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E’ il capo della Procura di Agrigento Luigi Patronaggio che ha delegato la Squadra Mobile e la Guardia di Finanza di Agrigento per cercare di identificare gli scafisti del peschereccio, vetusto ed in ferro, partito dalla Libia con quasi 700 persone a bordo sbarcate a Lampedusa 48 ore fa.

Dunque la Procura agrigentina apre una inchiesta con la collaborazione della Procura Distrettuale di Palermo dopo che gli stessi inquirenti avevano aperto un’altra inchiesta per il maxi sbarco del 10 settembre scorso con a bordo 539 migranti e per la quale sono stati fermati 5 egiziani ritenuti affini ad una organizzazione criminale per la tratta di esseri umani.

Gli inquirenti dovranno accertare se anche nel caso dell’ultimo sbarco, i governatori della barca avevano il compito di mantenere l’ordine a bordo usando metodi assolutamente violenti.

 

Ad Agrigento, al Kaos, è accaduto che ieri, martedì 28 settembre, lo storico palermitano, Giuseppe Li Causi, si è recato nel luogo per visitare la casa museo di Luigi Pirandello, ma ha trovato l’ingresso sbarrato e la biglietteria chiusa. Qualcuno del posto gli ha spiegato che la casa museo è chiusa da oltre sei mesi. Lo stesso Li Causi si sfoga così: “Ora vorrei capire da chi di dovere, in questo caso dall’assessorato regionale ai Beni culturali, perché la nostra Sicilia, che vive di turismo, viene abbandonata lasciando molti turisti, che si trovavano in questo posto bellissimo, delusi. Signori delle istituzioni, datevi una svegliata perché, dopo due anni di pausa forzata dovuta al covid, il turismo deve ripartire per dare ossigeno alle nostre finanze siciliane” – conclude Li Causi. Dunque, nel gennaio scorso sono stati consegnati i lavori per la sistemazione della casa natale di Pirandello. Si tratta di opere di manutenzione che riguardano sia interventi di miglioramento e di salvaguardia del manufatto, che di adeguamento strutturale con l’abbattimento delle barriere architettoniche. In realtà i lavori, almeno sulla carta, sarebbero dovuti durare tre mesi. I motivi di questa chiusura prolungata non sono mai stati ufficialmente chiariti.

E’ stata disposta l’autopsia sul corpo di Giuseppe Costantino, il camionista palermitano di 52 anni che è stato schiacciato dalle ruote del suo stesso Tir in via Renato Guttuso a Capaci. Le indagini sono condotte dai Carabinieri della Compagnia di Carini. Secondo una prima ricostruzione investigativa, il camionista è sceso dalla cabina del mezzo, indossando i guanti, per dei controlli sulle ruote, quando il mezzo è andato indietro travolgendolo e non lasciandogli scampo. Sono intervenuti i medici del 118 che hanno constatato la morte.

E’ il turno dei comuni di Licata e Palma di Montechiaro nel cronoprogramma delle vaccinazioni anticovid-19 a domicilio previsto dall’iniziativa “hub a casa tua”,  la campagna di profilassi itinerante promossa dall’Azienda Sanitaria Provinciale di Agrigento.

Grazie alla collaborazione con le amministrazioni comunali, l’equipe professionale di medici e infermieri farà tappa nei due centri somministrando il siero a tutti gli over 12 non ancora coperti dalla protezione vaccinale. Si inizia a Licata, nel fine settimana, con un presidio attivo venerdì 1 e sabato 2 ottobre in piazza “Progresso”, dalle ore 10 alle 18, e domenica 3 ottobre, nella stessa fascia oraria, in piazza “Attilio Regolo”. Da Lunedì 4 ottobre fino a giovedì 7 le azioni si sposteranno in piazza “Matteotti” a Palma di Montechiaro dove il camper ASP sosterà ancora dalle 10 alle 18.

“Il ministero dell’Economia ha formalmente rispedito al mittente, ovvero al governo Musumeci, il disegno di Legge che, in seno alla gestione del servizio idrico integrato di Aica, avrebbe concesso alla società consortile dieci milioni di euro per l’avvio delle attività del post fallimento di Girgenti Acque. Secondo il Mef, per come sollevato in questi mesi dal presidente del gruppo parlamentare del Movimento Cinque Stelle all’Ars Giovanni Di Caro, l’atto così avanzato dall’esecutivo regionale, sarebbe incostituzionale e i dieci milioni di euro promessi da Palazzo d’Orleans per la start up di Aica, si tradurrebbero in una operazione finanziaria, ovvero di un prestito e non di un trasferimento corrente per come era stato indicato dalla stessa Regione.

