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Il Dipartimento regionale della Protezione Civile ha diramato il seguente AVVISO DI RISCHIO METEO-IDROGEOLOGICO E IDRAULICO n. 21296 del 23/10/2021, relativo alla zona “E” (include Agrigento).
– dalle ore 16:00 di oggi 23.10.2021 fino alle ore 24,00 livello di allerta “GIALLO”, e fase operativa di “ATTENZIONE”
– dalle ore 0:00 di domani 24/10/2021 fino alle alle ore 24:00 livello di allerta “ARANCIONE” e fase operativa  di “PREALLERTA”, con rovesci o temporali accompagnati da attività elettrica e forti raffiche di vento.

“Occorre varare un nuovo Piano di investimenti speciali per il rilancio della Sicilia, con particolare riferimento al territorio centro-meridionale, oggi particolarmente penalizzato da un grave gap infrastrutturale e da mancati investimenti del PNRR”.

È un grido d’allarme quello lanciato dai presidenti degli Ordini professionali degli Architetti PPC di Agrigento, Rino La Mendola; Dottori Agronomi e dei Dottori Forestali di Agrigento, Maria Giovanna Mangione; Geologi Sicilia, Salvatore Talmi, consigliere; Geometri e Geometri Laureati di Agrigento, Silvio Santangelo; Ingegneri di Agrigento, Achille Furioso, Periti Agrari e Periti Agrari Laureati di Agrigento, Francesco Ciaccio; che questa mattina, a Casa Sanfilippo, hanno presentato il convegno sul tema ““Infrastrutture: quale futuro per la provincia di Agrigento e per la Sicilia centromeridionale?” in programma sabato, 30 ottobre prossimo, al teatro Pirandello.

“Serve un Piano – spiegano i Presidenti – che punti a dotare il territorio agrigentino di uno scalo aeroportuale raggiungibile in meno di un’ora; a una concreta misura dell’anello autostradale su strada gommata utile ai territori isolati, come quello agrigentino; a dotare il territorio regionale di una rete dell’alta velocità su strada ferrata che raggiunga anche la provincia di Agrigento; a potenziare i porti della Sicilia, con particolare attenzione alla fascia centromeridionale, affinché questi possano consentire l’attracco delle grosse imbarcazioni in transito nel Mediterraneo; a una concreta realizzazione del Ponte di Messina, infrastruttura fondamentale per richiamare nuovi investimenti per potenziare porti, strada ferrata e gommata”.

“Siamo profondamente delusi dal PNRR – afferma Rino La Mendola – che non riserva nulla di rilevante per Agrigento tagliata fuori dai grandi finanziamenti e collegamenti infrastrutturali. Con il convegno di sabato prossimo, puntando sulla operatività del governo regionale e sull’impegno del Sottosegretario alle Infrastrutture Giancarlo Cancelleri, chiederemo a Stato e Regioni un piano di investimenti speciali per la Sicilia e soprattutto per la Sicilia centro meridionale, che soffre in modo particolare un gravissimo e atavico gap infrastrutturale”.

“Il nostro territorio è stato dimenticato nei fondi del PNRR – dettaglia Maria Giovanna Mangione – In tal senso, la Rete delle Professioni Tecniche chiede una la realizzazione di quelle opere infrastrutturali che renda l’Agrigentino meno isola nell’Isola. La carenza, in taluni casi addirittura mancanza, di infrastrutture, ha un risvolto negativo nella nostra economia, anche e soprattutto per quanto riguarda il settore primario: agricoltura, zootecnia, selvicoltura, attività di protezione civile. Adesso la necessità è di discutere tutti insieme con il senso di responsabilità civile, di un diritto e di un dovere che attivi un confronto Stato – Regioni”.

“In nostro obiettivo è spronare la deputazione regionale e nazionale – puntualizza Salvatore Talmi – affinché rimodulino i fondi del PNRR per la Sicilia centro meridionale e in particolar modo per Agrigento. Come geologi ribadiamo la necessità di immissione di fondi per contrastare gli effetti delle variazioni climatiche che incidono sul dissesto idrogeologico, perché Agrigento non sia solo sulla carta la porta d’Europa quanto invece abbisogna di un miglioramento infrastrutturale notevole. La nostra, ricordiamo, è l’unica provincia senza un chilometro di autostrada”.

“Il tema di questo convegno è importantissimo per la nostra provincia, carente di qualsiasi tipo di infrastrutture dai porti alle strade passando per l’aeroporto – afferma Silvio Santangelo – Infrastrutture che riteniamo di fondamentale importanza per il rilancio socio economico e turistico per il territorio rimasto fermo a 40 anni fa. Chiediamo alle forze politiche di spendersi per realizzare le infrastrutture nell’Agrigentino”.

