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260 i nuovi casi di Covid19 registrati in Sicilia nelle ultime 24 ore a fronte di 10.960 tamponi processati in Sicilia. L’incidenza sale al 2,4%. L’isola torna al primo posto per contagi giornalieri. Gli attuali positivi sono 7.544 con una diminuzione di 152 casi. I guariti sono 407 mentre si registrano altre 5 vittime che portano il totale dei decessi a 6.942. Sul fronte ospedaliero 297 ricoverati mentre in terapia intensiva sono 43.

Questa la situazione nei Comuni capoluogo: Palermo con 31 casi, Catania 102, Messina 48, Siracusa 28, Ragusa 15, Trapani 2, Caltanissetta 11, Agrigento 22, Enna, 1.

Modifiche alla circolazione veicolare e pedonale in piazza Cavour, via Vittorio Emanuele Orlando e via del Piave, dal giorno 20/10/2021, dalle ore 7:00 e fino a ultimazione dei lavori, per consentire l’esecuzione dei lavori di copertura al tetto del condominio del viale della Vittoria, 51.

Modiche alla circolazione, sia veicolare che pedonale, in Piazza Cavour, via Vittorio Emanuele Orlando e via del Piave, dal giorno 20/10/2021, dalle ore 7 e fino a ultimazione dei lavori, per consentire la realizzazione del tetto di copertura del condominio del viale della Vittoria, 51; in piazza Cavour, via Vittorio Emanuele Orlando e via del Piave, verranno apportate le modifiche alla circolazione sia veicolare che pedonale qui di seguito elencate:

 

1) In P.zza Cavour verrà chiusa parte dell’area riservata al transito pedonale e precisamente d.f. il cv., 27/b;

2) In via Vitt. Emanuele Orlando dalle ore 07.00 alle ore 18.00 di tutti i giorni escluso i festivi verrà istituito il divieto di sosta con rimozione in ambo i lati dal punto luce n. 073 al punto luce n. 072;

3) In P.zza Cavour dalle ore 07.00 alle ore 18.00 di tutti i giorni escluso i festivi verrà istituito il divieto di sosta con rimozione in ambo i lati dal punto luce n. 072 al cv. 4;

4) In via del Piave dalle ore 07.00 alle ore 18.00 di tutti i giorni escluso i festivi verrà istituito il divieto di sosta con rimozione in ambo i lati dal punto luce n. 008 fino all’incrocio con il viale della Vittoria;

Ordinanza n. 137 del 18/10/2021

di Filippo Cardinale

Follia pura. C’è da stupirsi? Quando ci si imbatte con la pubblica amministrazione, la burocrazia diventa nemico del cittadino.

Spieghiamo la pazzia di una procedura quando c’è una interruzione del servizio idrico e il cittadino è costretto a richiedere un autobotte. Attualmente il gestore pubblico del servizio idrico nella provincia di Agrigento, AICA, non assicura il servizio attraverso autobotti nell’ipotesi di guasto alla condotta.

Ecco la corsa ad ostacoli del cittadino:

  • deve rivolgere istanza al Comune indirizzata al signor sindaco con la quale chiede la fornitura di autobotte di acqua potabile, dichiarando che l’immobile non è servito dalla condotta idrica, e chiedere contestualmente il rilascio dell’autorizzazione al prelevamento dei metri cubi per un importo da indicare nella medesima richiesta, presso l’idrante comunale a proprie cure spese, dichiarando che il prelievo avverrà tramite autobotte regolarmente autorizzato al trasporto di acqua.
  • alla domanda deve essere allegato un documento di riconoscimento e una copia della concessione edilizia o copia di agibilità dell’immobile nonché indicando la ditta che effettua il trasporto.
  • alla predetta istanza occorre allegare il versamento di un importo che pari ad euro 1,96 ogni metro cubo di acqua che viene richiesta ed effettuare il versamento con bonifico bancario alla tesoreria comunale.
  • dopo tutto ciò occorre attendere che il Comune autorizzi il servizio di autobotte di acqua potabile;
  • ottenuta la risposta il cittadino può così richiedere il servizio del privato, ma deve anticipare tutte le somme per il servizio richiesto,  quindi deve anticipare le somme per l’acquisto dell’acqua effettuando il pagamento con il bonifico di cui sopra, nonché il servizio di trasporto dell’acqua alla ditta privata mediante autobotte;
  • fatto ciò deve inoltrare una richiesta tramite PEC ad AICA e sperare nel rimborso, che ovviamente non è assolutamente certo.

