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Il Tribunale di Sciacca, a conclusione del giudizio abbreviato, ha condannato a 2 mesi e 20 giorni di reclusione Antonino Friscia, 46 anni, di Menfi, perché avrebbe violato il divieto di avvicinamento a una donna. A seguito di ciò, il 6 gennaio scorso Friscia è stato anche arrestato a Sciacca, dove risiede la donna. Poi gli è stata restituita la libertà. Friscia è attualmente sotto processo per rapina, lesioni e danneggiamento a danno della stessa donna.

A Palermo una manovra difficile in una strada stretta ha rischiato di causare gravi conseguenze ad un operaio della Rap di 64 anni. La pala meccanica gommata, utilizzata per raccogliere cumuli di spazzatura, ha abbattuto un muretto ed è precipitata nel vuoto, con l’operaio dentro, da un’altezza di circa due metri e mezzo. L’uomo è stato subito soccorso dai colleghi. In via Colonna Rotta sono giunte le Volanti della polizia, una Squadra dei vigili del fuoco e un’ambulanza del 118. Il ferito è stato trasportato d’urgenza al pronto soccorso del Policlinico di Palermo. La caduta di pesanti blocchi di tufo che si sono staccati dal muretto ha danneggiato un’automobile Ford Focus.

A consuntivo degli incontri e delle audizioni che si sono susseguite è fumata nera sull’aumento delle ore lavorative ai precari della Regione e degli Enti Locali.

Precari sono e, seppur stabilizzati, precari saranno ancora. Il pressing della Regione e dei sindacati, mantenuto nella settimana scorsa, non ha sortito nulla di positivo. A consuntivo degli incontri interlocutori e delle audizioni in Commissione Affari Istituzionali all’Assembla regionale, i Comuni siciliani si sono dichiarati incapaci ad aumentare le ore lavorative degli ex precari, oggi dipendenti part time. Dopo la stabilizzazione, a spese della Regione, gli Enti locali non sono disposti ad incrementare le ore perché dovrebbero caricarsi la spesa degli aumenti. Con molti Municipi siciliani sull’orlo del dissesto o pre-dissesto, ciò è complicato se non impossibile. E i sindacati confermano. Il Csa – Cisal afferma: “I Comuni non riescono da soli a risolvere l’atavico problema dei lavoratori precari o part-time. E’ necessario che la Regione intervenga per effettuare le stabilizzazioni e portare a tempo pieno migliaia di dipendenti senza i quali molti Enti locali non potrebbero più erogare servizi. I Comuni sono senza personale per fare fronte alle tante sfide che si presentano loro a partire da quelle della programmazione comunitaria e del Piano nazionale di ripresa e resilienza. Vi sono oltre 4.000 Asu ed Lsu da stabilizzare, e circa 12.000 lavoratori che da 25 anni sono part-time. Servono retribuzioni adeguate al sostentamento delle famiglie, e i Comuni non possono essere lasciati soli perché già alle prese con cronici problemi di bilancio. Per i Comuni siciliani è una lenta e pericolosa agonia. I 12.000 mila lavoratori matureranno il diritto a una pensione da fame, inferiore a quella minima, mentre i 4.000 Asu non la vedranno mai. Nel primo caso si tratta dei lavoratori part-time degli Enti locali, gli ex contrattisti e articolisti, stabilizzati negli scorsi anni, assunti con diversi orari di lavoro e che generalmente non superano le 24 ore di servizio settimanali. Occorre reperire le risorse per arrivare alle integrazioni orarie. Non si tratta solo di una battaglia per la dignità del lavoro pubblico ma di una sfida che richiede un’azione di sistema delle forze sociali, sindacali e dell’Anci Sicilia. Il Csa-Cisal è pronto a continuare il confronto in modo costruttivo”. I Comuni siciliani in dissesto o pre-dissesto sono attualmente 110 e il numero aumenta di giorno in giorno. Tra essi, i Comuni più importanti, per numero di abitanti, sono Palermo, Catania e Messina. Nella provincia messinese, sull’orlo del precipizio vi sono altre città di rilievo come Barcellona, Milazzo e Taormina.

