorsi 168 anni, non siamo a Londra ma la storia è simile. L’unica cosa che manca è l’impatto SOCIALE e POLITICO che dovrebbe creare i presupposti per chiedere ad alta voce, l’immediata revoca dell’appalto”.

Scene di ordinaria follia al Pronto Soccorso di Agrigento, ospedale che ci ha tristemente abituato a scenari che nulla hanno a che vedere con l’umanità, il senso civico, il coraggio di quel personale, nettamente sott’organico che diventa bersaglio di rabbia incontrollata e comprensibile esasperazione che in questo caldo estivo ha effetti devastanti.

Ad affermarlo è il vicepresidente della Commissione sanità all’Ars Carmelo Pullara che questa mattina si è recato al reparto di Pronto Soccorso del San Giovanni di Dio per constatare di persona quanto sta accadendo in queste ore.

Stamattina  – riferisce Pullara –  era prevista l’analisi sull’ospedale San Giacomo d’Altopasso di Licata, a cui doveva presenziare tra gli altri il commissario straordinario dell’Asp Mario Zappia, che non si è presentato. Essendo saltato questo appuntamento, inutile andare avanti senza il vertice dell’Asp,  ho deciso di verificare di persona lo stato dell’arte del pronto soccorso dell’Ospedale di Agrigento, dove visto che Licata non è prioritario, si riversano anche molti utenti licatesi.  Nel nosocomio agrigentino, ci sono in totale 60 pazienti, di cui circa 20 in astanteria, assistiti da un medico che copre il turno di mattina e di pomeriggio insieme a due infermieri e due oss. La notte nessun medico è di turno.

Al pronto soccorso nella mattina di oggi 11 agosto, per circa 60 pazienti in attesa, ci sono due soli medici, due infermieri e due ausiliari. Questi la notte badano anche ai 20 pazienti dell’astanteria.  Problemi anche al pretriage dove c’è un solo infermiere, lo stesso che esegue tampone e valutazione.  Inoltre ci sono 5 pazienti in isolamento assistiti da due infermieri e un solo oss.

Ad oggi l’unica Tac funzionante è la stessa che serve pazienti Covid e non Covid con rallentamento notevole perchè tra un ingresso e l’altro occorre la sanificazione. La tac dedicata ai pazienti non covid è ancora guasta. Criticità – aggiunge Pullara – anche per la Chirurgia vascolare che risulta chiusa. C’è solo un servizio poliambulatorio e i pazienti vengono poi trasferiti in altri reparti o presidi. Chiuso anche il reparto di Medicina, attivo solo il reparto covid. Tutto questo avviene in un pronto soccorso che nel solo anno in corso ha gestito ben 26mila e 500 accessi.

Durante il sopralluogo al San Giovanni di Dio il parlamentare regionale ha ascoltato le lamentele della gente.

Mi hanno riferito – conclude Pullara – che un codice giallo, ha dovuto aspettare su una sedia che si liberasse un letto per 30 ore, mentre un codice verde è in pronto soccorso da sabato. Inoltre, questa è una situazione da terzo mondo, mancano i bagni, lenzuola monouso e normali, guanti e disinfettante. Per tutti i pazienti del reparto di pronto soccorso sono disponibili solo tre monitor e le barelle presenti sono acconciate alla meglio con garze e nastri adesivi di fortuna. Un’immagine desolante anche per tutti quei turisti che sono in vacanza in Sicilia e che vedono uno scenario bellico, tutto questo nonostante l’encomiabile lavoro di tutto il personale che non finiremo mai di ringraziare”.

 

“Risarcimenti agli operatori economici colpiti ed ai proprietari dei terreni agricoli (anche per evitare il deprezzamento e le speculazioni); esclusione dal pagamento della seconda rata dell’IMU 2021 o riduzione del 50% dell’imposta annua sugli immobili siti nei territori colpiti dagli incendi con ristoro ai comuni a carico dello Stato; facoltà per i Comuni di deliberare la non applicazione di sanzioni e interessi per il ritardato pagamento di tributi ed altre entrate proprie scadute alla data del 31 luglio 2021(se il pagamento interviene entro e non oltre il 16 dicembre 2021)”.
Queste le principali richieste avanzate dal presidente di ANCI Sicilia e sindaco metropolitano, Leoluca Orlando, anche a nome dei sindaci presenti, al ministro delle Politiche Agricole, Alimentari e Forestali, Stefano Patuanelli, al vice ministro del MISE, Alessandra Todde, e al Sottosegretario di Stato al Ministero delle Infrastrutture, Giancarlo Cancelleri, durante l’incontro svoltosi questa mattina a Palazzo Comitini.
“Per evitare l’ulteriore impoverimento dell’Isola e tenendo conto della già difficile situazione finanziaria della gran parte dei comuni, – ha aggiunto Orlando – che ha già portato l’ANCI Sicilia ad avanzare specifiche richieste in occasione di una seduta della Conferenza Stato-città e Autonomie locali dello scorso 3 agosto, si rende necessario richiamare l’attenzione del Governo nazionale anche su iniziative di carattere generale come l’introduzione di misure di fiscalità di sviluppo a partire dall’approvazione del DDL sulle Zone franche montane già in discussione in Senato; slittamento dei termini per l’approvazione degli strumenti finanziari in ragione dell’approvazione, nei prossimi mesi, di idonee misure di perequazione fiscale. In prospettiva bisogna prevedere incentivi per gli agricoltori, custodi del territorio, non solo in ragione dei prodotti ma anche per evitare che terreni produttivi rimangano incolti, per arginare il dissesto idrogeologico e limitare e prevenire gli incendi”.
“Sappiamo che il Ministro – ha concluso il presidente dell’Associazione dei comuni siciliani – farà visita ad alcune aziende zootecniche e agricole colpite e ci auguriamo che possano essere previste presto tanto per le aziende, tanto per i proprietari dei terreni agricoli, tanto per i Comuni, misure concrete attraverso specifici interventi normativi in occasione dalla prossima legge di stabilità nazionale. L’incontro di stamattina con il Ministro Patuanelli, il viceministro Todde e il sottosegretario Cancelleri, ha avuto lo scopo di affrontare le drammatiche criticità legate all’emergenza incendi. Ancora una volta affrontiamo con emergenza un’emergenza poiché manca una dimensione progettuale. Come ANCI Sicilia abbiamo riunito, sia in presenza sia in videoconferenza i Sindaci più duramente colpiti, che hanno espresso un pensiero unico di grande preoccupazione e chiedono con forza interventi da parte del Governo Regionale, e in questo caso al Governo Nazionale”.

Una serata di musica in spiaggia in un lido di Porto Palo è stata bloccata prima che potesse cominciare. E’ avvenuto ieri sera quando centinaia di giovani della zona si stavano radunando in un locale all’aperto che in questa stagione estiva è stato molto frequentato dal mondo giovanile.

Sul posto sono intervenute le forze dell’ordine che hanno bloccato la manifestazione, ritenendo che non ci fossero le condizioni di rispetto delle norme anticovid. Le discoteche all’aperto sono autorizzate, ma con determinati requisiti e regole da rispettare.

Un medico anestesista di 65 anni, Amelia Martino, è morta in ospedale a Messina la scorsa notte a seguito delle ferite subite in un incidente stradale. Alla donna, per cause in corso di accertamento, è sfuggito il controllo dell’automobile, che è sbandata ribaltandosi fuori strada lungo la carreggiata adiacente il torrente Santo Stefano a Messina. Dopo l’impatto la donna è stata trasporta d’urgenza in ospedale, dove è stata sottoposta ad un delicato intervento per tentare di salvarle la vita.