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La Sicilia brucia e gli incendi hanno decimato anche la fauna selvatica. Tuttavia l’assessore regionale a Territorio e Ambiente, Toto Cordaro, non ha ancora ritenuto opportuno e ragionevole rinviare l’avvio della stagione della caccia. Anzi: l’assessore anticipa l’avvio della stagione venatoria al primo settembre, e ciò contro il parere scientifico dell’Ispra, l’Istituto superiore per la protezione e la ricerca ambientale. Ecco il messaggio diffuso e rivolto a Cordaro da otto associazioni: Italia nostra, Gre, Lac, Lav, Legambiente, Lipu – BirdLife Italia, Man e Wwf, che aggiungono: “Abbiamo inviato un’apposita istanza al presidente Musumeci, e agli assessori Cordaro, all’ambiente, e Scilla, all’agricoltura, perché il loro comportamento rappresenta una incredibile e sciagurata dichiarazione di guerra contro la fauna scampata dal fuoco. Lo loro è una scelta gravissima ed irresponsabile in aperto contrasto con le direttive europee e con i principi scientifici per la conservazione della fauna, che ora rischia di essere decimata dalle doppiette con conseguenze irreversibili”.

“Non c’è solo la drammatica situazione coronavirus, con una gestione da parte del governo Musumeci che continua ad essere essere approssimativa, tre le emergenze sanitarie in Sicilia”.
E’ quanto rileva oggi il deputato regionale del Pd Michele Catanzaro nell’evidenziare la grande preoccupazione che si sta vivendo a Licata, terza città per numero di abitanti della provincia di Agrigento, dove ci sono seri rischi di vedere seriamente ridimensionato, o addirittura chiuso, l’ospedale San Giacomo d’Altopasso, punto di riferimento sanitario nella parte orientale del territorio provinciale.
“Da mesi c’è una situazione di precarietà totale che si riversa sulla cittadinanza e che pregiudica ogni tipo di servizio. Ci sono gravissime responsabilità da parte del governo regionale, in silenzio pure di fronte alle timide e poco incisive sollecitazioni di esponenti della sua coalizione politica. La ciliegina sulla torta è stata una riunione della Commissione sanità che era stata organizzata proprio a Licata e che tutti hanno letteralmente snobbato, come se il problema fosse lontano da loro”.

“E tutto questo – dice Catanzaro – mentre la Regione Siciliana, ultima sui vaccini e prima nei contagi, cancella del tutto dalla propria programmazione ogni tipo di azione necessaria per garantire livelli di assistenza che al di là del Covid dovrebbero essere efficienti in tutti gli ospedali. A Licata l’ospedale senza personale e senza attrezzature rischia di chiudere, a Sciacca al Giovanni Paolo II non si parla più di Stroke Unit e di potenziamento dell’Area di emergenza, come se il Covid avesse cancellato tutte le altre patologie”.

“Che fine ha fatto il sopralluogo al San Giacomo d’Altopasso annunciato dalla Presidente agrigentino della Commissione Sanità dell’Ars ? Dov’è finito il Vice Presidente agrigentino della Commissione Sanità dell’Ars che deve rappresentare il suo territorio con i fatti e che invece da anni è coinvolto in una serie di quotidiane e continue polemiche di basso cabotaggio con il Management dell’Asp? Perchè non si confronta direttamente con il Governo Musumeci per imporre interventi concreti in favore dell’Ospedale di Licata ?”

Il deputato regionale della Lega, e vice presidente della Commissione Sanità all’Assemblea Regionale, Carmelo Pullara, sollecita la direzione dell’Azienda sanitaria provinciale di Agrigento ad attivarsi per dotare il reparto covid dell’ospedale di Agrigento di condizionatori funzionanti. Pullara spiega: “E’ stato perfino lanciato un appello in queste ore per donare dei ventilatori ai pazienti ricoverati, che, oltre ad essere positivi al virus, devono sopportare le temperature roventi di questi giorni senza il refrigerio dell’impianto di climatizzazione. Non potendo utilizzare l’impianto d’aria condizionata, i pazienti del reparto stanno soffrendo moltissimo il caldo. Le altissime temperature di questi giorni non hanno aiutato i pazienti ricoverati né il personale medico e paramedico che è costretto a lavorare indossando pesanti dispositivi di sicurezza per molte ore al giorno. Ci chiediamo inoltre perchè in tutti questi mesi non sono stati fatti quei lavori necessari per rendere l’impianto centralizzato adeguato. Tutto questo nonostante l’encomiabile lavoro di tutto il personale che non finiremo mai di ringraziare”.