“Il Mef mette nero su bianco, la norma che garantirebbe il prestito ad Aica è incostituzionale perchè preleva dal fondo per le autonomie locali delle risorse destinate ai comuni e che, in questo caso, verrebbero date in prestito agli stessi comuni”.

Lo afferma il capogruppo del M5S all’Ars Giovanni Di Caro, commentando la nota del Ministero dell’Economia e delle Finanze, che impone all’esecutivo Musumeci di modificare le tabelle della legge regionale 22, pubblicata sulla Gurs del 6 agosto scorso che finanza l’Aica, “al fine di evitare il contrasto con le disposizioni del dlgs 118 del 2011 e conseguentemente con l’articolo 117, secondo comma lettera e della Costituzione”.

“La verità – ribadisce il parlamentare agrigentino – è che il governo Musumeci non ha a cuore la provincia di Agrigento e lo dimostra il fatto che per altre iniziative meno importanti, come lo è stata quella relativa alla fiera sui cavalli di Ambelia, oppure sui finanziamenti del borgo del ventennio e per tante altre cose più frivole, è in grado di reperire dei finanziamenti a fondo perduto. Per garantire invece, la fase di start up di Aica, ha tirato fuori dal cilindro un escamotage, che per come evidenzia il Mef, non si regge in piedi e che, dal punto di vista contabile, potrebbe provocare gravi conseguenze ai bilanci degli enti locali”Aica – aggiunge Di Caro – ha bisogno di contributi certi dalla Regione, non di partite di giro incostituzionali. Il governo regionale – conclude Di Caro – non tolga ai comuni con i bilanci già dissestati, come prevede questa norma a rischio. Sul personale dell’ex Girgenti Acque poi, non si permetta di speculare sul futuro di tanti lavoratori in apprensione da mesi e avvii una concertazione seria e trasparente, non in chiave propagandistica e ingannevole”.

I Carabinieri del Nucleo Ispettorato del Lavoro di Palermo- distaccamento di Agrigento– supportati dai Militari della Compagnia di Licata, nella giornata del 27 settembre scorso hanno condotto una serie di controlli sulla sicurezza del lavoro nei confronti di diverse ditte e società edili ubicate nel territorio di Licata. Tipologie di imprese, queste, ove recentemente, su scala nazionale, si è registrato un sensibile aumento del cosiddetto fenomeno delle morti bianche sul luogo di lavoro.  Nel Comune di Naro è stata ispezionata una ditta edile il cui rappresentante legale è stato denunciato a piede libero in quanto ritenuto responsabile di diverse violazioni omissive di rilievo penale tra cui: la mancanza di sorveglianza sanitaria dei laboratori; l’omessa consegna dei dispositivi di protezione individuale necessari per arginare il diffondersi dell’epidemia da Covid 19; la mancanza di protezioni relative al rischio elettrico; la mancanza di idonee strutture di protezione per le aperture verso il vuoto e per un ponteggio non montato a regola d’arte.

E’ stato denunciato a piede libero anche il titolare di una ditta edile operante nel comune di Santo Stefano Quisquina per la mancanza della valutazione del rischio elettrico in cantiere.

Nel Comune di Licata il titolare di un’impresa edile è stato denunciato a piede libero per la mancanza di viabilità di cantiere e la mancanza di idonee strutture di protezione contro la caduta accidentale nel vuoto.

Sempre a Licata il titolare di una società edile è stato denunciato per l’omessa sorveglianza ai laboratori sanitari, per la mancanza dei dispositivi di protezione individuale per il contenimento dell’epidemia da covid 19

L’attività di ispezione complessivamente ha riguardato 6 aziende: sono stati controllate le posizioni di 11 lavoratori, dei quali due risultavano in nero e 7 irregolari. Contestate sanzioni amministrative per un totale di 34 mila euro, comminate ammende per oltre 111 mila euro. Adottato anche un provvedimento di sospensione dell’attività per la presenza di un lavoratore in nero su due presenti.

La sezione penale del Tribunale di Agrigento presieduta da Wilma Mazzara ha condannato a 5 anni di reclusione Diego Pletto, 39 anni, di Aragona, imputato di tentato omicidio per avere inferto quattro coltellate a Luigi Luparello, 31 anni, di Realmonte, poi sottoposto ad un intervento chirurgico di riparazione. I due sono stati coinvolti in una rissa, insieme ad un terzo imputato, Alessio Bonsignore, 27 anni, anche lui di Realmonte, la sera del 23 febbraio del 2013, in un ristorante – pizzeria di Aragona, adibito anche a discoteca. Il reato di rissa è prescritto per Luparello e Bonsignore. A carico di Pletto è stata inflitta una provvisionale di risarcimento del danno a Luparello, parte civile, di 25mila euro.

