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“Scacco matto in due mosse contro il Teatro Pirandello e solo per obbedire a logiche spartitorie. Ieri sera a notte fonda in Consiglio comunale, ad Agrigento, si è consumata una pagina degna della più deteriore prima Repubblica. Dodici consiglieri su 24, compatti soldatini di maggioranza, animati come per l’assalto alla Bastiglia, hanno votato due sostanziali modifiche allo Statuto della Fondazione Teatro Luigi Pirandello:

1. l’aumento del numero dei consiglieri di amministrazione senza alcuna ragione (infatti, non è stato spiegato un solo motivo utile alla gestione della fondazione e inoltre in controtendenza con tutte le norme recenti che riducono i consigli di amministrazione da cinque a tre); 2. hanno tolto alla fondazione il personale comunale e i fondi comunali, addossando altri costi alla fondazione. Due interventi inutili e costosi che porteranno a discussioni partigiane su chi dovrà mettere le mani sulla Fondazione e alla riduzione della qualità degli spettacoli. Due modifiche apportate da soggetti che in effetti non abbiamo mai visto a Teatro e che intervengono su qualcosa di cui non conoscono le dinamiche, né i profondi cambiamenti apportati, né il risanamento attuato da persone dall’orizzonte di buon  orizzonte morale, persone che hanno portato il teatro fuori dagli scandali, dal default, dalle chiacchiere per riportarlo nei canoni della Cultura e con i conti in attivo.

Per fare quadrare il bilancio, d’ora in poi, si dovrà ricorrere a spettacoli di provincia o sperare nelle regalie di mamma Regione. Cambia radicalmente la storia del Teatro e si fa piombare la città indietro di 30 anni anche sotto il profilo della cultura.

Nel mio intervento ho fatto rilevare in Consiglio comunale che tutte le criticità che avevamo sollevato sono rimaste intatte nonostante gli emendamenti. Emendamenti che hanno la caratteristica soltanto dell’apposizione di tante impronte digitali.  Torna opportunamente in Cda un membro indicato dalla Regione, ma per tutto il resto non cambia la sostanza. Hanno deciso di aumentare da 3 a 5 i componenti del Consiglio di Amministrazione, di cui tre, costituenti la maggioranza assoluta, sono di nomina del sindaco, ma diventano quattro se non ci sono soggetti privati in grado di versare alla Fondazione 150 mila euro in 3 anni per avere un posto di minoranza in Cda. Una barzelletta. Facciamo due conti: se tre, anzi quattro, uomini con le stesse caratteristiche e in linea col sindaco voteranno a maggioranza. In pratica il Teatro viene consegnato al sindaco o a chi per lui. Si conferma il rimborso spese, moltiplicato per 5 componenti. Ma soprattutto alla Fondazione sono tagliati i fondi e deve farsi carico di tutto, anche del personale. I consiglieri ieri erano soddisfatti di avere sparato alle gambe del Teatro Pirandello. Dicono che adesso dovrà “imparare a camminare da sola”, che sarà “finalmente” autonoma.  Tutto questo è grottesco. Non sanno che per fare buon teatro occorre rendere difficile la vita a chi lo vuole lottizzare. Qualche consigliere di prima nomina dice anche di rammaricarsi per non aver potuto ragionare a mente lucida, ma è felice di aver votato. D’altra parte, come si dice, è stato un delitto d’impeto. La responsabilità è una parola troppo difficile da cogliere. La dissacrazione di un tempio: un disastro annunciato con tante impronte digitali. Una mascalzonata. Ho sollevato un problema di legittimità del voto del Consiglio Comunale. Pensano di averla fatta franca, ma c’è un pubblico che ama profondamente il Teatro e che quando diluvia non teme di bagnarsi i piedi. Dico a loro, che meritano un lieto fine: la storia non è ancora finita. Il Teatro riuscirà a liberarsi di questi giochetti e potrà continuare a fare Cultura”.

Lo dichiara l’ex sindaco di Agrigento e consigliere comunale Lillo Firetto.