Con propria ordinanza il sindaco di Agrigento Francesco Miccichè vengono stabilite alcune regole che dovranno essere mantenute durante il giorno di ferragosto.

Intanto sono vietati gli accampamenti in spiaggia, l’accensione di bivacchi, falò o fuochi d’artificio,  il trasporto, detenzione a qualsiasi titolo di legna, carbone e carbonella”) e la produzione di rumori molesti dalle otto del quattordici agosto alle 6 del 16 agosto.

Sarà proibita la vendita e la somministrazione di alcolici e superalcolici (compresa la vendita di bevande in bottiglia o lattina di qualunque tipo) e sarà imposto lo stop ad emissioni sonore di svago e/o intrattenimento dalle 2 alle 6 dei giorni 15 e 16 agosto (corrispondenti alle notti tra il 14 e il 15 agosto e quella tra il 15 e il 16 agosto).

Quindi niente feste per tutta la notte, come invece è tradizione. Il tutto nel pieno rispetto delle norme anticovid (distanziamento, mascherine dove non possibile distanziarsi eccetera).

Il sindaco ha garantito una certa tranquillità sonora anche ai residenti nei pressi dei locali della movida. Fino al 12 settembre, i locali che presentano un “impatto acustico esterno”, cioè che hanno casse rivolte su strade o piazze o che “inducano stazionamenti della propria clientela all’esterno, ad eccezione dei chioschi) dovranno chiudere alle due dalla domenica al giovedì e alle 3 il venerdì e il sabato (e nei prefestivi). Gli orari valgono anche per tutte quelle attività di ristorazione (pizzerie, gelaterie, paninerie ecc) che non abbiano solo posti al chiuso ma, come più comune, all’aperto.

Per tutti è possibile richiedere di volta in volta una deroga oraria di un’ora.

Nessun limite è imposto agli esercizi pubblici che sono privi di impatto verso l’esterno (niente musica, niente clientela per strada eccetera).

Più o meno si tratta della stessa ordinanza adottata dai sindaci della fascia costiera agrigentina, da Licata ad Agrigento, da Ribera a Sciacca.

 

I sottoscritti presidenti e delegati provinciali dei rispettivi Ordini Professionali, aderendo all’invito di coorganizzare il service in oggetto, proposto dal Lions Club Agrigento Host, invitano le testate giornalistiche, online e televisive ad assistere all’evento di benvenuto ad Alessandro. L’ingegnere Alessandro D’Andrea, agrigentino d’origine trapiantato al Nord ormai da un ventennio, si sta cimentando in questi giorni su un’impresa straordinaria: è partito con la sua bicicletta da Legnago (VR) sabato 31 luglio scorso e conta di arrivare nella sua città natale (Agrigento) la mattina del 14 agosto 2021. Grazie alla disponibilità del Direttore del Parco della Valle dei Templi, Alessandro potrà brevemente raccontarci la sua incredibile avventura dal palco istallato sotto il tempio di Giunone, a partire dalle ore 9:30 di domani 14 agosto. Durante il suo tragitto, Alessandro sta dialogando con due suoi amici immaginari “Totò e Donato”, uno siciliano e l’altro veneto, con cui si diverte a commentare, tra il serio ed il faceto, i posti più significativi che visita. Molto interessanti gli spunti letterari e persino musicali! Sta unendo idealmente l’Italia, dal Nord al Sud, ricordandoci le meraviglie paesaggistiche e culturali del nostro amato Paese anche ricordando gli italiani illustri ed i più autorevoli personaggi storici e contemporanei che hanno contribuito a farlo grande. E’ stato già ricevuto con una calorosa accoglienza dalle amministrazioni comunali di Teramo, Matera, Messina e di Campobello di Licata, dove é nato suo padre. Sebbene gli organizzatori vogliano dare il carattere di massimo coinvolgimento, con l’obiettivo di esaltare la bellezza della nostra Valle dei Templi e di rilanciare l’immagine della nostra provincia e delle nostre città, la cerimonia, nel rispetto delle norme Anti Covid, non sarà caratterizzata da assembramenti. A tale scopo, le presenze sotto il palco del Tempio di Giunone saranno limitate ai soli rappresentanti delle associazioni e club service che hanno patrocinato l’evento e che saranno accreditate dal Lions Club Agrigento Host e dalla scrivente RPT AG.
L’impresa del conterraneo Alessandro D’Andrea, conosciuto tra i suoi amici di sempre per la capacità di porre in essere azioni provocatorie, accenderà i riflettori su temi assai cari ai Lions, alla RPT e agli altri Soggetti, Associazioni e Club Service che aderiscono alla manifestazione, non solo con l’obiettivo di promuovere l’attività motoria, come virtuosa abitudine per favorire un buono stato di salute, ma anche al fine di valorizzare i beni culturali, paesaggistici ed ambientali del Paese. Chissà su cosa vorrà farci riflettere questa volta il coraggioso ingegnere ciclista agrigentino, che sta affrontando il pesante caldo di questi giorni per trascorrere il ferragosto con la sua famiglia ed i suoi amici agrigentini!

