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Il Tribunale di Agrigento ha inflitto due condanne per minacce e aggressione a colpi di tenaglia, risalenti al giugno del 2018 a Licata, a danno di un automobilista con cui i due imputati incorsero in un incidente stradale. In particolare, 7 mesi di reclusione sono stati comminati ad Antonio Semprevivo, e 10 mesi a suo figlio Giuseppe, entrambi di Licata. I due sono stati assolti dall’imputazione di lesioni aggravate.

Il Pubblico Ministero Gloria Andreoli ha chiesto la pena per tre soggetti e l’assoluzione per altri sette nell’ambito del processo scaturito dall’operazione “Cappio” che ha stroncato un giro di usura ed estorsioni a Canicattì.

La pena più alta è stata proposta per il settantunenne Antonio Maira, 18 anni di carcere; 12 anni invece per il fratello Giuseppe e il commerciante Giuseppe Lo Brutto.

Per altri sette indagati il PM ha chiesto invece l’assoluzione. Si tratta di Calogero Liuzzi, 41 anni, Ivan Sciabbarrasi, 45, Giuseppe Zucchetto, 47, Giuseppe Liuzzi, 39 anni, Angelo Valletta, 67, Antonio Gianluca di 37 anni.

Nel corso delle indagini fatte dai carabinieri è stato accertato che il gruppo di usurai adottava tassi di interesse anche 750%. Numerose le persone fra artigiani e imprenditori finiti nelle grinfie degli strozzini.

Per tutti i reati ipotizzati sono l’estorsione, minaccia e usura aggravata.

Alfonso Malato, che presiede la prima sezione penale del tribunale di Agrigento ha rinviato il procedimento al prossimo 16 dicembre.

 

Caos al Pronto soccorso dell’ospedale Sant’Elia di Caltanissetta. Una giovane nissena arrivata con pressione a 180 e’ stata lì dalle 22 del 12 ottobre alle 23 del 13 ottobre in attesa di accertamenti. Il primo prelievo per gli enzimi del cuore e la misurazione della pressione, le sono stati  fatti all’ una di notte del 12 ottobre dopo 3 ore di attesa. La dottoressa però non ha registrato la signora e non le ha aperto la cartella clinica e quindi i primi esami sono andati persi. Solo il 13 ottobre sono riusciti a fare gli esami. La Nissena ci racconta: “Medici e infermieri sotto organico, tutti impegnati con il covid. Al Pronto soccorso ho visto anziani lasciati soli in barella a chiedere aiuto e a chiedere invano da bere. Un uomo giunto in codice rosso dopo un incidente stradale a Villalba è stato lasciato in barella per un’ora e gridava dal dolore: meglio morire! Ho vissuto due giorni di agonia e fortunatamente sono uscita senza nulla di grave. È una situazione insostenibile che è giusto rendere pubblica! “

giornalenisseno

La decisione è stata presa nei giorni scorsi al termine di un’assemblea alla quale hanno partecipato le Rsu e i segretari generali della Cisl Fp e Fp Cgil Salvatore Parello e Vincenzo Iacono

Lavoratori part time del Comune di Agrigento in stato di agitazione. La decisione è stata presa al termine di un’assemblea svoltasi lo scorso 12 ottobre durante la quale si è dato incarico ai sindacati di aprire il tavolo di raffreddamento. Ai lavori hanno partecipato, oltre alla componente rsu, il segretario generale della Cisl Fp Salvatore Parello e quello della Fp Cgil Vincenzo Iacono.

I lavoratori hanno rappresentato l’assoluta inadeguatezza dell’orario contrattualmente previsto rispetto agli effettivi carichi di lavoro, anche in considerazione della continua perdita di personale, e quindi di professionalità, che il Comune subisce a causa dei pensionamenti.

Durante gli interventi dei dipendenti comunali è stata ribadita l’assoluta predominanza dei lavoratori a tempo parziale rispetto alla totalità dei lavoratori in servizio e che, tale predominanza, sempre in virtù dei prossimi pensionamenti, rischia di divenire sempre più evidente.