A Roma oggi la manifestazione nazionale organizzata da Cgil, Cisl e Uil contro il fascismo e per la democrazia, sostenuta dai segretari Landini, Sbarra e Bombardieri a fronte di quanto accaduto sabato scorso 9 ottobre a Roma dove un gruppo di persone, capeggiato e pilotato da Forza Nuova, ha assaltato e devastato la sede della Cgil, a margine di una manifestazione dei no vax e contro l’obbligo del green pass. Nella Capitale sono presenti le delegazioni agrigentine di Cgil e Csil, e quella della Uil capitanata personalmente dal segretario generale Gero Acquisto. La mobilitazione mira a riaffermare con forza e rilanciare con vigore i valori democratici fondanti la Costituzione e la Repubblica Italiana contro il riaffiorare di fascismi e dittature.

La coalizione “Orgoglio Favarese”, composta dai partiti e movimenti: Forza Italia, Lega Sicilia, Democrazia Cristiana, Onda – Cambiare Passo e Noi Per – Forza Azzurri, che nella recente competizione elettorale hanno sostenuto il candidato a sindaco Giuseppe Infurna, interviene in prossimità del ballottaggio domenica e lunedì 24 e 25 ottobre tra Palumbo e Montaperto, e afferma: “Non intendiamo fare accordi evanescenti ed illusori con l’altra metà del centrodestra che ha la responsabilità di averlo diviso sin dal principio. Tutto ciò porta un solo rammarico: il centrodestra unito avrebbe stravinto le passate elezioni Comunali ed avrebbe portato a casa, in prima battuta, sindaco, assessori e consiglieri comunali. In ragione di ciò, partiti e movimenti della coalizione che ha sostenuto Giuseppe Infurna lasciano liberi i loro elettori di scegliere ciò che per loro rappresenta la scelta migliore per la guida della comunità di Favara. Manifestiamo sin d’ora la nostra disponibilità, e siamo pronti ad impegnarci per lo sviluppo di ogni idea, attività ed iniziativa volta al bene comune della collettività di Favara”.

Ad Agrigento, al Villaggio Mosè, martedì prossimo, 20 ottobre, è atteso, alle ore 11, all’Hotel Akrabello, Franco Baresi, lo storico libero numero 6 capitano del Milan e della Nazionale di calcio. Ad accogliere il calciatore sarà il Milan Club “Paolo Maldini e Gennaro Gattuso”, presieduto da Giuseppe Cusumano e Gioacchino Cutaia. Baresi presentà anche il suo libro autobiografico “Libero di Sognare”, acquistabile con autografo, e poi, ancora nell’Hotel Akrabello, sarà a pranzo con i tifosi e i fans. Per maggiori informazioni telefonate al numero 320 85 43 813.

A Santo Stefano di Quisquina i Carabinieri hanno denunciato a piede libero alla Procura di Agrigento un commerciante di 25 anni sorpreso in possesso di 340 grammi di marijuana in un’abitazione rurale di proprietà di lui. La droga è emersa nel corso di una mirata perquisizione domiciliare frutto di sospetti investigativi. All’autorità giudiziaria risponderà di detenzione di droga a fine di spaccio.

Oggi, sabato 16 ottobre, è lutto cittadino a Raffadali, proclamato dal sindaco Silvio Cuffaro, in occasione dell’ultimo saluto a Gaetano Maragliano e Martina Alaimo, i due 17enni vittime di un incidente stradale in motocicletta mercoledì scorso lungo la strada statale 118 tra Agrigento e Raffadali, al rientro da scuola. I funerali nel primo pomeriggio in piazza Progresso. La messa officiata dall’arcivescovo di Agrigento, monsignor Alessandro Damiano. In piazza delle transenne come percorso obbligatorio per garantire il rispetto delle norme anti-covid e ossequiare le salme. Il sindaco Cuffaro: “La piazza Progresso può contenere, nel rispetto delle distanze, più di mille persone. E’ stata scelta proprio piazza Progresso per fare in modo che i funerali dei due ragazzi potessero essere celebrati assieme. Come nella vita, anche nella morte”. Fino a sera saracinesche di tutte le attività commerciali chiuse e bandiere a mezz’asta.

