“La Lega in Sicilia, ed in provincia di Agrigento in modo particolare, si sta radicando velocemente in vista delle prossime scadenze elettorali. Abbiamo intervistato Marcello Fattori recentemente nominato responsabile organizzativo della Lega in provincia”.
Una domanda che sicuramente in tanti hanno fatto: perché un siciliano, un agrigentino, dovrebbe sostenere la Lega?
“La Lega di oggi, ovviamente, non è quella di 20 o 30 anni fa. E’ un partito profondamente mutato al suo interno, che si candida a rappresentare e a difendere gli interessi di tutto il popolo italiano. Non a caso tanti esponenti politici appartenenti anche all’area identitaria e sociale negli ultimi anni hanno sposato il programma della Lega di Salvini. Ne è testimonianza, ad esempio, l’elezione di Christian Solinas a Presidente della Regione Sardegna”.
Ci racconti allora le principali tappe che hanno segnato il suo percorso politico…
“Il mio impegno in politica inizia quasi vent’anni addietro tra i banchi del liceo scientifico Leonardo di Agrigento, dove per oltre due anni sono stato Rappresentante d’Istituto, portando avanti numerose battaglie per i diritti degli studenti. Il mio schieramento di riferimento, coerentemente ai valori e agli ideali che mi contraddistinguono, è sempre stato il centrodestra. Tre sono ad oggi le tappe principali che hanno segnato il mio percorso politico, ovvero la realizzazione della lista civica “Progetto Agrigento” alle elezioni amministrative di Agrigento del 2015, l’aver contribuito con un candidato del nostro gruppo politico alla composizione della lista Forza Italia per la provincia di Agrigento alle elezioni regionali del 2017 e la mia candidatura alle elezioni politiche del 2018 per la lista Forza Italia , nel collegio plurinominale Gela-Agrigento-Mazara”.
Dunque come si arriva al matrimonio con la Lega e quali sono le prospettive del partito in provincia nel prossimo futuro?
“Ho sempre apprezzato e condiviso le tematiche e le battaglie della Lega da quando il partito è guidato da Matteo Salvini e Giancarlo Giorgetti, ma le condizioni per un mio approdo al Partito si sono effettivamente presentate solo qualche mese addietro, in occasione della nomina dell’On. Nino Minardo a Commissario regionale e, soprattutto, in Provincia di Agrigento di quella dell’On. Vincenzo Giambrone, uomo credibile, di grande cultura e preparazione, a cui tutti riconoscono serietà ed affidabilità e che in occasione dei prestigiosi incarichi istituzionali che ha ricoperto, è sempre riuscito a raggiungere risultati concreti che hanno contribuito in maniera significativa alla crescita del territorio. La nomina di Giambrone ha fatto da apripista alla adesione del nostro gruppo al Partito in provincia, con l’ingresso di importanti figure politiche provenienti dal mondo moderato e di numerosissimi amministratori locali. L’obiettivo è adesso quello di portare anche in Sicilia quel modello di buon Governo che la Lega attua da anni nelle aree del Nord, del centro e della Sardegna con risultati concreti in termini di servizi, qualità della vita e sviluppo in generale. Lo vogliamo fare coinvolgendo i nostri giovani e le migliori personalità che esprime la nostra provincia a livello politico e sociale. Il partito è molto in salute, e siamo pronti ad affrontare le prossime sfide elettorali che ci vedranno protagonisti con liste competitive nei Comuni in cui si andrà al voto per il rinnovo dei consigli comunali ed alle regionali del 2022”.
L’economia dei territori del Nord Italia è forte della presenza di numerosi colossi industriali, qui al Sud invece, e nella Provincia di Agrigento in particolare, su cosa si dovrebbe puntare per far funzionare il modello Lega?