A Lampedusa, come già pubblicato, è approdato un barcone con a bordo 686 immigrati di varie nazionalità partiti dalla Libia. E si tratta del secondo maxi sbarco, dopo il precedente, alcune settimane addietro, di oltre 500 persone. Ebbene, come in occasione del primo maxi sbarco, interviene anche adesso il procuratore di Agrigento, Luigi Patronaggio, il quale ribadisce la necessità di avviare indagini ad ampio raggio, internazionale.

Patronaggio ha affermato: “L’ultimo maxi sbarco induce a pensare ancora una volta alla esistenza di un’organizzazione criminale transnazionale che rende assolutamente necessarie ed improcrastinabili complesse indagini internazionali. Fare comprendere agli stati del Mediterraneo e agli stati europei che operano nel Mediterraneo l’ estrema gravità del fenomeno e indurli ad una fattiva cooperazione giudiziaria internazionale è di fondamentale importanza per contenere l’immigrazione irregolare ed arginare le inaudite violenze e le tragiche violazioni dei più elementari diritti umani, di cui sono vittime gli stessi immigrati e fra di loro quelli più deboli come donne e bambini”.

di Filippo Cardinale

Una montagna di difficoltà sulla consortile Aica, la società pubblica che gestisce il servizio idrico integrato nella nostra provincia dallo scorso 2 agosto. Il Governo nazionale, nell’ambito del controllo di legittimità degli atti approvati dall’Assemblea regionale siciliana, ha invitato l’esecutivo Musumeci (e l’Ars per l’approvazione finale) a riformulare il provvedimento dello scorso 3 di agosto.

Quella legge che destinava 10 milioni di euro per l’avviamento del funzionamento dell’Aica. Così per come è stato approvato, l’emendamento non è ammissibile.  È stata la parlamentare agrigentina Giusy Savarino durante l’ultima seduta dell’Ars

Il punto centrale riguarda il trasferimento delle somme (in prestito) dalla Regione ai comuni e, da questi, ad Aica. Dubbi che, tutto sommato, non sorprendono e che la stampa aveva evidenziato. La stessa onorevole Savarino ha evidenziato come, sin dal momento dell’approvazione del provvedimento, qualche dubbio era sorto sulla validità giuridica.

A questo punto, si allungano i tempi di erogazione delle ingenti somme che Aica attende come manna dal cielo. La Savarino ha chiesto al governo Musumeci di prevedere la destinazione di almeno la metà di questa somma “a fondo perduto”. Altri dubbi sorgeranno. E pensare che la deputazione agrigentina ha esultato come lo si fa per una vincita al Superenalotto. Solo che, nella fattispecie, i numeri erano errati.

Del resto, la classe politica non è nuova a partorire leggi che poi cozzano con la realtà. Basta ricordare la vicenda del personale delle Terme. La legge è stata rifatta tre volte.

Adesso, la situazione dell’Aica si fa gravissima. Due mesi arretrati di stipendi al personale, il pagamento degli oneri previdenziali, il debito di 1.2 mln di euro con il fornitore di energia elettrica. Ad oggi, Aica avrebbe una situazione finanziaria passiva di circa 5 milioni di euro.

Ha emesso 120.000 bollette di fornitura idrica. Molto probabilmente, riuscirà ad incassare meno della metà dell’importo che sommerebbe tre milioni di euro.

 

Dopo una breve pausa torna a salire il numero dei contagi Covid in Sicilia nelle ultime 24 ore. I nuovi positivi sono, secondo il bollettino del ministero della Salute, 553  a fronte di 20.351 tamponi. La positività cresce dall’1,8% al 2,7%.

I ricoverati con sintomi Covid  sono 526, mentre 70 pazienti sono in terapia intensiva per un totale di 526 ospedalizzati. In isolamento domiciliare ci sono 16.001 persone (in calo rispetto alle 16.218 di ieri). Il totale degli attuali positivi è di 16.597.

776 pazienti sono guariti.  Tredici  le vittime quelle riportate nel bollettino odierno ma dalla Regione si precisa che: tre sono riconducibili al 26 settembre, cinque al 25, 3 al 24, una al 23 e una al 22.

Questa la situazione nei Comuni capoluogo: Palermo 11. Catania 306, Messina 100, Trapani con 38, Enna 31, Siracusa 25, Ragusa 19, Agrigento 18 e Caltanissetta 5.