Questa è la procedura folle inventata con la nuova gestione pubblica del servizio idrico. In precedenza, era l’ex gestore a provvedere a tutto e bastava rivolgersi al medesimo il quale in caso di guasto inviava a proprie cure e spese il servizio di autobotte.

Sia chiaro, nessuna nostalgia per il passato. Ma il presente presenta criticità enormi che vanno subito corrette.

 

“Accertare le cause della morte e verificare presunti casi di maltrattamenti ed altro a cui i pazienti sarebbero stati sottoposti durante il corso del loro ricovero presso il Covid Hospital di Ribera”.

E’ questo il senso di una denuncia/querela presentata presso la Procura della Repubblica di Sciacca dall’avvocato Rosario Monforte del Foro di Caltagirone, in nome e per conto dei familiari di cinque pazienti ricoverati presso la suddetta struttura ospedaliera e successivamente deceduti.

La denuncia evidenzia presunti “episodi di cure inadeguate,  assistenza e condizioni di ricovero inadeguate nei confronti dei malati di Covid”. Inoltre è stato denunciato anche il fatto che oggetti personali di alcuni dei pazienti ricoverati come orologi, bracciali e documentazione medica “non sarebbero mai stati restituiti ai familiari”.

La querela evidenzia anche episodi in cui “il personale sanitario avrebbe privato i pazienti dei propri telefoni cellulari smartphone al fine di evitare di comunicare con i familiari e trasmettere video ed immagini che documentavano le modalità con cui venivano assistiti, e quindi i presunti maltrattamenti subiti e le condizioni dell’ospedale in cui erano ricoverati”.
La denuncia/querela è stata presentata contro ignoti ed i parenti si sono riservati tramite l’avvocato Monforte, legale di fiducia, di costituirsi parte civile nell’eventuale procedimento penale che verrà avviato nei confronti dei responsabili dei fatti esposti.

In provincia di Siracusa, a Canicattini Bagni, i Carabinieri hanno denunciato il proprietario di un bar, di 49 anni, indagato di detenzione di sostanze stupefacenti a fine di spaccio. Nel corso di un controllo nel furgone frigo del commerciante, usato per la vendita di gelati e granite, i militari hanno rinvenuto un quantitativo di hashish che è stato sequestrato. Lui avrebbe sfruttato il suo furgone per piazzare la droga, convinto che nessuno avrebbe sospettato nulla. I Carabinieri invece hanno pedinato un tossicodipendente, e hanno così scoperto la seconda finalità del furgone. Nel bar sono stati rinvenuti circa 2 grammi di cocaina nascosti in un sacco di farina. Sono state contestate delle violazioni amministrative per le scarse condizioni igieniche del locale e sono state elevate multe per circa 4000 euro.

A Canicattì, nei pressi della stazione ferroviaria, in via Vittorio Emanuele, un uomo aggredisce il dipendente di un distributore di carburanti al suo rifiuto di riempirgli una bottiglia di plastica di 2 litri, impugna l’erogatore della benzina e minaccia di incendiarsi e di incendiare poliziotti e carabinieri giunti sul posto, peraltro versando carburante addosso a loro e sul cofano dell’automobile dei carabinieri, poi inveisce contro una donna perché ritiene che fosse intenta a registrare quanto in corso con un telefonino, e le strappa il cellulare dalle mani, e poi danneggia un’ambulanza del 118 anch’essa giunta sul posto per prestare soccorso. Lui, di 32 anni, di Canicattì, già conosciuto dalle forze dell’ordine per pregresse gravi minacce, è stato arrestato e trasferito in carcere. All’autorità giudiziaria risponderà di violenza e resistenza a Pubblico ufficiale, danneggiamento, minacce aggravate, rapina e tentato incendio.

