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La deputata regionale di Diventerà Bellissima, Giusi Savarino, annuncia che verso Licata è in viaggio un finanziamento per recuperare il palazzo sede del Comune, progettato da Ernesto Basile, e spiega: “Dalla Regione sono stati destinati circa 600mila euro per gli interventi di ristrutturazione del Palazzo di Città e della torre dell’orologio. Il Presidente Nello Musumeci ha testimoniato ancora una volta attenzione alla salvaguardia del patrimonio architettonico e culturale siciliano. Licata può vantarsi di un edificio dalla bellezza impareggiabile, progettato nei primi del ‘900 dal padre del liberty siciliano, l’architetto Ernesto Basile”.

L’assessore regionale agli Enti Locali, Marco Zambuto, ribadisce che la norma sul finanziamento regionale all’Aica, l’Associazione idrica dei Comuni agrigentini, non è stata impugnata dal governo nazionale. E aggiunge: “Il governo Musumeci si è impegnato a favore dei Comuni dell’Agrigentino per la continuità del servizio idrico integrato. E’ una vittoria che condividiamo con il Parlamento Regionale, al netto di qualche Pierino di turno che ha perso l’occasione per rimanere in silenzio, e rappresenta un sostegno concreto della Regione Siciliana ai Comuni per l’avvio della società. Il mio ringraziamento va ai Dipartimenti della Regione Siciliana delle Autonomie Locali e del Bilancio per avere elaborato e difeso la norma nelle sedi competenti. Ai Comuni e ai cittadini non faremo mancare il nostro sostegno. A giorni arriveranno nelle casse dell’Aica i primi soldi, a seguito delle delibere consiliari di impegno di alcuni Comuni”.

Il sindaco di Ravanusa, Carmelo D’Angelo, interviene nel merito delle nuove bollette idriche dell’Aica, e ritiene opportuno che dalle stesse bollette sia stralciato il deposito cauzionale pagato dai cittadini al precedente gestore. D’Angelo afferma: “Comprendo la necessità della nuova azienda Aica di fare cassa, ma non si possono chiedere sempre sacrifici ai cittadini che già hanno pagato il deposito cauzionale per il servizio idrico alle precedenti gestioni. Dubito anche che sia legittimo in sede di volturazione contrattuale versare nuovamente il deposito cauzionale già pagato a Girgenti Acque e che i cittadini non riusciranno mai a recuperare. E pertanto invito il consiglio d’amministrazione dell’Aica a rivedere le bollette. Alla prossima assemblea dei sindaci chiederò nuovamente che i circa 5 milioni di euro di deposito cauzionale vengano richiesti alla curatela fallimentare di Girgenti Acque e non ai cittadini agrigentini già vessati dai costi alti del servizio idrico”.

Ad Agrigento non si mangia pane la prima e la terza domenica di ogni mese. Dunque, già domenica prossima, 3 ottobre, non si mangerà pane perché è stato imposto ai panettieri il divieto di panificazione fino al prossimo 15 giugno 2022. E se panificano saranno multati di 400 euro. L’assessore comunale alle Attività produttive di Agrigento, Francesco Picarella, afferma: “Le amministrazioni, tramite gli organi preposti, vigileranno sull’apposito decreto regionale pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale dell’8 giugno 2018, e che prevede, per i panettieri trasgressori, la multa di 400 euro”.

Sono stati aggiudicati alla ditta INTEA s.r.l., a soli 5 mesi dall’emissione del progetto esecutivo dell’aprile 2021, i lavori relativi al “ripristino viabilità e sistemazione opere di protezione marina” – Via Farag (frazione di Cannatello), ammessi al finanziamento dalla Protezione Civile Regionale, nel dicembre 2020 per un importo di € 200.000,00.

La professionalità del Rup Arch. Angelo Lezza, a cui tutta l’amministrazione Miccichè rivolge un ringraziamento per il lavoro svolto, ha consentito di portare avanti tutti gli step necessari per arrivare nel più breve tempo possibile, all’aggiudicazione delle opere.

«L’intervento – dichiara l’assessore Gerlando Principato – restituisce all’importante frazione balenare la possibilità di finalmente usufruire di un sicuro affaccio sul mare a beneficio di cittadini e villeggianti. Ovviamente il nostro compito non si esaurisce qui: stiamo monitorando i vari bandi, statali e regionali, per chiedere nuovi fondi, destinati alla messa in sicurezza dei versanti e delle strade che nel nostro territorio sono spesso abbandonate al loro triste destino».

