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“Rammarica la situazione dei parcheggi intorno alla Valla dei Templi.

Ho prontamente segnalato la vicenda al Sindaco il quale mi riferisce che già da mesi lavora ad una soluzione che è in dirittura d’ arrivo.
Questa Amministrazione ha tutta l’intenzione di restituire il parcheggio di Cugno Vela alla Cittadinanza ed al Parco. Purtroppo il parcheggio di Cugno Vela è una annosa e dolente vicenda di questa Città. Il Sindaco Micciche’ lavora da tempo per trovare una soluzione, il cui prossimo step dovrebbe vedere la luce  tra un paio di mesi.
Nelle more della riapertura del parcheggio di Cugno Vela, mi scuso con cittadini e turisti per eventuali disservizi, mi impegno a seguire l’iter amministrativo, e faccio un accorato appello a tutti: senso civico e prudenza alla guida, soprattutto nelle strade adiacenti la Valle dei Templi.

Infine invoco l’intervento del Libero Consorzio e del Prefetto, al fine di attuare, insieme al Comune di Agrigento,  una strategia sinergica per implementare la sicurezza stradale ad Agrigento.”

Continuano serrate le indagini sull’uccisione di Salvatore Lupo, freddato a colpi di pistola all’interno di un bar situato nella via IV Novembre, in centro. Chi ha sparato viene considerato un killer professionista. Di lui non vi sono tracce, ancora.

Intanto, vi è un messaggio dell’ex moglie della vittima, Giusi Barba, affidato all’avvocato Salvatore Pennica. “Provo disperazione e dolore. Sono madre di due ragazzi orfani e figlia di un padre che secondo gli inquirenti è sospettato di averli resi orfani”. Domenica sera, poche ore dopo il delitto dell’ex presidente del consiglio comunale, la prima perquisizione è stata fatta proprio a casa del suocero di Lupo, Giuseppe Barba.

Recentemente erano sorti pesanti contrasti in famiglia dopo la separazione della coppia. “Con mio marito non andavo d’accordo, ma volevamo superare i contrasti, per i figli. Mio padre ha cresciuto mio figlio ed io mi rifugio nella preghiera”. Una parola, la donna la rivolge proprio al figlio Calogero, che si era schierato con il padre: «Spero di riabbracciarlo e prego Dio di darmi la forza di resistere».
Domenica, il suocero di Lupo è stato sottoposto anche allo Stub, per verificare se avesse sparato. Ma non è emerso nulla. E l’inchiesta coordinata dal procuratore Luigi Patronaggio e dal sostituto Salvatore Vella resta contro ignoti.

Lupo è stato ucciso da un colpo in testa e uno sotto la spalla destra, mentre era davanti al bancone dell’American snack bar. Poi il killer è fuggito. Non è ancora chiaro se c’era un complice ad attenderlo in via IV Novembre.

Sulla vicenda vige l’omertà. Nessun testimone ha offerto indicazioni, nessuno ha risposto all’appello degli inquirenti a rompere il muro di omertà che avvolge Favara. E, adesso, dopo i primi sospetti, l’inchiesta guarda oltre i contrasti in famiglia. Si scava negli affari di Lupo, che gestiva tre residenze per anziani in provincia di Agrigento, e anche alcuni bed & breakfast. L’ex presidente del consiglio comunale era sempre a caccia di nuovi investimenti. E anche per questo si era fatto tanti nemici in città. Persino in famiglia.

Negli ultimi mesi la vicenda della separazione dalla moglie, con cui aveva condiviso la gestione delle residenze per anziani. Erano sorti pesanti contrasti economici sul patrimonio costruito negli ultimi anni: la donna e il padre si erano rivolti all’avvocato Pennica per denunciare Lupo alla procura di Agrigento. Diverse le contestazioni mosse, fra cui appropriazione indebita, ma anche stalking nei confronti dell’ex moglie. Era stata tentata una mediazione legale per la divisione del patrimonio.

Poi, un mese fa, il padre dell’ex moglie di Salvatore Lupo era stato aggredito da genero e dal figlio. Proprio nel bar dove è accaduto l’omicidio. Il suocero aveva però scelto di non presentare denuncia. Ecco perchè domenica i carabinieri erano andati subito a casa sua, ritenevano che avesse consumato una vendetta. Ma, al momento, non c’è alcun riscontro a questo sospetto.

