Redazione Ag, Autore presso Sicilia 24h - Pagina 706 di 2685
Home / Articoli pubblicati daRedazione Ag (Pagina 706)

Ad Agrigento è stato costituito un tavolo permanente di confronto tra i sindacati e il Consiglio di amministrazione dell’Aica, l’Associazione idrica dei Comuni agrigentini. Il segretario provinciale della Uil, Gero Acquisto, spiega: “Abbiamo rappresentato le prerogative, ovvero contratto collettivo nazionale di lavoro, gas e acqua, contratto a tempo pieno e a tempo indeterminato, comprese le prerogative di garanzia. Abbiamo colto la disponibilità del Consiglio di amministrazione in questa direzione. Abbiamo percepito inoltre le competenze tecniche, amministrative, e gestionali di tutti i componenti, e tutta la volontà di portare a termine il compito assegnato. I componenti del CdA hanno comunicato che è in corso una trattativa con la curatela fallimentare per l’affitto di ramo d’azienda per un breve periodo, che consentirebbe la gestione del servizio in attesa che l’Aica si strutturi e diventi autonoma. In questo periodo transitorio i rapporti di lavoro resteranno quelli attuali da tutti i punti di vista e saranno garantite le retribuzioni. Abbiamo richiesto di svolgere prima del 2 agosto un’assemblea di tutti i lavoratori in presenza del presidente, del CdA e i sindacati. L’avvio è positivo ma il percorso è ancora lungo, quindi è necessario il massimo impegno di tutti e la massima coesione”.

Il consigliere comunale del movimento Onda di Agrigento, Pasquale Spataro, interviene nel merito delle attività dell’appena costituita Aica, ovvero l’Associazione idrica dei Comuni agrigentini, con il compito, dal prossimo 3 agosto, di gestire il servizio idrico nella provincia.
Spataro afferma: “Come si pensa di potere attivare e assicurare un servizio pubblico essenziale, così oneroso ed impegnativo, partendo con un proprio capitale, di appena 20mila euro, e facendo leva su un promesso prestito da 10 milioni euro, ovviamente da restituire alla Regione. Apprezzo il coraggio e lo sforzo dei sindaci, ma mi sembra davvero un falso avvio e un’avventura segnata, le cui conseguenze finiranno, come al solito, per gravare sui cittadini onesti. Lo scenario che si delinea non è certamente rassicurante le dinamiche prospettate mi lasciano fortemente perplesso e impongono attente e profonde riflessioni. All’orizzonte intravedo insidie e trappole per i cittadini. Il serio pericolo è rappresentato dal fatto che AICA, in assenza di autonome disponibilità finanziarie, non avrà margini di manovra per far fronte ad eventuali perdite d’esercizio, con il pesante effetto che i Comuni dovranno accollarsi il rischio, scaricando il deficit accumulato sui contribuenti. Questo significherebbe che i cittadini saranno chiamati ad un ulteriore sacrificio, e quindi a farsi carico di un balzello sempre più pesante per garantire la totale copertura del costo del servizio. La Regione Siciliana, di fatto, se ne lava le mani, concedendo un prestito di 10 milioni di euro di cui ne chiede la restituzione, pur consapevole che l’AICA parte con le casse vuote e che i Comuni sono alle prese con bilanci appesantiti e non in grado oggi di supportare nemmeno l’ordinaria amministrazione. Dunque, il grave rischio è che, attraverso la costituzione di questa nuova società si torni a 20 anni fa, quando l’acqua veniva distribuita seguendo la turnazione a fronte di bollette onerose a carico sempre dei cittadini onesti, quelli che pagano le tasse anche per gli evasori. La classe politica, sia regionale che nazionale, non può e non deve limitarsi a svolgere il ruolo creditizio di banca, quando ha sensibilmente contribuito a dare vita all’attuale situazione che si presenta difficile. Anzi difficilissima e drammatica, il cui pericolo concreto sarà quello di vedere peggiorato il servizio, con inevitabili disagi ma anche con effetti negativi sul tessuto sociale, economico ed occupazionale. Intanto in via Luigi Sturzo l’acqua viene erogata ogni 10/15 giorni ed in alcune zone del centro storico, come via Barone, proprio dietro il Municipio, scorre dai rubinetti delle case forse due volte a settimana, per un’ora, e nel resto della città saltano i turni senza che nessuno batta ciglio. Gli agrigentini, che non hanno la memoria corta, si segnino tutto questo e facciano scelte responsabili e consapevoli alla luce dello sfascio totale in cui versano le nostre comunità, cosi tristemente ridotte da chi, a vario livello, ha responsabilità di governo del territorio”.