 

Ieri mattina i Carabinieri del Nucleo Operativo e Radiomobile della Compagnia di Agrigento, hanno denunciato a piede libero un automobilista di 36 anni, residente a Porto Empedocle, disoccupato, poiché trovato in possesso di un ingente quantitativo di sostanze dopanti, senza alcuna autorizzazione o ricetta medica. In particolare, nel corso di un controllo di routine, la pattuglia del Nucleo Radiomobile di Agrigento, in zona quadrivio, si è imbattuta nel giovane automobilista che ha immediatamente dato segni di insofferenza durante il controllo. Circostanza che ha indotto i Militari dell’Arma ad approfondire gli accertamenti eseguendo una perquisizione veicolare. Nel corso dell’attività sono state rinvenute diverse confezioni di sostanze dopanti e farmaci anabolizzanti, la cui vendita risulta vietata se priva di autorizzazione o ricetta medica. La perquisizione è stata estesa anche presso l’abitazione dell’uomo, ove sono state rinvenute ulteriori confezioni di analoga sostanza, nonché false etichette adesive riportanti la denominazione di vari farmaci anabolizzanti. La sostanza è stata sequestrata e si trova a disposizione della Procura della Repubblica di Agrigento che disporrà i dovuti accertamenti di laboratorio, mentre l’uomo è stato denunciato per le ipotesi di reato di ricettazione – utilizzo o somministrazione di farmaci o altre sostanze al fine di alterare le prestazioni agonistiche degli atleti –

I giudici del Tribunale del Riesame di Palermo hanno rigettato il ricorso della difesa per l’annullamento dell’arresto e hanno confermato la misura della custodia cautelare in carcere emessa a carico di Giuseppe Barba, 66 anni, di Favara, indagato di avere ucciso con tre colpi di pistola l’ex genero, imprenditore Salvatore Lupo, 45 anni, di Favara, lo scorso 15 agosto, in via Quattro Novembre, all’interno di un bar. E’ stata pertanto confermata l’ordinanza del giudice per le indagini preliminari del Tribunale di Agrigento, Francesco Provenzano, che ha convalidato il fermo di indiziato di delitto. A tradire Barba sarebbero stati alcuni video delle telecamere di sorveglianza che hanno registrato la sua automobile Fiat Panda nel luogo dell’agguato, e le tracce di polvere da sparo rinvenute sul volante. Il movente del delitto sarebbe legato a pregressi contrasti economici connessi alla separazione tra Lupo e la moglie, figlia di Barba.

La Corte d’Appello di Palermo ha confermato la sentenza emessa dal Tribunale in abbreviato nell’ambito dell’inchiesta anti-caporalato nell’Agrigentino cosiddetta “Ponos”. Un’associazione a delinquere avrebbe sfruttato lavoratori nelle campagne, soprattutto tra Canicattì, Campobello di Licata e Ravanusa. I lavoratori sfruttati sarebbero stati ingaggiati nell’est Europa, e sarebbero giunti in Sicilia con permessi turistici. Poi sarebbero stati privati del passaporto, e alloggiati in case procurate dalla stessa organizzazione. L’orario di lavoro sarebbe stato di circa 12 ore al giorno, per circa 30 euro lorde al giorno. Dunque, 7 anni e 10 mesi per Vera Cicakova, 60 anni; 7 anni e 4 mesi alla figlia Veronika, 38 anni; 2 anni e 4 mesi per Emiliano Lombardino, 47 anni, di Agrigento, residente a Porto Empedocle; 3 anni a Giovanni Gurrisi, 42 anni, di Agrigento; 3 anni per Neculai Stan, 62 anni, romeno, residente a Campobello di Licata; 1 anno e 4 mesi a Rosario Burgio, 43 anni, di San Cataldo, domiciliato ad Agrigento. Un settimo imputato, Rosario Ninfosì, 52 anni, di Palma di Montechiaro, ha patteggiato la pena a 2 anni di reclusione. Invece Vasile Mihu, 44 anni, ha di essere processato con il rito ordinario.

La Polizia di Stato è impegnata oggi nell’esecuzione di decine di perquisizioni in Sicilia alla ricerca del boss numero uno di Cosa Nostra Matteo Messina Denaro, latitante dal 1993. Nei controlli, disposti dalla Procura antimafia di Palermo, sono impegnati circa 150 agenti delle Squadre Mobili di Palermo, Trapani e Agrigento, supportati dai colleghi del Servizio centrale operativo e dei Reparti prevenzione crimine di Sicilia e Calabria. Le perquisizioni sono scattate in particolare nei confronti di una serie di soggetti sospettati di essere fiancheggiatori di Messina Denaro, e di personaggi ritenuti contigui alle famiglie mafiose trapanesi e agrigentine. I poliziotti operano a Castelvetrano, Campobello di Mazara, Santa Ninfa, Partanna, Mazara del Vallo, Santa Margherita Belice e Roccamena.

Esprimo vicinanza e solidarietà all’autista dell’autobus aggredito da un giovane immigrato, poi fuggito, colpevole soltanto di avergli vietato di salire sul mezzo pubblico perché sprovvisto di mascherina e biglietto.

Mi auguro che l’autore di questo comportamento violento venga prontamente individuato dalle forze dell’ordine ed immediatamente espulso dal territorio italiano.

Le testate giornalistiche, quasi quotidianamente, riportano notizie di immigrati, arrivati illegalmente sulle nostre coste, coinvolti in spaccio di stupefacenti, risse, molestie sessuali ed altri comportamenti illeciti.

La furia immigrazionista della sinistra ha finito col riempire la città dei templi di centri di accoglienza e di delinquenti, è ora di finirla con l’ipocrisia dell’accoglienza, dietro la quale si cela soltanto un becero business e che ha avuto l’effetto di rendere Agrigento una città non più sicura”.

Lo dichiara Lillo Pisano di Fratelli d’Italia.