Il direttore del Dipartimento di Prevenzione dell’Azienda Sanitaria Provinciale di Agrigento, Vittorio Spoto, invita i passeggeri (circa sei) che hanno viaggiato ieri, martedì 17 agosto 2021, sull’autobus della ditta Salvatore Lumia in servizio lungo la tratta che è partita alle ore 14.25 circa da via Roma a Siculiana in direzione Agrigento, a mettersi in contatto con il Dipartimento di Prevenzione ASP attraverso il contatto telefonico mobile 339.6738639 oppure ai fissi 0922/407173, 0922/407536 o 0922/407572.

L’invito, a scopo precauzionale, deriva dalla necessità di fornire comunicazioni agli interessati stante che un altro passeggero presente sullo stesso bus di linea è risultato positivo al Covid-19.

Sono 997 i nuovi casi di Covid-19 registrati nelle ultime 24 ore nell’isola a fronte di 15.038 tamponi processati in Sicilia. L’incidenza sale al 6,6% ieri era al 4,6%. La Sicilia rimane al primo posto per contagi giornalieri in Italia.  Gli attuali positivi sono 19.717 con un decremento di altri 232 casi. I guariti sono 1.204. Gli ultimi decessi registrati sono 25, ma solo uno è stato registrato ieri, gli altri 24 sono ‘recuperi’ dei giorni precedenti. Il totale delle vittime è di 6.172 persone. Sul fronte ospedaliero sono adesso 701 i ricoverati, 17 in più rispetto al giorno precedente mentre in terapia intensiva sono 80 i ricoverati.

Questa la situazione nei Comuni capoluogo: Palermo 148, Catania 161, Messina 18, Siracusa 114, Ragusa 174, Trapani 85, Caltanissetta 139, Agrigento 85, Enna 73.

Lo statuto non consente proroghe o deroghe. E così Giovanni Lombardo, al termine di due mandati pieni e consecutivi, lascia la guida della CNA di Raffadali.  Ha passato il testimone a Filippo Inglima che, all’unanimità, è  stato eletto presidente della locale sede. Alla seduta, che si è svolta in un clima di rinnovato entusiasmo, hanno partecipato i vertici provinciali della Confederazione: il presidente Francesco Di Natale e il segretario Claudio Spoto. Presente il segretario regionale, Piero Giglione.

Tutti hanno avuto parole di elogio e di apprezzamento per il presidente uscente, al quale sono stati riconosciuti serietà, impegno e lavoro nell’interesse del tessuto produttivo raffadalese. Giovanni Lombardo, nel ripercorrere gli 8 anni di presidenza, ha parlato di “esperienza assolutamente positiva che certamente – ha detto con un pizzico di commozione –  lascerà il segno nel mio percorso umano e professionale”. Ha voluto poi ringraziare quanti, colleghi imprenditori e struttura amministrativa, lo hanno accompagnato e sostenuto durante il doppio mandato. CNA Raffadali riparte tra conferme e new entry.

Un mix opportunamente ponderato per rilanciare le attività a sostegno degli artigiani, delle imprese, dei pensionati e dei cittadini che usufruiscono dei servizi di Caf e Patronato. “Mi rendo conto della responsabilità del ruolo affidatomi – afferma il neo presidente Filippo Inglima –  sono lusingato per avere ricevuto la fiducia da parte dei componenti dell’assemblea, ai quali va il mio sincero ringraziamento. Farò di tutto per svolgere al meglio questo incarico e per rappresentare, come sede sub territoriale, le istanze e gli interessi degli associati CNA”. Di Natale, Spoto e Giglione hanno augurato buon lavoro a Filippo Inglima e a tutti i dirigenti, chiamati, a vario titolo, ad offrire il proprio contributo. Fanno parte dei nuovi organismi: Enzo Di Stefano, Rosetta Tuttolomondo, Giuseppe Pane, Francesco Curaba, Stefano Curaba, Enzo Bartolomeo, Giovanni Maragliano, Piero Burgio, Giovanni Lombardo, Giuseppe Gazziano, Daniele Marchica, Fabio Bruno, e Giovanna Maragliano.