“Gli Ingegneri della provincia di Agrigento, insieme con gli Ordini della Rete delle Professioni Tecniche – spiega Achille Furioso – chiedono alle istituzioni perché nel PNRR non è stato previsto alcun finanziamento per la Sicilia sud occidentale e l’Agrigentino e come si può porre rimedio, magari attraverso linee di finanziamento speciali, per colmare questo gap infrastrutturale che ha pesanti ricadute sull’economia, sul turismo, sul commercio. Ora più che mai occorre che questa parte della Sicilia e la provincia di Agrigento siano la porta d’Europa del Mediterraneo”.

“La carenza di infrastrutture influisce anche sulla circolazione dei prodotti agricoli – sottolinea Francesco Ciaccio – Oggi il Collegio dei Periti Agrari, insieme con la Rete delle Professioni Tecniche di Agrigento, vuole lanciare un appello alle istituzioni, al governo e alla politica sul PNRR: è assolutamente necessario individuare risorse per la provincia di Agrigento”.

La Polizia di Stato, in collaborazione con l’Arma dei Carabinieri e la Guardia di Finanza, ha effettuato nei giorni scorsi numerosi e mirati controlli in ottemperanza a quanto disposto dalle più recenti direttive ministeriali per il contenimento del contagio da Covid-19.

Ieri sera sono state controllati 4 esercizi commerciali del centro abitato di Sciacca.

Da tali controlli emergevano diverse irregolarità concernenti violazioni della recente normativa sui c.d. “Green Pass”, mancanza dell’uso dei “dispositivi individuali di protezione” (mascherine) ove previsto, e mancato rispetto della normativa anti-fumo, Legge nr.03 del 2003.

A fine controlli sono state elevate 9 contestazioni amministrative e 2 esercizi commerciali sono state contestate violazioni che prevedono la chiusura temporanea per giorni 03.

Inoltre nel corso dei sopra citati controlli sono stati identificati diversi avventori e ciò ha permesso di individuare un soggetto “Sorvegliato Speciale” che veniva deferito in stato di libertà per l’art.75 D.lgs 159/2011 alla competente A.G.

Il 3 dicembre si celebra in tutto il mondo, la Giornata internazionale della persona disabile. Nel nostro Paese, negli ultimi anni, la disabilità è sempre stata oggetto di slogan durante la campagna elettorale “Oggi un disabile dipende da sette ministeri. (….) È una situazione insostenibile”. Sono le ultime frasi dette durante un recente comizio elettorale. Il Ministero è oggi realtà, almeno sulla carta.  Cosa fa il Ministero della disabilità? Tutela e promuove i diritti e le pari opportunità delle persone disabili e non autosufficienti.

Nella Legge di bilancio del 2017 si era costituito un Fondo per i caregivers familiari predisponendo ben 70 milioni nel triennio, Fondo sparito. I problemi dei disabili e della famiglia in cui vive un disabile sono diversi: l’assenza di supporti effettivi per i genitori alla nascita di un bambino disabile; l’impossibilità di consentire un’istruzione che vada oltre la scuola dell’obbligo con la mancanza a tutt’oggi degli insegnanti di sostegno; degli operatori di assistenza igiene personale; l’inesistenza di integrazione nella scuola.

Nel 2018 il Governo ha varato il Decreto semplificazione che prevede la nascita anche del Codice  Unico per le persone con disabilità. Una decreto dunque che prevedeva, riassetti normativi, codificazioni di settore, sburocratizzazione delle norme sui lavori pubblici , servizi  e interventi  di una legge delega che dimostrava l’attenzione del Governo sul tema della disabilità, un Codice ancora  tuttora da scrivere.  Nel 1998 con la legge 162 si organizzavano presso Comuni, Regioni ed Enti locali, programmi di aiuto alle persone disabili.  Seguirà poi la ricezione della Convenzione delle Nazioni Unite sui diritti delle persone con disabilità con cui tutti gli Stati si impegnano a “garantire e promuovere la piena realizzazione di tutti i diritti umani e delle libertà fondamentali per tutte le persone con disabilità senza discriminazioni di alcun tipo sulla base della disabilità”. Ed ancora, l’istituzione dell’Osservatorio nazionale sulla condizione delle persone con disabilità che ha “la finalità di far evolvere e migliorare l’informazione sulla disabilità nel nostro paese e, nel contempo, di fornire un contributo al miglioramento del livello di efficacia e di adeguatezza delle politiche”. Ultima, la legge sul “dopo di noi” , disposizioni in materia di assistenza in favore delle persone con disabilità grave prive del sostegno famigliare, approvata nel giungo del 2016.