Come Consiglio Pastorale Diocesano esprimiamo la nostra solidarietà e vicinanza a tutti gli eccellenti operatori sanitari che lavorano in condizioni limite dal punto di vista strutturale ed organizzativo.
Facciamo nostre le parole di papa Francesco che afferma: “Se c’è un settore in cui la cultura dello scarto fa vedere con evidenza le sue dolorose conseguenze è proprio quello sanitario. Quando la persona malata non viene messa al centro e considerata nella sua dignità, si ingenerano atteggiamenti che possono portare addirittura a speculare sulle disgrazie altrui. E questo è molto grave! Occorre essere vigilanti, soprattutto quando i pazienti sono anziani con una salute fortemente compromessa, se sono affetti da patologie gravi e onerose per la loro cura o sono particolarmente difficili, come i malati psichiatrici. Il modello aziendale in ambito sanitario, se adottato in modo indiscriminato, invece di ottimizzare le risorse disponibili rischia di produrre scarti umani. Ottimizzare le risorse significa utilizzarle in modo etico e solidali. La Chiesa si è sempre occupata dei sofferenti e e non penalizzare i più fragili”.
Abbiamo appreso della petizione proposta di un cittadino Alfonso Cartannilica che incoraggiamo. Siamo consapevoli che questi strumenti non abbiano effetto deliberativo ma abbiamo la speranza che possano sensibilizzare l’opinione pubblica sia i governanti nelle scelte politiche.

Ricordiamo, inoltre, che il prossimo 17 giugno a Piazza Cavour alle 9,30 ci sarà una manifestazione voluta dal Cartello sociale di Agrigento per chiedere maggiore attenzione verso la sanità e dire no alla privatizzazione del servizio sanitario per cui invitiamo tutti ad essere presenti!

La vittima è un’amica della donna, di 59 anni, originaria dell’Ennese. Indaga la squadra mobile coordinata dalla Procura distrettuale di Catania.

Si è conclusa oggi ad Agrigento il 5° convegno sulle Endocrinopatie che ha riscosso un grandissimo successo e la presenza di medici altamente qualificati sui temi trattati.

Sotto le interviste con i protagonisti della giornata conclusiva

https://youtu.be/TmHV7lWFZ_s

https://youtu.be/ZK_VW-ex90o

https://youtu.be/AvJmR6Wy9Ws

https://youtu.be/uxnPJG_6iHk

https://youtu.be/Si5CVvxn2WA

 

 

 

Ad Agrigento alcuni poliziotti della Squadra Volante, in collaborazione con dei militari dell’Esercito, sono intervenuti alla stazione degli autobus, in piazzale Rosselli, perché un autista della Tua, l’Azienda che gestisce il servizio di trasporto pubblico in città, ha lamentato di essere stato aggredito da un extracomunitario che ha preteso di salire a bordo dell’autobus sebbene il mezzo fosse fuori fermata. Lui ha prima colpito a pugni i vetri dell’autobus, e poi si è scagliato contro l’autista. I militari hanno assistito a quanto accaduto e hanno allertato la Volante. Nel frattempo hanno allontanato l’extracomunitario dal mezzo pubblico. I poliziotti, giunti sul posto, hanno identificato l’extracomunitario. Si tratta di un immigrato dal Mali di 26 anni, attualmente ospite della comunità “La Mano di Francesco” ad Agrigento in Viale Cannatello. L’africano è stato denunciato a piede libero.

Un trentenne è stato ferito a una gamba probabilmente da un colpo di pistola, sorpreso a Riva Nazario Sauro, piazzale di fronte al porto piccolo alle porte del centro storico di Ortigia a Siracusa. I poliziotti della locale Squadra Mobile sono impegnati a ricostruire quanto accaduto: è verosimile che si tratti di una intimidazione. L’uomo è stato soccorso e non è in pericolo di vita. Sarebbe stato affiancato da una moto dalla quale sarebbero stati sparati dei colpi.

A Palma di Montechiaro è accaduto che due soggetti sono entrati nella casa di un bracciante agricolo di 24 anni immigrato dal Gambia, lo hanno aggredito e pestato selvaggiamente. A scongiurare conseguenze gravi è stato l’intervento tempestivo dei poliziotti del Commissariato e della stazione dei Carabinieri. Il 24enne ha rifiutato le cure mediche e non ha sporto denuncia, impedendo – come secondo l’intelligente riforma dell’ex ministro Cartabia – che si proceda d’ufficio. Gli aggressori sono stati tuttavia individuati e identificati. Sono due connazionali della vittima di 23 e 24 anni. Il movente della spedizione punitiva sarebbe legato a un prestito di denaro non restituito.

Duplice omicidio stradale: è l’ipotesi di reato ipotizzato dalla Procura di Agrigento per il 42enne, di Racalmuto, che ieri era alla guida dell’Audi A3 che ha tamponato la Fiat Panda che ha poi preso fuoco.

A deciderlo il capo della Procura di Agrigento, Salvatore Vella e il sostituto Gloria Andreoli,
Nel rogo della vettura sono morte Giuseppe Nobile, 75 anni, e la compagna Calogera Stella, di 70, che si trovavano a bordo dell’auto, mentre per il 42enne sono state riscontrate solo lievi escoriazioni.