“In pendenza delle domande di condono edilizio, non può essere adottato alcun provvedimento di demolizione”. In questi termini si sono espressi i Giudici del T.A.R. Palermo nell’accogliere in parte il ricorso proposto dai proprietari di due immobili siti ad Agrigento, in contrada Cannatello/Fegotto, oggetto di due distinti procedimenti di sanatoria, uno dei quali, per l’appunto, non ancora definito al momento di adozione del provvedimento di demolizione.

Scendendo nel merito della vicenda , il Comune di Agrigento aveva ingiunto ai sig.ri P.B. e A.G. di procedere alla demolizione dei suddetti immobili realizzati in assenza di titolo edilizio, in relazione ai quali i proprietari avevano avanzato due distinte domande di condono edilizio: una, respinta con provvedimento poi annullato dal Consiglio di Giustizia Amministrativa per la Regione Siciliana, e l’altra rimasta inevasa dall’Amministrazione.

I sig.ri P.B. e A.G. decidevano, allora, di agire in giudizio, con il patrocinio degli avvocati Girolamo Rubino, Vincenzo Airo’ e Rosario De Marco Capizzi, al fine di ottenere l’annullamento, previa sospensione, dell’ordinanza con la quale il Comune di Agrigento aveva ingiunto agli stessi la demolizione dei due fabbricati.

In particolare, con riferimento all’immobile la cui istanza di condono non era stata definita dal Comune, gli Avv.ti G. Rubino, V. Airo’ e R. De Marco Capizzi – richiamando la normativa in materia ed il consolidato principio giurisprudenziale secondo cui, in pendenza di domande di condono edilizio, non possono essere adottati provvedimenti di demolizione – sostenevano l’illegittimità dei provvedimenti impugnati nella parte in cui l’Amministrazione aveva ingiunto, per l’appunto, la demolizione di un fabbricato in relazione al quale era ancora pendente il procedimento di condono edilizio non ancora definito.

Il T.A.R. Palermo, Sezione Seconda, condividendo sul punto le difese formulate dagli Avv.ti G. Rubino, V. Airo’ e R. De Marco Capizzi, ha annullato l’ingiunzione di demolizione giacché adottata in pendenza di un’istanza di condono non ancora definita dal Comune.

Quanto, invece, all’ingiunzione a demolire l’ulteriore fabbricato oggetto dell’istanza di condono respinta dal Comune di Agrigento, i Giudici Amministrativi, accogliendo le censure formulate dalla difesa di parte ricorrente, hanno dichiarato l’illegittimità dell’ordine demolitorio nella parte in cui il Comune aveva disposto la demolizione della recinzione perimetrale, trattandosi di opera minore di carattere pertinenziale e, come tale, non soggetta a permesso di costruire.

Infine, pur escludendo una caduzione automatica dell’ordine demolitorio a seguito dell’annullamento in sede giurisdizionale del provvedimento di diniego alla sanatoria, il T.A.R., con la medesima pronuncia, ha invitato l’Amministrazione a tener conto – nell’ipotesi in cui decidesse di non ritirare, in autotutela, il provvedimento di demolizione impugnato – delle possibili conseguenze risarcitorie in caso di successivo condono dell’abuso.

Per effetto della suddetta sentenza, dunque, nessuno dei due immobili verrà al momento demolito.

Ad Agrigento un giovane tirocinante in servizio negli uffici amministrativi della Procura, non vaccinato, è risultato positivo al tampone prima di un viaggio aereo. Il procuratore Patronaggio ha disposto, per la seconda volta in poco tempo, la chiusura degli uffici, lo screening e la sanificazione dei locali, oltre la quarantena fiduciaria per i dipendenti che sono stati in contatto con il tirocinante. Lavoro da casa, e udienze in remoto.

Violazione delle norme anti-covid nella provincia agrigentina: a Cattolica Eraclea, nel centro storico, gli agenti della Polizia Municipale hanno sorpreso un bar in attività con elevato volume di musica oltre l’orario consentito, e balli di gruppo innanzi allo stesso locale. Il titolare, che avrebbe organizzato o quanto meno consentito la serata danzante, ha subito una sanzione amministrativa, che varia da un minimo di 258 euro ad un massimo di 1.549 euro.