Il coordinatore di Legacoop Sicilia Agrigento – Palermo – Trapani, Domenico Pistone, rivolge apprezzamento, come movimento cooperativistico, verso l’operazione della Guardia di Finanza che ha appena smascherato, sul territorio nazionale, circa 700 false cooperative. Pistone afferma: “Ai militari della Guardia di Finanza esprimiamo gratitudine e riconoscenza per l’operazione che sicuramente ha il merito di ripristinare regole di mercato e principi di legalità. Queste imprese, abusando in modo illecito dello status di cooperativa, hanno, non solo falsato le regole del mercato utilizzando e sfruttando i propri lavoratori, ma hanno soprattutto offeso la vera cooperazione animata da autentici valori come mutualità e solidarietà, che ogni giorno, grazie al lavoro ed all’impegno dei propri soci, contribuisce alla crescita ed allo sviluppo della nostra economia. Facciamo nostro l’appello del Presidente Nazionale di Legacoop e Presidente dell’ACI, Mauro Lusetti, che va nella direzione di dotare il nostro Paese di una normativa, a sostegno della quale abbiamo raccolto le firme nel 2015, in grado di contrastare, in modo efficace, attraverso regole e controlli, la diffusione delle false cooperative, colpevoli di utilizzare i benefici della cooperazione falsando il mercato e sfruttando i lavoratori. In proposito chiederemo anche l’istituzione di una Commissione d’inchiesta – conclude Domenico Pistone.

di Bruno Cassaro

Un bambino, 4 anni di origine tedesche, sfuggendo dal controllo dei genitori è stato investito lungo la via panoramica dei Templi nei pressi dell’ingresso Giunone del sito archeologico.

Da una prima ricostruzione, il bambino sarebbe sceso dal camper – parcheggiato lungo la via panoramica dei Templi – sfuggendo al controllo dei genitori attraversando di corsa la trafficata arteria.  Una Mercedes di colore bianco, con alla guida una donna,  non ha fatto in tempo ad arrestare la corsa centrando in pieno il bambino.

Immediato l’intervento delle forze dell’ordine e dei sanitari del 118, che hanno praticato la respirazione bocca a bocca al piccolo malcapitato, le condizioni del bambino sembrano gravi.

La donna, che è stata la prima a soccorrerlo, è in chiaro stato confusionale e ha continuato a ripetere che non ha visto il bambino.

L’importante arteria è stata chiusa al traffico e con essa anche la rotonda Giunone per permettere l’atterraggio dell’elisoccorso e al trasferimento del bambino al Trauma Center dell’ospedale Villa Sofia di Palermo per grave trauma cranico e diverse fratture.

Per una più chiara dinamica dei fatti si dovranno attendere ulteriori sviluppi.

Per le amministrative del 10 e 11 ottobre a Porto Empedocle sarà della corsa alla carica di primo cittadino l’Ingegnere Salvo Iacono, attualmente Direttore Provinciale dell’Ispettorato del lavoro e reggente dell’Ufficio provinciale del lavoro di Agrigento.

In un’affollata prima riunione alla presenza di amici e simpatizzanti,  il Movimento Porto Empedocle 2021 ha ribadito e ha evidenziato la certezza della candidatura a Sindaco dell’Ing. Salvo Iacono, figura dalla conclamata esperienza in campo professionale e politica.

Le prime parole del candidato Sindaco Salvo Iacono sono indirizzate ai cittadini empedoclini che negli ultimi anni si sono trovati senza una guida politico-amministrativa, un lustro che è stato un freno per il paese marinaro sulla scorta di una protesta effimera e inconcludente per il chiaro fallimento dell’amministrazione uscente.

Adesso siamo al punto di non ritorno, conclude Iacono,  il nostro è un progetto inclusivo e di ampio respiro senza i soliti slogan e paroloni fumosi da campagna elettorale.

Siamo una squadra seria, ci sono sensibilità , intelligenze che possono dare tanto a una comunità che vuole e deve tornare grande.

La riorganizzazione della macchina burocratica e amministrativa, la stabilizzazione dei contrattisti e la rivisitazione della dotazione organica e i nuovi concorsi sono il primo punto per far ripartire un Comune a oggi stanco e appesantito.

Con la nostra identità culturale, il turismo , il porto e una nuova reindustrializzazione mirata , green e riconvertita saranno il traino per una ripresa economica, sociale e di speranza per un popolo di empedoclini stanchi di essere finiti nella periferia politica e amministrativa della provincia.

Una città dalla storia e dalle potenzialità enormi, con il ritorno di una squadra politica vera, ha un solo obiettivo: il rilancio socio-economico di tutto il territorio dal centro ai quartieri periferici.

Sono 148 i nuovi casi di coronavirus registrati in provincia di Agrigento nella giornata del 17 agosto.Il dato emerge dal bollettino diffuso dall’Asp. Non ci sono nuove vittime ma aumentano ancora i ricoveri in ospedale con altri 8 accessi. I tamponi eseguiti sono stati 544 che portano il totale dei test processati da inizio pandemia a 118.497. I guariti sono 21.