Abbiamo nel tempo più volte sollecitato l’amministrazione ad avviare un confronto sulla programmazione del fabbisogno del personale – dicono Parello e Iacono – ma, a parte la formale apertura politica, non è stata supportata dalla predisposizione degli atti propedeutici all’adeguamento contrattuale tra i quali i documenti finanziari nonché l’elaborazione di piano Triennale dei fabbisogni che prevedesse, appunto, l’incremento stabile dell’orario di lavoro del personale part-time nonché la stabilizzazione delle restanti unità di personale ancora precario”.

Nel corso dell’assemblea è emerso, inoltre, che ad oggi il Comune, nonostante gli impegni già presi durante incontri informali non ha proceduto ad avviare la contrattazione decentrata, oggi ferma all’ipotesi di riparto del fondo 2019. Inoltre questa ipotesi non è stata certificata dagli organi di revisione con la conseguente impossibilità di erogare fisicamente le somme ai lavoraotri.

Questi ritardi – continuano Parello e Iacono – comportano ogni anno per i lavoratori una perdita sia di natura economica che di natura previdenziale. Appare il caso di ricordare come attraverso la leva della contrattazione decentrata, effettuata nei tempi dovuti, l’amministrazione comunale potrebbe allineare la distribuzione delle risorse nell’ottica di una corretta destinazione delle stesse secondo obiettivi programmati. Ciò consentirebbe anche di effettuare quelle azioni di miglioramento dei servizi attraverso, appunto, l’utilizzo delle leve dell’incentivazione al personale. Difatti attraverso tale strumento vengono assicurate le risorse utili, oltre che a remunerare istituti importantissimi quali servizio esterno turni reperibilità indennità per particolari responsabilità, anche la predisposizione di progetti e performance organizzativa ed individuale secondo un’ottica del merito e del miglioramento continuo dei servizi da offrire alla cittadinanza”.

Dall’assemblea è emerso anche tutto il disagio del personale relativo alla mancanza di programmazione relativa alla formazione rivolta al personale per il miglioramento e l’aggiornamento delle competenze professionali anche nella prospettiva degli importanti obiettivi che dovranno essere raggiunti per l’utilizzo delle risorse del PNRR.

In seguito alla proclamazione dello stato di agitazione i sindacati hanno chiesto alla Prefettura l’apertura del tavolo di raffreddamento.

Consegnati questa mattina nei locali del Dipartimento Regionale Protezione Civile di Agrigento i lavori di “Consolidamento versante, per consentire il rientro nelle abitazioni sgomberate nella zona al di sopra di via Giovanni XXIII e zona compresa tra via Giovanni XXIII e viale della Vittoria in territorio di Agrigento”.

L’importo complessivo dei lavori ammonta a 900 mila euro e dovranno essere compiuti entro 304 giorni decorrenti da oggi e quindi entro il 13 agosto 2022.

Non appena saranno completati gli interventi sarà possibile il rientro nelle abitazioni, sgomberate a causa dello scivolamento di terreno registratosi nel febbraio del 2015.
Erano presenti per il Dipartimento regionale della Protezione Civile Sicilia, l’Ing. Maurizio Costa, il direttore dei lavori Arch. Salvatore Fanara, il Geom. Emanuele Milioto, per il comune di Agrigento, il Sindaco Francesco Miccichè, l’assessore Gerlando Principato, l’Arch. Gaetano Greco, per la Soprintendenza l’Arch. Giovanni Crisostomo Nucera e la Dott.ssa Archeologa Domenica Gulli, per Siciliacque l’Ing. Massimo Guarino e il legale rappresentante dell’impresa aggiudicatrice, COFER S.r.l., Ing Massimo Vincenzo Ferrara.