Sono 222.132 i docenti e gli altri appartenente al personale scolastico – pari al 15,17% – ancora in attesa della prima dose o dose unica di vaccino. E’ quanto si legge nel report settimanale del Commissario per l’emergenza covid, aggiornato ad oggi dal quale emerge che in 4 regioni e nella provincia autonoma di Bolzano la percentuale di chi non si è vaccinato è più del doppio: in Sicilia è al 43,06%, in Alto Adige al 37,92%, in Liguria al 34,76%, in Sardegna al 33,28% e in Calabria al 31,63%.
Sul totale della popolazione del personale scolastico di 1.464.309 unità, l’82,06% ha ricevuto la prima dose, percentuale che sale all’84,83% se si aggiunge anche la dose unica. Il personale totalmente vaccinato è pari al 78,78%.

«In base alle disposizioni nazionali vigenti, nei comuni dichiarati zona rossa, e le ordinanze le firmo in base alle analisi delle Asp, bisogna chiudere i bar e i ristoranti: questa è una follia, abbiamo il diritto e il dovere a consentire a chi ha certificato verde di entrare nei locali. Mettere in ginocchio i ristoratori mi sembra una contraddizione, lo dico a Roma». Così il governatore della Sicilia, Nello Musumeci a Tg4.

«Non bisogna guardare ad altro che al diritto alla vita delle persone. Fino a maggio eravamo gli unici a operare i controlli negli scali aeroportuali, quest’anno la Sicilia è tornata a essere la prima meta turistica e noi abbiamo il diritto e il dovere di garantire chi viene in vacanza sull’isola e gli operatori: ecco perché abbiamo allargato i controlli anche agli aeroporti minori, come a Trapani, oltre Palermo e Catania» ha poi detto Nello Musumeci.

Il comitato per i medicinali umani (CHMP) dell’EMA ha raccomandato di concedere un’estensione dell’indicazione per il vaccino anti Covid-19 Spikevax (Moderna) per includere l’uso nell’età compresa tra 12 e 17 anni. Il vaccino è già autorizzato per l’uso in persone di età pari o superiore a 18 anni. L’uso del vaccino Moderna nei bambini di età compresa tra 12 e 17 anni sarà lo stesso delle persone di età pari o superiore a 18 anni. Viene somministrato con due iniezioni a distanza di quattro settimane. Gli effetti di Moderna sono stati studiati in uno studio che ha coinvolto 3.732 bambini di età compresa tra 12 e 17 anni.

«La raccomandazione del CHMP di autorizzare il nostro vaccino COVID-19 per l’uso in soggetti di 12 anni e più nell’Unione Europea è un positivo passo in avanti verso l’autorizzazione del nostro vaccino in questa fascia di età”, ha detto Stephane Bancel, Chief Executive Officer di Moderna. “Mentre aiutiamo a combattere la pandemia, speriamo di essere in grado di aiutare gli adolescenti a tornare a scuola in sicurezza questo autunno”, aggiunge.

Sulla SS 640 direzione Caltanissetta dove alcuni automobilisti in transito hanno notato un uomo, un trentenne di San Cataldo, che, dopo aver scavalcato il guard rail del ponte che si erge su Villa Isabella, si è posizionato con le gambe penzoloni sul viadotto a venti metri di altezza del suolo sottostante.

Lanciato l’allarme sul posto sono giunti due volanti della Polizia e l’ambulanza del 118. L’uomo avrebbe manifestato chiari intendi suicidi a causa di problemi familiari. Gli agenti, dopo averlo rassicurato, lo hanno afferrato per la cintura dei pantaloni, tirandolo su da quella posizione critica e mettendolo in sicurezza sul manto stradale. Una volta messo in salvo il giovane, è stato condotto al pronto soccorso dell’ospedale Sant’Elia di Caltanissetta dove è stato sottoposto ad accertamenti sanitari.

Due nuove “zone rosse”, una proroga e una revoca in Sicilia. Lo dispone un’ordinanza del presidente della Regione Nello Musumeci, appena firmata, a seguito delle relazioni delle Aziende sanitarie provinciali di Agrigento, Caltanissetta ed Enna.

Le nuove restrizioni a seguito del considerevole numero di positivi al Covid, in vigore da domenica 25 a giovedì 29 luglio, riguardano i Comuni di San Giovanni Gemini e Cammarata, nell’Agrigentino. Proroga, sempre fino al 29, per Gela, in provincia di Caltanissetta. Mentre viene revocata, con effetto immediato, la “zona rossa” a Piazza Armerina, nell’Ennese.