Lo slalom torna ad Alessandria della Rocca. La cittadina dell’agrigentino è pronta ad ospitare la manifestazione tra i birilli, inserita all’interno del Campionato Regionale Slalom.

Il 4° Autoslalom Città di Alessandria della Rocca, che assegna punti anche per lo Challenge Paliké, si terrà nei giorni 21 e 22 agosto: il sabato ci saranno le consuete verifiche, dalle ore 15.30 fino alle 19.30, in via Roma, ad Alessandria della Rocca. Verifiche propedeutiche alla gara, che si svolgerà, in tre manches, domenica, sulla Strada Statale 118 Corleonese Agrigentina, dal km. 88,700 al km. 91,650.

Lo slalom manca ad Alessandria dal 2012 ma il percorso, di 2,950 km, è rimasto pressoché lo stesso e proprio per questo non si terrà alcun giro di ricognizione. La manifestazione torna dunque dopo nove anni grazie al lavoro della Muxaro Corse, organizzatore, e del Team Paliké, co-organizzatore. Le iscrizioni sono aperte e si chiuderanno il prossimo 16 agosto. Il pubblico sarà ammesso alla gara, secondo le disposizioni anti Covid-19.

Si chiama Giuseppe Scordino, ha ottanta anni ed è di Favara. Da due giorni non si hanno più sue notizie. La famiglia ha sporto denuncia per la sua scomparsa al comando tenenza dei carabinieri del luogo.

Ci sarebbe una prima ricostruzione; l’uomo, dopo aver litigato con la moglie, è uscito da casa. Un particolare da vagliare è che l’uomo ha lasciato a casa il cellulare e la fede nuziale. Con se ha soltanto i documenti personali.

L’uomo è scomparso dal quartiere Luna. Il tenente Armetta sta coordinando le ricerche e le indagini. Se non ci saranno novità entro le prossime 48 ore, interverrà la prefettura di Agrigento per avviare le ricerche per le persone scomparse.

 