Con il “nuovo” Ministero delle Disabilità, ogni ombra sulla inclusione scolastica dei bambini viene diradata. Un Ministero per ribadire che i bambini disabili, non sono una “categoria” a parte, per i quali non c’è bisogno di provvedimenti “speciali”, ne tantomeno di aiutarli a patto che stiano nel loro “recinto”. I bambini disabili, devono ambire allo stesso trattamento degli altri bambini. A rafforzare il “grande” apparato a protezione della Disabilità, si aggiunge l’ Autorità Garante della Persona con condizione di disabilità della Regione Siciliana presso l’Assessorato per la Famiglia, Politiche Sociali e Lavoro. Il termine Garante ha implicito in sé il  concetto e il valore, nello specifico di “Garanzia dei Diritti”. I disabili finalmente sono in una botte di ferro. Basta nasconderli, magari istituzionalizzandoli, tra protocolli, diatribe tra Comuni, Liberi Consorzi, Uffici Scolastici provinciali e pareri, non sempre compresi, del CGA -Consiglio di Giustizia  Amministrativa della Regione Siciliana. Esattamente come sta accadendo con i bambini disabili della Città di Trapani, i quali attendono che entro l’anno scolastico la “nebbia” si diradi.

Una donna di 69 anni, sordomuta dalla nascita e originaria di Alcamo e residente a Ferrara, doveva prendere un volo da Palermo a Bologna. Incredibilmente, però, si è ritrovata a Breslavia in Polonia. A raccontarlo all’edizione di Ferrara del Resto del Carlino è stata la nipote della donna che lamenta la mancanza di assistenza e controlli alla base dell’incubo vissuto dalla 69enne.

Mercoledì l’anziana doveva imbarcarsi su un volo Ryanair da Palermo a Bologna. La famiglia dell’anziana che l’attendeva a Bologna ha raccontato di non aver mai potuto contattare il servizio d’assistenza dell’aeroporto siciliano al telefono per fornire indicazioni alla parente. La donna, quindi, è riuscita a passare il gate in autonomia e a imbarcarsi senza che nessuno le segnalasse che stava salendo sull’aereo sbagliato.

La donna – come racconta il quotidiano – aveva indovinato l’accesso ma probabilmente essendo arrivata troppo in anticipo è salita sull’aereo sbagliato. Solo al suo arrivo in Polonia si è accorta dell’errore e a quel punto – in difficoltà nello spiegare la sua situazione e impossibilitata a usare il telefono perché la sua sim non era abilitata al traffico estero – è stata aiutata da una passeggera che insieme a un’addetta delle pulizie le hanno permesso di mettersi in contatto con la famiglia e poi con il consolato italiano in Polonia. Infine il rientro in Italia, non senza un pizzico di rabbia per l’accaduto.

Provvidenziale intervento ieri pomeriggio di un carabiniere della Compagnia di Sciacca, non in servizio, e che si trovava nel parcheggio dell’ospedale Giovanni Paolo II di Sciacca. Il militare ha udito le urla di aiuto di una donna che aveva in braccio la figlia di 5 anni in preda ad una crisi respiratoria.

Il militare dell’Arma ha subito prestato il proprio aiuto, accorgendosi che la bambina aveva gravi difficoltà respiratorie e presentava sintomi di asfissia. Intuendo che potesse avere ingerito qualcosa che le ostruiva le vie respiratorie, il carabiniere ha preso in braccio la bambina e le ha praticato la manovra “HEIMLICH” grazie alla quale la piccola è riuscita ad espellere un lecca lecca che le si era incastrato in gola.

Subito dopo la bambina ha cominciato a rianimarsi riacquistando le funzioni vitali. La madre, una donna di 32 anni residente a Sciacca, si è poi lasciata andare ad un pianto liberatorio abbracciando il carabiniere che probabilmente aveva salvato la vita di sua figlia.

Sono 11 i nuovi casi di coronavirus registrati in provincia di Agrigento nella giornata del 22 ottobre a fronte di 384 tamponi processati. Il dato emerge dal bollettino diffuso all’Asp. Non ci sono vittima ma c’è un nuovo ricovero in ospedale. I guariti sono 7.

Tre le persone ricoverate all’ospedale Fratelli Parlapiano di Ribera. Tre, invece, i pazienti in terapia intensiva.

Questa la situazione nei Comuni agrigentini: Agrigento 15; Alessandria della Rocca 0; Aragona 1; Bivona 0; Burgio 2; Calamonaci 0; Caltabellotta 0; Camastra 0; Cammarata 0; Campobello di Licata 1; Canicattì 35; Casteltermini 1 (un migrante); Castrofilippo 0; Cattolica Eraclea 13; Cianciana 0; Comitini 0; Favara 5; Grotte 3; Joppolo Giancaxio 0; Licata 15; Lucca Sicula 0; Menfi 0; Montallegro 0; Montevago 0; Naro 13; Palma di Montechiaro 41; Porto Empedocle 11; Racalmuto 0; Raffadali 15; Ravanusa 1; Realmonte 1; Ribera 8; Sambuca di Sicilia 1; San Biagio Platani 0; San Giovanni Gemini 0; Sant’Angelo Muxaro 0; Santa Elisabetta 0; Santa Margherita di Belìce 1; Santo Stefano Quisquina 1; Sciacca 36; Siculiana 1; Villafranca Sicula 14; Navi accoglienza 30.