 

Altro incidente stradale mortale in Sicilia. In provincia di Trapani, in località Triscina, frazione di Castelvetrano, lungo la statale 81, è morta una donna, Valentina Barzi, 36 anni, residente a Castelvetrano ma originaria di Bagheria. Lei ha viaggiato seduta sul lato passeggero di una Mercedes condotta da un uomo, ricoverato in ospedale ma non in pericolo di vita. A lui, per cause in corso di accertamento da parte dei Vigili urbani, è sfuggito il controllo dell’auto, che si è schiantata violentemente contro il guardrail. Forse lui è stato preda di una distrazione, un’imprudenza, un malore, oppure la causa è stato l’asfalto reso scivoloso dalla pioggia battente. Al momento si escludono coinvolgimenti di altre automobili, per cui l’ipotesi è quella dell’incidente autonomo. Valentina Barzi, a seguito dell’impatto, è stata trafitta dal guardrail ed è morta sul colpo, come accertato dal medico legale. Sul posto i Vigili del fuoco hanno lavorato per estrarre il corpo dalle lamiere.

La raccomandazione è sempre la stessa: no alla velocità, soprattutto quando piove. Fregatevene se le automobili dietro vi suonano il clacson. Lasciate che vi sorpassino pure. Che vi interessa?

Ad Agrigento si è svolta una riunione dell’Assipan, l’Associazione dei panificatori, presieduta da Vincenzo Gaziano. Assipan ha annunciato lo stato di agitazione per l’aumento dei costi delle materie prime e dell’energia, e intende attivare un tavolo tecnico con il presidente della Regione e con il ministero interessato. Lo stesso Gaziano spiega: “Sono a rischio chiusura i panifici che non riescono più a sostenere i costi di gestione. Ogni singola attività potrebbe decidere di ritoccare i prezzi a causa dei continui rincari. In questo modo soffrono le imprese e soffrono anche le famiglie. Non è una protesta ma una necessità”.

Una rissa furibonda si è verificata l’altro pomeriggio in via Capitano Ippolito, a Canicattì. Calci e pugni tra due gruppi – uno originario della Romania e l’altro del nord Africa – per motivi riconducibili all’elevato tasso di alcol.

Dalle parole in breve tempo si è passati ai fatti con la zuffa. A segnalarla sono stati alcuni residenti che hanno allertato le forze dell’ordine. Sul posto polizia e carabinieri hanno riportato la calma con non poca fatica.

Lo scorso 26 settembre, una domenica, a Comitini, in provincia di Agrigento, nella centrale piazza Umberto primo, un ragazzo di 18 anni è stato accerchiato, aggredito e picchiato da un branco di giovanotti. Adesso i Carabinieri hanno individuato i presunti responsabili dell’aggressione. Si tratta di dieci studenti di Aragona, di età compresa tra i 17 e i 26 anni, che sono stati denunciati alla Procura della Repubblica di Agrigento e alla Procura per i Minorenni di Palermo, per le ipotesi di reato di lesioni personali gravi, minaccia e danneggiamento in concorso. Il 18enne, a causa delle gravi ferite subite, è stato soccorso in ospedale, dove i sanitari gli hanno diagnosticato la frattura dello scafoide destro, e l’infrazione dello scafoide sinistro. Prognosi di 30 giorni. A seguito della denuncia, i Carabinieri hanno subito indagato fino all’identificazione dei dieci odierni indagati.

La Procura di Agrigento, tramite il pubblico ministero Sara Varazi, ha chiesto al Tribunale l’archiviazione delle indagini a carico dell’imprenditore di Raffadali, Francesco Mangione, 48 anni, indagato di essere stato il mandante dell’omicidio del padre Pasquale, avvenuto il 2 dicembre del 2011, in contrada Modaccamo, strada di campagna fra Raffadali e Cianciana. E’ stato Antonino Mangione, 40 anni, anche lui raffadalese, e che avrebbe partecipato all’organizzazione dell’omicidio, ad accusare l’imprenditore, affermando: “Mi ha chiesto di organizzare l’omicidio del padre, perché andava in giro a molestare donne in paese. Mi diede 5mila euro che spartimmo con Roberto Lampasona e Angelo D’Antona, e altri 1.300 euro li pagò per acquistare la pistola”.