Le alte temperature di questi giorni hanno evidenziato la necessità di aumentare la dotazione di acqua per usi irrigui, pena la perdita delle produzioni agricole di qualità.
I sindaci del comprensorio (Ribera, Calamonaci, Villafranca Sicula, Burgio, Lucca, Montallegro, Cattolica Eraclea, Bivona, Caltabellotta) hanno stabilito, di concerto con le OO.PP. Agricole, di richiedere l’intervento del Prefetto per ottenere il trasferimento da parte dell’ENEL di 3 milioni di metri cubi di acqua dalla diga Garcia – tramite la traversa Gammauta – all’invaso Castello di Bivona.
Quest’ultimo infatti contiene attualmente poco più di 9,5 milioni di metri cubi d’acqua, di cui ad oggi solo 3 milioni circa utilizzabili a scopo irriguo, quantità assolutamente insufficiente per fronteggiare l’attuale emergenza idrica delle campagne del comprensorio: mentre, per effetto dell’incremento richiesto, sarà possibile aumentare la dotazione a scopo irriguo ad almeno 4,5 milioni di metri cubi.
In un periodo di grande emergenza idrica serve, oltre ad un maggiore quantitativo d’acqua dalle dighe, la razionalizzazione del liquido tra i frutteti, la scelta dei progetti esecutivi pronti per i finanziamenti del Recovery Fund, la convenzione immediata tra Regione, Enel, e Consorzio di Bonifica per il trasferimento dell’acqua dalla diga Raia all’invaso Castello, il rinnovo dei vecchi impianti di distribuzione idrica e l’interconnessione tra le dighe.
Questo è quanto emerso durante un tavolo tecnico al palazzo comunale di Ribera, promosso dal Sindaco Matteo Ruvolo, al quale hanno preso parte i vertici del Consorzio di Bonifica, il commissario Garofalo, il direttore Tomasino, l’ing. Guarino, il presidente del consorzio di tutela Arancia di Ribera Dop Pasciuta, i sindaci di Cattolica Eraclea Borsellino, di Lucca Sicula D’Azzo, il commissario di Montallegro Zarbo, le organizzazioni professionali agricoli di Cia e Coldiretti ed i membri della Commissione Consiliare Agricoltura del Comune di Ribera Alfredo Mulè e Pietro Siragusa.
Un documento con tutta la piattaforma delle rivendicazioni avanzate sarà inviato al più presto al prefetto di Agrigento Cocciufa, affinché questi si faccia interprete delle istanze presso la Regione Siciliana.
“Senza l’acqua agricoltura e l’economia del territorio muoiono, pregiudicando lo sviluppo agricolo dell’area dove i nuovi impianti di agrumeto crescono già a vista d’occhio: per il Sindaco di Ribera Matteo Ruvolo è quindi necessario agire in fretta, per scongiurare danni irreparabili alle produzioni agricole e non compromettere uno dei pochi settori oggi trainanti dell’intera economia provinciale”.

 

Tre anni fa a Favara scompariva Gessica Lattuca, 28 anni, mamma di 4 figli . Era la sera del 12 agosto del 2018. Nessuno ha più visto la giovane dopo le 21:30. Da quel momento in poi la ragazza è completamente sparita. Gli inquirenti in questi 3 anni hanno battuto diverse piste , ma il muro di omertà che vige a Favara, di certo non ha aiutato a poter dare una svolta e quindi la verità ad un’amara vicenda.

Gessica, alle 21:15, di tre anni fa viene vista l’ultima volta in via Leopardi da uno zio e un amico, ma nessuna telecamera riprende la scena. Scattano le ricerche di carabinieri e la Procura di Agrigento apre diversi filoni d’inchiesta: gli inquirenti perquisiscono case e terreni del fidanzato Filippo Russotto, unico indagato, che si è sempre professato innocente. Un’altra pista seguita dai magistrati agrigentini è quella di un possibile giro a luci rosse. Poi le scritte sui muri di Favara. E adesso da mesi i militari dell’Arma lavorano anche su altre piste.

Un lavoro investigativo, accurato e certosino, per chiudere il cerchio sulla triste vicenda.

Sono 1.134 i nuovi casi di Covid19 registrati nelle ultime 24 ore nell’isola a fronte di 16.602 tamponi processati in Sicilia.

L’incidenza sale al 6,8%, il giorno precedente era al 6%. L’isola resta al primo posto per nuovo contagio giornaliero.

I guariti sono 472 mentre nelle ultime 24 ore si registrano altre 12 vittime e il totale dei decessi sale a 6.121. Sul fronte ospedaliero sono adesso 532 i ricoverati mentre in terapia intensiva restano 59 i ricoverati come ieri.

Questa la situazione nei Comuni capoluogo: Palermo 182, Catania 168, Messina 263, Siracusa 110, Ragusa 110, Trapani 98, Caltanissetta 82, Agrigento 118, Enna 3 .