Sono 58 le persone ricoverate nelle strutture ospedaliere: 29 si trovano all’ospedale di Agrigento mentre 23 in quello di Ribera. Altri 6 si trovano ricoverati fuori provincia. Tre pazienti sono ricoverati in terapia intensiva all’ospedale Fratelli Parlapiano. Un paziente è invece ricoverato al Covid Hotel di Sciacca.

Agrigento 180, Alessandria della Rocca 13; Aragona 20; Bivona 2 ; Burgio 6; Calamonaci 0; Caltabellotta 25; Camastra 6; Cammarata 25; Campobello di Licata 75; Canicattì 279; Casteltermini 28; Castrofilippo 16; Cattolica Eraclea 1; Cianciana 2; Comitini 1; Favara 319; Grotte 4; Joppolo Giancaxio 10; Licata 80; Lucca Sicula 8; Menfi 26; Montallegro 0; Montevago 1; Naro 29; Palma di Montechiaro 57; Porto Empedocle 90; Racalmuto 32; Raffadali 60; Ravanusa 47; Realmonte 25; Ribera 36; Sambuca di Sicilia 5; San Biagio Platani 7; San Giovanni Gemini 37; Sant’Angelo Muxaro 5; Santa Elisabetta 4; Santa Margherita di Belìce 17; Santo Stefano Quisquina 0; Sciacca 40; Siculiana 50 (36 migranti a Villa Sikania); Villafranca Sicula 3; Navi accoglienza 160.

“E’ passato un anno da quando la Cisl Funzione Pubblica, ha denunciato l’incresciosa situazione in cui versano alcuni tecnici di Laboratorio in servizio presso l’unità operativa di Patologia clinica dell’ospedale di Sciacca che, per disfunzioni organizzative e una inadeguata gestione delle risorse umane, si vedono costretti quasi tutti i giorni a ad operare presso l’ospedale di Ribera e nulla, purtroppo, è cambiato”.

A denunciare una situazione ritenuta gravemente dannosa per i lavoratori sono, per Cisl Fp, il segretario aziendale Alessandro Farruggia e il responsabile del dipartimento della sanità pubblica Giovanni Farruggia.

“Nonostante l’atto aziendale preveda delle unità fisse presso il ‘Fratelli Parlapiano’ e siano già stati assegnati gli incarichi per sopperire alle carenze di personale conseguenti ai pensionamenti – proseguono -, ad oggi non ci comprende il perché la dirigenza dell’unità operativa complessa di Patologia clinica si ostini a costringere i tecnici di laboratorio a fare la spola fra Sciacca e Ribera. Si tratta di  una scelta irrazionale che, oltre che contrastare con i principi di efficienza, espone il personale dipendente a estenuanti trasferte che ne mette a rischio l’incolumità personale, se si considera che nel caso di reperibilità notturna, i dipendenti, anche per un solo prelievo, devono  raggiungere l’ospedale di Ribera”.

Giovanni e Alessandro Farruggia evidenziano come “ogni confronto costruttivo con i vertici aziendali, volto alla risoluzione della questione, è risultato vano, atteso che la dirigenza dell’unità operativa complessa di Patologia clinica, si è dimostrata insensibile alle legittime doglianze dei dipendenti, il cui continuo impiego in trasferte presso il polo ospedaliero di Ribera, incide anche nella gestione della vita familiare”. Non solo, ma il sindacato aveva già in passato sottoposto la vicenda ai dirigenti aziendali i quali avevano dato a loro volta disposizioni dirette al dirigente responsabile dell’unità operativa complessa senza però ottenere adeguato riscontro.

Ai lavoratori, tra l’altro, ad oggi non viene corrisposta l’indennità di trasferta, prevista dal regolamento aziendale e dal contratto collettivo nazionale.

“Ci si chiede, a fronte della possibile soluzione del problema mediante l’assegnazione di unità fisse, – continuano Alessandro e Giovanni Farruggia – se l’impiego di personale di altra sede, cui va, comunque, riconosciuta, l’indennità di trasferta, non integri una ipotesi di danno erariale. La Cisl Fp, in adempimento ai doveri di tutela del personale, nel sollecitare a chi di competenza ad intervenire con immediatezza, rappresenta che adotterà ogni iniziativa opportuna alla soluzione della vicenda. Siamo inoltre estremamente preoccupati per l’immediato futuro, perché la situazione non si potrà che aggravare con l’aumento delle attività correlate all’apertura dell’ unità operativa di malattie infettive e centro Covid, dove è previsto un solo tecnico e si registra l’assenza di un dirigente medico”.