11 i nuovi casi di coronavirus registrati in provincia di Agrigento nella giornata del 17 ottobre a fronte di 82 tamponi processati. Il dato emerge dal bollettino dell’Asp. Non ci sono nuove vittime né ricoveri mentre i guariti sono 6.

2 i ricoverati nelle strutture ospedaliere e si trovano tutti al Fratelli Parlapiano di Ribera. Tre, invece, i pazienti in terapia intensiva.

Questi i dati Comune per Comune: Agrigento 10 (un migrante), Alessandria della Rocca 0; Aragona 1; Bivona 2; Burgio 2; Calamonaci 0; Caltabellotta 5; Camastra 0; Cammarata 0; Campobello di Licata 1; Canicattì 25; Casteltermini 1 (un migrante); Castrofilippo 0; Cattolica Eraclea 5; Cianciana 0; Comitini 0; Favara 11; Grotte 3; Joppolo Giancaxio 0; Licata 21; Lucca Sicula 0; Menfi 1; Montallegro 0; Montevago 0; Naro 11; Palma di Montechiaro 42; Porto Empedocle 17; Racalmuto 2; Raffadali 12; Ravanusa 1; Realmonte 1; Ribera 10; Sambuca di Sicilia 2; San Biagio Platani 0; San Giovanni Gemini 0; Sant’Angelo Muxaro 0; Santa Elisabetta 0; Santa Margherita di Belìce 1; Santo Stefano Quisquina 1; Sciacca 36; Siculiana 7 (7 migranti a Villa Sikania); Villafranca Sicula 11; Navi accoglienza 29.

“Carenze di organico gravi in tutti i reparti e pronti soccorso disorientati e a rischio di stallo: questa è la realtà che si vive negli ospedali di Sciacca, Ribera, Licata, Agrigento e Canicattì. Oggi è impossibile anche svolgere le attività ordinarie, creando rischi per l’utenza e per i lavoratori, nel silenzio pressoché totale dei direttori sanitari di presidio”.

A denunciarlo, ancora una volta, è la Cisl FP di Agrigento, che nei mesi ha più e più volte ribadito l’urgenza di interventi di riorganizzazione delle risorse umane e dei servizi. 

“Dalle diverse assemblee con i dipendenti – spiega il segretario aziendale Alessandro Farruggia – ci viene riferito che ormai da tempo un numero importante di dirigenti medici, per mezzo di disposizioni di servizio, devono garantire la presenza presso altri presidi poiché sotto organico a causa di mobilità improprie che generano maggiori spese per l’azienda, che è costretta a riconoscere le indennità chilometriche e le prestazioni aggiuntive. Questo accade soprattutto nelle unità operative di Ginecologia, Ortopedia, Pediatria, Cardiologia e altre branche specialistiche dell’ospedale di Licata e Canicattì. Questo comporta il fatto che molti professionisti scappano o si dimettono”.

Le attuali dotazioni organiche, ribadisce Farruggia,”risultano essere inadeguate e inadempienti, prive di appropriate analisi  rispetto ai livelli assistenziali e i servizi da espletare. A ciò si aggiunge il fatto che non è mai stata fatta una verifica delle condizioni fisiche di molti operatori che operano nei reparti, spesso con limitazioni quindi impossibilitati a garantire quanto richiesto che a sua volta è causa di carichi di lavoro estenuanti per il personale restante. Una situazione di emergenza – continua Farruggia – nella quale avviene che, il personale sanitario assunto con specifiche qualifiche, è effettivamente assegnato in altre realtà”. 