Progressi nella raccolta differenziata nel Comune di Grotte, dove l’Amministrazione sostiene e promuove la raccolta differenziata dei contenitori Tetra Pak per latte, succhi, vino, sughi ed altri alimenti, insieme a carta e cartone. In particolare, per il corretto riciclo dei contenitori Tetra Pak, i cittadini devono conferire le confezioni, una volta svuotate e schiacciate, insieme a carta e cartone. Il materiale così raccolto sarà poi inviato all’impianto di selezione e successivamente alle cartiere, dove la cellulosa (principale componente dei contenitori) sarà separata da polietilene ed alluminio attraverso il normale processo di produzione cartaria senza aggiunta di prodotti chimici, per poi essere utilizzata nella produzione di nuovi materiali a base cellulosica, ad esempio nuova carta da imballaggio, cancelleria e altro.

Il cardinale Francesco Montenegro, già arcivescovo di Agrigento, è stato nominato da Papa Francesco membro del Dicastero per il Servizio dello Sviluppo Umano Integrale. L’incarico segue quello all’interno della Congregazione delle Cause dei Santi ricevuto da Montenegro lo scorso agosto. Il Dicastero entro cui Montenegro lavorerà include anche la sezione “Migranti e rifugiati”, in cui il cardinale messinese offrirà la sua esperienza vissuta a Lampedusa durante il mandato episcopale nella chiesa agrigentina svolto dal 2008 fino al maggio scorso. Fu proprio lui nel 2013 ad accogliere il Santo Padre giunto sull’isola agrigentina per rendere omaggio ai migranti morti nel Mediterraneo.

di Filippo Cardinale

Avevamo capito – e lo avevamo scritto – come i toni trionfalistici agostani dell’AICA, e soprattutto quelli dei sindaci-soci, fossero certamente esagerati rispetto alla molteplicità di problemi che questa società consortile si sarebbe trovata ad affrontare in una condizione di forte e pericolosa sottocapitalizzazione, ed avevamo avuto la sensazione che l’idea dei novelli imprenditori sarebbe stata magari quella di un ritorno al passato, tipo EAS per intenderci, dove, giusto per ricordare la storia, era la Regione a colmare gli enormi buchi finanziari di quella gestione pubblica.

Ma la realtà ha superato la fantasia.

Prescindendo da tutti i problemi collaterali, e presto torneremo sulla vicenda del personale perché in Liguria per analoga circostanza la Corte dei Conti non è stata affatto comprensiva, con ogni probabilità i Comuni che non hanno ancora corrisposto le loro quote di finanziamento per l’AICA a debito dei propri bilanci, come stabilito dal Governo e dal Parlamento regionali, lo hanno fatto certamente per l’assenza di programma certo di costi/ricavi, dato che per questa operazione invece ciascun Consiglio comunale (per Sciacca il Commissario che lo sostituisce) avrebbe dovuto analizzare prima di pronunciarsi, in base al principio di buona amministrazione e con la spada di Damocle della responsabilità contabile.

Ma questa operazione, ossia la predisposizione di un business plan dal quale ricavare la convenienza economica, e non ideologica, di una società pubblica consortile di Comuni per la gestione integrata del servizio idrico, secondo un principio di comune logica, non si sarebbe dovuto fare prima della costituzione societaria? Ma si sa logica e politica, nonostante entrambe siano state egregiamente sviluppate dal grande filosofo Aristotele, qui da noi non vanno molto d’accordo.

Cosa accadrà? Non lo sappiamo ma a meno che tutti i cittadini non paghino di corsa le bollette la cosa non si mette bene, e sempre ammesso che basti. Peraltro con ogni probabilità la società dopo l’emissione delle bollette/fatture per gli utenti, trattandosi di credito certo, liquido ed esigibile, avrà certamente richiesto anticipazioni garantite a qualche istituto bancario, ma queste anticipazioni hanno un termine di scadenza che deve essere rispettato, considerato che certamente nessuna banca accetterebbe una cessione definitiva del credito.

Concludendo. Pagamento di stipendi e fornitori in ritardo, palesi difficoltà di garantire interventi di manutenzione sotto gli occhi di tutti, nessun piano di sviluppo e potenziamento delle reti, insomma dopo il trionfo il tonfo. Speriamo che non faccia troppo rumore!