“Uno dei temi centrali, per non dire quello prioritario, per la rinascita dell’economia e dello sviluppo della provincia di Agrigento è quello del Turismo. Abbiamo la fortuna di vivere in un territorio ricco dal punto di vista paesaggistico, naturalistico, architettonico e storico-culturale. La classe politica in passato, non è stata in grado di valorizzare quell’immenso patrimonio rappresentato non solo dalla Valle dei Templi, ma da un entroterra ricco di storia e tradizioni, con meravigliosi borghi incastonati sui Monti Sicani, la splendida costa dominata dalla Scala dei turchi, Punta Bianca, la foce del Fiume Belice e quella del Platani, solo per citarne alcuni. Luoghi che in questi ultimi anni sono stati valorizzati da giovani che, coraggiosamente, hanno deciso di rimanere puntando sul turismo esperienziale, sui cammini e sullo slow food. Quello che è mancato, e che continua a mancare, è il sostegno concreto, da parte della politica, a tutte queste eccellenze che, opportunamente valorizzate, possono realmente cambiare in positivo le sorti di un territorio che nel turismo deve puntare il tutto per tutto. Ci chiediamo come mai nessuno degli attuali parlamentari agrigentini abbia cercato di far rientrare nell’ambito del PNRR progetti volti allo sviluppo di un turismo sostenibile: era una occasione unica per far ripartire l’economia turistica dell’agrigentino dopo l’emergenza sanitaria, analogamente a quanto si sta facendo in tanti altri territori italiani. Altro settore fondamentale su cui è indispensabile investire è quello dell’Agricoltura, in passato una delle eccellenze che caratterizzavano la provincia di Agrigento. In questi anni sono andati perduti preziosi finanziamenti europei per rilanciare il comparto: bisognava e bisogna attuare politiche mirate all’ottimizzazione delle risorse, all’innovazione delle colture e dei mezzi a disposizione i quali rendano più efficace ed efficiente la produzione, con la sponsorizzazione di buone politiche di marketing e di commercializzazione dei prodotti finali, favorendo nuove politiche di sviluppo ed investimenti nel settore con la concezione di un sistema agroalimentare più integrato ed imprimendo nuovi criteri per un’agricoltura di qualità certificata, guardando all’innovazione e all’export, questo settore potrebbe divenire in poco tempo un’importante volano per lo sviluppo dell’economia, la creazione di nuovi posti di lavoro e la redistribuzione di reddito alla collettività. Per fortuna gli esempi positivi non mancano, ed è quella la strada da seguire”.
In questo periodo la Lega è impegnata a livello nazionale con la raccolta firme per il Referendum sul delicato tema della Giustizia. Nella sua veste di responsabile organizzativo, ci parli sinteticamente dei sei quesiti referendari
“La raccolta firme per il referendum ci sta impegnando parecchio e devo dire che anche nella nostra Provincia sta procedendo a gonfie vele, con una grande partecipazione della cittadinanza ai tanti gazebo finora organizzati. Il tema è del resto molto sentito, soprattutto alla luce delle recenti vicissitudini che hanno coinvolto la Magistratura. I quesiti riguardano; la Responsabilità dei Magistrati con il quale si chiede che il cittadino danneggiato possa richiedere direttamente al Magistrato giudicante il risarcimento del danno; la separazione delle carriere attraverso cui, il Magistrato, una volta scelta la funzione giudicante o requirente all’inizio della carriera, non potrebbe più passare all’altra e viceversa; la Custodia cautelare, con l’obiettivo di limitare il carcere preventivo ai soli reati gravi; l’abrogazione della legge Severino in quanto ai termini di incandidabilità, ineleggibilità, decadenza per parlamentari, consiglieri, governatori regionali, sindaci, amministratori locali; l’abolizione della raccolta firme lista Magistrati con l’obiettivo di abbattere il correntismo ; novità sui consigli giudiziari attraverso cui si chiede il diritto di voto agli avvocati e ai professori universitari membri dei mini Csm nei consigli giudiziari sulle valutazioni professionali dei magistrati”.
Concludiamo con un argomento di estrema attualità dalle nostre parti. Qual è la sua personale opinione sulla vicenda Girgenti acque?
“Parto da un presupposto, l’acqua costituisce un bene comune dell’umanità, un bene irrinunciabile che appartiene a tutti, un diritto inalienabile che non può essere proprietà di nessuno. Da quando mi occupo di politica ho sempre sostenuto la necessità di un ritorno alla gestione pubblica dell’acqua, ma al di la di questo, credo sia vergognoso il silenzio della politica in merito ad una vicenda, quella di Girgenti Acque, che ha causato devastanti danni economici e di immagine al nostro territorio. A pagare le conseguenze di tutto ciò è, come sempre, la popolazione agrigentina, da sempre vessata e costretta a patire sofferenze indicibili a causa della cattiva gestione del comparto idrico. Auspichiamo in tal senso che il nuovo soggetto in house AICA , che avrà il duplice onere di far dimenticare la mala gestio di Girgenti Acque e realizzare una nuova ed efficace gestione del servizio idrico agrigentino, possa riportare un minimo di normalità. Noi vigileremo anche su questo”.