Il Comune informa che il comitato promotore ha avviato la raccolta di firme per il referendum contro il Green pass.  Il comitato organizzatore è composto da Olga Milanese, avvocata di Salerno, Luca Marini, docente di diritto internazionale alla Sapienza, e Francesco Benozzo, professore di filologia romanza a Bologna.
Fra i garanti invece ci sono fra gli altri il giornalista Carlo Freccero e il magistrato Paolo Sceusa. Le firme all’ufficio elettorale comunale (nel cortile del municipio (entro il 20 ottobre).

I Carabinieri del comando provinciale di Catania hanno eseguito un’ordinanza di custodia cautelare a carico di 15 indagati, a vario titolo, di associazione di tipo mafioso, concorso esterno in associazione di tipo mafioso, riciclaggio, auto-riciclaggio, trasferimento fraudolento di valori e procurata inosservanza di pena, con l’aggravante di aver agito al fine di agevolare la famiglia Santapaola Ercolano. L’operazione, intitolata ‘Picaneddu’, ha bersagliato il clan mafioso del quartiere Picanello di Catania, individuando il capo, gli organizzatori e i ruoli degli affiliati al clan, attivo nella storica roccaforte della famiglia Santapaola. In particolare, è emerso come l’organizzazione garantisse gli stipendi agli affiliati attraverso la gestione della cassa comune alimentata dai proventi derivanti da estorsioni, attività di recupero crediti, traffico di stupefacenti e case da gioco clandestine. I Carabinieri hanno eseguito un sequestro preventivo di beni per un valore complessivo di un milione di euro, costituiti, tra l’altro, da una casa discografica, usata da neo-melodici, che è stata sequestrata.

Sono complessivamente 45 le persone rinviate a giudizio dal giudice per le udienze preliminari del Tribunale di Catania, Simona Ragazzi, nell’ambito del procedimento stralcio relativo all’inchiesta cosiddetta “Università bandita” su presunti concorsi truccati all’Università di Catania. La prima udienza del processo è in calendario il 15 giugno 2022. Agli imputati si contesta il reato di turbata libertà del procedimento di scelta del contraente, e tra i rinviati a giudizio vi sono diversi docenti (sia a Catania che in altre facoltà italiane) e anche l’ex sindaco Enzo Bianco, l’ex assessore comunale e professore universitario Orazio Licandro e l’ex procuratore Vincenzo D’Agata. Lo stesso Bianco ha commentato: “Prendo atto della decisione del giudice, massima fiducia nel lavoro della Magistratura. Sono certo di poter dimostrare la piena correttezza dei mio comportamento”. In riferimento al filone principale dell’inchiesta, sono stati invece rinviati a giudizio il 22 settembre scorso gli ex rettori Francesco Basile e Giacomo Pignataro e altri sette docenti: per loro (a vario titolo) le contestazioni sono abuso d’ufficio e falso, e per due imputati, Basile e Filippo Drago, anche l’ipotesi di corruzione per atti contrari ai propri doveri. Disposto invece il non luogo a procedere per il reato di associazione per delinquere. Derubricato ad abuso d’ufficio l’ipotesi di turbata libertà di scelta del contraente.

A conclusione di una serrata e costante attività di indagine, i Carabinieri del Ros hanno confiscato beni per un valore superiore ai 4 milioni di euro a carico di Mario Salvatore Grizzaffi, nipote di Totò Riina, e Gaetano Riina, fratello del capo dei capi, e poi di Rosario Salvatore Lo Bue, inteso “Saro Chiummino”, e del figlio Leoluca. Ai Lo Bue sarebbero riconducibili una serie di beni, intestati fittiziamente a terzi, che, secondo i Carabinieri, sono stati acquistati in assenza di redditi leciti compatibili. La confisca comprende abitazioni, conti correnti, libretti di risparmio, terreni e beni aziendali. Inoltre, un provvedimento di sequestro da 600 mila euro, tra due abitazioni a Misilmeri, un’automobile e sette rapporti bancari, è stato eseguito a carico di Giampiero Pitarresi, già arrestato nel 2015, attualmente detenuto, e condannato in secondo grado a 14 anni perché presunto affiliato alla famiglia mafiosa di Villabate. Pitarresi già nel 2009 fu condannato perché presunto componente del gruppo che supportò il viaggio in Francia, a Marsiglia, di Bernardo Provenzano per sottoporsi a un intervento in una clinica privata.