Oggi accade quindi che nell’atto aziendale vi sono dei veri e propri reparti “fantasma”, che esistono solo sulla carta, in quanto non esiste un personale dedicato o è gestito da pochissimi lavoratori. 

“Quello che ci sembra davvero scandaloso – continua Farruggia – è che i dipendenti sembrano non avere diritti e devono sempre aspettare: il premio produttività, buoni pasto, ristori compensi, remunerazioni accessorie e per finire  ritardi nell’erogazione degli stipendi del personale del 118. I lavoratori, tuttavia, devono continuare ad operare a colpi di disposizioni di servizio, con carichi di lavoro insostenibili e assurdi: stessa realtà riguarda il personale amministrativo e tecnico. I direttori di presidio e molti responsabili di strutture complesse e semplici demandano, delegano, ma non controllano, non vigilano e non prendono coscienza delle realtà che gestiscono che sono al collasso sotto tutti i punti di vista”. 

Non tutte le responsabilità, precisa il sindacato, sono imputabili al commissario straordinario oggi in carica, in quanto si tratta di condizioni maturate nel tempo. Anzi, è emerso con chiarezza che vi è oggi scarsa collaborazione tra i vertici dell’Azienda e i vari responsabili. 

“Non si capirebbe quindi – continua Farruggia – come molte disposizioni strategiche, vengano disattese da chi dovrebbe invece darne seguito. Allora ci chiediamo: come è possibile? Cosa da tanta sicurezza e garanzia di impunità a chi non rispetta le disposizioni?”. 

Le scelte fin qui fatte, conclude Farruggia, hanno provocato un “declino assistenziale, un calo dei servizi e la morte di molte importanti realtà sanitarie su tutto il territorio (ad esempio la chirurgia vascolare dell’ospedale di Agrigento). Oggi quindi qui rappresentiamo l’utenza ma anche i molti professionisti che vorrebbero dare un contributo di miglioramento al nostro territorio, ma sono penalizzati dalla totale assenza di meritocrazia, quindi fuggono da un territorio martoriato e ormai compromesso oppure si congelano e diventano complici di un sistema ormai consolidato”.

Il sindacato quindi chiede “alle istituzioni regionali e nazionali e agli organismi di vigilanza di intervenire con concretezza attraverso finanziamenti importanti da investire sull’organico, iniziando dalla stabilizzazione del personale assunto per Covid-19, e di intraprendere decisioni drastiche e di totale cambiamento a partire da chi fino ad oggi ha gestito i diversi presidi ospedalieri, sovvertendo l’attuale andazzo che ha provocato un vero e proprio declino del diritto alla salute. Diversamente – conclude – non si potrà che giungere ad una grande protesta di tutto il personale”.

A Favara, in via Irlanda, durante la notte è stato dato fuoco ad un camion di un 52enne che fa l’autotrasportatore del luogo.

Poco dopo la mezzanotte è scattato l’allarme e sul posto si sono presentati immediatamente i Vigili del Fuoco di Agrigento e i Carabinieri della locale Tenenza che adesso stanno indagando per scoprire le origini che hanno causato l’incendio.

Al momento nessuna traccia che possa ricondurre ad un incendio di matrice dolosa, ma anche questa pista, insieme alle altre, non viene scartata. E’ stato aperto un fascicolo.

 

Haitem Jabeur Fathallah aveva 32 anni. Era impegnato in una partita del campionato di Serie C Gold fra la sua squadra e la Dierre Reggio, quando si è accasciato. Portato in ospedale con un’ambulanza, è morto dopo il ricovero

Fathallah vantava oltre 250 presenze nei campionati senior di basket. Nato ad Agrigento, dopo avere giocato con Porto Empedocle, Racalmuto e Licata, era arrivato a Messina nella stagione 2016/2017, militando prima nella Basket School e successivamente nella Fortitudo Messina.